Ritorniamo alla lira?

 

  By: Paolo_B on Giovedì 13 Marzo 2014 18:35

Gianlini, ovviamente non posso sapere con sicurezza il motivo ma il broker di cui dicevo all'inizio credo ne sappia qualcosina e lui imputava esclusivamente ragioni economiche, invece che culturali. In pratica quello che mi ha detto che la crisi non ha colpito gli yacht più grandi, tipo i 50 metri in su. Lo yacht invece da cui ho scattato la foto (noti a che altezza sono) è un 35 mt. Ma le vere note dolenti sono i costi di mantenimento. Ha bisogno di 3 dipendenti fissi d'inverno e 6 in estate (capitano e gente addetta a pulizia/servizio), più stazionamenti, balzelli, riparazioni, manutenzioni, il tutto deciso e seguito da terze persone pagate in quanto il proprietario non ha tempo da perdere per curare la barca. Cifra annua necessaria al mantenimento: 400,000 euro. Insomma, la nautica può dar lavoro a un sacco di persone. Sembrano cifre per ricchissimi e sappiamo che si dice come i ricchi siano diventati sempre più ricchi con la crisi. E invece no. Questa costosa barca è ancora piccola. I ricchi che la prendevano sono fra coloro che sono stati colpiti dalla crisi. Il proprietario della barca era un industriale del nord europa, non italiano. Il mitico nord europa la cui economia va bene. Però la sua azienda ha dovuto tagliare i costi per rimanere competitiva e soffre. Anche il proprietario ha incominciato a lagnarsi delle spese e quindi l'ha venduta. La visita che abbiamo fatto era di controllo prima del passaggio ai nuovi proprietari. E il broker dice che il motivo di tanta offerta e poca domanda per le barche di questa grandezza è la sofferenza delle imprese. I nuovi ricchi della crisi sono invece gente della finanza oppure imprenditori che hanno fatto davvero il passo globale e hanno internazionalizzato l'azienda. E' questi vanno per il super yacht sopra i 50 metri, dove non c'è crisi. Morale: Anche i ricchi piangono. Solo i ricchissimi ridono sempre.

 

  By: gianlini on Giovedì 13 Marzo 2014 12:39

Paolo, premesso che da spettatore i megayacht mi piacciono tantissimo, sia ormeggiati che in mare, e mi piace moltissimo il loro baccano (idem dicasi per Lamborghini, Ferrari o BMW M5).. non pensi che sia effettivamente ci sia una ragione più culturale che economica dietro alla crisi del mercato? non pensi che sia ormai molto fuori moda comprarsi una barca, anche per le ragioni elencate da Pana? è cosa appunto da burini russi o arabi....

 

  By: Paolo_B on Giovedì 13 Marzo 2014 11:26

Pana, nonostante possa comprendere la poca simpatia per i mezzi a motore sono in disaccordo. Allora dovremmo essere contenti di non produrre più Ferrari, dato che sono rumorose ed inquinanti. Basta Ferrari e tutti in bicicletta (fatta in cina magari). Un paese come l'Italia aveva una storia cantieristica come nessun altro. La nautica italiana è stata distrutta negli ultimi anni sia a livello di consumo che di costruzione, ed è una perdita che diventerà irrimediabile.

 

  By: hobi50 on Giovedì 13 Marzo 2014 10:02

Meno male che le norme dell'Europa tengono lontani i politici italiani dal borsellino costringendoli a fare i piazzisti del nulla .... o no ? Magari stiamo perdendo tutti una bella villa ai Caraibi che ,se potessero,sono sicuro che ce la prometterebbero. Oppure ,altra ipotesi,non è che Renzi e Berlusconi ce li meritiamo ? Hobi P.S. Sia ben chiaro ...sono contento dei 10 miliardi in tasca ai poveretti ...tanto non cambia nulla.

 

  By: pana on Giovedì 13 Marzo 2014 09:34

ci sono tanti modi piu ecologici per girare in mare, la canoa, il windsurf, catamarani e barche a vela, uno va in mare per stare in silenzio e poi ti arrivano questi yach che fanno baccano, inquinano e puzzano pure,ben venga la crisi che li toglie !

سرايا القدس تبث مشاهد جديدة لقنص جندي إسرائيلي من وحدة الهندسة شرقي مدينة غزة - YouTube

Yachts italiani e Euro - Paolo_B  

  By: Paolo_B on Giovedì 13 Marzo 2014 01:29

Stock: Euro

In questi giorni sono stato ospite di un amico della mia compagna, un broker di Yachts di Montecarlo, uno che vende barche solo dai 6 milioni in su. Lui non è italiano ma rappresenta anche dei cantieri italiani. Per lui la cantieristica italiana, rimanendo nell'euro, è spacciata. Secondo lui per gli italiani è completamente impossibile competere rimanendo nell'euro. A parte il discorso di aver distrutto ogni domanda interna, cosa che dice sia accaduta anche in Francia che è in pratica un paese del socialismo reale che ha fatto scomparire i ricchi acquirenti di imbarcazioni. Anche ai broker di superyachts sono rimasti solo i soliti russi, e sembra che forse si riuscirà a perdere pure quelli ... Abbiamo fatto un giro in un vicino porto della liguria e ho fatto la foto sotto per mostrare cosa succede quando un ex ricco italiano ha la barca con problemi di corrosione e non ha disponibilità per ripararla e neppure trova un acquirente.

 

  By: Moderatore on Giovedì 13 Marzo 2014 00:23

Questo video ^"Zingales sull'uscita dall'Euro"#http://www.tubechop.com/chop/wFNmAPDYhA0^ sull'Euro è efficace perchè Zingales parla molto chiaro e si esprime con forza Luigi Zingales bene o male è l'economista italiano più in gamba e non solo perchè ha la cattedra a Chicago, se senti come parla capisci che in un dibattito sarebbe un osso duro. Peccato che in Italia si facciano chiacchere tante, ma dibattiti seri tra opinioni contrapposte mai Dove sono gli errori del ragionamento di Zingales (che suona convincente) ? [come piccolo aiuto metto il grafico del Won, valuta della Corea, rispetto al dollaro negli ultimi 30 anni, quando sale vuole dire che il dollaro sale e lo won scende....]

Satana, lascia stare la Banca Centrale! - Moderatore  

  By: Moderatore on Sabato 08 Marzo 2014 01:39

Parlando di ritorno alla Lira occorre tenere presente che negli ultimi due mesi c'è stato un cedimento generale delle valute di paesi emergenti o emersi ma non ancora solidi, dalla rupia, al rublo, al rand, al real brasiliano, alla lira turca ecc.. e in questo clima una nuova lira potrebbe anche lei finire sotto pressione. Ma ci sono sistemi per difenderla. Ad esempio in tutta l'Africa le valute stanno perdendo,in Ghana la valuta locale, chiamata "Cedi" (che in italiano suona di cattivo auspicio) ha perso un -11% nell'ultimo mese e questo ha provocato una reazione delle autorità: le chiese stanno tenendo preghiere e veglie "per la resurrezione del Cedi" e ^"Satana, lascia stare la Banca Centrale!" [del Ghana]#https://twitter.com/bradleydaviswsj/status/442039889568088064/photo/1^, mentre i politici locali accusano gli stregoni di usare la magia nera contro il povero Cedi -- (dal Wall Street Journal, 8 marzo: #b# "I command the resurrection of the cedi! In the name of Jesus!" preached evangelist#/b# Nicholas Duncan-Williams of a megachurch called Action Chapel, recently. Then he addressed Satan: "Take your hands off the central bank!" African countries are having a devil of a year, due in large part to the slump in their currencies. From Gambia to Zambia, sharp drops against the U.S. dollar are making imported goods more expensive, forcing shopkeepers to raise prices, slowing business at many of Africa's gleaming new shopping malls, car dealerships and fast-food restaurants. In Ghana, the cedi lost 11% against the dollar in the first two months of 2014. Some radio personalities blamed the free fall on the devil, others on mythical dwarves who practice witchcraft in the forest... #b# "These dwarfs, the black magic is what has made the cedi lose value,"#/b# Anita Desooso, a political organizer for the ruling National Democratic Congress told private radio station Adom FM recently....) -- A parte questa teoria africana dei tassi di cambio, se leggi l'intera storia impari che la bolla ha raggiunto l'Afrca: il Ghana è l'economia numero uno in Africa nell'ultimo anno con crescita sul 5-6%, ma è dovuto ad un esplosione di centri commerciali e di catene di negozi di multinazionali basata su un afflusso di capitali esteri, solo in in Ghana sono arrivati 19 miliardi dall'estero In Africa negli ultimi due anni c'è un boom di importazioni, aumenti di stipendi pubblici del 200%... sono sorti 1,000 Kentucky Fried Chicken, 380 mega Wall Mart e si sono costruiti migliaia di condomini di lusso da 3mila dollari al mese In pratica il boom del credito globale è arrivato in Africa negli ultimi due anni, sono proliferati fondi ed ETF "Africa" , sul Financial Times, al Fondo Monetario o a Goldman Sachs si parlava sempre di Africa come opportunità. Risultato: soldi che arrivano ad investire in qualunque cosa africana che proprio non fosse in mezzo ad una guerra civile e boom del consumo finanziato da debito e importazioni, boom immobiliare, arrivo in massa di catene come Holiday Inn, Best Western (hotel), Wall Mart ec... Come nota l'articolista "ora in Ghana si importa praticamente tutto" e non si produce niente, cioè l'afflusso di denaro estero spinto dai tassi di interessi sempre più bassi e le banche centrali che pompano moneta ha creato anche in posti come il Ghana quello che era successo in Spagna o Irlanda prima del 2008 Per ora le valute di alcuni di questi paesi scricchiolano, ma appunto la gente si sta mobilitando pregando e cercando di scacciare gli spiriti maligni (^"In Africa, Calls for Heavenly (Currency) Intervention"#http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702304585004579417822045597450?mg=reno64-wsj&url=http%3A%2F%2Fonline.wsj.com%2Farticle%2FSB10001424052702304585004579417822045597450.html^ Why Has Ghana's Cedi Plunged? Some Look to the Devil, or Mythical Dwarves).... Ma non siamo messi meglio dell'Africa, l'austerità di Monti, Letta, Saccomanni, Draghi e Padoan è una forma di voodo, fa ridurre i soldi che circolano, poi lamenta che mancano i soldi e recita formule magiche basate sulla superstizione del deficit.. "al primo punto c'è la questione dell'eccessivo cuneo fiscale". "dai tagli alla spesa possono arrivare "5 miliardi su base annua" ^ "Sul deficit - sottolinea - non dobbiamo tornare oltre il 3%"...#http://www.huffingtonpost.it/2014/03/06/pier-carlo-padoan-taglio-tasse_n_4909167.html?utm_hp_ref=italy^

 

  By: DOTT JOSE on Venerdì 07 Marzo 2014 16:22

Progetto Bancor per riappropriarsi della sovranità in pratica se ho ben inteso si tratta di ritornare all ECU, e lasciare una banda dove far oscillare le valute piu deboli per farle scendere quel tanto che basta per stimolare l'economia ? http://www.sinistrainrete.info/europa/3483-enrico-grazzini-euro-come-recuperare-la-sovranita-monetaria.html La Bce utilizzerebbe l'euro-bancor come unità di conto neutrale e gestirebbe una European Clearing Union, Ecu, cioè una camera di compensazione multilaterale per le transazioni europee analoga alla International Clearing Union proposta da Keynes. È l'ipotesi formulata da Frederic Lordon su Le Monde Diplomatique (5), ed è soprattutto analoga a quella avanzata da Keynes a Bretton Woods con il suo Bancor.

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: gerry10 on Martedì 04 Marzo 2014 15:19

Il sistema va visto nel suo complesso con tre insiemi: Stato, Sistema Bancario (creditore, privati cittadini e imprese (debitori e depositanti). ________________________________________________________ Ottimo suggerimento, senonché è estremamente difficile reggere le complicazioni che derivano dal ragionare sui tre insiemi. Già è arduo districarsi nelle implicazioni originate dalla creazione di moneta bancaria che fluttua in ogni dove, figuriamoci immaginare ogni ulteriore interazione con i movimenti finanziari che genera lo Stato. In un certo senso potremmo dire (ma è un azzardo) che i prestiti concessi allo Stato, altro non sono che una forma rovesciata di creazione di moneta endogena, nella quale è persino il cittadino e la stessa impresa, solitamente destinatari del credito, a proporsi come soggetto erogatore del credito stesso. Ma poiché il denaro dei cittadini e delle imprese appartiene a loro stessi (e non, come per le banche, ad altri) non dovrebbe avere alcun senso parlare di moneta endogena, non essendoci alcuna creazione di denaro, ma solo un trasferimento da cittadino a Stato. Senonchè accade che lo Stato contraccambia al prestito con un titolo negoziabile che è possibile monetizzare sul mercato finanziario. I BTP sono dunque denaro di creazione endogena? Potremmo definire i BTP decennali come l’aggregato M4? E in questo contesto in cui pare che si siano creati nuovi soldi, come può definirsi il caso, peraltro sempre più frequente, in cui l’acquisto di BTP è effettuato dalla banca per investimento suo, ma con i soldi degli altri? Non ho risposte certe. Quello che si può dire intorno alla problematica Stato, e più precisamente intorno alla questione del debito pubblico, può forse essere ricavato da quella teoria sul circuitismo in cui si narra del cerchio che in verità non si chiude mai (forse è una ellisse). Il fenomeno circolare che caratterizza la formazione dei debiti pubblici è infatti l’unico elemento (almeno per me) decifrabile. Un fenomeno che parte da una constatazione che può apparire paradossale: “nulla è più facile che colmare il deficit dello Stato, ANCHE PER I SECOLI A VENIRE”. Eccolo il circuitismo rivelatore applicato all’Italia (con qualche semplificazione ove si immagina che il debito e detenuto solamente da italiani) Con i dati reali disponibili sappiamo che nel 2011 lo Stato colmò il suo disavanzo con 61 miliardi di nuovi titoli. Il denaro ottenuto entrò dunque in circolo per finire, come è logico che sia, nelle banche da cui escì, in parte, per finanziare il disavanzo del 2012 pari a 48 miliardi. 48 miliardi che tornano ai cittadini e alle imprese e poi alle banche, pronte a fronteggiare il nuovo fabbisogno dello Stato per il 2013, questa volta più alto, di 80 miliardi. Ecco quindi che in tre anni il debito è cresciuto di 189 miliardi di euro, con una media di 63 miliardi annui di incremento che, come si è visto, SONO SEMPRE GLI STESSI SOLDI CHE GIRANO. Ne consegue che posta la condizione del rinnovo dei titoli in scadenza (cosa non difficile da realizzarsi), l’incremento annuo, nel passato e nel futuro, sarà operato con la stessa (più o meno) provvista di denaro impiegata l’anno prima. Ecco perché è facilissimo, ogni anno, finanziare il deficit: non servono soldi in più. Tutto il debito cumulato è dunque frutto del conteggio ripetuto dei medesimi denari. Infine l’ultima semplificazione che piacerà a sinistra ma non a destra. Se chiamiamo “Popolo” tutti coloro che prestano allo Stato i soldi per finanziare il deficit, com’è che lo stesso Popolo pretende che gli vengano restituiti i soldi se tutti questi soldi gli sono già stati restituiti con il Deficit?

 

  By: gerry10 on Martedì 04 Marzo 2014 12:03

.........i debiti non possono essere estinti in quanto non esistono depositi a sufficienza per farlo in quanto la massa del credito emesso + i relativi interessi è superiore alla massa dei depositi. Per tali motivi i debiti possono essere ripagati solo con l’immissione di moneta esogena (solo la dove la banca centrale lo permetta) indebitando lo Stato (deficit) oppure tramite emissione di nuovo credito. E’ corretto? ___________________________________________________________________ L’assunto, così’ formulato, sarebbe corretto soltanto nell’ipotesi in cui alle grandezze indicate (la massa del credito + interessi e la massa dei depositi) venisse imposto di “regolare i conti” nel medesimo istante e per l’intero ammontare, cosa che in realtà non avviene e non può avvenire. Non esistendo la contestualità e l’universalità, la formula, pur corretta in astratto, non ha applicazioni pratiche. Nella realtà abbiamo numerosi e parzialissimi “regolamenti di conti”, (i singoli debitori per la loro singola rata) sempre scansionati nel tempo e dunque sempre sostenibili dalla massa di moneta endogena esistente. Ed è proprio nel frangente temporale in cui questo processo parziale di rientro dei crediti avviene, che la Banca, ottenuta nuova liquidità, attua una sorta di “rabbocco” di moneta endogena che si formalizza in un nuovo prestito. In definitiva la Banca dispone di tutto il tempo necessario per creare anche il denaro che servirà a pagargli gli interessi. E ci mancherebbe.

 

  By: hobi50 on Martedì 04 Marzo 2014 04:51

Myollnir,nel punto 1 lei sostiene (forse in maniera un po semplificata)la tesi che H.MINSKY ha prospettato con la sua famosa ipotesi della intrinseca instabilità del sistema finanziario. Tesi anche intuitivamente ovvia visto che la moneta endogena è,nel suo complesso ,legata all'attività economica che,a sua volta,necessita di moneta avente debito come contropartita . Processo quest'ultimo rischioso che,purtroppo, ogni tanto scappa dal controllo dell'uomo . ..e da qui le crisi che coinvolgono il sistema finanziario. D'altra parte le soluzioni alternative sono non esaltanti. Si puo ritornare alla moneta commodity. Si puo ritornare alla sola moneta esogena di creazione statale ( ANTI ..LA GRANDE UNIONE SOVIETICA) al servizio della classe politica momentaneamente al potere che la utilizza per comprare beni e servizi. Si puo pensare ad un sistema misto in cui accanto allo stato c'è una banca centrale che presta alle banche cui però viene imposto una riserva pari al 100% dell'incremento dei depositi. Insomma un intervento ex ante e non ex post della banca centrale. Boh ...cose difficili ...da studiare ...non certo pane per i nostri denti. Sul punto 2 ( la faccenda degli interessi ),Gerry ha spiegato molto bene. Voglio aggiungere che gli interessi ATTIVI per le BANCHE sono di gran lunga superiori ai relativi interessi PASSIVI . Non si crea quindi alcuna impossibilità di chiudere il circuito che soggiace ,certamente e comunque ,all'instabilità minskiana. Hobi

 

  By: hobi50 on Martedì 04 Marzo 2014 03:57

Il post di Gerry 10 delle 15 è veramente notevole. C'è un solo errore conclusivo(che non inficia le considerazioni precedenti ). "Infine, nel caso estremo in cui la contrazione di liquidità si spingesse fino all’estinzione di tutti i prestiti (e con essi dei depositi), l’esito sarebbe di avere “in cassa“ soltanto la base monetaria esogena fatta di banconote e spiccioli." Le banche NON hanno la minima possibilità di mutare la base monetaria: possono solo modificarne ,a loro piacimento ,la composizione. E cioè possono decidere quanto tenere di moneta cartacea nei caveau e quanto tenere di riserve bancarie presso la banca centrale. Quindi in una ipotetica ed ASSURDA liquidazione ( sarebbe la fine di ogni attività in cui si porrebbe termine alla società come la conosciamo ) condotta sia con transazioni espresse in moneta scritturale che da transazioni concluse con moneta cartacea , rimarrebbe solo la base monetaria o moneta esogena o high powered money (HPM) CHE NON E' MODIFICABILE DALLE OPERAZIONI TRA BANCHE. Difra Lei è una bella gnocca( e quindi le si perdona tutto ) ma quando copia,eviti almeno i siti dei rettiliani per i quali la moneta endogena ha costo zero . Se si è addicted alle idiozie .... cambiare spacciatore e fumare almeno "roba buona". Come al solito il Dott. Zibordi si affanna ANCORA (????) a citare la Banca d'Inghilterra per affermare ciò che è pacifico. Due anni fa gli chiesi se erano forse PIPPO,PLUTO e PAPERINO i responsabili della differenza tra M1 ed M3 non riuscendogli di capire che il DELTA tra le due grandezze era il risultato dell'attività bancaria. Pensavo di averlo aiutato ma ,se ha ancora bisogno della Banca d'Inghilterra ... Hobi

 

  By: Mjollnir on Martedì 04 Marzo 2014 01:13

@Hobi, Mi sono letto un po’ la teoria del circuito monetario di Graziani che dice più o meno quanto segue (niente di particolarmente difficile da comprendere): “La moneta è un mezzo di pagamento puramente creditizio, di tipo scritturale. Viene creato ex nihilo dal sistema bancario, su richiesta delle imprese, che ne fanno uso per pagare i servizi dei fattori produttivi, offerti dalle famiglie. Con i redditi monetari così ottenuti, le famiglie acquistano i prodotti delle imprese, mettendo queste in condizione di restituire i prestiti alle banche. In tal modo, il circuito della moneta può chiudersi in perfetto equilibrio. Nel senso che tutta la moneta creditizia inizialmente creata dalle banche torna, prima o poi, nella loro disponibilità e può di conseguenza essere distrutta.” La teoria del circuito monetario si occupa principalmente di studiare come i crediti concessi dalle banche possano seguire il circuito sopra descritto. Gli algoritmi coinvolti sono abbastanza complessi e si risolvono con equazioni differenziali (questa è la parte difficile). Il punto, secondo me, è che per quanto sia lodevole lo sforzo di calcolo di questa teoria, la stessa va incontro a due grossolani errori di cui il secondo è macroscopico: 1) Come detto sopra, secondo questa teoria, il circuito monetario deve chiudersi con il rientro della moneta nella disponibilità delle banche che l’hanno creata, che potranno così provvedere a cancellarla dalle passività, nei loro libri contabili. Le cose però si complicano se i prestiti non possono essere interamente rimborsati, perché le famiglie e le imprese non spendono tutti i loro redditi in prodotti delle imprese e in titoli da queste emessi, ma manifestano una preferenza per il risparmio. Appare evidente come in tal caso il circuito della moneta non si chiude, le imprese restano indebitate verso le banche e il sistema entra in crisi. 2) Se i prestiti che le imprese ottengono dalle banche comportano il pagamento di interessi, la restituzione del loro importo originario non basta a chiudere il circuito. Si rende quindi necessaria un’ulteriore creazione di moneta, oppure si deve assumere che i prestiti in questione siano automaticamente rinnovati alla loro scadenza, per un importo maggiorato degli interessi nel frattempo maturati.

 

  By: difra007 on Martedì 04 Marzo 2014 00:44