Quando gira il mercato ?

 

  By: Fortunato on Domenica 04 Novembre 2007 23:47

Infatti Fog. Ed i mercati già da qualche tempo sono in fibrillazione e ogni giorno lo stanno dimostrando; mi sembrano canii sciolti, sono curioso di vedere come andràa finire. Fortunato

 

  By: Mr.Fog on Domenica 04 Novembre 2007 23:25

La Cina fa comodo agli Stati Uniti, gli Stati Uniti fanno comodo alla Cina. Fino a che sara' vero, continueranno a camminare su questa sottilissima lama. A destra e a sinistra c'e' il vuoto e l'equilibrio puo' essere mantenuto solo se nessuno dei due fa mosse/passi falsi. Comprare aziende americane.....mmhh mossa falsa. Stabilire tariffe sulle importazioni....mmhh mossa falsa. Taiwan....bruttissima mossa. Flirtare con Canada o Arabia o stati dittatoriali africani....brutta mossa. Costringere ad una rivalutazione della moneta....gran brutta mossa. . . . . . Continuare a sfruttare la globalizzazione senza concedere nulla a valori, istituzioni e processi democratici che l'hanno creata........mmh PESSIMA MOSSA.

 

  By: Fortunato on Domenica 04 Novembre 2007 21:49

Gano ovviamente il mio è stato solo uno scherzo pertanto ti prego di non prendertela delle mie battute. Alcune volte mi piace fare il provocatore. Fortunato

 

  By: Fortunato on Domenica 04 Novembre 2007 19:11

Gano, ti ha telefonato Mao dall'Aldilà? O Maramao dall'Aldiqua? Fortunato

 

  By: Gano* on Domenica 04 Novembre 2007 18:52

Fra poco la Cina potra' comprarsela l' America. Non ha nemmeno bisogno di fare la guerra.

 

  By: gianlini on Domenica 04 Novembre 2007 18:01

gano, è la cina che fa la guerra all'america, non il contrario per ilm fatto che potrebbe non voler più dollari svalutati in cambio del lavoro delle sue braccia....ma qualcosa di più sostanzioso

 

  By: Gano* on Domenica 04 Novembre 2007 16:25

Eheh... Gianlini... opzione militare oramai direi di no. La Cina e' diventata troppo grossa e potente. Commerciale? Boh... se rappresentassi un governo io -per ragioni di convenienza- alla Cina la guerra commerciale non la farei, farei come la Nokia (*) gli altri non lo so, ma non credo. Nonostante di governi apertamente scornati per il trade surplus cominci ad essercene qualcuno penso che si limiteranno a brontolare (**). La Cina ha oramai tutti i presupposti per essere la prossima superpotenza. (*) La Nokia ha venduto 50 milioni di cellulari in Cina solo nel 2006. (**) La guerra commerciale non furono capaci di farla nel 1800 e dovettero ricorrere alle corazzate; sarebbero capaci invece di farla oggi?

 

  By: gianlini on Domenica 04 Novembre 2007 16:22

gano, siamo quindi alla vigilia di una bella guerra commerciale se non militare, no? scenario bull cmq per le borse?

 

  By: gianlini on Domenica 04 Novembre 2007 16:20

avevo letto male il dato del brasile è di 500.000 laureati non 1.500.000 quindi 2,86 ogni 1000

 

  By: Gano* on Domenica 04 Novembre 2007 16:11

Gianlini, grazie per la statistica. Notavo fra l' altro due parallelismi interessanti: il primo tra l' accumulo di argento in Cina pre Guerra dell' Oppio e l' analogo accumulo di valuta estera oggi. Il secondo il rapporto 1:6 importazioni:esportazioni con l' Inghilterra di allora (sempre pre-Guerra dell' Oppio) e l' analogo trade surplus odierno con gli Stati Uniti. Probabilmente non c'entra niente, ma questi due fattori furono fra i maggiori motivi scatenanti che portarono alle tensioni prima e alla guerra poi...

 

  By: gianlini on Domenica 04 Novembre 2007 16:06

Avevo già riportato i dati nr. di laureati CINA 3 milioni (2,35 ogni 1000), India 3 milioni (2,7 ogni 1000)..confronto PERU 56000 (2,15 ogni 1000), BRASILE 1,5 milioni (8,06 ogni 1000), Portogallo 70000 (7 ogni 1000) Italia 265000 (4,56 ogni 1000)

 

  By: Gano* on Domenica 04 Novembre 2007 16:02

Quello che vorrei dire e che ora rispetto ad allora mi sembra si siano corretti due dei parametri che non permisero alla Cina di diventare una superpotenza gia' nel XIX secolo: la prima e' l' istruzione che nella Cina di oggi e' considerata importantissima, specialmente nel campo tecnico- scientifico, con le conseguenti ricadute per lo sviluppo tecnologico (*). La seconda e' che una Guerra dell' Oppio per mettere a tacere la Cina oggi non dovrebbe essere piu' possibile. (*) Sarei curioso di vedere statistiche del tipo "numero di ignegneri per cento abitanti" in Cina ed in Italia...

 

  By: gianlini on Domenica 04 Novembre 2007 15:45

ma cosa vuoi dire gano, con questo e cioè che 300 anni fa cina ed india producevano molto tessile (senza le macchine è piuttosto ovvio che la produzione fosse direttamente proporzionale alla forza lavoro, ergo alla popolazione)?

 

  By: Gano* on Domenica 04 Novembre 2007 15:22

Lo riporta, se ricordo bene P. Bairoch nell' "Histoire économique et sociale du monde": Nella meta' del XVIII secolo Cina ed India insieme costituivano il 57% della produzione manifatturiera mondiale. Questa produzione riguardava soprattutto il tessile, che faceva concorrenza, fra l' altro, al manufatto piu' importante della prima rivoluzione industriale. Cio' che riporta lei sotto e' probabilmente vero, non lo so (troppo lungo per essere letto), ma vedo che tratta del 1850, cioe' di un periodo gia' posteriore alla Guerra dell' Oppio (1839-1842). E' vero anche che la Cina non tenne del tutto il passo con la Rivoluzione industriale. Gia' intorno ala meta' dell' 800 la produzione manifatturiera Cinese era dietro a quella americana, inglese e francese (ma davanti a quella tedesca, russa ed austro-ungarica).

I Taiping: la grande insurrezione del 1850-1864 - gz  

  By: GZ on Domenica 04 Novembre 2007 15:17

a metà dell'800, quando l'Europa e l'America finalmente uscivano dalla miseria senza speranze del medioevo, creavano la scienza e la tecnologia e la civiltà materiale di cui ora godiamo i frutti, nonchè la musica, l'arte, letteratura, filosofia e architettura che tutto il resto del mondo studia quando deve studiare qualcosa in Cina si massacravano per 15 anni per un totale secondo gli storici di 20 milioni di morti (quanti nella seconda guerra mondiale) "..miseria straziante..In un paese rovinato, ridotto all'osso, in preda al dubbio, la rivoluzione fu affogata nel sangue e l'esperienza si chiuse con varie decine di milioni di morti.... La provincia del Jiangsu, quella di cui Nanchino è capoluogo, dovette venir ripopolata con emigranti dall'Hubei, tanto era stato dissanguata totalmente. Incalcolabili distruzioni. Centinaia di città distrutte. Un paese esangue e rovinato, sollevazioni che si diffondevano come un contagio in tutto il paese." --------------- ^I Taiping: la grande insurrezione del 1850-1864#http://www.tuttocina.it/tuttocina/storia/taiping.htm^ Con l'approssimarsi del 1850, la Cina stava attraversando una grave crisi: uno sviluppo demografico galoppante, calamità naturali, una miseria straziante, la corruzione dei mandarini, e l'influenza smobilitante e insidiosa dei missionari cristiani; tutto ciò fece il gioco delle molteplici società segrete. Tuttavia, la famosa rivolta dei Taiping, che riprendeva il mito millenarista del II secolo che annunciava l'avvento del Regno della Grande Pace - o Taiping - non fu la diretta conseguenza dell'opera delle società segrete. Fu dovuta a un illuminato, inizialmente solo, che seppe trascinare dietro di sé una folla di sfortunati e di disperati. Questo Hong Xiuquan, loro capo, messia, taumaturgo e annunciatore di un nuovo "millennio", era impastato di un cristianesimo sommario e approssimativo, mescolato al taoismo e a certi aspetti del buddihsmo. Sognatore, ma sicuro del fatto suo, nutriva una certa diffidenza nei confronti delle società segrete. Tuttavia queste cercheranno il suo appoggio, una dopo l'altra, man mano che il suo movimento si allargherà, abbracciando gran parte della Cina. Queste società segrete non ave­vano intenzione di lasciarsi "sorpassare" da un mistico avventuriero che riusciva laddove loro avevano tutte fallito. Si solleveranno, ma in ordine sparso. Nella corrente degli anni 1850, molte di loro, come quelle del Piccolo Coltello (Xiaodahui) a Shanghai (1853-1855), per esempio, altre ad Amoy (Xiamen), a Canton, ecc., tentarono di legarsi al movimento Taiping, a questi Adoratori di Dio che volevano instaurare in Cina il rigido "Regno Celeste". Ma, per mancanza di un'intesa reale e di una buona coordinazione, tutti questi movimenti fallirono e, dopo aver retto per undici anni nella sua capitale, Nanchino, Hong, il "Fratellino più giovane di Gesù" come si faceva chiamare, finì per suicidarsi, a 51 anni, ingerendo delle lamine d'oro. In un paese rovinato, ridotto all'osso, in preda al dubbio, la rivoluzione fu affogata nel sangue e l'esperienza si chiuse con varie decine di milioni di morti. Tuttavia, questo scossone dei Taiping sarà il punto di partenza dei movimenti rivoluzionari cinesi del nostro secolo, e Mao stesso ammetteva di esservisi ispirato. Hong Xiuquan Chi era questo Hong Xiuquan? Come riuscì a sollevare nel sud una vera e propria Crociata di pezzenti che infervorò quasi tutta la Cina? Gli storici sostengono che il movimento si sarebbe impadronito di circa 600 città. Certamente aveva di fronte un giovane imperatore, appena salito al trono (1851), Xianfeng. Questii venne cacciato dalla propria capitale (1860) dalle truppe franco-inglesi a morì a Jehol-Chengde, il 22 agosto 1861, a soli trent'anni. Marcio a pieno di vizi, sembra. Hong Xiuquan, il ribelle, era un Hakka della regione Cantonese, rimasto profondamente turbato dai ripetuti fallimenti agli esami per accedere alla carica di mandarino. Soffriva di crisi con sintomi nevrotici, ed era gravemente addolorato per essere stato respinto dal sistema confuciano a cui si era dedicato completamente. Nel corso di queste crisi sembra che abbia avuto due visioni. Nel 1837, a 24 anni (in pieno periodo romantico, in Europa), ebbe una rivelazione: sosteneva che in Cielo, dove si era recato (!), gli avessero sostituito tutti gli organi interni. Là, il Padre celeste l'aveva incaricato di combattere l'idolatria e di instaurare il Regno della Salvezza sulla Terra, e gli aveva consegnato una spada e un sigillo, intimandogli di cacciare i manciù. Da quel momento si presentò pubblicamente come l'inviato di Dio, "nuovo Salvatore", e "Fratellino più giovane di Gesù Cristo". Gli erano capitati tra le mani volantini di propaganda protestanti e opuscoli, mediocri traduzioni dei due Testamenti. Queste letture lo spingeranno a recarsi a Canton nel 1846, per studiare la Bibbia più da vicino. Un missionario battista americano, Issachar Roberts, si spaventerà di fronte allo spirito esaltato del suo allievo e rifiuterà di battezzarlo. Ma nel frattempo, dopo un quarto fallimento agli esami (1843), aveva iniziato ad atteggiarsi a Messia. Al tempo stesso apostolo e militante, sosteneva di essere in grado di guarire miracolosamente, e garantiva ai suoi compatrioti del Guanxi orientate, a ovest di Canton, che i cristiani erano i discepoli del vero Dio, la divinità cinese (Shangdi), il Sovrano Supremo, l'Antenato Universale che dà all'imperatore il suo mandato celeste e che è anche noto per il fatto di comparire in sogno ai mortali. Nulla accade o può essere fatto senza il volere di Shangdii. Quindi Hong lo fece coincidere, con la massima naturalezza, con il Dio dei cristiani. Predicando così la Buona Novella, Hong aveva radunato in tre anni circa 30.000 adepti, contadini miserabili, battellieri e portatori disoccupati, disertori, briganti, Hakka e altri membri delle minoranze aborigene del Guangdong (provincia il cui capoluogo è Canton) e del Guangxi, la provincia vicina, a ponente, e a partire dalle quali il movimento si sarebbe esteso rapidamente verso est, nelle province del Medio e del Basso Yangzi (fiume Azzurro). Al suo ritorno da Canton, tornò a occuparsi dell’associazione che aveva fondato con i suoi discepoli, gli "Adoratori di Dio". Questa comunità religiosa iconoclasta se la prendeva con il "culto degli idoli", vera e propria "manifestazione demoniaca". L'insurrezione dei Taiping Le autorità cominciavano a inquietarsi per le loro azioni da commando nei templi, ma ormai la setta aveva preso il via e passò all'insurrezione. Nel 1851, Hong Xiuquan instaurava il Regno celeste e fondava la propria dinastia, proclamandosi Re del Cielo! Nel 1852, la regione di Guilin, poi Hankou (l'attuale Wuhan), Changsha a tutto il MedioYangzi erano in mano ai Taiping. L'anno dopo cadeva Nanchino, che venne battezzata Tianjing, la "Capitale del Cielo", e che sarebbe rimasta loro capitale per circa dodici anni. Quindi venne annesso anche il Basso Yangzi. A Nanchino Hong costruì dei palazzi e stabilì la propria corte, in cui spesso i giovani fratelli avranno un ruolo nefasto. I ministri e i generali, spesso uomini notevoli e di talento, erano gelosi l'uno dell'altro e si odiavano. Hong conferi loro il titolo di "Figli di Dio", e fissò per ciascuno, a seconda del suo rango, il numero di spose e di concubine che poteva avere. Insomma, ricreò a Nanchino l'organizzazione imperiale di Pechino. Tuttavia la poligamia e il concubinaggio erano proibiti al popolo e l'adulterio, il divorzio e la prostituzione erano puniti con la morte! Dall'ottobre del 1853 il suo esercito di accattoni, i "banditi dai capelli lunghi", raggiunge Tianjin e ben presto minaccia Pechino, ma per la mancanza della cavalleria e di una certa decisione deve ritirarsi e tornare indietro. Lo spavento fu notevole. Per dieci anni, Hong si sforzerà di fare applicare il proprio programma rivoluzionario, di tendenze socialiste, egualitario e mistico (spesso d'ispirazione protestante), puritano, nazionalista e antimancese. Esaminiamolo più da vicino. II progetto di Hong Xiuquan Stranamente, la morale comunitaria predicata da Hong si riferiva al tempo stesso ai Dieci Comandamenti del cristianesimo monoteista, ai suoi dogmi e ai suoi concetti riguardanti il peccato, il pentimento e la remissione, nonché alle idee egualitarie ma feudali della Grande Armonia di Confucio. Con pugno di ferro, Hong tentava d'imporre uno Stato teocratico e militarizzato, e riforme sociali, importanti per la loro portata e audacia. Furono così condannati lo schiavismo, la proprietà fondiaria, la poligamia (tranne per i capi), il concubinaggio, il commercio privato e il mercantilismo, la divinazione, la geomanzia, la stregoneria, i giochi d'azzardo, l'alcool, il tabacco e l'oppio. Inoltre, Hong proclama l'uguaglianza tra i sessi, sia al lavoro che in guerra. L'usanza di atrofizzare i piedi delle bambine viene abolita, e le giovanette vengono irreggimentate in eserciti femminili, comandati da donne. Del resto, è l'intera popolazione che viene organizzata in falansteri, in raggruppamenti paramilitari, all'interno dei quali ci si chiamava "fratello" e "sorella", come oggi viene usato il titolo di "compagno". In questa specie di comunismo agrario ante litteram, i beni di consumo, le terre, le ricchezze furono messe in comune, ma i sessi, invece, erano... rigorosamente separati. Il matrimonio monogamo dipendeva interamente dal benestare delle autorità. Così, questo movimento era al tempo stesso rivoluzionario, puritano, austero, virtuoso, femminista, comunista - nessuno poteva possedere beni in proprio ‑ collettivista e tuttavia religioso, dato che gli individui dovevano obbligatoriamente partiecipare alle funzioni religiose settimanali, e in tal modo ormai erano severamente inquadrati. Non scordiamo che il potere conserva una base teocratica, dato che Hong ha ereditato da Shangdi il mandato Celeste. D'ispirazione al tempo stesso cristiana, comunista e confuciana, il movimento è anche notevolmente nazionalista, anti-mancese e anti-mandarini. I capelli venivano portati lunghi e sciolti, non più raccolti nell'odiosa treccia che era stata imposta dai manciù dal XVII secolo. E si assiste al risveglio del nazionalismo Han, diretto contro l'occupante. Si tenta di organizzare militarmente l'intero paese in drappelli, pattuglie, battaglioni, reggimenti, divisioni (di 2.500 uomini per 13.156 famiglie!) ed eserciti di 125.000 uomini. Di fatto, soltanto la regione intorno a Nanchino venne sottoposta a questi formidabile mutazione delle strutture sociali e culturali. Ma si sarà capito che un secolo più tardi, Mao ha attinto moltissimo dai temi dei Taiping. Lo sfondo di una rivolta Indubbiamente la stupefacente rapidità dell'avanzata dei Taiping, l'espansione repentina e trionfante di questa ribellione, si spiegano con la grande miseria del popolo, le umiliazioni subite, le grandi inondazioni del fiume Giallo che, ancore una volta, ha appena cambiato il corso del suo letto e ormai si getta a nord della penisola dello Shandong e non più a sud, creando al suo passaggio terribili devastazioni e portando con sé milioni di cadaveri. Contemporaneamente il potere langue e perde la propria dignità di fronte alle potenze europee che accorrono a spartirsi la preda indebolita. Il paese scricchiola e ben presto si assisterà a sommosse su vari fronti: a ovest i mussulmani e nel nord della Cina i ribelli Nian, fomentati dalla società segreta del Loto Bianco. Quando muore nel 1861 l'imperatore lascia un figlio che ha appena quattro o cinque anni, nato dalla concubina Yehonala, figlia di un membro della piccola nobiltà manciù. Questa si proclamerà imperatrice (Cixi) e si accaparrerà il potere. Lo conserverà per circa cinquant'anni, fino alla sua morte, nel 1908. Ma, dopo il successo degli anni Cinquanta, il vento cambierà direzione per i Taiping. A partire dal 1860 le truppe governative partono alla riconquista dei territori insorti, che del resto sono le province più ricche dell'Impero. Di fatto, questo sussulto del potere non è affatto partito dall'occupante manciù, fortemente criticato e minacciato, né dal governo centrale di Pechino, ma della classe dei mandarini, dei letterati, i sostenitori dell'amministrazione delle province che sono spaventati dai saccheggi, dalle distruzioni, dagli attentati all'ordine stabilito e soprattutto dall'audacia delle riforme. I mandarini vedono con stupore crollare la totalità del loro universo. Per di più, il paese comincia ad essere stanco della distruzioni sistematiche, dato che molti templi, ricchi d'opere d'arte, sono state rasi al suolo. E la guerra civile miete ogni giorno nuove vittime. Sostenuto dalla piccola nobiltà provinciale e dai mandarini, il generale­letterato Zeng Guofan (1811-1872), alla testa di un esercito confuciano dello Hunan, parte per primo alla riconquista del paese. La svolta viene effettuata nel 1862, quando i Taiping minacciano Shanghai, diventata la principale città magazzino delle potenze internazionali, un porto che i ribelli fino a quel momento avevano volutamente "ignorato". Anche gli occidentali finora avevano finto d'ignorare la guerra civile e Hong, l'agitatore, che tuttavia pretendeva di instaurare un certo "cristianesimo" nel paese. Aveva perfino lanciato loro degli appelli. Alcuni avventurieri, mercenari come gli americani Ward e Burgevine, erano arrivati al punto di raggiungere l'esaltato Hong. Ma l'occidente optò per i propri interessi particolari e prestò man forte alle truppe governative; truppe francesi e inglesi, dal 1860, furono messe a disposizione del potere manciù. Il colonnello Gordon (1833-1885), detto "il cinese" e, più tardi, in Egitto, "Gordon Pacha", si contraddistinse in questa spedizione. Nanchino fu cinta d'assedio cadde il 19 luglio 1864; i suoi 100.000 difensori furono massacrati senza pietà. Davanti allo sfacelo, Hong si suicidò, ma il suo cadavere verrà riesumato, tagliato a pezzi e bruciato. Nel corso della ultime settimane, i suoi disordini mentali si erano aggravati e, come Sardanapalo, viveva in reclusione, nell'harem, in mezzo alle sue donne. In quanto ai collaboratori, discordia, lotte intestine e litigi li avevano neutralizzati e paralizzati. Del resto, anche loro vivevano nel lusso mentre imponevano sobrietà a indigenza ai propri "sudditi". Per di più, le loro truppe si trovavano in svantaggio per l'assenza della cavalleria. Tuttavia, per due anni, nel Fujian continueranno ancora dei combattimenti nelle retroguardie, e alcuni Taiping, sfuggiti ai massacri, costituiranno i famosi Padiglioni Neri che si batterono contro i francesi in occasione della conquista di Tonkino. Bilancio: varie decine di milioni di morti. La provincia del Jiangsu, quella di cui Nanchino è capoluogo, dovette venir ripopolata con emigranti dall'Hubei, tanto era stato dissanguata totalmente. Incalcolabili distruzioni. Centinaia di città distrutte. Un paese esangue e rovinato, sollevazioni che si diffondevano come un contagio in tutto il paese. Ma anche fermenti rivoluzionari che, dopo qualche decennio di torpore risorgeranno all'inizio del nostro secolo e porteranno all'attuale regime che presenta tante similitudini con quello dei Taiping.