Gian, il discorso è più complesso. Fino al 2019 ritenevano che fosse impossibile fare determinati lavori senza il disegnatore in azienda. Con il lockdown del 2020 e dopo un anno di smart working si sono accorti che lo stesso lavoro poteva benissimo essere fatto in remote.
A quel punto hanno fatto il salto geografico dando il benservito al disegnatore nostrale.
Un calo di efficienza dato dalla mancanza di lavoro in presenza oggettivamente esiste, ma è più che compensato dal mercato enorme cui puoi attingere (il mondo intero) e dalla flessibilità del lavoro, oltre ovviamente che dal salario (ma in quelle posizioni non sono i mille o duemila euro in più che fanno la differenza).
Molte aziende dopo la crisi covid e dopo essersi accorte che (quasi) tutte le posizioni sono effettuabili con (quasi) altrettanta efficienza da remoto, stanno svegliandosi e delocalizzando, soprattutto in India, Pakistan, e Banghladesh, oltre che in Cina e Vietnam. Ovviamente, come dicevi te il cameriere bengalese non lo puoi delocalizzare. Però poi a un certo punto dovrai avere un numero sufficiente di avventori con i soldi per andare negli esercizi per pagarlo.
Sarebbe sicuramente successo ugualmente, ma con tempi molto più lunghi. La crisi covid ha messo tutti di fronte al fatto compiuto: lo vedete che può funzionare benissimo?
Ci sono solo due categorie che ancora non puoi delocalizzare: gli uni sono i collaboratori o i partner di fiducia. Il mio ufficio non lo potrei delocalizzare, col rischio di perdere IP. Impensabile, non puoi delocalizzare la fidelizzazione. Gli altri sono i field technicians; se devi andare sugli impianti non lo fai in remoto. Oltre ovviamente a camerieri, cuochi, entreneuses, prostitute, sex workers etc. Succederà anche questo, quando avremo il teletrasporto. Uillie, quando avremo il teletrasporto?
"L'indiano (non tutti ovviamente) magari approda in California dove fa la sua startup"
Forse non ha nemmeno più bisogno di andare in California a farla. Se la fa a casa a Bangalore.