Quando gira il mercato ?

 

  By: gianlini on Venerdì 21 Settembre 2007 17:31

defil, io trattengo a stento la rabbia vedere come riportano su tutto manco fosse la Madonna in corteo a San Vito dei Normanni, ricordando che Paulson aveva detto che gli Amerikani avrebbero recuperato quanto perso con l'immobiliare con l'azionario non si può fare a meno di mangiarsi le mani ad essere stati corti ormai da 12 lunghi mesi

 

  By: defilstrok on Venerdì 21 Settembre 2007 17:28

Più che un forum di finanza pare un forum del malcontento. In due giorni (e meno male che Bernanke ha fatto la scelta peggiore!!) siamo ripiombati indietro di tre mesi, ivi inclusa la "sparizione" del buon GZ

La qualità degli earnings conta molto più del PE - polipolio  

  By: Sir Wildman on Venerdì 21 Settembre 2007 16:26

Mi sono appena letto un paper universitario sul tema "earnings quality" che reputo una delle lettura migliori che abbia mai fatto su temi relativi alla borsa. Riporto qualche estratto con commento annesso: "These are our main findings. Accruals are reliably, negatively related to future stock returns, as first documented by Sloan (1996). Firms with high current accruals experience a sudden, large increase in accruals over the prior year, accompanied by a substantial deterioration in cash flows. The high accrual years mark a turning point in the fortunes of these firms. Firms with large accruals exhibit high levels of past earnings and sales growth. They continue to report growing earnings even as accruals are high, and only in the subsequent year do earnings show signs of deterioration." Questo l'ho tirato fuori da uno studio universitario che sot leggendo. Dice chiaro e tondo che e' noto che societa' che postano ancora buoni utili ma con "accruals" crescenti troppo rispetto all'andamento delle vendite finiscono per cedere nei periodi successivi. E' su questo che bisogna insistere. I P/E non bastano, bisogna analizzare bene anche gli accruals perche' permettono di rilevare la realta' sottostante molto meglio e quindi di scovare in anticipo una buona parte delle truffe (tutte no, ovvio ...). "Accordingly, the time-series behavior of accruals and operating performance for firms with the largest accruals give strong evidence that managers are manipulating earnings, and the market is initially misled. Furthermore, in subsequent years, the amount of income-decreasing special items relative to total assets is larger for the firms with high accruals." Qua dice che dopo aver fatto queste manipolazioni, nei periodi successivi tendono a far passare per "special item" non meglio specificati cose che sono invece le conseguenze di queste manipolazioni. "Perhaps for these reasons cash flow yield generally has stronger explanatory power for returns. For example, in one-way sorts by earnings-price ratios, the extreme deciles of stocks have differences in annual returns of about 3.9% over the subsequent year (Lakonishok, Shleifer, and Vishny 1994). When sorted by cash flow to price ratios, the return spreads are about 9.9%. The upshot is that at least one component of accruals, depreciation, adds information beyond net income. Sloan (1996) documents an intriguing return anomaly associated with accruals. He finds that stocks with large positive (income-increasing) accruals in a given year tend to have low returns in subsequent years. These stocks have an average size-adjusted return of 5.5% in the following year. Collins and Hribar (2000) confirm this finding with quarterly accruals. One interpretation of these results is that large positive accruals are a symptom of earnings management, but investors do not realize this and are misled into believing that future profitability will stay high." "The level of special items is, on average, negative. The reason for this finding may be that analysts and investors generally focus on earnings from continuing operations. When earnings are lackluster, managers may try to put the best face on the situation. They may interpret the earnings disappointment as a one-time event and count it as a special item in order to shield net income from continuing operations." Han costruito 4 modelli e fatto delle indagini statistiche: uno semplicemente con tutti gli accruals, l'altro solo con account receivables, inventories e accounts payable ... un terzo con solo le parti discrezionali di tutti gli accruals e un quarto con solo le parti discrezionali di receivables, inventeories e payables ... vince l'ultimo come l'intuizione dice dovrebbe essere. in particolare c'e' una differenza di quasi 10 punti di media tra il 10% messo peggio sotto questo punto di vista e il 10% messo meglio. L'indagine che hanno fatto comprende NYSE, NASDAQ esclude i titoli sotto i 5 dollari, i finanziari gli etf ecc... Insomma quasi tutte le societa' industrali con un minimo di capitalizzazione In conclusione, se vai a guarare queste cose tra i titoli degli stessi comparti fai una bella differenza di rendimento circa del 10% l'anno ... che e' tutt'altro che poco. Significa che se vai su titoli ad alta volativlita' i numeri possono essere molto grandi. "The bulk of the evidence fits the hypothesis that accruals reflect managers’ manipulation of earnings. In particular, we find that a large increase in accruals marks a sharp turning point in the fortunes of a company. A firm that looked dazzling (with high stock returns and high earnings growth) in the years preceding the rise in accruals suddenly appears to lose steam, and its growth reverts to a more normal rate. Earnings in subsequent years, while staying positive, tumble along with stock prices. Intriguingly, in the year in which accruals are high and possibly signal that the company’s past growth has faded, earnings show no weakness but continue to grow rapidly. These patterns suggest that firms with high accruals already face symptoms of a cooling in their growth, but they use creative accounting to delay reporting the bad news" IN PARTICOLARE BISOGNA GUARDARE ALLA COMPONENTE DISCREZIONALE, CIOE' QUELLA CHE NON E' ASSOCIATA ALL'INCREMENTO DELLE VENDITE. SE AUMENTI LE VENDITE DEL 10% E' NORMALE CHE IL MAGAZZINO FACCIA LO STESSO, MA NON E' NORMALE SE AUMENTA DEL 20%. SOSTANZIALMENTE SEMBRA AVERE UN GROSSO POTERE PREDITTIVO LE COMPONENTI NON DETTATE DAL TREND DELLE VENDITE DI ACCOUNT RECEIVABLES, INVENTORIES E ACCOUNT PAYEBLES. PIU' DI TUTTE INVENTORIES.

 

  By: Sir Wildman on Venerdì 21 Settembre 2007 16:22

ooops!

 

  By: Fortunato on Mercoledì 12 Settembre 2007 21:52

Renzo, quando parla di una vena idealistica nelle mie parole probabilmente ha ragione anche se per me certi principi rimangono fattori del tutto normali. Vedremo in un prossimo futuro ciò che acaddrà.Che vuol farci: sono ottimista! Fortunato

 

  By: renzo on Mercoledì 12 Settembre 2007 12:39

Fortunato, probabilmente complice l'ora tarda credo di non essermi spiegato bene e quindi di essere stato frainteso nei vari passaggi: 1) una riduzione dei tassi comporta minori esborsi da parte di chi è indebitato e quindi minori default (la riduzione dei tassi non è da mettere in relazione quindi alla modifica degli standard di affidamento) 2) un minor livello dei tassi crea nel medio periodo svalutazione (del dollaro) e inflazione, entrambi fattori considerati positivamente in un sistema indebitato 3)tassi più bassi sostengono nel breve periodo l'economia anche grazie alla considerazione della percezione di maggior ricchezza disponibile conseguente ad una tenuta (o ad un potenziale miglioramento) dei mercati azionari e obbligazionari. Concordo con Lei quando dice: "Ho sempre sostenuto che i veri cambiamenti, quelli che comporteranno sempre miglioramenti stabili in modo molto profondo e duraturo, sono le crisi economiche in special modo se vengono violente e forti, non se ne abbia a male sono un convinto assertore del merito e della meritocrazia per ciò che ognuno di noi deve avere come corrispettivo per le proprie scelte e per le proprie azioni" Probabilmente c'è nel mio come nel suo pensiero una buona dose di idealismo che però inevitabilmente si deve confrontare con la cruda realtà di tutti i giorni. E per questo non sono d'accordo quando scrive: "Per quanto riguarda il preferire l'uovo oggi alla gallina di domani non può calzare quando si parla di presidenti di Banche Centrali il cui compito non è certamente questo dal momento che vengono remunerati con danaro pubblico" Anche i politici sono remunerati con denaro pubblico; anche FAZIO era remunerato con il denaro dei contribuenti; e così era anche per Greenspan che secondo molti è da considerare uno dei responsabile di questo pesante stato di cose: l'ottica che governa tutti questi soggetti, nonchè la gran parte degli attori in ambito finanziario, è quella dell'uovo oggi piutosto che la gallina di domani: domani infatti è un'altro giorno, è un'altra storia, e la gallina di notte potrebbe anche morire. Sia ben chiaro, io non so se la Fed abbasserà o meno i tassi, ma per quel poco che ne posso capire se proprio volesse di motivazioni macro per abbassarli (tenuta del dollaro permettendo) ne potrebbe trovare più d'una. Saluti Renzo

 

  By: Fortunato on Mercoledì 12 Settembre 2007 03:31

Renzo concordo con la sua premessa, la trovo esauriente. Ad ogni modo mi sembra che strida con l'ultimo capoverso: "Nel lungo periodo invece, è assai probabile che eventuali misure di ribasso dei tassi di interesse, nelle attuali situazioni finanziarie, possano dimostrare importantissimi limiti e notevoli controindicazioni, ma bisogna anche considerare che, per questi signori, probabilmente, potrebbe essere più interessante l'uovo di oggi piuttosto che la gallina di domani.." Infatti siamo alla fine del ciclo espansivo del mercato immobiliare il cui inizio si può datare intorno alla metà degli anni novanta. Pertanto abbiamo già attraversato "gli importantissimi limiti e le notevoli controindicazioni ". Per quanto riguarda il preferire l'uovo oggi alla gallina di domani non può calzare quando si parla di presidenti di Banche Centrali il cui compito non è certamente questo dal momento che vengono remunerati con danaro pubblico. Nella parte centrale del suo apprezzato post afferma: "1)riduzione dei potenziali default nel credito erogato ai privati e alle aziende a seguito di una minor spesa per interessi 2)automatica riduzione del debito sia interno che esterno a seguito delle dinamiche inflattive che probabilmente verrebbero generate." Personalmente non sono d'accordo in quanto non penso che sia in pericolo l'erogazione del credito, semmai potremo assistere da parte del sistema bancario ad un ritorno del merito del credito e non dell'erogazione del credito in modo indiscriminato (sul quale non sono mai stato, non sono e non sarò d'accordo mai e poi mai per ovvie motivazioni ma soprattutto perchè non trovo logico e giusto trattare allo stesso modo gli imprenditori, sia quelli bravi sia i "somari" che sono molti; così facendo si tradirebbe il concetto di sana concorrenza) che può avvenire ed avviene purtroppo in fasi espansive sconclusionate e caotiche del ciclo economico soprattutto per scelte tragicamente sbagliate da parte del management del sistema bancario che, mai come in questi frangenti e come sta avvenendo ora, preferisce per "oscure ragioni" l'uovo oggi (per se stesso) alla gallina di domani (per la collettività). Come non credo che le dinamiche inflattive si possano ridurre con l'abbassamento dei saggi mentre sono fermamente convinto che tali dinamiche potrebbero rimanere sotto controllo cercando solo di operare le scelte giuste di spesa da parte di uno stato moltissime volte spendaccione in modo esagerato,strampalato e scriteriato;basterebbe tenere sempre presenti l'etica nella scelta delle priorità giuste e non badando invece, come purtroppo avviene sempre più spesso da moltissimi anni, alla propria greppia politica, al proprio potere e tornaconto conoscendo benissimo cosa pensano gli "elettori": nel nostro paese abbiamo esempi a iosa anche nauseanti e nauseabondi. Ho sempre sostenuto che i veri cambiamenti, quelli che comporteranno sempre miglioramenti stabili in modo molto profondo e duraturo, sono le crisi economiche in special modo se vengono violente e forti, non se ne abbia a male sono un convinto assertore del merito e della meritocrazia per ciò che ognuno di noi deve avere come corrispettivo per le proprie scelte e per le proprie azioni. Comunque sullo U$D, almeno per ora, la pensiamo allo stesso modo. Leggo sempre con molto interesse quanto scrive. Fortunato

Alcune ragioni perché la FED abbassi i tassi - polipolio  

  By: renzo on Mercoledì 12 Settembre 2007 02:50

Fortunato, per soddisfare le richiete del mondo politico e di quello finanziario, le motivazioni macro per abbassare i tassi potrebbero essere trovate, ad esempio, nel potenziale rallentamento dell'economia americana: la fase conclusiva di un'espansione immobiliare è caratterizzata da una serie di iniziative imprenditoriali che trovano la loro origine nel buon successo di vendita delle iniziative immobiliari precedenti. Ebbene in Italia ed in Europa (ma così ritengo succeda anche in America) stanno giungendo a termine proprio questo genere di iniziative imprenditoriali/immobiliari di fine ciclo, che anche grazie al loro grande indotto stanno tutt'oggi sostenendo l'economia e quindi i dati macro attuali. Tuttavia molte di quelle iniziative immobiliari saranno destinate a rimanere invendute, facendo mancare la liquidità per attivare ulteriori iniziative, e determinando conseguentemente la futura stasi del settore immobiliare e del suo indotto, stasi che inevitabilmente si rifletterà sull'economia. Ho fatto questa premessa per ricordare che le politiche monetarie hanno il compito di indirizzare l'economia futura, e i dati macro di oggi non necessariamente fotografano quello che potrebbe essere l'andamento dell'economia in prospettiva futura. Se la Fed avesse come obiettivo primario il sostegno all'economia (in considerazione delle possibili dinamiche di cui sopra) anzichè quello del controllo dell'inflazione (che come si sa è cosa ben vista in un sistema indebitato), la misura del ribasso dei tassi rappresenterebbe, almeno nel breve, probabilmente il male minore, in quanto produrrebbe due possibili effetti positivi: 1)riduzione dei potenziali default nel credito erogato ai privati e alle aziende a seguito di una minor spesa per interessi 2)automatica riduzione del debito sia interno che esterno a seguito delle dinamiche inflattive che probabilmente verrebbero generate. Quanto sopra riportato, tra l'altro, secondo me evidenzia la differenza sostanziale che esiste tra la situazione USA attuale e quella giapponese di inizio anni 90. Nel lungo periodo invece, è assai probabile che eventuali misure di ribasso dei tassi di interesse, nelle attuali situazioni finanziarie, possano dimostrare importantissimi limiti e notevoli controindicazioni, ma bisogna anche considerare che, per questi signori, probabilmente, potrebbe essere più interessante l'uovo di oggi piuttosto che la gallina di domani..

 

  By: Fortunato on Mercoledì 12 Settembre 2007 02:01

Poli, ho letto la tua risposta alla mia provocazione. La tua teoria sarebbe potuta andare bene agli inizi degli anni '60 quando la voce esportazione corrispondeva a oltre la metà del PIL di una nazione, tanto è vero che il nostro paese si era inventata la svalutazione periodica e comandata a seconda delle necessità. Tutti noi abbiamo assistito cosa è accaduto: debito pubblico che attualmente è arrivato al 110% del PIL. No purtroppo questa non è la cura. Che alcune lobbies vogliano i tassi ribassati (unitamente a politici che, ripeto, di economia e di politica economica non sanno niente) ma le Banche centrali non possono e non debbono assolutamente soggiacere a pretese completamente assurde sottoogni punto di vista, questa è la differenza tra le istituzioni serie e la classe di politicanti che negli ultimi vent'anni è arrivato davvero al fondo e, dramma dei drammi, ha portato ha soffocato le popolazioni rendendole completamente amorfe, sonnolente e d....te. Ecco ciò di cui ho veramente il terrore, non esiste più un moto di logica reazione a provvedimenti sciagurati. Stessa cosa accaduta durante la guerra nel Vietnam quando gli USA fornivano droga ai soldati nell'ultima parte del conflitto così da renderli schiavi e poterli tenere sotto controllo e mandarli di nuovo al massacro. Fortunato

 

  By: Fortunato on Mercoledì 12 Settembre 2007 00:32

E per concludere dico che sto per andare short sui bund e bond, avrei voluto farlo oggi ma questa volta ho deciso di aspettare un segnale ancora più forte in quanto in questo periodo la madre degli imbecilli è sempre più incinta! E' inutile ripetere che tutto ciò rimane una mia idea e personale visione di ciò che sta per accadere. Fortunato

 

  By: Fortunato on Mercoledì 12 Settembre 2007 00:22

Caro Zibordi, entrare nella direzione sbagliata dei bassi tassi di interessi per fare in modo di far indebitare sempre più le famiglie se non far entrare in deflazione i singoli paesi come è accaduto in Giappone a partire dall'inizio degli anni '90, non può più andare avanti! Ma la mia domanda era se per caso esistono motivazioni macro per far abbassare i tassi di interesse. Analizzando i dati ufficiali dobbiamo ammettere che non solo non esistono ma addirittura ci sarebbero motivi per aumentarli, solo andando a comparare il dato ufficiale dell'aumento dei prezzi al consumo ufficiale e quelli percepiti, veri e reali anche se addirittura sottostimati, ecco perchè sono convinto che i tassi per ora e solo per ora rimarranno tali e quali ai livelli attuali. Lei mi potrà chiedere il perchè e io le risponderò che se lo stesso Bernanke avesse avuto la possibilità di farlo lo avrebbe già fatto a metà agosto. Spero che il 18/9 p.v.non lo faccia avendo l'orgoglio di essere il Presidente della Banca Centrale più organizzata e più potente del mondo con oltre 250 economisti, se ricordo bene, alle proprie dipendenze che monitorano costantemente e quotidianamente la situazione di tutto il mondo; come spero e mi auguro come cittadino serio e cosciente italiano e europeo che anche Trichet e Co. facciano altrettanto per il bene di tutti i cittadini. Se poi i politici di turno non dovessero essere più eletti Le posso garantire che non accadrebbe niente di male anzi semmai potremo assistere ad un ricambio che, secondo me, non potrebbe che essere positivo per tutti, nessuno escluso. Fortunato

 

  By: GZ on Mercoledì 12 Settembre 2007 00:08

a dire la verità un gruppo di pressione ci sarebbe, i governi europei e di molti paesi sudamericani, i tassi di interesse a 2 anni europei ed americani sono tornati quasi uguali e l'euro sta partendo se i tassi USA a breve scendono sotto i tassi europei di uno 0.50% l'euro dove arriva ?

 

  By: GZ on Mercoledì 12 Settembre 2007 00:01

il debito accumulato delle famiglie è 13.000 miliardi di dollari, alla fine l'unico modo di ridurne l'impatto è abbassare i tassi altrimenti non riescono a pagare le rate, in democrazia è l'unica soluzione, la maggioranza ha debiti e vota inoltre le banche e wall street premono nella stessa direzione e così tutti quelli che hanno azioni non ci sono gruppi di pressione che spingono per i tassi al 5.25% salvo degli esperti che temono l'inflazione e una crisi del dollaro in generale i governi sia democratici che non tendono a errare nella direzione di tassi di interesse troppo bassi

 

  By: massimo on Martedì 11 Settembre 2007 23:59

a differenza del Giappone che esporta e esportava, gli USA hanno i consumi che sono un potere maggiore di valute e basso costo del lavoro, perché anche a calare, la percentuale è così alta rispetto al resto del pianeta che gli fa avere un enorme potere rispetto a tutte le altre nazioni, Cina incliusa che se gli si chiude con Dazi o altro la porta USA non hanno alternative e i loro prodotti a basso costo non saprebbero dove venderli, figuriamoci se la Cina si mette a vendere dollari e provoca lei stessa la chiusura del mercato USA... come minaccia mi sembra un autogol.

 

  By: polipolio on Martedì 11 Settembre 2007 23:44

Perché abbassarli? Per far scendere il $, hai visto mai che l'export potrebbe andar ancora meglio? da http://www.hedgefundmgr.blogspot.com/ "The US trade deficit narrowed in July as exports jumped by the most in three years, Bloomberg reported" FORSE, dico FORSE, potrebbe avere a che fare con la riduzione del valore relativo del dollaro Dato che comunque per il solo mese di luglio il trade deficit è stato di circa 59$Billion (i.e. circa 700 B/y, i.e. 2TRILLION ogni 3 anni) FORSE, dico FORSE far scendere il $ potrebbe migliorare ancora un pochino l'export...