SOVRANITA' POPOLARE? UNA BURLA - giorgiofra
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By: giorgiofra on Venerdì 02 Agosto 2013 22:23
Secondo la nostra costituzione la sovranità appartiene al popolo. Ma anche se sappiamo bene che si tratta di una grande presa per i fondelli, fingiamo di crederci.
Sovrano vuol dire al di sopra di tutto, ovvero che al di sopra del popolo non vi è nulla, neanche la legge. Infatti la legge promana dal popolo, e non viceversa.
Qualunque sistema di leggi dovrebbe essere l'espressione della volontà popolare, che, attraverso i propri rappresentanti, codifica le norme che dovrebbero regolare i rapporti tra i cittadini, e tra i cittadini e lo stato. In una vera democrazia ognuno dovrebbe avere il sacrosanto diritto di farsi rappresentare da chi meglio crede, essendo l'esercizio del voto il fondamento di ogni democrazia, e la suprema manifestazione della sovranità popolare.
Per questa ragione non può esservi nessun limite legale alla eleggibilità di qualcuno, essendo la legge subordinata alla sovranità popolare, che, nel momento del voto, si manifesta nella sua pienezza. Se dieci milioni di persone decidono di farsi rappresentare dal peggiore dei mafiosi, stanno semplicemente esercitando un diritto che nessun giudice dovrebbe negare. Non può e non deve la magistratura surrogare la libera scelta del popolo sovrano. Il giudice può stabilire che una certa persona è colpevole di un certo reato, e comminare la relativa pena, ma non può sottrarre al popolo il diritto di scegliere questa persona come proprio rappresentante. Si tratta, a mio parere, di una prerogativa inalienabile.
La non eleggibilità di un cittadino, decisa da un giudice, mi pare un abuso simile a quello che vorrebbe punire il razzismo. In pratica si pretende di punire quei cittadini che esercitano il sacrosanto diritto di avere delle ben precise idee, e di volerle propagandare per guadagnare consenso.
Un conto è praticare la violenza contro qualcuno, un altro è sostenere una propria visione del mondo. Anche in questo caso la legge sopprime la sovranità popolare, impedendo l'esercizio naturalmente legittimo , di voler diffondere una propria idea della società, guadagnare consenso, mandare propri rappresentanti nel parlamento per legiferare, avendone i numeri, a favore delle proprie tesi.
Una società potrebbe legittimamente essere razzista, se il popolo sovrano dovesse decidere in questo senso. Impedire che qualcuno diffonda le proprie idee, guadagni consenso e conquisti la maggioranza parlamentare, è la pratica naturale di quelle minoranze coscienti di imporre norme assolutamente non condivise dal popolo, e che, in un vero esercizio della sovranità popolare, verrebbero inesorabilmente cambiate. Ecco quindi la necessità di sopprimere fin da subito coloro che sostengono certe tesi.
La verità è che la nostra costituzione è un insieme di buone intenzioni che vengono regolarmente disattese dal potere, attraverso la dissimulazione e la propaganda, con la complicità colpevole della corte costituzionale, covo di sofisti capaci di dimostrare tutto ed il contrario di tutto, in funzione dell'opportunità del momento, e degli interessi ultimi della plutocrazia che davvero comanda, nascosta dietro le quinte di quella grande farsa che è il parlamento.