Autonomia, Secessione e Indipendenza

 

  By: VincenzoS on Domenica 10 Marzo 2013 10:55

x Lutrom Fin quando non saremo col sedere completamente per terra qui non si comprenderà che: la ricchezza vera della nostra nazione sta appunto in chi produce ricchezza vera (imprese non sovvenzionate dallo stato, ecc.), è impossibile andare avanti con tasse che succhiano buona parte della ricchezza prodotta, è assurdo avere una moneta "straniera" che abbiamo trasformato in un ebraico vitello d'oro da adorare ed al quale fare sacrifici (anche umani!!), il debito pubblico coi "parametri" attuali è una assurdità, l'Europa non può fare leggi uguali per l'Olanda e la Calabria.... ------------------------------------------- Concordo con quasi tutto ciò che hai scritto ma voglio fare alcune osservazioni. 1) L'euro non è la causa dei nostri problemi, tutt'al più la miccia messa in una polveriera 2) Il debito pubblico, anche ai livelli attuali, non sarebbe assolutamente un problema se si riducesse la spesa pubblica improduttiva in modo da tornare a crescere 3) La legge deve essere uguale dapertutto in quanto la legge dovrebbe fissare principi di ordine generale e proprio perché di ordine generale comunemente accettati. Il problema è che la politica e la burocrazia emanano di continuo una miriade di leggine, norme e regolamenti particolari, ovvero tendenti a tutelare interessi di parte, ovviamente differenti in Olanda e in Calabria. In Italia, invece, per continuare a difendere privilegi grandi e piccoli, dagli stipendi dei parlamentari alle sovvenzioni all'editoria, dai dipendenti pubblici alle pensioni date a chi ha versato pochissimi contributi, dai farmacisti ai tassisti, si sta inaridendo il tessuto produttivo che non riesce ad investire e a restare competitivo oppure chiude e se ne va all'estero.

 

  By: lutrom on Domenica 10 Marzo 2013 09:46

Moderatore, mi sto sempre più convincendo che l'Italia deve fare la fine della Grecia (o quasi) per poter poi "rinascere"... E Grillo (che pure dice varie fesserie) forse l'ha capito prima di altri... Fin quando non saremo col sedere completamente per terra qui non si comprenderà che: la ricchezza vera della nostra nazione sta appunto in chi produce ricchezza vera (imprese non sovvenzionate dallo stato, ecc.), è impossibile andare avanti con tasse che succhiano buona parte della ricchezza prodotta, è assurdo avere una moneta "straniera" che abbiamo trasformato in un ebraico vitello d'oro da adorare ed al quale fare sacrifici (anche umani!!), il debito pubblico coi "parametri" attuali è una assurdità, l'Europa non può fare leggi uguali per l'Olanda e la Calabria, la burocrazia e le leggi devono essere semplificati e ridotti del 70% (la burocrazia europea, ancora più dannosa di quella italiana, va eliminata o, come minimo, ridotta del 95%), bisogna premiare (e non trucidare) chi crea posti di lavoro in proprio senza ricevere sussidi statali, pur con tutti i nostri difetti non dobbiamo soffrire di continui complessi di inferiorità verso gli altri paesi, i vecchi arnesi della politica (nano, Gargamella, Prodi, Napolitano, Monti, ecc.) devono andare via perché espressione di una certa mentalità e di una certa parte della popolazione italiana decisamente conservatrice in quanto ha il sedere ben protetto (la vera conservazione in Italia è trasversale ai vecchi partiti ed indipendente dai colori politici!!), le tasse devono essere bassissime limitando il più possibile l'evasione fiscale ma senza fare condoni (per evitare di trasformarci in "talebani fiscali" dobbiamo sempre ricordare che l'evasione fiscale non si potrà MAI eliminare del tutto, sarebbe come eliminare del tutto le prostitute o le donne che mettono le corna al marito: cose palesemente impossibili!!), il posto di lavoro peggiore per un italiano è alle dipendenze dello stato perché l'italiano in media è bravo nel curare il proprio "particulare" ma non nel curare l'interesse generale. Speriamo però che per realizzare almeno una parte di quanto sopra non avremo bisogno di una dittatura: Grillo infatti ha ragione quando dice che, se le riforme non riuscirà a farle lui, in Italia arriverà la violenza (Grillo, anche se spara varie cavolate, è l'unico nel panorama politico italiano che dice grandi verità, e non le solite cose ipocrite ed inutili in politichese stantio e sorpassato dalle nuove urgenze e problematiche che richiedono un nuovo modo di agire e di pensare).

 

  By: Moderatore on Sabato 09 Marzo 2013 23:32

^"Imprese a secco, nuovo allarme credito: un terzo rischia di licenziare e chiudere"#http://www.repubblica.it/economia/2013/03/09/news/imprese_a_secco_nuovo_allarme_credito_un_terzo_rischia_di_licenziare_e_chiudere-54165332/?rss^, 9 marzo. ... Mentre i tre schieramenti politici sono impegnatissimi in manovre e contromanovre per eleggere Prodi come presidente della Repubblica, fare un altro governo tecnico di qualche genere e i magistrati lavorano a pieno ritmo per mettere Berlusconi perlomeno agli arresti domiciliari ^I 90 miliardi di liquidità sottratti al circuito delle imprese#http://www.linkerblog.biz/2013/02/14/lo-stato-insolvente-scherza-con-il-fuoco/^ stanno aggravando in modo pericoloso il circuito dei pagamenti tra imprese (chi non viene pagato si ritiene in diritto di non pagare, o non ha i mezzi per farlo), sta gonfiando i debiti bancari delle imprese che devono coprire il gap di finanza, sta scaricandosi sull’esposizione delle banche verso le imprese. Il peggio è che i rimedi, neppure parziali non sono stati trovati dal governo tecnico che pure aveva alimentato parecchie speranze, prima come volontà di assorbire progressivamente l’arretrato con un piano di rientro, poi con una procedura di smobilizzo dei crediti certificati che utilizza denari messi a disposizione della CdP e finanziamenti che arriveranno un po’ a denti stretti dalle banche, che in questo momento non avevano proprio intenzione di gonfiare i propri libri di altri rischi sulle imprese....(da ^linkerblog#http://www.linkerblog.biz^) ...Lo Stato sta scherzando con il fuoco: 70 o 90 miliardi sono liquidità vitale per il sistema imprese che sta crollando proprio per mancanza di liquidità e non può trovare riapre nella liquidità delle banche, perché anche quella è scomparsa o è stata investita in BTP, come dice lo stesso Ministero. 150.000 imprese in attesa di liquidità sono il 10% del sistema imprese e creano cerchi concentrici che toccheranno forse metà delle imprese, poco o tanto. La mancanza di liquidità ha innescato un circolo da girone infernale dove nessuno paga più puntualmente e allora non stupiamoci se i fallimenti crescono e i concordati in bianco sono esplosi (come avevo previsto in ottobre). Si fallisce o si chiede il concordato per mancanza di liquidità, signori del governo. Ieri il Sole24Ore si accorge finalmente di quello che ad esempio Fabio Bolognini predica da tempo, cioè che ^ciò che manca essenzialmente al sistema imprese è la liquidità#http://www.linkerblog.biz/2013/03/07/il-paese-dei-furbi-non-ha-piu-futuro/^ ---------- ....Eppure vi è una soluzione semplice e radicale: far emergere i crediti commerciali, contabilizzarli come debito pubblico e liquidarli in contante e presto, con un’apposita emissione di debito. La dimensione dell’operazione di scongelamento dei crediti è di circa 50 miliardi (70 miliardi sono i crediti commerciali stimati, di cui il 70% oltre i limiti contrattuali). Una terapia d’urto come questa allevia immediatamente le condizioni delle imprese che hanno rapporti con la Pa, e immette liquidità nel circuito dell’economia. Per farla circolare, la Pa può esigere che i suoi creditori diretti paghino tempestivamente i loro fornitori, ponendo questa come condizione per il rimborso dei crediti verso la Pa. La puntualità nei pagamenti tra privati può essere ulteriormente incentivata anche facilitando l’abbattimento di asimmetrie informative, tramite la creazione di un registro pubblico delle aziende puntuali vs ritardatarie nei pagamenti. Un’iniziativa simile è stata presa in Inghilterra nel 2009 (UK Prompt Payment Code). L’obiezione principale nei confronti di questa proposta è che il rapporto debito/Pil salirebbe immediatamente di circa 3,6 punti percentuali, e ciò potrebbe allarmare i mercati. È questa preoccupazione che spiega perché il problema sia ancora irrisolto. Ma è una preoccupazione poco fondata. Dal punto di vista sostanziale, infatti, i crediti verso la Pa sono già un debito dello Stato. Il saldo di questi crediti e la loro emersione è solo un aspetto contabile. Inoltre, l’entità di questo debito sommerso è ormai ampiamente nota, ed è verosimile che il suo effetto sia già scontato nelle quotazioni dei titoli di Stato. Anzi, il venir meno dell’incertezza circa le dimensioni effettive del debito sommerso potrebbe avere un effetto positivo sui mercati. Alcuni market makers da noi interpellati sull’argomento convalidano la nostra interpretazione. Infine, la contabilizzazione come debito dei crediti commerciali già contratti dalla Pa è in linea con lo spirito della nuova legislazione europea, che impone questo principio a partire dai pagamenti a fornitori fatti da quest’anno. L’Italia si allineerebbe al nuovo standard anche riguardo al pregresso, e potrebbe negoziare con le autorità europee un percorso di rientro dal debito basato su premesse più credibili di quelle attuali. Una seconda possibile obiezione è che i crediti delle imprese sono principalmente verso gli enti locali, più che verso lo Stato. Inoltre, parte di questo debitolocale è stato contratto in violazione del patto di stabilità interna, se non addirittura fuori bilancio. La loro trasformazione in debito pubblico equivarrebbe quindi a una sanatoria delle amministrazioni locali meno rigorose. Come spiega Massimo Bordignon in un articolo in questo giornale, tuttavia, le amministrazioni incapaci possono essere sanzionate con strumenti meno rovinosi per l’economia. Infine, si potrebbe obiettare che l’operazione non aggiungerebbe nuova liquidità a favore dell’economia italiana, perché lo Stato sarebbe comunque costretto a drenarla nel momento in cui emette il debito pubblico aggiuntivo. Ma è un’obiezione totalmente infondata. Oggi lo Stato ha accesso al mercato del credito internazionale, mentre molte imprese italiane non possono accedervi. [...] La risposta di Confindustria è arrivata in giornata: Roma, 8 mar. (Adnkronos) - L’Italia “e’ ancor una volta in piena emergenza credito”. Ora “va spezzato il circolo vizioso”. Lo sostiene il Centro studi di Confindustria, evidenziando che “serve uno shock di politica economica che punti all’obiettivo del ritorno alla crescita e restituisca ossigeno finanziario al sistema produttivo”. E “una misura che puo’ sbloccare lo stallo del credito e’ il pagamento immediato alle imprese di 48 miliardi di euro di debiti commerciali della Pa”. Questa liquidita’, osserva il Csc in una nota a firma Ciro Rapacciuolo, “avrebbe positivi effetti a catena su tutto il circuito dei pagamenti e restituirebbe fiducia. Ripartirebbero i progetti di investimento accantonati, salirebbero i rating aziendali, favorendo l’erogazione di credito a tassi piu’ bassi”. Il credito, secondo Viale dell’Astronomia, “e’ frenato inoltre da fattori strutturali: funding gap bancario e ratio di capitale di Basilea”. Anche cio’, prosegue il Csc, porta a concludere che “il calo del credito origini piu’ dal lato dell’offerta che da quello della domanda”. La flessione dei prestiti “e’ piu’ marcata di quella del Pil nominale e i dati qualitativi indicano che e’ avvenuta prima la riduzione dell’offerta di credito, che e’ stata la principale causa della seconda recessione, e solo dopo e’ seguito il calo di domanda”. In questo quadro, “rischiano di sparire imprese con attivita’ operative positive”. La Bce, si ricorda, “ha fatto molto per la liquidita’ e puo’ trovare il modo giusto di dare prestiti alle banche finalizzati a divenire credito alle Pmi”. E le misure varate in Italia (moratorie, Fondo di garanzia) “vanno nella giusta direzione, ma non sono risolutive come il ritorno stabile dell’economia su un sentiero di alta crescita”. ------------ (sempre da Fabio Bolognini) ....Gli articoli su questo blog che hanno messo in piena luce il problema dei pagamenti sono molto numerosi e non hanno mai fatto mistero che la velocità, la puntualità dei pagamenti sono forse IL PROBLEMA principiale della finanza per le imprese, per il meccanismo di trasmissione alla liquidità e anche per la dotazione di credito delle imprese che soffre di arretrati, ritardi e insoluti a pioggia. Quando si parla di pagamenti il problema in Italia è purtroppo duplice: 1) Lo Stato, i suoi enti e le sue unità economiche (in particolare nel comparto sanità) hanno accumulato un arretrato di 90 miliardi nei confronti del sistema imprese. 2) I pagamenti tra le imprese private sono effettuati con termini eccessivamente lunghi, rispetto a qualsiasi media europea, termini che oltretutto non vengono rispettati perché in Italia è normale pagare in ritardo. Nessuno si vergogna di farlo. Potremmo anche aggiungere un terzo bacino che deriva dalla liquidità sottratta nei fallimenti e nelle procedure concorsuali in cui chi ha crediti esce con le ossa rotte, le banche in prima fila. Oggi, 7 marzo 2013, non possiamo più dire che sia una giungla, perché nel 2012 lo stato ha varato leggi e decreti per porre fine a questa piaga, stabilendo che l’arretrato venisse smaltito attraverso una procedura di smobilizzo dei crediti che coinvolge le banche e per i futuri pagamenti ha varato una legge che recepisce una direttiva comunitaria e che prevede pagamenti in 30 giorni. Le leggi non vengono rispettate. Due articoli che certificano che in Italia le leggi non servono perchè vengono ignorate o aggirate, ben sapendo che non esiste un sistema di giustizia rapida e incisiva. Così il numero di furbi, siano essi i Comuni che fingono di non sapere che devono accreditarsi a un sistema pubblico per certificare online i propri debiti (!), siano esse le aziende private che continuano a pagare male e in ritardo come prima. Una conferma che arriva pochi giorni dopo il sondaggio promosso qui, che ha avuto poche risposte ma molto chiare (vedi box a destra). A un certo punto dovremo renderci conto che questa proliferazione di furbi è malsana e conduce esattamente al disastro a cui siamo arrivati e probabilmente anche peggio. Pochi furbi che aggirano la legge possono essere una tolleranza inevitabile, ma se la maggioranza crede di essere furba a spese del proprio vicino prima o poi questa massa di furbi e sleali dovrà fare i conti con un territorio bruciato.

 

  By: defilstrok on Giovedì 07 Marzo 2013 13:17

Ciao Stroppa. L'è dura!

 

  By: stroppa on Giovedì 07 Marzo 2013 13:10

Buona giornata Defil. Ti seguo sempre con attenzione. Saluti.

 

  By: defilstrok on Giovedì 07 Marzo 2013 13:03

E anche in Deutschland... (col Dax ai massimi)

 

  By: defilstrok on Mercoledì 06 Marzo 2013 19:02

E anche in Brasile....

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 16:55

Hobi, se pensi alla Ferrari degli ultimi 20 anni è difficile non riconoscere ampi meriti a Montezemolo

 

  By: hobi50 on Martedì 19 Febbraio 2013 15:45

Gianlini,sposo la tesi di Anti sulla bravura dei manager. In tempi favorevoli anche il marito della sua portinaia avrebbe fatto bene in Ferrari nel ruolo di Presidente. Di fuoriclasse ce ne sono pochissimi : io conosco solo Marchionne. Hobi

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 15:13

Montezemolo insomma sembra aver fatto molto bene in Ferrari in questi anni, risollevandola egregiamente chissà perchè non gode della stessa stima come politico di cui gode Berlusconi....anche se il discorso di dire "ha saputo realizzare una realtà economicamente importante, quindi farà bene anche per l'Italia" ci starebbe tutto....

 

  By: Gano* on Martedì 19 Febbraio 2013 11:37

la percentuale di Ferrari vendute è ancora assolutamente di rilievo! ----------------------------------------------------------------------------- Però le vendite in Italia sono diminuite del 46%. Gianlini, sta scritto nell' articolo che hai postato tu. Ora in Italia le Ferrari non le compri I) perché con la cura Monti non hai più soldi. II) anche se i soldi ce li hai, col redditometro è bene non farseli vedere. Ora che mi hai fatto pensare al redditometro e guardando questa campagna elettorale mi riverrebbe quasi voglia di votare Berlusconi. Dopo aver visto Bersani che è il nulla, Ingroia e tutti i suoi riciclati in cerca di stipendi e di poltrone, Giannino il Meritocrate, che si è bruciato facendo credere di essere un grande "economista certificato", Monti con le sue tasse e coi suoi redditometri, che un giorno ti mette l' IMU poi il giorno dopo ti promette che te la toglie, Vendola che fa finta di essere di sinistra poi appoggia la coalizione con Monti... Berlusconi alla fine si rivela il più serio di tutti. Maroni per lo meno sta zitto. L' unica alternativa possibile è veramente Grillo. Lo voto perché voglio vedere i suoi nelle partecipate statali, a comincire dalla RAI, a tirare fuori il sudicio delle precedenti spartizioni tra i partiti.

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 11:27

i pare possibile che solo il 5% di chi va a sciare sulle Alpi lo faccia in Italia? O che pur ospitando noi San Pietro e una miriade di santuari la Francia ci batta perfino nei viaggi religiosi? Dovrebbe essere un incubo, per ogni uomo di governo, l'arrancare del nostro turismo. Invece il tema, nella campagna elettorale, è secondario. Marginale. Quanto pesi il settore a livello mondiale è presto detto: nel 1980 contò 280 milioni di visitatori saliti nel 2012, con un'impennata impensabile in altri campi, a un miliardo e 35 milioni: il quadruplo. E da qui al 2022, secondo il Word Travel & Tourism Council, dovrebbe salire ancora del 4,1% l'anno fino a occupare 328 milioni di persone e sfondare un bilancio annuale di 10 mila miliardi di dollari. Per aumentare ancora fino al 2030: due miliardi di turisti. Il guaio è che quella crescita stratosferica è la media fra chi crescerà moltissimo come la Cina (+9,2% l'anno), l'India (+7,7%) o l'Indonesia (+6,9%) e chi come l'Italia resterà talmente fermo, se non c'è una svolta, che su 181 Paesi monitorati dal Wttc solo 8 cresceranno di meno. Un delitto.

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 11:12

Vincenzo, a Corvara la Ferrari possono avercela solo albergatori..... saranno mica quelli che dichiarano 11 mila euro l'anno di reddito?

 

  By: VincenzoS on Martedì 19 Febbraio 2013 11:08

x Gano E del redditometro. ------------------------- Vero; mi hanno raccontato che a Corvara, dove ce ne sono più di 10 su 1300 abitanti, cioè una enormità (come che in tutta Italia ne circolassero mezzo milione), le tengono nascoste sotto la paglia nei fienili. E chi ce le ha, che fino a qualche anno fa faceva campare tutto il paese spendendo il triplo per ogni cosa che che comprava e pagando le cene e da bere a tutti (da quelle parti il consumo di alcol è una voce rilevante del budget familiare), ormai i soldi li va a spendere a Dubai, senza manco trarne gusto peraltro.

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 10:55

in percentuale vende ancora un 5 % in Italia.... alcune ditte che conosco hanno una percentuale di export ancora superiore a quella! cmq l'Italia ormai ha meno del 1 % della popolazione mondiale, la percentuale di Ferrari vendute è ancora assolutamente di rilievo!