vagabondi - Moderatore
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By: Moderatore on Domenica 25 Agosto 2013 01:44
Marc Tuein, commento in Goofynomics alle 23 agosto 2013 18:29
Ieri sera ho conosciuto Luca, 37 anni di Torino. Era seduto in un angolo del carruggio della mia cittadina. "Sono italiano, ho perso il lavoro e la casa, aiutatemi" recitava il cartoncino ai suoi piedi. "Questa cosa è peggio della guerra", mi ha detto mentre posavo gli spiccioli "almeno in guerra sai chi è il nemico, ma qui?". "Sono dei bastardi", è l'unica cosa che mi è uscita dalla bocca. Poi gli ho chiesto come è andata, e ci siamo messi a parlare. Senza genitori, impiegato in un'azienda, ha perso il lavoro, e dopo 10 mesi di disoccupazione -Torino è una città morta, mi ha detto- ha finito i risparmi e si è ritrovato in stazione non sapendo che fare. Adesso vagabonda di città in città, spostandosi continuamente per evitare di essere avvicinato da altri vagabondi poco di buono, per lo stesso motivo evitando le Caritas e posti simili, preferendo dormire all'aperto. "In quei posti non ci puoi andare, pieno di ubriachi che si vomitano addosso mentre sono in coda per il pasto, che fa a botte e si accoltella per uno sguardo. Io non sono così." Di notte ha gli incubi, si sveglia di soprassalto. Teme continuamente di essere aggredito nel sonno, massacrato di botte da qualche balordo. "Una notte mi hanno rubato le scarpe, ho camminato scalzo nella pioggia per giorni, con i piedi infilati in due sacchetti di plastica." Mi racconta tutto questo con uno stupore calmo, come se le ripetesse a se stesso le cose che dice. E' arrabbiato con il suo Paese, e spera di fare una vendemmia in Toscana, o la raccolta delle mele in Trentino, per raccogliere i soldi necessari per il viaggio in Germania, dove spera di trovare un lavoro. "Il biglietto dell'aereo, un posto dove dormire e riposare due giorni, per riprendermi con la testa, e poi cercare un lavoro. Là sono più onesti, là le persone sono aiutate. Qui siamo abbandonati a noi stessi." Non ribatto, sento di non averne il diritto. Quando gli porgo la mano e mi presento chiedendogli il nome è quasi sorpreso, un lampo gli illumina gli occhi e mi sorride quasi ringraziandomi di averlo fatto. Non se l'aspettava, non dev'esserci più abituato. Nonostante tutto quello che gli sta capitando mantiene una dignità e un'igiene personale che certamente sono segno di una grande forza interiore. Mentre mi allontano chiedendomi cosa posso fare per lui, un piccolo gesto di solidarietà umana che lo aiuti a mantenere intatta la sua forza d'animo, mi viene in mente che una cosa posso farla: regalargli Il Tramonto dell'euro. A volte capire può fare la differenza tra la vita e la morte. Io posso ricomprarlo, uno stipendio lo ho ancora. Spero di incontrarlo di nuovo. Ha uno sguardo buono e pulito Luca, e coricandomi mi chiedo per quanto ancora riuscirà a conservarlo. Non è stato facile prendere sonno, ieri sera. Li convincerà la violenza dei fatti. Grazie Professore (ma si potrà mai ringraziarla abbastanza?), da parte mia, e di tutti i Luca di questo Paese da cui sono stati traditi.
Postato da Marc Tuein