Monte dei Pascoli di Siena e Banca Marche

 

  By: TotoTruffa on Giovedì 07 Febbraio 2013 13:45

^ 1)CI PENSA IL “WALL STREET JOURNAL” DI MURDOCH A FARE SCOOP SUL MONTE DEI PACCHI! - 2)IN GRAN SEGRETO LA BANKITALIA DI DRAGO DRAGHI, TARANTOLA VIGILANTE, A OTTOBRE 2011 NEGOZIO’ UN PRESTITO DI QUASI 2 MILIARDI DI EURO A UN MONTE A CORTO DI SOLDI 3)NÉ DRAGHI NÉ MUSSARI DIVULGARONO LA NOTIZIA DEL PRESTITO, PER NON CREARE PANICO SUI MERCATI. AL CONTRARIO, IN UNA CONFERENCE CALL CON ANALISTI E INVESTITORI, I VERTICI MPS DESCRISSERO LA POSIZIONE DI LIQUIDITÀ DELLA BANCA COME SOLIDA - 4)MPS AVREBBE RIMBORSATO IL PRESTITO ENTRO IL TEMPO STABILITO. MA LA MANCATA COMUNICAZIONE DELLA CARENZA DI GARANZIE REALI ALLA BCE E IL RICORSO AL PRESTITO HANNO AIUTATO A NASCONDERE LO STATO FINANZIARIO CRITICO DI MPS. E ORA L’EX GOVERNATORE E PRESIDENTE BCE RISCHIA IL “REATO DI MANIPOLAZIONE DEL MERCATO”#http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-ci-pensa-il-wall-street-journal-di-murdoch-a-fare-scoop-sul-monte-50554.htm^

 

  By: Poli on Giovedì 07 Febbraio 2013 02:53

Intervista di Gioele Magaldi by Fabrizio D’Esposito per il Fatto Quotidiano del 6 febbraio 2013. ------------------------------------------------------------------------------------ Lo scandalo Mps ha evocato di nuovo l'ombra di grembiuli e cappucci. Sul suo sito si ricorda la partecipazione di Mussari a un convegno del Goi del berlusconiano Raffi. A lei cosa risulta? Giuseppe Mussari è un massone. Non perché abbia partecipato ad uno o più convegni del GOI (vi partecipano anche profani di rilievo), ma perché è stato iniziato libero muratore diverso tempo fa, agli inizi della sua scalata al potere. Sul percorso massonico di Mussari e di altri personaggi dell'establishment italiano, mi soffermo analiticamente nel mio libro di imminente uscita, Massoni. Società a responsabilità illimitata, Chiarelettere Editore. A Siena l'intreccio massonico che riflesso ha sulle varie cordate? Si è parlato di Amato, Bassanini, Luigi Berlinguer, poi dei berlusconiani vicini alla banca come Verdini. Luigi Berlinguer, presidente della commissione di garanzia del PD (che risolse con equità, lungimiranza e saggezza il falso ed ipocrita problema della presenza dei massoni nel Partito Democratico nel 2010, dichiarandone la piena ammissibilità, come per altri cittadini aderenti a svariate associazioni filosofiche, culturali e religiose consentite dalla legge e rispettose della costituzione democratica e repubblicana) appartiene ad una famiglia di antica tradizione massonica. Luigi Berlinguer non mente quando dice di non essere stato mai affiliato formalmente ad alcuna loggia, ma occorre ricordare che il padre di suo cugino Enrico Berlinguer (segretario del PC dal 1972 al 1984), Mario Berlinguer (1891-1969), era un noto, convinto e benemerito massone democratico e libertario, antifascista della prima ora, aderente prima al Partito d'Azione e poi al PSI, per il quale fu eletto sia deputato che senatore. Nella famiglia Berlinguer (e il discorso vale anche per Luigi, aderente al para-massonico Gruppo Spinelli), con mille sfumature da un individuo all'altro, c'è sempre stata una consolidata vicinanza culturale e ideologica al milieu massonico progressista. Franco Bassanini, come ricordava lucidamente l'altro giorno anche Cirino Pomicino, è invece molto vicino a certi ambienti massonici francesi. Giuliano Amato gode di ottime relazioni e amicizie tanto nel mondo massonico anglo-sassone che in determinati ambienti massonici sovranazionali collegati alla finanza e al mondo bancario tedesco. Denis Verdini ha frequentazioni massoniche un pò più ruspanti e provinciali di Amato e Bassanini, ma comunque è ben inserito in un certo circuito sia interno che esterno alle principali comunioni massoniche italiane. Nel suo libro Confiteor, Geronzi sostiene che in tutte le vicende del risiko bancario degli ultimi decenni la massoneria c'entra sempre. In che senso? Lei parla spesso di varie anime di questo mondo. Quali sono? Geronzi dice il vero. Ma chiunque conosca un minimo i circuiti finanziari e bancari sovranazionali - che determinano quello che accade anche nella provincia italiana- sa bene che essi sono saldamente in mano di gruppi massonici e paramassonici. Nel mio libro di imminente uscita, Massoni. Società a responsabilità illimitata, sono elencati nomi, cognomi e biografie di svariati personaggi dell'establishment planetario libero-muratorio. Le diverse anime della Massoneria? Dal XVIII a circa metà del XX secolo ha sempre prevalso l'anima illuminista, progressista, libertaria e democratica, vittoriosa su tendenze massoniche elitario-gerarchiche e reazionarie, nonché creatrice della stessa società aperta "popperiana" in cui l'Occidente vive. Dopo aver toccato il culmine del suo prestigio con figure del calibro di John Maynard Keynes, Franklin Delano Roosevelt, Harry Truman, George Marshall (il segretario di stato americano che diede il nome allo European Recovery Program o Piano Marshall, grazie al quale l'Europa fu ricostruita sapientemente con politiche keynesiane), Albert Einstein ed Eleanor Roosevelt (fautrice e patrona della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 10 dicembre 1948), la Massoneria, a partire dalla fine del Novecento ha visto prevalere, per la prima volta nella sua storia secolare, componenti conservatrici e reazionarie. Su di esse, in particolare, mi soffermo nelle parti finali del mio libro Massoni. Quando i poteri forti diventato marci accanto alla massoneria compare sempre l'Opus Dei, come due vasi comunicanti. Sugli intrecci fra Massoneria, Opus Dei e Vaticano mi sono soffermato di recente in un'intervista rilasciata a Ferruccio Pinotti e a Giacomo Galeazzi, per il loro libro di prossima uscita, Vaticano Massone. Lo stesso Geronzi però difende Gianni Letta e smentisce che sia lui l'incrocio tra “logge e cilicio”, il burattinaio di tutto. In questo caso Geronzi mente quando nega che in Gianni Letta si incrocino relazioni massoniche e opusiane. D'altronde, non bisogna nemmeno sopravvalutare Letta. Ci sono ben altri gran burattinai, in giro per l'Europa e in grado di influire pesantemente sulle faccende italiane. Leggendo il suo sito, si apprende che il mondo del potere è zeppo di fratelli. Lasciando da parte P2, P3 e P4, lei chiama fratelli anche Draghi e Monti. Mario Draghi e Mario Monti sono entrambi massoni. Di più: appartengono all'aristocrazia massonica sovranazionale. Su ciò saranno peraltro prodotte importanti ed autorevoli testimonianze documentarie nel mio libro Massoni. Tra l'altro, occorre dire che troppo spesso, sulla questione MPS, ci si interroga sul livello italiano degli intrecci massonici. In realtà, se c'è un massone implicato fino al collo nella vicenda, quello è proprio il Venerabilissimo Maestro Mario Draghi, governatore di quella Banca d'Italia che tutto fece tranne che intervenire energicamente al tempo della strana acquisizione di Banca AntonVeneta da parte del Monte dei Paschi di Siena. A volte si può trattare solo di semplici consorterie senza tirare in ballo la massoneria? Quando c'è in ballo il potere: economico-finanziario, bancario, politico, diplomatico, ecclesiastico, etc. c'è sempre di mezzo la Massoneria. Non c'è da stupirsene: il mondo moderno e contemporaneo di matrice euro-atlantica è nato grazie all'azione di avanguardia ideologica svolta dai liberi muratori contro l'Ancien Regime. E' naturale che i creatori delle società moderne ne abbiano mantenuto il controllo. Da tempo lei ha annunciato l'uscita di un suo libro sul back office del potere, in Italia oggi chi sono i fratelli più potenti? Su questo, appunto, rimando i lettori del suo giornale all'attento studio del mio libro, il cui titolo completo è Massoni. Società a responsabilità illimitata. Il Back-Office del Potere come non è mai stato raccontato. Le radici profonde e le ragioni inconfessabili della crisi politico-economica del XXI secolo, Chiarelettere Editore (in uscita tra aprile-maggio 2013). C'è ancora una massoneria esclusivamente esoterica nel nostro Paese? La Massoneria, a qualsiasi latitudine, non è mai stata e mai sarà esclusivamente esoterica, cioè esclusivamente dedita a questioni spirituali e filosofiche. La Massoneria ha cambiato il mondo e continuerà a farlo. Lei ha fondato il God e da massone dichiarato combatte pubblicamente una battaglia dentro il suo mondo. E' la prima volta che accade: perché lo fa? Perché, dopo la parentesi -dagli anni 60-70 del Novecento ad oggi- in cui i massoni reazionari si sono impadroniti delle maggiori leve del potere a livello globale, è necessario tornare allo spirito di quei fratelli liberi muratori che guidarono la Rivoluzione Americana e quella Francese, che fecero il Risorgimento in Italia e ovunque lottarono per affermare istituzioni liberal-democratiche parlamentari, allargamento del suffragio, diritti civili e politici. Occorre tornare allo spirito di quei fratelli che sconfissero il nazi-fascismo (Roosevelt e Churchill su tutti) e che regalarono al mondo un paradigma economico calibrato sulla giustizia sociale e il diritto alla dignità e alla felicità per ogni essere umano (vedi ancora Keynes e Roosevelt). Il trinomio Libertà-Fratellanza-Uguaglianza è nato nelle logge e adorna ancora adesso i templi massonici, scolpito sotto la cattedra del Maestro Venerabile. Ecco. Si metta a confronto la versione censurata e manipolata da Antonio Padellaro, mandata anche in stampa senza il consenso dell’intervistato (che è stato avvisato delle censure e manipolazioni quando ormai il giornale era passato dal tipografo e pronto alla distribuzione) e ci si interroghi su quanto sia sporco talora il giornalismo italiano, anche quando si tratta di un quotidiano su cui lavorano persone oneste e professionalmente corrette, come Fabrizio D’Esposito, Marco Travaglio, Peter Gomez e tanti altri. Siamo certi che, ad esempio, Travaglio o Gomez, se fossero stati alla direzione del giornale al posto di Padellaro, non avrebbero mai censurato l’Intervista di Magaldi, né avrebbero avuto timore reverenziale nel citare la cifra massonica di Mario Monti e Mario Draghi, beneficiari principali della censura, come spiegato in Le ignobili e stolte censure e manipolazioni, in favore dei Massoni reazionari Mario Monti e Mario Draghi, operate da Antonio Padellaro- ipocrita e fasullo cantore della libertà di stampa- che farebbe meglio a dare le dimissioni come direttore de Il Fatto Quotidiano (clicca per leggere). Insomma, può mai sussistere la libertà di stampa, quando gli stessi giornalisti censurano le informazioni ritenute scomode o addirittura si impongono delle auto-censure? I FRATELLI DI GRANDE ORIENTE DEMOCRATICO (www.grandeoriente-democratico.com) [ Articolo del 3-6 febbraio 2013 ]

 

  By: Bobugo on Mercoledì 06 Febbraio 2013 23:58

Intanto, tra tutta 'sta gran cagnara del Monte Paschi, per chi se la sente ci sono ad esempio delle obbligazioni in sterline a tre anni al tasso del 5,75% che quotano 80, buttale via!!

 

  By: Poli on Lunedì 04 Febbraio 2013 17:24

anche io ho diffocoltà a trovare libri di peter tompkins e altri...lotta dura senza paura!

 

  By: Moderatore on Lunedì 04 Febbraio 2013 16:57

è molto noioso, la gente parla di Hayek da una decina d'anni, ma non lo ha letto anche perchè palloso ed è un testo datato, non serve a molto perchè ragiona solo in termini di Gold Standard. E' una perdita di tempo

 

  By: foibar on Lunedì 04 Febbraio 2013 15:22

Non ricordo dove e chi consigliava di leggere "teoria monetaria e ciclo economico di Frederich August von Hayek premio Nobel per l'economia, ed ho fatto richiesta presso la libreria di paese (associata ad altre librerie di provincia) ma nulla. Allora mi reco direttamente in libreria e la signorina, molto gentile e disponibile, esegue anche una ricerca presso altre librerie con associate (cittadine) ma nulla. L’unico libro di quest’autore che è riuscita a trovarmi e che leggerò è L'ordine sensoriale (i fondamenti della psicologia teorica). Questo fatto mi ha disorientato.

 

  By: Hox on Lunedì 04 Febbraio 2013 11:09

 

  By: Poli on Sabato 02 Febbraio 2013 21:59

bel libro, uno dei tanti di questi anni sulle banche. quando trovate un libro che mi parla delle cose buone fatte dalle banche mandatemi un link. perchè si dimenticano sempre tutti di dire che è proprio il fatto di prestare denaro la truffa e le altre sono solo microtruffe? cosa c'è, hanno paura dell'uomo nero? brrrrr

 

  By: GZ on Sabato 02 Febbraio 2013 18:38

Stock: Wells Fargo and Co

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La più grande rapina al treno della storia - Moderatore  

  By: Moderatore on Sabato 02 Febbraio 2013 18:23

Stock: Banca MontePaschi

All'aereoporto di Francoforte e a quello di Monaco durante le vacanze di natala il libro di economia più esposto e gettonato era "La più grande rapina al treno della storia" (^"Der größte Raubzug der Geschichte"#http://www.amazon.de/Der-gr%C3%B6%C3%9Fte-Raubzug-Geschichte-Flei%C3%9Figen/dp/382882949X^) di due giovani giornalisti tedeschi, dove la più grande rapina della storia è quella operata delle banche internazionali negli ultimi dieci anni. In Italia manca ancora un libro del genere comprensivo di tutte le truffe e frodi orchestrate dalle banche internazionali. Di materiale ce ne sarebbe in abbondanza per diversi libri del genere (e per arrestare buona parte dei banchieri per frode contabile e falso in bilancio) Leggi oggi la ricostruzione fatta lettera43 degli ^imbrogli orchestrati da Santander, RBS e MontePaschi, per l'acquisto/vendita di ABN Amro e Antonveneta#http://www.lettera43.it/economia/finanza/santander-cedette-antonveneta-a-monte-paschi-prima-di-acquisirla_4367582204.htm^ ------ Banco Santander e Monte dei Paschi non avevano i soldi per acquistare nel 2007 Antonveneta: entrambi dovettero così ricorrere a una serie di operazioni a rischio per finanziare un azzardo pianificato, avvenuto nell'ambito della più grossa compravendita di un istituto di credito, il controllo da parte degli spagnoli e dei loro soci del colosso olandese Abn Amro, che da circa un anno aveva in mano la maggioranza azionaria di Antonveneta. L'AFFARE SANTANDER-MPS Secondo quanto Lettera43.it è in grado di rivelare, quando Santander concluse l'affare con Mps (l'8 novembre 2007), in realtà non aveva ancora comprato Antonveneta e mai la comprò davvero, se non per qualche ora e senza versare nulla: non aveva pagato un centesimo, si era solo impegnata con Abn e cedette così a Rocca Salimbeni qualcosa che ancora non era suo. Un immenso scaricabarile. L PACCHETTO ABN: 71 MLD La prova che il rischio di questo mega acquisto fu rovesciato sin dall'inizio sui cittadini e sui governi è nelle carte di Santander, Mps e Antonveneta, dove sono raccontati passo dopo passo i dettagli del passaggio di un folle gioco di promesse di vendita futura da 71 miliardi di euro: cioè l'importo - ma solo nominale, perché nessuno aveva i quattrini veri - dell'acquisto del gruppo Abn da parte della cordata composta da Santander, Royal Bank of Scotland e Fortis, un gruppo assicurativo olandese, dissanguatosi - come Scotland, poi salvata dal governo britannico - in una scalata avvenuta senza soldi e, infine, soccorso dal governo de L'Aja. L'Opa su Abn costò a Santander quasi 20 mld L'8 ottobre del 2007 Santander, Scotland e Fortis diedero il lieto annuncio: l'Opa su Abn, lanciata nel maggio dello stesso anno, era andata a buon fine e la cassaforte olandese era nelle loro mani. Sì, presto ma non immediatamente. Infatti l'accordo con gli azionisti di Abn fu concluso, ma i pagamenti e i passaggi di azioni erano di là da venire. L'importo dell'operazione era mostruoso: 71,1 miliardi di euro, il 27,9% del quale ricadde sulle spalle di Santander che, in cambio, prese le ricche banche sudamericane controllate da Abn, l'italiana Antonveneta e le finanziarie olandesi Interbank e Dmc. Costo totale per gli spagnoli - si legge nella relazione trimestrale fino al 31 marzo 2007, certificata da Deloitte Madrid - 19,9 miliardi di euro. LE DATE CHE NON TORNANO E già qui c'è una prima stranezza: come faceva la trimestrale di marzo a descrivere nei dettagli un'operazione del 29 maggio (il lancio dell'Opa)? Formalmente è tutto in regola, perché i revisori di Deloitte apposero come data del controllo quella del 22 giugno. Tanto che la relazione della banca inserì l'operazione in trimestrale come «fatto avvenuto dopo il 31 marzo». Ma a essere ancor meno chiaro è come Santander pagò i suoi obblighi verso gli azionisti di Abn. Così nella trimestrale (pagina 13 della versione in inglese, anch'essa certificata da Deloitte per testo e traduzione) si legge che Santander prevedeva di reperire intanto 9 miliardi con un aumento di capitale, mediante sottoscrizioni ma anche in parte legato a non meglio specificati «strumenti convertibili in azioni». L'EMISSIONE DEI VALORES SANTANDER Di cosa si trattava in realtà gli spagnoli lo scoprirono amaramente in seguito: sono i Valores Santander, obbligazioni spazzatura simili ai bond Parmalat, venduti a 13 euro e precipitati poi a 2 euro, piazzati a oltre 100 mila piccoli e medi risparmiatori, per lo più clienti del banco, e ora al centro di innumerevoli cause giudiziarie a Madrid. Nove miliardi - teorici - previsti dal futuro aumento di capitale in varie forme, dunque. Ma mancavano ancora circa 10 miliardi per saldare il conto. Derubricate, sempre genericamente, a «operazioni di bilancio» e di «vendita di asset» LA CESSIONE DELLE AZIONI SANPAOLO Ma la relazione dava anche una buona notizia: Santander aveva venduto le sue azioni di Intesa Sanpaolo (1,79% del capitale) a un prezzo pari a 1,2 miliardi di euro, ottenendo - rispetto al prezzo di acquisto - un «guadagno approssimativo di 566 milioni di euro per il gruppo». Però non bastava. Perché, a parte questi denari, il resto era tutto teorico. Non esistevano ancora le risorse per acquisire la quota di Abn che conteneva Antonveneta. Così, a giugno, partì la prima emissione dei Valores, titoli spazzatura che tuttavia fruttarono a Santander la bellezza di 7 miliardi. Però per saldare il conto ne mancavano ancora 12, e nella trimestrale non era chiaro da dove sarebbero arrivati. LA TRATTATIVA SIENA Tra operazioni di bilancio, piccole vendite e partite di giro, si giunse alla trattativa con Monte dei Paschi, interessata pare ad Antonveneta. E Santander, che prima intendeva aggredire il mercato italiano con la banca veneta (settima in Italia), invece la vendette. E diede l'annuncio ai mercati con una lettera del presidente Emilio Botin agli azionisti. Era l'8 novembre del 2007 e il semplice comunicato scosse la Borsa di Madrid: le azioni di Santander ebbero il loro massimo rialzo nella storia del listino (3,88%) e il volume negoziato in un giorno fu pari a 2,4 miliardi di euro, il doppio del record precedente. Con l'offerta di Rocca Salimbeni Botin evitò la ricapitalizzazione ella lettera agli azionisti, Botin scrisse che Antonveneta, pagata 6,6 miliardi, «avrebbe rappresentato un interessante primo passo per entrare nel mercato italiano». Invece, guarda un po', nel giro di poche settimane Santander cambiò idea perché scoprì che il posizionamento di Antonveneta non era tale da permettere di stare nel mercato italiano senza altri «consistenti investimenti». Basta spender soldi, diceva in sostanza Botin, era il momento di incassare. Anche se in verità nulla fu speso per davvero. MPS OFFRE 9 MLD Allora il presidente spiegò che il gruppo aveva deciso di accettare «l'offerta di Monte dei Paschi di Siena per acquistare Antonveneta a un prezzo di 9 mila milioni di euro (9 miliardi), cifra significativamente superiore ai 6.600 milioni di euro con cui abbiamo valutato il gruppo Antonveneta nell'ambito dell'Opa su Abn Amro». Sì, «valutato» e non pagato, perché in quel momento Santander non aveva ancora speso un euro: Antonveneta restava in mano ad Abn fino al perfezionamento dell'intesa e al pagamento. Pagamento che non avvenne mai. LO «SCONTO» SU ABN Nella sua lettera infatti Botin spiegava agli azionisti che il provvidenziale intervento italiano avrebbe permesso di «diminuire l'importo totale dell'acquisto delle attività di Abn Ambro, dai 20 miliardi inizialmente previsti a 11 miliardi di euro». E, punto secondo, di «lasciare senza effetto, perché non necessario, l'aumento di capitale per 4 miliardi che avevamo previsto». Mentre, spiegava ancora il presidente, Santander si teneva le banche brasiliane e le finanziarie al consumo olandesi, perché considerate preziose. L'ORIGINE DEI TREMONTI BOND In sostanza, nella spartizione con Fortis e Scotland, Santander si era dovuta ingoiare anche Antonveneta che tuttavia non le interessava. E così, nel giro di appena una notte, aveva trovato la soluzione con Mps: scaricare quel peso da circa 9 miliardi sulle spalle dei risparmiatori italiani e del governo di Roma, che poi sarebbe intervenuto a salvare Monte Paschi con i Tremonti bond. Quindi, per gli spagnoli, Antonveneta uscì subito dall'affare, perché Monte Paschi si impegnò a comprarla senza che Santander dovesse un euro agli azionisti di Abn. L'OPERAZIONE SOSPESA Ma nemmeno i senesi avevano 9 miliardi, poi divenuti 10 con oneri vari, per concludere l'operazione con gli spagnoli. Che infatti restò sospesa per molti mesi e venne perfezionata solo (confermarono le agenzie spagnole all'epoca, un po' trascurate in Italia) il 30 maggio del 2008. Quando ormai Santander aveva messo sul mercato 7 miliardi dei suoi Valores di scarso o nullo valore e anche Mps aveva fatto la sua provvista vendendo a sua volta obbligazioni ai risparmiatori. L'EMISSIONE DI BOND DEL 2008 Il 26 marzo 2008, per esempio, Monte Paschi lanciò la sua 22esima emissione di «obbligazioni set up/step down», al prezzo di 50 euro ciascuna e per un valore complessivo di 35 milioni. Con un dettaglio che non è un dettaglio: il collocamento, spiegava la nota informativa agli investitori, era affidato guarda un po' ad Antonveneta, che ancora non era stata comprata da Mps (l'accordo, ricordiamo, venne concluso solo il 30 maggio). IL CONFLITTO DI INTERESSI In sostanza, Mps affidò ad Antonveneta il compito di fare un po' di provvista per il suo stesso acquisto, la incaricò di cannibalizzarsi. E informò, per obbligo di legge, che l'operazione era «a rischio di conflitti di interesse del soggetto incaricato del collocamento», poiché - si legge ancora nel prospetto di Mps - «in data 8 novembre 2007 l'emittente ha comunicato di aver raggiunto un accordo con Banco Santander» in base al quale «Santander, non appena avrà completato l'acquisizione di Antonveneta in corso con Abn Amro, ne cederà l'intero capitale a Mps al prezzo di 9 miliardi di euro». I TITOLI TOSSICI Cifra che la banca senese reperì con aumenti di capitale, «cessione di asset ed emissione di strumenti di debito» tra i quali i «subordinati», ancora bond considerati tossici, emessi sia da Mps sia da Santander per scaricare il rischio sui piccoli investitori. Tra titoli tossici, soldi fantasma e promesse di vendita di banche non proprie, non stupisce il commento che Franciso Gonzales, presidente del secondo gruppo bancario spagnolo Bbva, fece alla notizia della vendita di Antonveneta da parte di Santander. «A me», disse, «la notte piace poter dormire...».

 

  By: shera on Sabato 02 Febbraio 2013 15:44

Hobi cosa ne dici invece di mandare in galera chi causa danni per miliardi di Euro a societa strategiche per l'economia nazionale? In Islanda hanno fatto così (anche se sono riusciti a scappare) ;-)
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: hobi50 on Sabato 02 Febbraio 2013 13:33

A volte mi capita di leggere cose su cui non ho particolari obiezioni ma che non vedo dove possano portare. Qualcuno pensa di far una grande rivelazione sostenendo che i bilanci delle banche possono essere anche falsi. Ovvio : qualche bilancio falso c'è sempre stato e sempre ci sarà. Non si puo impedire che chi non vuole evidenziare perdite si prenda la briga di falsificare i dati ma ,almeno si puo impedire che i bonus vengano erogati su risultati che portano a" massaggiare " i bilanci. Appurato questo ci sono solo tre soluzioni. 1)Ritornare alle poste dell'Unione Sovietica ( quindi abolire le banche ). 2)Trovare miglioramenti nell'operatività e nei controlli ma togliersi l'illusione che si possa risolvere il problema al 100%. 3)Non fare più i bilanci ma lasciare le banche. Ovvio che la soluzione è la numero 2) Ma non è con l'utopia che si risolvono i problemi. Non ci sono "buoni" banchieri ,"buoni" cittadini ,"buoni" politici. Ci sono solo INTERESSI dei banchieri ,dei cittadini ,dei politici. Per fortuna sono contrastanti e solo nell'attivazione del contrasto si possono avere dei risultati. Ho passato la mia vita lavorativa in finanza cercando del metterlo nel *** alla banca d'Italia ed allo Stato Italiano( altro che intrecci e collusioni ). Volete gli esempi ? La banca d'Ttalia aveva posto dei limiti all'espansione del credito alle banche interne e ....noi erogavamo attraverso consociate estere. Poi hanno bloccato questo scappatoia ...e ci scambiavamo delle standby incrociate tra grandi banche in modo che i prestiti esteri fossero erogati NON DA CONSOCIATE. In aggiunta abbiammo introdotto le accettazioni bancarie ( credito di firma non contingentato invece che la cassa contingentata). Ma ,restando in argomento, siccome nelle accettazioni c'erano i bolli, per inculare lo stato, le abbiamo sostituito con i commercial paper . Vado avanti ? La banca d'Italia aveva vietato la copertura del rischio di cambio sul Forex nelle operazioni finanziarie e.... ci siamo inventati i "domestic currency swaps ". La banca d'Italia aveva proibito alle banche di credito ordinario di fare raccolta a medio termine per avere tassi fissi e...... ci siamo inventati " gli interest rate swaps ". Vi risparmio gli indebitamenti alle aziende finalizzati per comprare titoli esenti ed ....inculare lo stato. Dov'era l'inciucio ? Eravamo su campi opposti. Un'ultima cosa. Ai tempi la Vigilanza non aveva ratio di solvibilità come ora : eravamo sotto schiaffo permanente della Banca d'Italia . Ed era giusto così .La banca d'Italia aveva la responsabilità della stabilità finanziaria e della politica monetaria e ,per questo ,era il potere predominante. Oggi c'è un inciucio tra banca centrale ,stato e sistema finanziario : il peggio del peggio. Hobi

 

  By: lmwillys on Sabato 02 Febbraio 2013 10:55

metto una storiella anche per il preparato (anche se decisamente troppo accondiscendente verso i suoi simili bancari banchieri) Hobi ... ormai i bilanci di una banca (DB non la popolare monofiliale di borgata) sono uno spasso tragicomico ... Matt Levine ( ^qui#http://thebillfold.com/2012/07/how-dealbreakers-matt-levine-does-money/^ una sua intervista, tanto per capire il soggetto) si diverte sempre a far le pulci :-) http://dealbreaker.com/2013/01/deutsche-bank-improved-its-balance-sheet-by-losing-a-lot-of-money/ si fa due risate con le comunicazioni di DB e con le informazioni che bloomberg (non la gazzetta di piripicchio) riporta ... se cliccate sul link di bloomberg che Levine riporta noterete che l'articolo è stato oscurato da una nuova versione :-)) http://www.bloomberg.com/news/2013-01-31/deutsche-bank-posts-loss-as-costs-outweigh-trading-gains.html ... voi cercate un articolo del 31 gennaio ed esce uno del 1 febbraio, se cercate la cache 'washpost...' mettendo in google 'Deutsche Bank Beats Capital Goal as Jain Shrugs Off Biggest Loss' trovate l'articolo di bloomberg originale gironzolare avendo un pò di tempo sul blog di Mazzalai è sempre un piacere ... http://icebergfinanza.finanza.com/2013/02/01/esclusivo-deutsche-bank-la-mps-tedesca-il-cigno-nero-e-tornato/

 

  By: shera on Sabato 02 Febbraio 2013 01:16

Mps ha 25b di Btp che sembra non può vendere perchè è stata obbligata a fare un derivato che la priva degli interessi (interest rate swap) Poi ci sono i crediti in insolvenza, mi sembra tanto ma siamo oltre i 7 miliardi Infine gli interessi da pagare sui monti-bond, non sono briciole, mi sembra eccessivo offrire 4 miliardi al 10% come se fosse la carta di credito revolving della badante equadoregna....
Il 5 maggio 2023 ho chiesto all'AI il miglior titolo da comprare a Piazza Affari: Banca Profilo, oggi scende dello 0,46% a 0.2180 Euro
Lo sbarco sulla Luna, la più grande truffa della storia del mondo, dopo il Covid.

 

  By: Bullfin on Venerdì 01 Febbraio 2013 23:00

Le ciofeghe che le banche hanno in portafoglio (le chiamano "attivo", attivo de che?) sono comprate quasi in toto con i soldi dei depositanti. Giustissimo d'altronde perchè una banca deve essere considerata sana e con attivi sani se poi in borsa perde il 95%???? Ma tutti quelli che non hanno le sue azioni sono pirla oppure vi è qualche pezzo grosso che sa bene che lì vi sta il marcio????.

FULTRA 10 MARZO 2020: Qui sotto la fotocopia dal vero "cialtrone medio italico" : Antitrader. Fatene una copia del pensiero per i posteri e quando tra 50 anni vorranno capire perchè l' talia sia finita miseramente