per chi avesse voglia di leggere qualche considerazione intelligente:
...la promessa dei politici di ogni colore, di attenersi solo a quel che «dice la scienza», non può che nascondere l'inganno proprio di ogni promessa tecnocratica di selezionare nel vasto e contraddittorio oceano delle opinioni scientifiche solo quelle che si prestano a sostenere un obiettivo già stabilito, così da farlo apparire inevitabile e necessario, immune dal dibattito e quindi dai requisiti di trasparenza e partecipazione del metodo democratico.
Il sospetto che si stia strumentalizzando l'evento è suggerito in fondo da una semplice osservazione già sviluppata altrove: che le soluzioni caldeggiate con più insistenza per proteggersi dal contagio sono più o meno le stesse già imposte o proposte per affrontare altre emergenze del passato: la digitalizzazione di scuola, politica e lavoro, la sorveglianza di massa e la compressione delle libertà individuali, la limitazione dei consumi e dei movimenti, i pagamenti elettronici, la censura delle informazioni «false», l'estensione degli obblighi di vaccinazione, le cessioni di potere ai tecnici, l'accensione di nuovi debiti pubblici e privati, l'accelerazione dei processi di integrazione sovranazionale ecc. Il fatto che a emergenze diverse corrispondano soluzioni sempre uguali dovrebbe sollevare molti dubbi, se non sulla genuinità dell'allarme di volta in volta lanciato, almeno sulla sincerità dei «salvatori» e dei loro moventi."...
...strabilia che non si sia ad esempio previsto, come denuncia oggi il presidente della Società Italiana di Cardiologia, che dall'inizio dell'epidemia le morti per infarto e altre patologie del cuore - prime cause di decesso in Italia - sarebbero triplicate a causa della riduzione dei ricoveri e dei ritardi degli interventi «per paura del contagio». O che più di due terzi degli italiani avrebbero rinunciato a effettuare accertamenti e visite specialistiche per paura di uscire (Demopolis). O ancora, che nel giro di poche settimane sarebbe più che raddoppiato il numero di coloro che si rivolgono alle Caritas diocesane per chiedere cibo e sussidi. O più in breve, che presto «le conseguenze del Coronavirus uccideranno più persone della pandemia stessa» per gli effetti della recessione sui più poveri, come ammonisce ancora Caritas Internazionale. Queste non sono che timide ricognizioni in corsa, ma basta davvero poco per immaginare quali rovine umane si trascineranno con sé i fallimenti a migliaia e la disoccupazione a milioni e, sullo sfondo, l'aggressione alle radici della dignità e del diritto che ci proteggono non solo dal bisogno, ma più a fondo dall'imbarbarimento, dalla guerra e dal caos.