By: gerry10 on Mercoledì 07 Maggio 2014 19:16
Qualche tempo fa Krugman ha fatto un bell'articolo in cui ha dimostrato "per tabulas" una cosa interessante e che ,prima del suo intervento,era solo intuitiva.
Monetizzare direttamente il deficit pubblico oppure fare QE comprando titoli del debito pubblico sul mercato secondario,è esattamente la STESSA COSA.
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L’equiparazione di Krugman è certamente corretta e direi anche più che intuibile, tuttavia a qualcuno potrebbe far venire in mente la classica delle obiezioni: ma se è la stessa cosa, perché si è deciso in un modo, anziché in un altro?
Per casualità o perché una delle due soluzioni è, in verità, preferibile, sicchè non vi sarebbe affatto una equivalenza?
L’interrogativo pare un artificio retorico per traviare la percezione del problema, ma se si guarda con attenzione agli effetti delle due scelte, ci si accorge che le differenze ci sono, e Gonzales ne ha gia indicata una di un certo peso.
Forse può valere nella scelta anche qualche elemento psicologico.
Dire al popolo (e soprattutto ai politici) che se mancano i soldi, basta stamparli, diseduca al civile proposito di mantenere funzionante e produttiva la società, ragione per cui l’ipocrisia del Q.E si impone a salvaguardia di interessi superiori.
Un po come quando, incerti su quale richiamo usare per aprire una casa di appuntamenti, all’esplicito “qui si tro.mba” si preferisce il più cauto “massaggi”.
La scelta è dunque soltanto una questione psicologica o di asset che si possono conservare nel portafoglio di BC?
No. Vi è un motivo assai più forte che impone di decidere per il Q.E. in luogo della monetizzazione del deficit:
Il default del sistema.
Si immagini un capo di Stato, Obama ad esempio, che annuncia all’improvviso che d’ora in poi, magari in omaggio alle teorie di Mosler, il deficit USA sarà interamente finanziato dall’emisisione di moneta.
Cosa sarebbe costretto a dire subito dopo?
Una di queste due cose:
1 – tutto il debito esistente è annullato (la soluzione sbrigativa che però metterebbe a rischio le ambascate e i cittadini americani in tutto il mondo)
2- tutto il debito esistente verrà ripagato puntualmente al valore nominale.
Nessun’altra alternativa è possibile perché con l’abiura statale del ricorso futuro all’indebitamento pubblico, non avrebbe più senso commercializzare un prodotto destinato all’estinzione, per cui non può tergiversarsi: o si paga il debito (alla scadenza o anche subito) o lo si annulla.
Posto quindi che lo stato scelga, come giusto, di pagare, si avrebbe la più colossale immissione di moneta della storia.
Un Q.E. biblico che farebbe partire un’inflazione forse altrettanto biblica.
Se sia cosa da temere, da avversare oppure da auspicare, è questione su cui tutti dovrebbero riflettere, Mosler per primo.