warning per la banda della magliadilana:
MANTENERE ALTO UN LIVELLO DI ALLARME (STRESS) INFLUISCE SULLA SUSCETTIBILITÀ ALLE INFEZIONI.
Stefano Tasca MD
Per il preziosissimo aiuto ringrazio infinitamente:
Dott.ssa Costanza Maria Cristiani (PhD Scienze della vita – Immunologia) senza la quale il mio tentativo di spiegare come funziona il sistema immunitario sarebbe stato impreciso e parziale
il Dr. Paolo Bonilauri (Dirigente Ist. Zooprofilattico della Lombardia ed Emilia Romagna) e il Dr. Walter Lucchesi (Docente di Immunologia presso l’Università di Londra) per la loro puntualità ed efficacia nel segnalarmi un errore concettuale riguardo allo stress (differenze tra animale e uomo)
DI COSA PARLIAMO?
La situazione di pericolo relativa alla possibilità che Covid-19 ritorni con caratteristiche di virulenza simili a quelle vissute nel periodo caldo tra Marzo e Maggio associata ai provvedimenti di contenimento (limitazioni alla libertà individuale in prevalenza), alla continua diffusione di notizie allarmanti (a volte non verificate e non verosimili) ed alle frequenti contraddizioni tra esperti, ha generato nella popolazione una condizione di stress cronico. Proviamo ad interfacciare le ripercussioni di tale stato sull’efficienza del sistema immunitario e sulla possibilità che questa situazione di allarme ininterrotto possa influire negativamente sulle capacità di difesa contro il virus...
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Si configura dunque una specie di paradosso: LA NARRATIVA CHE CARATTERIZZA IL COVID 19 E LE STRATEGIE CHE I DECISORI PROGETTANO DI METTERE IN ATTO PER PROTEGGERCI DALLA MALATTIA, GENERANO MECCANISMI CHE AMPLIFICANDOSI (COI MEDIA) NEL TEMPO CI RENDONO PIU’ SUSCETTIBILI AD ESSA.
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Nello stress cronico (che a volte può essere non percepito per cui non ci si rende conto di averlo o lo si chiama con altri nomi più carini tipo “ansia”, “paura” “depressione”, ecc.) questi mediatori (cortisolo e adrenalina) sono sempre ad un livello alto, il che alla lunga determina uno stato paradossale in cui la loro azione, che abbiamo visto utile a riportare alla linea base l’attività del sistema immunitario, TENDE A FARLO SCENDERE AL DI SOTTO DEL MINIMO DI ATTIVITA’. Più tempo dura lo stress più basso sarà il livello di attività del sistema immunitario che risulterà meno reattivo, ostacolato, inefficiente perché non coadiuvato dall’azione delle citochine ed anche “fatto fuori” (apoptosi eccessiva). In soldoni questo significa che lo stress cronico espone a:
- essere più recettivi alle malattie infettive
- avere meno prontezza nella risposta sia cellulomediata che umorale
- rischiare di sviluppare anche altre malattie legate alla supervisione del sistema immunitario come ad esempio alcuni tipi di tumore
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Altro elemento che favorisce la cronicizzazione dello stress è la MANIACALE ATTESA DI NOTIZIE O LA LORO RICERCA: nello stressato purtroppo avviene un meccanismo perverso. Se la notizia è cattiva trova conferme al suo stato d’ansia che quindi aumenta; se la notizia è buona non solo non ha sollievo ma non le dà valore, perché il suo livello basale di ansia gli impedisce di razionalizzare gli eventi (si può tranquillamente parlare di “assuefazione” allo stato di allarme). In realtà è dipendente, dopo un certo periodo, dalle cattive notizie.