By: VincenzoS on Martedì 26 Marzo 2013 15:03
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Fino a quando la gente come Vincenzo non risponderanno alla domanda DA DOVE RAZZO ALLORA VIENE LA MONETA, che circola in Italia ?...
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Guardi che la faccenda che sono le banche a creare moneta la so perfettamente; un paio di mesi fa ci scrissi anche la storiella di Tizio, Caio, Sempronio e Favonio.
I punti su cui sono in profondissimo disaccordo con Lei sono:
- che lo Stato, che è un agente economico assolutamente equivalente a tutti gli altri, possa creare liberamente moneta; la moneta esisterebbe anche in assenza di Stato, compito dello Stato è solamente il certificarla
- che la moneta possa essere creata senza garanzie da parte di colui che la crea e senza essere rappresentante un credito/debito
Per il resto lo Stato può sicuramente creare un "pochino" di moneta (come in effetti avviene) ma sempre garantendola con qualcosa, per compensare i "leakages" di moneta, quali ad esempio la tesaurizzazione (vedi dopo) e la distruzione/perdita fisica.
Altro punto di disaccordo è il concetto di "tesaurizzazione".
La tesaurizzazione della moneta è sicuramente un fatto negativo (e per questo l'oro come moneta non mi convince, checché ne dicano gli Austriaci, cui invece mi accomuna il rifiuto della pianificazione centrale) ma essa avviene solo nel momento in cui la metto nel "materasso".
Quando la deposito in banca, se la banca fa il suo mestiere selezionando gli impieghi giusti e se io stesso, investendola in asset finanziari non pretendo che non vi siano rischi, il problema della tesaurizzazione non si pone. Non sto spendendo io, ma sta spendendo qualcun altro. Perché mai, altrimenti, le banche cercherebbero di acquisire depositi?
E anche lo Stato, attraverso l'emissione di bond può svolgere la funzione di evitare la tesaurizzazione; basta che impieghi quanto raccolto per investimenti produttivi e non per pagarci i forestali senza foreste.
Non è pero possibile trasformare in disvalore una cosa che il buon senso dice essere un valore, e cioè il risparmio.
Sicuramente il livello di risparmio non deve eccedere certi limiti, insomma è inutile star là a comprare gru e gru se poi non si costruiscono le case.
Ma sono le distorsioni del sistema finanziario, create dalla collusione Stato/banche a rendere possibile ciò, non il fatto che il privato cittadino decida di metter qualcosa da parte, stante il fatto che il privato cittadino lo farà nei limiti in cui questo glie è conveniente secondo il proprio metro di valutazione. E poichè i metri di valutazione sono tanti quanti sono i cittadini, in assenza di effetti distorsivi, si raggiungerà un naturale equilibrio generato dalla domanda/offerta.
Infine, l'ultimo punto di profondissimo disaccordo è il fatto che Lei si concentra solo sugli aspetti finanziari della crisi e non parli mai del fatto che vi sono in Italia un numero esagerato di persone che vivono sulle spalle del mondo realmente produttivo; e non parlo solo degli inutili burocrati, intendo anche tutte le aziende in qualche modo sovvenzionate a cominciare dall'editoria.
Se tutte queste persone "zappassero la terra", insomma facessero qualche cosa di veramente utile per gli altri molti problemi si risolverebbero.
Che poi tutte queste categorie protette e sovvenzionate decidono in modo fondamentalmente "autoreferenziale" quanto debbono ricevere. Alcuni lo fanno con maggior potere contrattuale, certamente, altri di meno dovendo passare dalla mediazione politica, ma alla fine lo stipendio di un dipendente pubblico o le pensioni in essere non calano mai anche se vi è crisi, mentre invece cala, per un motivo o per l'altro, il reddito disponibile al mondo produttivo. La recente sentenza della Corte Costituzionale sugli stipendi dei magistrati neè un chiaro esempio.
Se Lei mi assicurasse che il ritorno alla sovranità monetaria e "l'azionamento della stampante" si traducessero in una redistribuzione di reddito tra categorie realmente produttive e categorie imporduttive - esempio: riduzione tasse contributi a carico delle imprese così che queste possano aumentare i salari dei dipendenti e contestuale blocco degli stipendi nella PA e delle pensioni in essere con eccezione delle minime in modo che l'inflazione che deriverebbe da questa manovra andasse solo a carico delle categorie improduttive spingendole quindi a darsi da fare per intraprendere una qualche attività - allora in quel caso Le direi di farlo domani mattina.
L'esperienza del passato, anni '70, ha invece insegnato che accadrebbe esattamente il contrario visto che all'epoca la "stampante libera" venne usata per sovvenzionare attività e investimenti assurdi (ricorda il V Centro Siderurgico?), dare pensioni a tutti, gonfiare gli organici della PA e aumentarne gli stipendi in modo spropositato.
E proprio in virtù di tali dubbi sono in profondissimo disaccordo con la ricetta che Lei propone in quanto altro non farebbe che peggiorare la situazione, anche se ammetto che un sollievo temporaneo forse lo darebbe.