By: duca on Venerdì 04 Novembre 2011 19:28
Un po' di numeri dal sole 24 del 25 ottobre. Non siamo poi messi così male! Leggete antiitaliani.
il Paese è ben vivo nei suoi punti di forza, come mostra lo straordinario dinamismo dell'export, con le vendite ai Paesi extra Ue di settembre superiori addirittura del 7,4% al massimo pre-crisi. Persino sulla crescita, la revisione delle serie storiche del Pil italiano operata dall'Istat, ha alzato la nostra crescita 2010 dall'1,3% all'1,5%. Dunque, lo scorso anno siamo cresciuti più della Francia. Se poi calcolassimo la variazione del Pil del 2010 degli altri maggiori Paesi Ue – ipotizzando anche per essi una diminuzione della loro spesa pubblica nella stessa misura in cui l'Italia l'ha virtuosamente abbassata prima di tutti (-0,5%) – il nostro Pil 2010 risulterebbe essere stato secondo per incremento solo a quello della Germania, con la Francia staccata (addirittura di uno 0,5%). Fatto non trascurabile, la revisione delle serie del Pil ha anche ridotto il livello del debito pubblico italiano del 2010 dal 119% al 118,4%: 0,6 punti in meno.
Lo scorso 7 giugno avevamo scritto su questo giornale che le esportazioni italiane stavano rapidamente riguadagnando terreno rispetto a quelle tedesche. Prevedendo che tra ottobre 2010 e settembre 2011 l'export italiano sarebbe tornato intorno ai 370 miliardi di euro, praticamente ai massimi storici. Ciò è avvenuto. La seconda notifica Eurostat sui deficit e i debiti pubblici dei Paesi Ue del 21 ottobre ha inoltre confermato il nostro deficit/Pil del 2010 al 4,6%; rispetto alla prima notifica dello scorso 26 aprile il deficit tedesco è stato alzato dal 3,3% al 4,3 per cento. Insomma, nel 2010 il disavanzo statale italiano è diminuito di 11 miliardi mentre quello della Germania è aumentato di quasi 30. L'Eurostat ha rettificato al rialzo il deficit francese dal 7% al 7,1%, quello spagnolo dal 9,2% al 9,3%, quello greco dal 10,5% al 10,6% e quello portoghese dal 9,1% al 9,8 per cento. Quanto poi al 2011, la nostra manovra finanziaria 2011-2014, pur partorita a fatica e discutibile in molti punti, consentirà all'Italia di centrare gli obiettivi di riduzione del deficit quest'anno e l'anno prossimo. E i Pigs? È ormai noto o assai verosimile che falliranno i loro target, Spagna compresa.
Sul debito pubblico l'Italia ha da lavorare molto. Ma non sono accettabili facili lezioni da Germania e Francia o dagli Usa. Massimo Mucchetti sul "Corriere della Sera" e Mario Deaglio sulla "Stampa" hanno ricordato che i circa 400 miliardi di passività della KfW, una sorta di Iri tedesco, curiosamente non rientrano nel perimetro del debito pubblico della Germania, che altrimenti sarebbe vicino al 100% del Pil. Secondo l'Fmi nel 2016 il debito Usa supererà quello italiano, mentre Luigi Zingales su queste colonne ha spiegato che se la Francia dovesse "salvare" con i propri soldi le sue banche, il debito pubblico di Parigi arriverebbe oltre il 130% del Pil.
D'altronde, i dati Eurostat sui rapporti debito/Pil aggiornati alla fine del secondo trimestre 2011, indicavano che già a quella data l'Italia era tra i Paesi Ue con la più bassa crescita dell'indebitamento pubblico rispetto al secondo trimestre dell'anno prima. Tra giugno 2010 e giugno 2011 il nostro rapporto debito/Pil è cresciuto di 2,3 punti di Pil, quello francese di 2,6 punti, quello inglese di 5,5 e quello tedesco di 5,6. Quanto ai debiti pubblici dei Pigs, quello spagnolo è aumentato negli ultimi dodici mesi di 8 punti di Pil, quelli greco e portoghese di circa 18 punti, quello irlandese di oltre 25 punti.