Il razzismo è il problema dell'italia - GZ
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By: GZ on Lunedì 24 Novembre 2014 02:30
Il razzismo è il problema dell'italia, l'auto-razzismo. Ai vertici e alla base.
Ai vertici, il bilancio dello stato è stato tolto di mano agli italiani e affidato alla Troika, Merkel, FMI perchè non siamo affidabili. Tutto viene deciso a Bruxelles, Berlino e New York perchè non si può più lasciar gestire una cosa importante come le finanze dello stato agli italiani, è gente che non può avere la propria moneta e banca centrale e deve quindi chiedere permesso per avere i soldi del terremoto e va sempre tenuta sotto esame perchè sono degli incapaci (^"via libera Ue all’Italia, «Ci sarà nuovo esame a marzo»#http://www.corriere.it/politica/14_novembre_22/legge-stabilita-via-libera-ue-italia-revisione-marzo-d78529c2-7281-11e4-9b29-78c5c2ace584.shtml^, 23 nov 2014, Corriere). Gli stranieri sono migliori di noi e fanno pure i nostri interessi.
Alla base idem. La società italiana è stata aperta a tutte le popolazioni del mondo, dai cinesi ai tunisini ai nigeriani passando per i rumeni, che vanno fatti entrare a centinaia di migliaia (150mila solo dal nordafrica con "Mare Nostrum") perchè gli italiani hanno poca voglia di sacrificarsi, di lavorare e intraprendere e senza gli immigrati e ci viene spiegato che nelle fabbriche ci vanno solo loro, i lavori duri li fanno loro, solo loro aprono nuove imprese mentre gli italiani le chiudono ^("... le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi ...")#http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^
Questa è l'Italia descritta sulla stampa del regime, Corriere, Repubblica, Il Fatto e televisioni... dove leggi delle decine di migliaia di aziende italiane che chiudono e poi dell'aumento delle imprese create da immigrati, i quali (se leggi il Corriere) sono miracolosamente immuni alla crisi! Raccontano che le imprese aumentano in Italia (nel mezzo della Depressione), ma solo quelle degli immigrati, per cui in pratica se vogliamo uscire dalla crisi ne deduci che dovremmo affidare a loro la gestione dell'economia.
#F_START# size=3 color=blue #F_MID#All'"Europa" cioè alla Troika dobbiamo affidare le finanze dello stato e la moneta e agli immigrati di ogni etnia del mondo affidiamo le imprese e il lavoro. Gli italiani "autoctoni"... mah... c'è qualcosa che ancora gli italiani possono fare oltre i giornalisti ? #F_END# (Anche nell'impiego pubblico meglio provare con gli immigrati, qui a Modena ad es. hai anche vigili, farmacisti e impiegati comunali africani, perchè sono mestieri che notoriamente nessun italiano vuole fare...)
Questa è la propaganda che subiamo tutti i giorni dalle scuole elementari ai giornali: ieri sul Corriere avevi ad es. ^questo pezzo di Gian Antonio Stella Stella #http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^, di quelli che in URSS sulla Pravda celebravano una volta i vantaggi economici del comunismo e oggi invece celebrano i vantaggi economici dell'immigrazione...Nessuno ha fatto tanti soldi vendendo libri sulla casta, la corruzione e il marcio della società italiana quanto Gian Antonio Stella Stella, che ha scritto migliaia di pagine dove non salva nessuno e trova parassiti, corrotti e ladri ovunque in Italia. Quando si tratta di immigrati però Stella vede il contrario e i difetti degli italiani sono ribaltati in virtù.
Qui a Modena ieri Salvini, era a parlare in Piazza Grande e mi hanno detto che la Kyenge (che è di Modena) lo ha interrotto ed è salita sul palco sventolando appunto ^questo articolo sui 3,9 miliardi#http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^ per dire che gli immigrati sono una ricchezza per l'Italia..
E Salvini: #F_START# size=3 color=blue #F_MID#"...e se portano ricchezza in Italia allora perchè non ritornano ai loro paesi di origine e ne portano anche là ?"#F_END#... che sono paesi che ne avrebbero molto bisogno.. (applausi..)
#/i# Nota: la Kyenge è arrivata sotto il palco con la sua scorta di diverse auto e una decina di poliziotti che costa qualche centinaia di migliaia di euro l'anno...Salvini non ha avuto il coraggio di notarlo, ma la gente intorno invece sì... e mi dicevano, ma questo non so confermarlo, che anche la figlia della Kyenge avrebbe la scorta ora perchè su Facebook qualcuno l'ha insultata..#/i#
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^"I 3,9 miliardi che i migranti danno all’economia italiana"#http://www.corriere.it/cronache/14_novembre_23/i-39-miliardi-che-migranti-danno-all-economia-italiana-4b10510c-72df-11e4-9964-9b0d57bdf835.shtml^ di Gian Antonio Stella, Corriere, 21 novembre#i#
Ha ragione papa Francesco: gli immigrati sono una ricchezza. Lo dicono i numeri. Fatti i conti costi-benefici, spiega un dossier della fondazione Moressa, noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi, senza i nuovi arrivati che hanno fondato quasi mezzo milione di aziende, sarebbe ancora più dura. Certo, è facile in questi tempi di pesanti difficoltà titillare i rancori, le paure, le angosce di tanti disoccupati, esodati, sfrattati ormai allo stremo. Soprattutto in certe periferie urbane abbruttite dal degrado e da troppo tempo vergognosamente abbandonate dalle pubbliche istituzioni. Ma può passar l’idea che il problema siano «gli altri»?
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# ehi... hai fatto caso che nelle imprese che aprono i cinesi e qualche albanese (i tunisini, marocchini, nigeriani, ghanesi, rumeni aprono imprese più che altro negli articoli del Corriere) assumono i loro ? Dove 'azzo andranno al lavorare i tuoi nipoti quando le imprese in Italia siano gestite da stranieri come tu auspichi ?. E a proposito, è lo stesso in America: a Silicon Valley quando un impresa di software ha un proprietario indiano o cinese di americani di origine europea NON NE ASSUME.. Sono "solidali" tra di loro. Prova a parlare con gli ingegneri americani o a leggere i loro forum, quando il tizio che recluta è indiano è anche inutile andare al colloquio.....Bisogna invece che cominciamo a importare migliaia di giornalisti dall'Africa, dall'Asia e dalla Romania e li mettiamo in concorrenza con voi...tanto molto peggio non possono fare di voi al Corriere...#F_END#
Non c’è massacro contro i nostri nonni emigrati, da Tandil in Argentina a Kalgoorlie in Australia, da Aigues Mortes in Francia a Tallulah negli Stati Uniti, che non sia nato dallo scoppio di odio dei «padroni di casa» contro gli italiani che «rubavano il lavoro». Basti ricordare il linciaggio di New Orleans del 15 marzo 1891, dove tra i più assatanati nella caccia ai nostri nonni c’erano migliaia di neri, rimpiazzati nei campi di cotone da immigrati siciliani, campani, lucani.
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# (... ma dove 'azzo mai sono stati "nei campi di cotone" gli immigrati italiani, che erano tutti nelle grandi città del nord-est in America tipo Chicago, New York, Boston... ? la tecnica di prendere un singolo episodio vero, esagerarlo e fingere che rappresenti l'America (o l'Italia) che utilizza Stella alla lunga stanca). Comunque, i sindacati americani e i lavoratori americani, quando non erano intimiditi come adesso, sono sempre stati contro l'immigrazione e cosa ci sarà mai di strano ? Perchè mai dovrebbero essere a favore ? Una volta non c'era questo lavaggio del cervello e capivano il semplice fatto economico che l'immigrazione fa ridurre i salari. Potete arrampicarvi sugli specchi al Corriere e al Sole24 ore tutti i giorni fin che volete, ma è come negare che la pioggia bagna e il sole scalda. E Roosevelt. lo sai che mantenne l'America totalmente chiusa all'immigrazione dal 1933 alla sua morte perchè appunto c'era una crisi economica ? E questo "populismo" di Roosevelt era uno dei motivi forse per cui era così popolare e lo rieleggevano sempre con maggioranze bulgare... Ehi... Roosevelt era contro l'immigrazione!!! Keynes pure ed era anche protezionista lo sai ? #F_END#
Eppure quei nostri nonni contribuirono ad arricchire le loro nuove patrie («la patria è là dove si prospera», dice Aristofane) proprio come ricorda Francesco: «I Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale». #F_START# Da quando in qua il Papa è un esperto di economia, che la Chiesa vive di elemosine, donazioni (...qualche manipolazione finanziaria vedi MontePaschi..), predica la povertà e la auspica ? Per la Chiesa il benessere è un nemico della fede, cosa comprensibile da loro punto di vista perchè la gente che non soffre viene meno in chiesa, per cui più gente miserabile c'è in Italia e più hanno speranze di trovare preti e suore e gente che viene in chiesa.. #F_END#
Creano anche un mucchio di problemi? Sì. Portano a volte malattie che da noi erano ormai sconfitte? Sì. Affollano le nostre carceri soprattutto per alcuni tipi di reati? Sì. Vanno ad arroccarsi in fortini etnici facendo esplodere vere e proprie guerre di quartiere? Sì. E questi problemi vanno presi di petto. Con fermezza. C’è dell’altro, però . E non possiamo ignorarlo.
Due rapporti della Fondazione Leone Moressa e Andrea Stuppini, collaboratore de «lavoce.info», spiegano che non solo le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi) per un valore aggiunto di 85 miliardi di euro, ma che nei calcoli dare-avere chi ci guadagna siamo anche noi. Nel 2012 i contribuenti nati all’estero sono stati poco più di 3,5 milioni e «hanno dichiarato redditi per 44,7 miliardi di euro (mediamente 12.930 euro a persona) su un totale di 800 miliardi di euro, incidendo per il 5,6% sull’intera ricchezza prodotta». L’imposta netta versata «ammonta in media a 2.099 euro, per un totale complessivo pari a 4,9 miliardi». Con disparità enorme: 4.918 euro pro capite di Irpef pagata nel 2013 in provincia di Milano, 1.499 in quella di Ragusa.
#F_START# size=3 color=blue #F_MID# Come razzo si concilia questo dato, che gli immigrati in media hanno un reddito (12.930 euro a persona che è meno della metà di quello medio italiano), con l'affermazione che hanno creato mezzo milione di imprese che creano ricchezza... ? Stella sta dicendo che, su 23 milioni di residenti che lavorano in Italia e che ^pagano circa 10 miliardi di imposte come gettito totale IRPEF IRES e IRAP#http://www.panorama.it/economia/opinioni/irpef-governo-renzi-salari/^, gli immigrati che lavorano sono 3,5 milioni (quindi 14% del totale degli occupati), ma pagano solo 4,9 miliardi di euro, cioè un 2% (...4,9 mld /210 mld...) ! ...'azzo ma pensano proprio che siamo deficienti.. AStando agli stessi dati che cita, gli immigrati sono il 14% della popolazione che lavora, ma pagano il 2% circa di tasse sul reddito... !#F_END#
A questa voce, però, ne vanno aggiunte altre. Ad esempio l’Iva: «Una recente indagine della Banca d’Italia ha evidenziato come la propensione al consumo delle famiglie straniere (ovvero il rapporto tra consumo e reddito) sia pari al 105,8%: vale a dire che le famiglie straniere tendono a non risparmiare nulla, anzi ad indebitarsi o ad attingere a vecchi risparmi. Ipotizzando che il reddito delle famiglie straniere sia speso in consumi soggetti ad Iva per il 90% (escludendo rimesse, affitti, mutui e altre voci non soggette a Iva), il valore complessivo dell’imposta indiretta sui consumi arriva a 1,4 miliardi di euro». Più il gettito dalle imposte sui carburanti (840 milioni circa), i soldi per lotto e lotterie (210 milioni) e rinnovi dei permessi di soggiorno (1.741.501 nel 2012 per 340 milioni) e così via: «Sommando le diverse voci, si ottiene un gettito fiscale di 7,6 miliardi».
Poi c’è il contributo previdenziale: «Considerando che secondo l’ultimo dato ufficiale Inps (2009) i contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi». Cosicché «sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi».
#F_START# size=5 color=blue #F_MID# OK... manca il tempo di commentare tutto. Ricordate un dato solo: le imposte totali incassate in Italia sono circa 760 miliardi. Ok ? 760 miliardi di euro. Gli immigrati, stando a quello che scrive lo stesso Stella, ne pagano solo 16,6 miliardi.... Quanto fa in percentuale ? Un 2% e rotti...Lo scrive lui stesso.. ?
#F_END#
#F_START# size=3 color=blue #F_MID#Ma tanto i numeri e le percentuali chi le capisce eh Stella ? Per cui ripete come un martello: "gli immigrati....sono una ricchezza. Lo dicono i numeri, ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi....sarebbe ancora più dura senza di loro...." #F_END#
Ma se questo è quanto danno, quanto ricevono poi gli immigrati? «Considerando che dopo le pensioni la sanità è la voce di gran lunga più importante e che all’interno di questa circa l’80% della spesa è assorbita dalle persone ultrasessantacinquenni», risponde lo studio, l’impatto dei nati all’estero (nettamente più giovani e meno acciaccati degli italiani) è decisamente minore sul peso sia delle pensioni sia della sanità, dai ricoveri all’uso di farmaci. Certo, è maggiore nella scuola «dove l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana ha raggiunto l’8,4%», ma qui «la parte preponderante della spesa è fissa».
E i costi per la giustizia? «Una stima dei costi si aggira su 1,75 miliardi di euro annui». E le altre spese? Contate tutte, rispondono Stuppini e la Fondazione. Anche quelle per i Centri di Identificazione ed Espulsione: «Per il 2012 il costo complessivo si può calcolare in 170 milioni».
In ogni caso, prosegue il dossier, «si è considerata la spesa pubblica utilizzando il metodo dei costi standard, stimando la spesa pubblica complessiva per l’immigrazione in 12,6 miliardi di euro, pari all’1,57% della spesa pubblica nazionale. Ripartendo il volume di spesa per la popolazione straniera nel 2012 (4,39 milioni), si ottiene un valore pro capite di 2.870 euro». Risultato: confrontando entrate e uscite, «emerge come il saldo finale sia in attivo di 3,9 miliardi». Per capirci: quasi quanto il peso dell’Imu sulla prima casa. Poi, per carità, restano tutti i problemi, i disagi e le emergenze che abbiamo detto. Che vanno affrontati, quando serve, anche con estrema durezza. Ma si può sostenere, davanti a questi dati, che mantenere l’estensione della social card ai cittadini nati all’estero ma col permesso di soggiorno è «un’istigazione al razzismo»?
Per non dire dell’apporto dei «nuovi italiani» su altri fronti. Dice uno studio dell’Istituto Ricerca Sociale che ci sono in Italia 830 mila badanti, quasi tutte straniere, che accudiscono circa un milione di non autosufficienti. Il quadruplo dei ricoverati nelle strutture pubbliche. Se dovesse occuparsene lo Stato, ciao: un posto letto, dall’acquisto del terreno alla costruzione della struttura, dai mobili alle lenzuola, costa 150 mila euro. Per un milione di degenti dovremmo scucire 150 miliardi. E poi assumere (otto persone ogni dieci posti letto) 800 mila addetti per una spesa complessiva annuale (26mila euro l’uno) di quasi 21 miliardi l’anno. Più spese varie. Con un investimento complessivo nei primi cinque anni di oltre 250 miliardi.Ha ragione papa Francesco: gli immigrati sono una ricchezza. Lo dicono i numeri. Fatti i conti costi-benefici, spiega un dossier della fondazione Moressa, noi italiani ci guadagniamo 3,9 miliardi l’anno. E la crisi, senza i nuovi arrivati che hanno fondato quasi mezzo milione di aziende, sarebbe ancora più dura. Certo, è facile in questi tempi di pesanti difficoltà titillare i rancori, le paure, le angosce di tanti disoccupati, esodati, sfrattati ormai allo stremo. Soprattutto in certe periferie urbane abbruttite dal degrado e da troppo tempo vergognosamente abbandonate dalle pubbliche istituzioni. Ma può passar l’idea che il problema siano «gli altri»?
Non c’è massacro contro i nostri nonni emigrati, da Tandil in Argentina a Kalgoorlie in Australia, da Aigues Mortes in Francia a Tallulah negli Stati Uniti, che non sia nato dallo scoppio di odio dei «padroni di casa» contro gli italiani che «rubavano il lavoro». Basti ricordare il linciaggio di New Orleans del 15 marzo 1891, dove tra i più assatanati nella caccia ai nostri nonni c’erano migliaia di neri, rimpiazzati nei campi di cotone da immigrati siciliani, campani, lucani.
Eppure quei nostri nonni contribuirono ad arricchire le loro nuove patrie («la patria è là dove si prospera», dice Aristofane) proprio come ricorda Francesco: «I Paesi che accolgono traggono vantaggi dall’impiego di immigrati per le necessità della produzione e del benessere nazionale».
Creano anche un mucchio di problemi? Sì. Portano a volte malattie che da noi erano ormai sconfitte? Sì. Affollano le nostre carceri soprattutto per alcuni tipi di reati? Sì. Vanno ad arroccarsi in fortini etnici facendo esplodere vere e proprie guerre di quartiere? Sì. E questi problemi vanno presi di petto. Con fermezza. C’è dell’altro, però . E non possiamo ignorarlo.
Due rapporti della Fondazione Leone Moressa e Andrea Stuppini, collaboratore de «lavoce.info», spiegano che non solo le imprese create da immigrati sono 497 mila (l’8,2% del totale: a dispetto della crisi) per un valore aggiunto di 85 miliardi di euro, ma che nei calcoli dare-avere chi ci guadagna siamo anche noi. Nel 2012 i contribuenti nati all’estero sono stati poco più di 3,5 milioni e «hanno dichiarato redditi per 44,7 miliardi di euro (mediamente 12.930 euro a persona) su un totale di 800 miliardi di euro, incidendo per il 5,6% sull’intera ricchezza prodotta». L’imposta netta versata «ammonta in media a 2.099 euro, per un totale complessivo pari a 4,9 miliardi». Con disparità enorme: 4.918 euro pro capite di Irpef pagata nel 2013 in provincia di Milano, 1.499 in quella di Ragusa.
A questa voce, però, ne vanno aggiunte altre. Ad esempio l’Iva: «Una recente indagine della Banca d’Italia ha evidenziato come la propensione al consumo delle famiglie straniere (ovvero il rapporto tra consumo e reddito) sia pari al 105,8%: vale a dire che le famiglie straniere tendono a non risparmiare nulla, anzi ad indebitarsi o ad attingere a vecchi risparmi. Ipotizzando che il reddito delle famiglie straniere sia speso in consumi soggetti ad Iva per il 90% (escludendo rimesse, affitti, mutui e altre voci non soggette a Iva), il valore complessivo dell’imposta indiretta sui consumi arriva a 1,4 miliardi di euro». Più il gettito dalle imposte sui carburanti (840 milioni circa), i soldi per lotto e lotterie (210 milioni) e rinnovi dei permessi di soggiorno (1.741.501 nel 2012 per 340 milioni) e così via: «Sommando le diverse voci, si ottiene un gettito fiscale di 7,6 miliardi».
Poi c’è il contributo previdenziale: «Considerando che secondo l’ultimo dato ufficiale Inps (2009) i contributi versati dagli stranieri rappresentano il 4,2% del totale, si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi». Cosicché «sommando gettito fiscale e contributivo, le entrate riconducibili alla presenza straniera raggiungono i 16,6 miliardi».
Ma se questo è quanto danno, quanto ricevono poi gli immigrati? «Considerando che dopo le pensioni la sanità è la voce di gran lunga più importante e che all’interno di questa circa l’80% della spesa è assorbita dalle persone ultrasessantacinquenni», risponde lo studio, l’impatto dei nati all’estero (nettamente più giovani e meno acciaccati degli italiani) è decisamente minore sul peso sia delle pensioni sia della sanità, dai ricoveri all’uso di farmaci. Certo, è maggiore nella scuola «dove l’incidenza degli alunni con cittadinanza non italiana ha raggiunto l’8,4%», ma qui «la parte preponderante della spesa è fissa».
E i costi per la giustizia? «Una stima dei costi si aggira su 1,75 miliardi di euro annui». E le altre spese? Contate tutte, rispondono Stuppini e la Fondazione. Anche quelle per i Centri di Identificazione ed Espulsione: «Per il 2012 il costo complessivo si può calcolare in 170 milioni».
In ogni caso, prosegue il dossier, «si è considerata la spesa pubblica utilizzando il metodo dei costi standard, stimando la spesa pubblica complessiva per l’immigrazione in 12,6 miliardi di euro, pari all’1,57% della spesa pubblica nazionale. Ripartendo il volume di spesa per la popolazione straniera nel 2012 (4,39 milioni), si ottiene un valore pro capite di 2.870 euro». Risultato: confrontando entrate e uscite, «emerge come il saldo finale sia in attivo di 3,9 miliardi». Per capirci: quasi quanto il peso dell’Imu sulla prima casa. Poi, per carità, restano tutti i problemi, i disagi e le emergenze che abbiamo detto. Che vanno affrontati, quando serve, anche con estrema durezza. Ma si può sostenere, davanti a questi dati, che mantenere l’estensione della social card ai cittadini nati all’estero ma col permesso di soggiorno è «un’istigazione al razzismo»?
Per non dire dell’apporto dei «nuovi italiani» su altri fronti. Dice uno studio dell’Istituto Ricerca Sociale che ci sono in Italia 830 mila badanti, quasi tutte straniere, che accudiscono circa un milione di non autosufficienti. Il quadruplo dei ricoverati nelle strutture pubbliche. Se dovesse occuparsene lo Stato, ciao: un posto letto, dall’acquisto del terreno alla costruzione della struttura, dai mobili alle lenzuola, costa 150 mila euro. Per un milione di degenti dovremmo scucire 150 miliardi. E poi assumere (otto persone ogni dieci posti letto) 800 mila addetti per una spesa complessiva annuale (26mila euro l’uno) di quasi 21 miliardi l’anno. Più spese varie. Con un investimento complessivo nei primi cinque anni di oltre 250 miliardi.
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