God bless America

Re: God bless America  

  By: Tuco on Mercoledì 14 Ottobre 2020 13:46

Invece sembra che Biden stia proprio bene.

Non si capisce proprio, da dove salti fuori tutto questo chiasso sulla sua salute...

https://www.nbcnews.com/politics/meet-the-press/blog/meet-press-blog-latest-news-analysis-data-driving-political-discussion-n988541/ncrd1103456#

p.s.

Ma tanto lo sappiamo, no?

Che la tecnica del trampone per infangare l’avversario è la stessa che con la Hillary,

che chiamava Killary oppure Crooked Hillary...

SLAVA UKRAINII !


 Last edited by: Tuco on Mercoledì 14 Ottobre 2020 13:49, edited 1 time in total.

Re: God bless America  

  By: Ganzo il Magnifico on Mercoledì 14 Ottobre 2020 13:37

Shera> "la Harris ... circondata dal deep state conterebbe meno di una con in mano il due coppe quando si gioca badminton"

 

Ovvio, ma visto che Biden sarà poco affidabile per evidenti problemi mentali, la Harris svolgerà la funzione di reggente, e in casi estremi, nel caso in cui Biden fosse da rinchiudere all'ospizio, di sostituto. Praticamente negli USA sai che voti per lei, non per Biden. Infatti non mi sorprenderebbe se la valigetta nucleare la dessero direttamente a lei.

Slava Cocaïnii!

Re: God bless America  

  By: pana on Mercoledì 14 Ottobre 2020 13:01

deep state ?? ma dopo 4 anni dell outsider trump il deep state dovrebbe essere stato azzerato

o no??

The Taliban Patrols Kabul in Roller Blades... This is Real - YouTube

Re: God bless America  

  By: shera on Mercoledì 14 Ottobre 2020 12:57

Gano la Harris sarebbe perfetta, peccato che è una giovane signora abituata a parlare con sottoposti che sanno dire solo sì sì sì

circondata dal deep state conterebbe meno di una con in mano il due coppe quando si gioca badminton

Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

Re: God bless America  

  By: Ganzo il Magnifico on Mercoledì 14 Ottobre 2020 12:22

Brogli col voto postale? Dubito che servirebbe a qualcosa, e non mi sorprenderebbe se fosse landslide per uno dei due candidati. Uno qualsiasi.

 

XTOL, come Lmwillys e Gianlini, ha il bruttissimo vizio di vendere la pelle dell'orso prima di averlo ammazzato.

Slava Cocaïnii!


 Last edited by: Ganzo il Magnifico on Mercoledì 14 Ottobre 2020 12:27, edited 2 times in total.

Re: God bless America  

  By: XTOL on Mercoledì 14 Ottobre 2020 12:14

sì, certo, tranquillo, biden ha 17 punti di vantaggio...

e io sono la fata turchina


 Last edited by: XTOL on Mercoledì 14 Ottobre 2020 12:14, edited 1 time in total.

Re: God bless America  

  By: gianlini on Mercoledì 14 Ottobre 2020 11:53

I repubblicani preparano il terreno, intendi? In effetti mi sembra proprio che sia così. 

Pompano questi comizi per far credere di essere in tanti; se poi perdono dovrà essere per forza colpa di brogli. 

 


 Last edited by: gianlini on Mercoledì 14 Ottobre 2020 11:56, edited 1 time in total.

Re: God bless America  

  By: XTOL on Mercoledì 14 Ottobre 2020 11:36

cosa vi dicevo? stanno preparando il terreno per i brogli postali

Re: God bless America  

  By: shera on Mercoledì 14 Ottobre 2020 08:53

Fermate tutto voglio scendere, Biden lo hanno messo apposta per puntare sulla vice Harris?

e poi dicono che le donne non contano nulla

che figona la MAROGNA, hai capito il cardinale?

 

 

https://leorugens.wordpress.com/2020/10/08/non-si-sentiva-la-mancanza-negli-ambienti-della-sicurezza-e-dellintelligenza-dello-stato-dellennesima-dama-nera/

Per dama nera intendo di un colore che evoca al tempo il cuore nero dei servizi. Sentite a me, per frequentare un tipaccio come Flavio Carboni non solo ci vorrebbe uno scafandro immunologico che non credo sia mai stato inventato ma certamente, per assolverlo, sia pure metaforicamente, dai suoi peccati, alcuni addirittura commessi in combutta con Pippo Calò (quello), non basterebbe non solo la dispensa papale ma perfino del Padre Eterno, rifattosi Uomo per l’occasione. 

Stiamo parlando di persone (C&C cioè Carboni e Calò), tra i sopravvissuti di quella generazione di malfattori, se si esclude come articolazione e responsabilità complessive politiche-culturali Silvio Berlusconi, al top del top, direbbe l’altro campione di marachelle, ancora in vita, Flavio Briatore

Raccontare con candore di fare, sia pure per fini superiori (cioè devo dedurre nell’interesse dell’Italia/Vaticano o, al minimo, della Slovenia), l’anello di congiunzione tra il cardinale e questa feccia, ci vuole la faccia tosta (gradevole ma bronzea) di questa ennesima dama nera. Di cui, diciamolo pure, non sentivamo alcun bisogno. Ad esempio per capire quanto è tosta e di bocca buona la Cecilia Marogna vediamo un po’ di cosa è stato accusato, nei decenni, un personaggio come Flavio Carboni. Direte: se la signora lo ha potuto frequentare vuol dire che era un cittadino libero e quindi, povero amore, per motivi oscuri, potrebbe essere stato fortemente calunniato. In questo dubbio (Carboni non è un pericolosissimo criminale) atteniamoci, non alle migliaia di pagine che i Tribunali della Repubblica gli hanno dedicato, ma alla banale scheda che Wikipedia offre di lui. Per quanto riguarda il nome che ho evocato, Pippo Calò, oltre all’Enciclopedia on line libera e partecipativa suggerisco, nei prossimi giorni, di perdere qualche minuto per leggere le paginette che riprodurrò estraendole da “Roma – L’impero del crimine” di Yari Selvetella. Le pagine sino dedicate al groviglio putrescente che lega, tra gli altri, Pippo Calò e Flavio Carboni.  

Il tutto in attesa di avere tempo (e voglia visto i conati di vomito che mi suscita una tale attività mnemonica) di mettere in un solo quadro sinottico “investigativo” i due e per scrupolo leggere le biografie di altri “sardi” ad oggi considerati eccellenti. Anche per renderci edotti di cosa accada sotto il nostro naso distratto dal COVID senza altro fine se non il valutare l’ennesimo danno reputazionale di alcune nostre istituzioni basilari legate certamente al mondo del fare (tra l’altro la galassia Leonardo ex Finmeccanica) ma non escludendo il mondo dell’intellegere (DIS, AISE, AISI). E intendo dire che soffermarsi su questo groviglio bituminoso “sardo” (che non si offendano i sardi permalosi perché non a loro genericamente mi riferisco) servirebbe a capire l’oggi e la proiezioni delle scelte dell’oggi sul futuro del Paese già incerto per tanti, troppi gravissimi motivi. 

In pochissime parole (e lo dice un logorroico prolisso): che minchia c’entra gente come il cardinale Angelo Becciu con la solita schiuma di parassiti di Stato tanto da poterlo ipotizzare addirittura “Angelo” protettore di alcuni di loro? Indotto dalla dama nera? MMa alla fine il risultato non cambia e le pessime scelte le pagano (in tutti i sensi viste le retribuzioni e gli scarsi risultati), gli italiani.

Oreste Grani/Leo Rugens  

Flavio Carboni (Torralba, 14 gennaio 1932) è un faccendiere italiano.

Carboni salì alla ribalta del mondo finanziario e immobiliare negli anni ’70. Ha intrattenuto rapporti con personaggi controversi quali l’agente segreto Francesco Pazienza, il capo della P2 Licio Gelli, il boss mafioso Pippo Calò, l’ex gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Armando Corona, nonché l’allora imprenditore Silvio Berlusconi, di cui è stato socio in affari per il progetto “Costa Turchese”, noto anche come “Olbia 2”.

A partire dal 1982 Carboni subì numerosi arresti, scontando brevi periodi di detenzione e venendo imputato di numerosi crimini.

Attentato a Rosone

Nel corso del 1981 Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, che in quel momento versava in gravi difficoltà economiche, si sarebbe messo in affari, per tentare di coprire i conti in rosso dell’istituto e salvarsi dal processo in corso a suo carico, con il faccendiere Carboni e il mafioso Pippo Calò i quali, intenzionati poi a recuperare i soldi affidati a Calvi, sarebbero stati osteggiati dall’allora vicepresidente della banca Roberto Rosone, il quale aveva assunto la guida della banca dopo il fallimento finanziario e aveva vietato ulteriori prestiti senza garanzia concessi dal Banco Ambrosiano ad alcune società legate proprio a Flavio Carboni.

Secondo la ricostruzione accusatoria, Carboni informò Calò dell’accaduto e questi, nell’aprile del 1982, tramite Ernesto Diotallevi, affiliato della Banda della Magliana, incaricò Danilo Abbruciati di eseguire un atto di intimidazione a danno di Rosone. L’attentato però fallì perché Abbruciati riuscì solo a ferire il banchiere e una guardia giurata lo uccise mentre cercava di scappare a bordo di una moto guidata dal complice Bruno Nieddu.

Il 14 gennaio 1994 Carboni e Diotallevi vennero condannati a dieci anni e quattro mesi. Nel gennaio del 1996 in secondo grado furono assolti «per non avere commesso il fatto». Nel maggio del 1997 la Cassazione annullò la sentenza di secondo grado e nel nuovo processo di appello il 23 marzo 1998 i due vennero condannati a dieci anni e due mesi. Tuttavia il 24 febbraio 1999 verranno definitivamente assolti dalla Corte di Cassazione.

Il caso Calvi

Sospettato da anni di avere legami con la mafia, nel 1997 i magistrati di Roma collegarono Flavio Carboni e Pippo Calò all’omicidio del banchiere Roberto Calvi.

Flavio Carboni era infatti sospettato di aver intrattenuto rapporti di un certo spessore con il banchiere assassinato, del quale avrebbe successivamente alla sua morte ricettato la borsa ed i documenti contenuti, vendendoli ad un alto prelato dell’Istituto per le Opere di Religione, monsignor Pavol Hnilica. Per tale ricettazione il 2 marzo 2000 fu condannato con il pregiudicato romano Giulio Lena, mentre monsignor Hnilica (che intendeva proteggere, dichiarò, il buon nome della Chiesa cattolica e di papa Giovanni Paolo II) fu assolto per aver agito in stato di necessità. La prima sentenza fu dichiarata nulla per vizio di procedura, ma ne seguì dopo poco un’altra che confermava i dispositivi della prima. Il 23 maggio 2002 Carboni e Lena vennero assolti in appello.

Nel 1997 fu quindi emessa un’ordinanza di custodia cautelare a carico di Pippo Calò e Flavio Carboni, accusati di essere i mandanti dell’omicidio. Il faccendiere, con l’ex compagna Manuela Kleinszig, Pippo Calò ed Ernesto Diotallevi, esponente della Banda della Magliana, finì a processo nell’ottobre del 2005 e venne assolto in primo grado dall’accusa di omicidio aggravato e premeditato in danno di Calvi anche per effetto dello smascheramento del falso alibi inizialmente fornitogli da una parente residente nella capitale inglese. Carboni commentò la sua imputazione definendola “buffonata” e parlando di un “martirio personale”. Va notato che poco dopo il rinvio a giudizio della magistratura italiana, quella inglese emise un verdetto definitivo col quale dichiarava che la causa mortis era uno strangolamento operato da due o più persone. Il verdetto venne comunicato lo stesso giorno nel quale in Italia si chiuse la vicenda relativa al coroner inglese che indagava sulla morte di Calvi, al quale vennero rubati a Roma la borsa contenente il computer e molti documenti relativi alle indagini svolte: l’inchiesta sul furto portò alla richiesta di rinvio a giudizio per concorso in ricettazione nei confronti di un italiano, un algerino ed un cinese.
Nel marzo del 2007 il pm Luca Tescaroli aveva invece chiesto l’ergastolo per Calò, Carboni, Diotallevi e Silvano Vittor, accusato di essere stato uno degli esecutori materiali del delitto; assoluzione piena era stata invece richiesta per la Kleinszig. Il 6 giugno di quell’anno furono quindi tutti assolti per insufficienza di prove. Risultava però provato che Cosa nostra avesse utilizzato “il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio.
Le assoluzioni verranno confermate in appello il 7 maggio 2010.
Nel novembre del 2016, su richiesta del pm Tescaroli, il giudice Simonetta D’Alessandro archivierà l’inchiesta, partita nel 2008, che vedeva indagati Licio Gelli (deceduto nel frattempo, accusato di essere l’organizzatore dell’omicidio), il finanziere svizzero Hans Albert Kunz, l’ex agente segreto Francesco Pazienza (condannato definitivamente per il crac del Banco Ambrosiano), Maurizio Mazzotta (segretario di Pazienza), Vincenzo Casillo (il braccio destro diRaffaele Cutolo morto sette mesi dopo Calvi) e di nuovo Flavio Carboni, tutti collegati alla fase esecutiva del delitto.

Nel processo per il crack del Banco Ambrosiano, il 22 aprile 1998 Flavio Carboni venne condannato in appello a otto anni e sei mesi di reclusione, unitamente a Umberto Ortolani e Licio Gelli, ai quali vennero inflitti dodici anni, e a Francesco Pazienza, condannato a otto anni. Tuttavia, al periodo di detenzione previsto, già notevolmente ridotto in applicazione delle amnistie del 1986 e del 1989, fu detratta la carcerazione preventiva: non fu quindi emesso a suo carico nessun ordine di esecuzione della pena.

Il caso P3

Nel maggio 2010, all’indomani della sua assoluzione per il delitto Calvi, Carboni viene indagato per concorso in corruzione, nell’ambito di un’inchiesta sugli appalti per l’energia eolica in Sardegna, insieme ad alcuni personaggi di spicco della politica locale e nazionale tra cui il Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e il coordinatore PdL Denis Verdini. Secondo gli investigatori avrebbe influenzato decisioni riguardanti il settore delle energie rinnovabili, arrivando a indicare la nomina del presidente dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale, Ignazio Farris, anch’egli indagato. Dalle indagini emersero diversi incontri tra gli indagati, alcuni dei quali, secondo lo stesso Carboni, alla presenza del senatore Marcello Dell’Utri. Ulteriori sviluppi hanno in seguito portato i magistrati inquirenti a ipotizzare i reati di riciclaggio e associazione per delinquere, in relazione alla scoperta di consistenti fondi.

L’8 luglio 2010 viene arrestato. Il gip giustifica l’ordinanza affermando che la sfera di influenza di Carboni non agiva solamente con iniziative volte a realizzare in Sardegna impianti di produzione di energia eolica, ottenendo la nomina di persone a lui gradite e in contatto con Cappellacci e Verdini. Sempre secondo il gip, infatti, Carboni avrebbe più volte, coadiuvato dall’imprenditore Arcangelo Martino e dall’ex componente di commissioni tributarie Giovanni De Donato, provato a entrare nell’attività delle istituzioni, anche per quanto riguarda le decisioni giudiziarie. Ciò a settembre 2009, tentando di pressare i giudici della Corte Costituzionale per promuovere un parere positivo sul Lodo Alfano, dunque a favore di Silvio Berlusconi, con riunioni private con Verdini, Dell’Utri, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo e i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller, a marzo 2010. Carboni avrebbe agito per sostenere la riammissione della lista del Pdl del candidato di centrodestra per le elezioni regionali del 2010 successivamente eletto Governatore della regione Lombardia Roberto Formigoni presso il TAR e, sempre per quanto riguarda le elezioni regionali italiane del 2010, tentando di supportare Nicola Cosentino come candidato Governatore, screditando allo stesso tempo l’altro candidato, poi eletto Presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, attraverso la realizzazione di dossier su frequentazioni di transessuali da parte dello stesso presidente della regione. Gli accusati sono sospettati anche di aver favorito la promozione a presidente della Corte d’appello di Milano del pm Alfonso Marra.

Il 16 marzo 2018 in primo grado Carboni viene condannato a 6 anni e 6 mesi (la Procura chiedeva 3 anni in più) mentre, tra gli altri, Verdini viene assolto e per Cappellacci scatta la prescrizione.

Altre vicende

Scampato dall’accusa di falso e truffa ai danni della filiale di Sassari del Banco di Napoli e assolto in appello per un vizio di forma riguardo al fallimento della Sedis, la società editrice di Tuttoquotidiano (è stato anche socio al 35% deLa Nuova Sardegna), Carboni verrà invece arrestato nell’ottobre del 1999 insieme al fratello Andrea e ai figli Claudio e Marco nell’ambito dell’operazione Bingo 2 come conseguenza delle dichiarazioni del camorrista Pasquale Centore, ex sindaco di San Nicola la Strada (Caserta), accusato di aver gestito un grosso traffico di cocaina dal Sudamerica con soldi riciclati dai Carboni in un villaggio in Sardegna; vengono quindi sequestrati per una valore di 130 miliardi lo “Smeralda village” con 177 appartamenti di lusso, terreni a Milano e a Basilio, e una villa al Casaletto (Roma) ma nel 2002 i Carboni verranno assolti.

Secondo il collaboratore di giustizia Francesco Marino Mannoia, Flavio Carboni e Licio Gelli si erano occupati di numerosi investimenti di denaro sporco per conto di Pippo Calò, che curava gli interessi finanziari del clan dei Corleonesi. Antonio Mancini, esponente della Banda della Magliana divenuto collaboratore di giustizia, dichiarò che Carboni costituiva «un anello di raccordo tra la Banda della Magliana, la mafia di Pippo Calò e gli esponenti della loggia P2 di Licio Gelli.» Secondo l’altro pentito Maurizio Abbatino «i testaccini [ Danilo Abbruciati ed Enrico De Pedis, ndr] avevano cominciato a investire negli anni Settanta-Ottanta, con Flavio Carboni, in Sardegna;» Abbruciati investì dunque i proventi dello spaccio della droga in operazioni immobiliari.

Il 4 febbraio 2010 viene ascoltato come testimone in Procura riguardo alla sparizione di Emanuela Orlandi alla luce dei rapporti che ha avuto con il Vaticano e con esponenti della Banda della Magliana come Abbruciati e Diotallevi.

Torna nell’occhio del ciclone nel 2016 per aver incontrato due anni prima a Roma il vice-presidente di Banca Etruria Pier Luigi Boschi, padre dell’allora ministro del PD Maria Elena Boschi, indicandogli, su suggerimento di Gianmario Ferramonti, Fabio Arpe, fratello di Matteo, per il ruolo di direttore generale dell’istituto allora in difficoltà. Tramite dei due è Valeriano Mureddu, imprenditore di origini sarde – cresciuto a Rignano sull’Arno vicino a casa di Matteo Renzi, del cui padre era amico, e poi stabilitosi ad Arezzo – che poi nel 2017 sarà arrestato per il fallimento della Geovision, azienda di imballaggi di Badia al Pino a lui riconducibile, per cui verranno indagati con l’accusa di riciclaggio anche Carboni e l’ex moglie Maria Laura Stenu Concas: avrebbero incassato dalla Geovision e dalla Vertigo quasi un milione di euro, 138.000 dei quali sarebbero stati reimpiegati per tentare di riacquistare all’asta la villa di Carboni al Casaletto (Roma); L’ex direttrice della filiale di Arezzo di Banca Etruria nel settembre del 2016 racconta alla Guardia di Finanza di aver ricevuto pressioni nel 2014 da parte di Emanuele Boschi, figlio di Pier Luigi e all’epoca funzionario dell’istituto, per l’apertura di un conto corrente e la concessione di una linea di fido senza garanzie alla Geovision e di aver scoperto successivamente che una parte del denaro entrato dalla Svizzera su questo conto si era diretto in uscita alla moglie di Carboni; Boschi jr non verrà mai interrogato e le chiamate intercettate con Mureddu non verranno mai trascritte.
Il 29 maggio 2018 Carboni e Mureddu vengono rinviati a giudizio per riciclaggio e bancarotta fraudolenta.

Nell’agosto del 2018 viene indagato dalla Dda di Cagliari insieme ad altre dieci persone, tra cui la moglie Antonella Pau e il figlio Diego, con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori: tra il2009 e il 2016 avrebbe intestato a prestanome auto, polizze e quote societarie per schermare la provenienza del denaro e avrebbe aperto due aziende a Londra con soldi di origine illecita.

 

Giuseppe Calò, soprannominato Pippo (Palermo, 30 settembre 1931), è un mafioso italiano, legato a Cosa nostra. A lui si fa riferimento come il “cassiere di Cosa nostra” perché fortemente coinvolto nella parte finanziaria dell’organizzazione, soprattutto nel riciclaggio di denaro.

Nato e cresciuto a Palermo, ha lavorato come commesso in un negozio di vendita di tessuti e in seguito lavorò anche come macellaio e barista. All’età di diciotto anni, Calò si segnalò per aver inseguito e ferito a colpi di pistola l’assassino del padre. Per queste sue “qualità”, all’età di 23 anni venne affiliato nella cosca mafiosa di Porta Nuova dal suo associato Tommaso Buscetta e iniziò numerose attività in imprese legali come rappresentante di tessuti aPalermo, aprì un bar e si occupò di un distributore di benzina. Giuseppe Calò ha avuto due figli, da uno di questi è nato il criminale italiano associato a Cosa nostra Leonardo Calò, condannato per riciclaggio, pluriomicidio, occultamento di cadaveri e sequestro di persona. Attualmente si trova in carcere a Bollate.

Attività criminale

Nel 1969 Calò venne scelto come nuovo capo della cosca di Porta Nuova in seguito alla morte per vecchiaia del boss Giuseppe Corvaia. In questo periodo Calò divenne il principale fiancheggiatore del boss Luciano Liggio e del suo vice Salvatore Riina: l’omicidio del procuratore Pietro Scaglione venne eseguito dagli stessi Leggio e Riina nel territorio della cosca di Calò, che fornì anche i suoi uomini per il sequestro del costruttore Luciano Cassina ordinato da Riina. Nel 1974, quando venne ricostruita la “Commissione”, Calò entrò a farne parte come capo del mandamento di Porta Nuova, che comprendeva le cosche di Borgo Vecchio, Palermo centro e Porta Nuova.

All’inizio degli anni settanta Calò si trasferì a Roma. Sotto la falsa identità di Mario Aglialoro, investì in beni immobiliari e operò nel riciclaggio di denaro per conto delle cosche dello schieramento dei Corleonesi, legandosi alla Banda della Magliana, a frange eversive dell’Estrema destra e ad ambienti finanziari, in particolare con i faccendieri Umberto Ortolani, Ernesto Diotallevi e Flavio Carboni; inoltre Calò era in stretti rapporti d’amicizia con l’onorevoleFrancesco Cosentino. Nel primo periodo a Roma Calò si occupò inizialmente del gioco clandestino e poi, insieme al boss Stefano Bontate, controllò la distribuzione dell’eroina ai gruppi malavitosi di Testaccio, della Magliana e di Ostia-Acilia; dopo l’uccisione di Bontate, il traffico di eroina dalla Sicilia a Roma continuò, controllato soltanto da Calò.

In particolare Calò, grazie alle sue conoscenze negli ambienti finanziari, si avvaleva di Roberto Calvi e Licio Gelli per il riciclaggio di denaro sporco, che veniva investito nello IOR e nel Banco Ambrosiano, la banca di Calvi. Nel1981, a seguito del fallimento definitivo del Banco Ambrosiano, Calvi cercherà di salvare il denaro investito da Calò per conto degli altri boss andato perduto nella bancarotta, però i suoi tentativi falliranno. Nel 1982 Roberto Rosone, vicepresidente del Banco Ambrosiano subentrato a Calvi, sopravvisse a un agguato compiuto da esponenti della banda della Magliana legati a Calò; Calvi partì per Londra, forse per tentare un’azione di ricatto dall’estero verso i suoi precedenti alleati politici, tra cui l’onorevole Giulio Andreotti, ma il 18 giugno 1982 venne ritrovato impiccato sotto il Blackfriars Bridge.

Calò organizzò il 23 dicembre 1984 l’esplosione di una bomba sul treno Napoli-Milano con 17 morti e 267 feriti (la cosiddetta Strage del Rapido 904 o strage di Natale), per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dalle rivelazioni date dal pentito Tommaso Buscetta.

L’arresto

Calò fu arrestato il 30 marzo 1985 nel suo appartamento in viale Tito Livio a Roma, in zona Balduina, mentre era in compagnia del mafioso Antonino Rotolo. L’11 maggio la polizia perquisì un edificio rustico presso Poggio San Lorenzo in provincia di Rieti, acquistato da Calò attraverso il suo prestanome Guido Cercola: furono trovati alcuni chili di eroina, un apparato ricetrasmittente, delle batterie, alcuni apparecchi radio, antenne, cavi, armi e diversi tipi di esplosivo.

Calò fu uno tra le centinaia di imputati sottoposti a giudizio durante il Maxiprocesso che incominciò l’anno seguente, nel quale dovette difendersi dalle accuse di associazione mafiosa, riciclaggio di denaro, e della responsabilità della strage del Rapido 904. Al termine del processo, nel 1987, Calò, riconosciuto colpevole, si vide infliggere una pena detentiva di due ergastoli.

Il caso Calvi

Nel 1997 Calò e altri quattro (il faccendiere Flavio Carboni, la sua ex fidanzata Manuela Kleinszig, l’ex affarista della banda della Magliana Ernesto Diotallevi e Silvano Vittor) coinvolti nell’omicidio di Roberto Calvi furono indagati e il loro processo, cominciato nell’ottobre 2005, si è concluso nel giugno 2007 con l’assoluzione degli imputati per «insufficienza di prove» da parte della Corte d’Assise. Sul caso rimane invece aperta l’indagine-stralcio presso la procura di Roma sui mandanti dell’omicidio che vede indagate una decina di persone tra cui Licio Gelli, l’ex capo della P2.

Il caso Pecorelli e il rapporto con la Banda della Magliana

Secondo alcuni collaboratori di giustizia, Calò sarebbe uno dei responsabili dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli (assassinato il 20 marzo 1979 a Roma) per via dei suoi legami con la banda della Magliana.

«La tesi accusatoria nel processo prospettava che il delitto sarebbe stato deciso dal senatore Andreotti il quale, attraverso l’on. Vitalone, avrebbe chiesto ai cugini Salvo l’eliminazione di Pecorelli. I Salvo avrebbero attivato Stefano Bontate e Gaetano Badalamenti, i quali, attraverso la mediazione di Giuseppe Calò, avrebbero incaricato Danilo Abbruciati e Franco Giuseppucci di organizzare il delitto che sarebbe stato eseguito da Massimo Carminati e da Michelangelo La Barbera.»
(Documento del Senato della Repubblica)

Dopo tre gradi di giudizio, nell’ottobre del 2003, la Corte di Cassazione emanò una sentenza di assoluzione “per non avere commesso il fatto” nei confronti di Calò, imputato insieme a Giulio Andreotti, Claudio Vitalone e Gaetano Badalamenti (accusati di essere i mandanti) e per Massimo Carminati e Michelangelo La Barbera da quella di essere gli esecutori materiali dell’omicidio, bollando le testimonianze dei collaboratori di giustizia come non attendibili.

Il legame di Calò con la banda della Magliana è testimoniato anche dai rapporti con Danilo Abbruciati (boss della Banda ucciso a Milano nell’attentato a Roberto Rosone): infatti Calò era il principale fornitore di eroina alla banda. Lo stesso Abbruciati uccise poi Domenico Balducci, usuraio di Roma, che riciclava denaro sia per conto della Banda, sia per conto di Calò. Si dice che i motivi dell’uccisione siano in un favore fatto da Danilo Abbruciati proprio a Pippo Calò che aveva deciso di chiudere il rapporto con Domenico Balducci.

Le condanne

Nel 1995, nel processo per gli omicidi di Piersanti Mattarella, Pio La Torre e Michele Reina, Calò venne condannato all’ergastolo insieme ai boss Salvatore Riina, Michele Greco, Bernardo Brusca, Bernardo Provenzano, Francesco Madonia e Nenè Geraci. Sempre nel 1995, nel processo per l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del capo della mobile Boris Giuliano e del professor Paolo Giaccone, Calò fu condannato all’ergastolo insieme aBernardo Provenzano, Salvatore Riina, Bernardo Brusca, Francesco Madonia, Nenè Geraci e Francesco Spadaro. Nel 1996 fu nuovamente condannato all’ergastolo per l’omicidio del giudice Antonino Scopelliti insieme ai boss Salvatore Riina, Francesco Madonia, Giuseppe Giacomo Gambino, Giuseppe Lucchese, Bernardo Brusca, Salvatore Montalto, Salvatore Buscemi, Nenè Geraci e Pietro Aglieri[.

Nel 1997, nel processo per la strage di Capaci in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la scorta, Calò venne condannato all’ergastolo insieme ai boss Salvatore Riina, Pietro Aglieri, Bernardo Brusca, Raffaele Ganci, Nenè Geraci, Benedetto Spera, Nitto Santapaola, Bernardo Provenzano, Salvatore Montalto, Giuseppe Graviano e Matteo Motisi. Lo stesso anno, nel processo per l’omicidio del giudice Cesare Terranova, Calò ricevette un altro ergastolo insieme a Michele Greco, Bernardo Brusca, Salvatore Riina, Nenè Geraci, Francesco Madonia e Bernardo Provenzano.

Inoltre nel 2004 viene accusato dal collaboratore Salvatore Cancemi di aver strangolato i due figli del pentito Tommaso Buscetta, scomparsi nel 1982 e mai più ritrovati.

Dissociazione

Nel settembre 2001 il boss ammette l’esistenza di Cosa nostra e decide di dissociarsi dall’organizzazione mafiosa, pur senza pentirsi.

Zio Carlo

La figura di Calò ha ispirato il personaggio di Zio Carlo nel libro Romanzo criminale, scritto nel 2002 da Giancarlo De Cataldo e riferito alle vicende realmente avvenute della Banda della Magliana. Dal libro è stato tratto il film del2005 Romanzo criminale, diretto da Michele Placido, nel quale Zio Carlo è interpretato da Gigi Angelillo, e, nel 2008, il regista Stefano Sollima realizza la serie televisiva Romanzo criminale dove i panni del personaggio sono vestiti da Adriano Chiaramida.

Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

Re: God bless America  

  By: Ganzo il Magnifico on Mercoledì 14 Ottobre 2020 08:36

Vince Biden. Landslide.

 

 

Slava Cocaïnii!

Re: God bless America  

  By: pana on Martedì 13 Ottobre 2020 20:35

altrei segni dal cielo

adorava statua di trump , muore di infarto

"

https://www.the-sun.com/news/1625454/donald-trump-superfan-dies-praying-coronavirus/

The Taliban Patrols Kabul in Roller Blades... This is Real - YouTube


 Last edited by: pana on Martedì 13 Ottobre 2020 20:38, edited 1 time in total.

Re: God bless America  

  By: Ganzo il Magnifico on Martedì 13 Ottobre 2020 06:27

Vince Biden.

 

"I’m Running As A Proud Democrat For The Senate”

 

 

Slava Cocaïnii!


 Last edited by: Ganzo il Magnifico on Martedì 13 Ottobre 2020 06:33, edited 2 times in total.

Re: God bless America  

  By: XTOL on Lunedì 12 Ottobre 2020 17:42

ah, ecco perchè khillary ha fatto il passo indietro:

 

ObamaGate's Endless Saga - None Dare Call It Obstruction

Re: God bless America  

  By: lmwillys1 on Lunedì 12 Ottobre 2020 12:27

Non capisco la necessità delle tue risposte isteriche e stupidamente offensive.

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detto dal piangina che ci consiglia le cure psichiatriche ... ma falla finita , fai ridere anche senza fare la vittima , sei uguale uguale a salvini

:-))

Re: God bless America  

  By: Ganzo il Magnifico on Lunedì 12 Ottobre 2020 12:16

"Pusillanime"

 

Non capisco la necessità delle tue risposte isteriche e stupidamente offensive. Evidentemente la scuola di Grillo ha creato una popolazione di decerebrati. La mia opinione in materia non è così importante, visto che il risultato non è né chiaro né certo nemmeno per me. E se tu avessi letto quanto ho postato sotto non avresti avuto bisogno di scrivere le tue solite idiozie.

 

Come già scritto sotto, e per quello che può valere, per me Biden ha maggiori probabilità di vincere. 

Slava Cocaïnii!


 Last edited by: Ganzo il Magnifico on Lunedì 12 Ottobre 2020 12:20, edited 3 times in total.