...il sollievo per la fine delle principali restrizioni sarà così grande che rischierà di impedire che ci sia una forte reazione politica contro gli attentatori della democrazia, che ci si accontenti di un guinzaglio più lungo pensando di avere recuperato la libertà. Il vero pericolo è che tutto continui come prima dentro un quadro di progressivo autoritarismo che viene imposto crisi dopo crisi alla ricerca di una normalità che non è altro se non il gradino precedente della scala. Quindi la cosa più importante è rimanere incazzati, ricordare quanti morti tra proibizione di cure e sedicenti vaccini sono stati fatti, a che punto è arrivata una scienza ormai quasi totalmente preda del denaro, come ci hanno impoveriti e umiliati.
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La assoluta chiarezza della mistificazione a cominciare da un assurdo divieto di cura, passando per tamponi capaci di rilevare la presenza di ogni tipo di virus, per arrivare alla teoria che i vaccinati dovessero temere i vaccinati, esclude in radice che nel racconto vi sia stata buona fede non solo da parte di una medicina venduta al miglior offerente, ma anche di una politica e di una informazione per comprendere la quale bisogna solo seguire la pista dei soldi. Non si tratta di gente confusa, ma al massimo di gente che ha confusamente aderito a un progetto politico: non devono avere la possibilità di svignarsela e di riverginarsi in qualche modo.
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cambiate medico se questo vi ha detto che che c’è solo tachipirina e vigile attesa, perché è uno di cui non potete fidarvi
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Il fatto di essere riusciti a fermare il moloch della finta pandemia e delle sue armi di distrazione di massa deve infondere fiducia in un possibile cambiamento, ma non ci deve far abbassare la guardia. Per ciò che ci riguarda da vicino viviamo in una situazione in un certo senso privilegiata perché l’Italia è stato forse il Paese peggio gestito e peggio svenduto al mondo, incrociando oscuri disegni e improvvisazione quotidiana da parte di sinedri di imbecilli, ed è anche quello dove la partita si delinea in maniera evidente e inequivocabile, la linea di frattura tra popolo e oligarchia. Anche se tra un popolo disorientato e un’oligarchia incancrenita.