Prodi firma il piano "PADRE"! (cioè stampare moneta e darla ai creditori) - GZ
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By: GZ on Venerdì 24 Ottobre 2014 19:43
il Manifesto, quotidiano comunista della grande finanza, si entusiasma assieme al resto del popolo di sinistra per ^Prodi che firma l'appello dei 340 economisti del piano "PADRE" per ridurre il debito#http://ilmanifesto.info/e-anche-prodi-firma-lappello-per-una-nuova-bretton-woods/^ pubblico in Europa. La sigla "PADRE" sta per (tradotta) "Ristrutturazione del Debito Politicamente Accettabile", cioè è un piano disegnato apposta per piacere ai politici come Prodi. Di conseguenza i politici come Prodi lo accettano.
#ALLEGATO_1#
Il piano "PADRE" suona complicato se provi a leggerlo, ma si può sintetizzare in modo molto semplice:
a) #F_START# size=3 color=blue #F_MID#i detentori di titoli pubblici non devono perdere una sola lira#F_END#
....e per ottenere questo risultato...
b)#F_START# size=3 color=blue #F_MID#.... la BCE stamperà moneta e la userà per rimborsare loro i bonds quando scadono e per pagare loro tutte le cedole#F_END#
Non sto scherzando. ^Il piano PADRE#https://www.google.it/webhp?sourceid=chrome-instant&ion=1&espv=2&es_th=1&ie=UTF-8#q=padre%20plan%20debt^ è esattamente questo (se non riuscite a leggerlo e a capirlo poi ovviamente si farà lo sforzo di descriverlo in dettaglio, ma è solo un paio di pagine e non è difficile). Questo è in linea con tutto quello che le Banche Centrali occidentali stanno facendo da anni che consiste in: #F_START# size=3 color=blue #F_MID# stampare moneta e darla ai creditori, alle banche e agli investitori in bonds#F_END# , a chi presta soldi insomma. E ^i "cheinesiani" nostrani si entusiasmano#http://keynesblog.com/2014/10/15/appello-per-una-bretton-woods-europea/#more-5796^ per la politica di mettere lo stato al servizio della finanza
Nel piano "PADRE" è scritto esplicitamente che "in questo modo non si crea moneta", perchè appunto le passività che la Banca Centrale Europea si assume vanno a comprare bonds, quindi il denaro creato esce dalla BCE e va sul mercato finanziario, ma non nell'economia reale. Quindi chi ha comprato BTP non deve mai più temere niente, la BCE gli fornisce ora un suo bond equivalente.
Dietro tutte queste politiche delle Banche Centrali che senti sui giornali che sembrano complicate c'è un idea semplice: le Banche centrali stampano moneta e la danno a quelli che prestano soldi, per evitare che debbano mai soffrire delle perdite e per garantire loro sempre un rendimento sopra l'inflazione.
Cioè il business di prestare soldi deve essere senza alcun rischio e con un rendimento garantito sempre e dallo stato, il quale stampa moneta per pagarli quando i debitori non ce la facciano
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# Chi ha un impresa agricola, commerciale, di servizi, industriale o qualunque altra attività individuale può fallire e perdere soldi. Chi lavora come dipendente può perdere il lavoro. E lo stato non deve intervenire stampando moneta per evitare loro la perdita del loro reddito.
Ma quando si tratta degli "investitori", del "mercato finanziario", di chi detiene bonds e delle banche, di chi presta soldi insomma, allora si stampa tutta la moneta che si vuole e la si usa per garantire loro il rimborso delle rate e il pagamento di tutte le cedole. #F_END#
Diciamo che si è fatta molta strada dai tempi in cui Shakespeare, trattando dell'attività degli "investitori" nel debito (Shylock), prevedeva invece che subissero delle perdite (nel "Mercante di Venezia", se ricordi, chi presta soldi al mercante che subisce un rovescio e non può pagare alla fine non riscuote alla fine il suo credito. E' la storia di un "default")
#i#(il tasso di interesse sarà però più basso ? sicuro, se sono garantiti dalla BCE pagheranno una via di mezzo tra i Bund e i BTP. Ma visto che questo piano prevede che in questo modo poi aumenti la spesa pubblica perchè ti sei liberato, dal punto di vista dei singoli stati, di 4500 miliardi di debito, ovviamente l'inflazione dallo 0% salirà ad esempio al 3% e quindi anche i nuovi bonds dovranno pagare i soldi 2 punti sopra l'inflazione, cioè il 5%. E come faranno le nazioni europee a garantire in eterno questi rendimenti sicuri e sopra l'inflazione ? Stampando moneta. Ovviamente una volta si capisca che in Eurozona la BCE garantisce lei tutto il debito pubblico per questa via e che il debito pubblico aumenta e anche l'inflazione e i rendimenti ci sarà un flusso di capitali verso l'eurozona che sosterrà il cambio dell'euro...i paesi del sudeuropa ovviamente con gli aumenti di spesa pubblica e di inflazione andranno tutti in deficit con l'estero, i crediti "Target" del nord-europa verso il sud-europa esploderanno di nuovo...la Germania se anche avesse accettato per miracolo il Piano andrà fuori dai gangheri...Il risultato finale sarà un aumento di debito, un aumento di spesa pubblica e la rottura dell'euro. La quantità di bonds sul mercato aumenterà in modo esponenziale facendo felice la grande finanza e la rendita finanziaria. Ma sicuramente per un paio d'anni si avrebbe sollievo dalla crisi... cioè si sposterebbe in avanti il momento della resa dei conti )#/i#
----Comitato promotore:
Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata)
Roberto Cellini (Università di Catania)
Paolo Pini (Università di Ferrara)
Alberto Zazzaro (Università Politecnica delle Marche)
Primi firmatari:
Alessandrini Piero (Università Politecnica delle Marche)
Ardeni Pier Giorgio (Università di Bologna)
Bagella Michele (Università Roma Tor Vergata)
Baglioni Angelo Stefano (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Baravelli Maurizio (Università Roma La Sapienza)
Belussi Fiorenza (Università di Padova)
Boitani Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Bollino Andrea (Università di Perugia)
Brondoni Silvio (Università Milano Bicocca)
Camagni Roberto (Politecnico di Milano)
Capasso Salvatore (Università Napoli Parthenope)
Cappellin Riccardo (Università Roma Tor Vergata)
Carillo Maria Rosaria (Università Napoli Parthenope)
Ciciotti Enrico (Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza)
Corniani Margherita (Università Milano Bicocca)
Corsi Marcella (Università Roma La Sapienza)
Costabile Lilia (Università di Napoli Federico II)
Cozzi Terenzio (Università di Torino)
D’Adda Carlo (Università di Bologna)
Danielis Romeo (Università di Trieste)
De Arcangelis Giuseppe (Università Roma La Sapienza)
Del Monte Alfredo (Università di Napoli Federico II)
Destefanis Sergio (Università di Salerno)
Dosi Giovanni (Scuola Superiore S. Anna Pisa)
Ferri Giovanni (Università Roma LUMSA)
Fratianni Michele (Università Politecnica delle Marche)
Frey Marco (Scuola Superiore S. Anna Pisa)
Gallegati Mauro (Università Politicnica delle Marche)
Giannola Adriano (Università di Napoli Federico II)
Giunta Anna (Università Roma 3)
Gnesutta Claudio (Università Roma La Sapienza)
Granaglia Elena (Università Roma 3)
Leon Paolo (Università Roma 3 e CLES Roma)
Lucarelli Stefano (Università di Bergamo)
Marelli Enrico (Università di Brescia)
Mutinelli Marco (Università di Brescia)
Paci Raffaele (Università di Cagliari)
Papi Luca (Università Politecnica delle Marche)
Pareglio Stefano (Università Cattolica Sacro Cuore)
Perrotta Cosimo (Università di Lecce)
Piga Gustavo (Università Roma Tor Vergata)
Porta Pierluigi (Università Milano Bicocca)
Rizzi Paolo (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Romano Roberto (CGIL Regionale Lombardia e Università di Pavia)
Roncaglia Alessandro (Università Roma La Sapienza)
Rullani Enzo (Venice International University)
Saltari Enrico (Università Roma La Sapienza)
Salvadori Neri (Università di Pisa)
Salvati Michele (Università Statale di Milano)
Santarelli Enrico (Università di Bologna)
Saraceno Francesco (OFCE, Observatoire français des conjonctures économiques)
Scalera Domenico (Università Sannio Benevento)
Simonazzi Annamaria (Università Roma La Sapienza)
Stirati Antonella (Università Roma 3)
Terzi Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore)
Travaglini Giuseppe (Università di Urbino)
Valletti Tommaso (Università Roma Tor Vergata)
Valente Marco (Università dell’Aquila)
Vitale Marco (Fondo Italiano d’Investimento – LIUC)