Autonomia, Secessione e Indipendenza

 

  By: Moderatore on Lunedì 18 Febbraio 2013 13:44

ho semplicemente usato i saldi di cassa dei settori, per fare una cosa fatta bene bisogna scaricare ^il "Minsky", il software di Steve Keen#http://cobraf.com/forum/coolpost.php?reply_id=123458297^ e inserire i numeri dell'Italia (il software è un beta e per ora gratuito) Io sono stato sul semplice semplice...(un ora circa di lavoro) (...Questo modello è basato sulla semplice nozione che il Deficit del SETTORE PRIVATO (famiglie ed imprese) E' QUELLO CHE CONTA E NON QUELLO DELLO STATO, come ti raccontano e ti martellano fin dall'asilo. Il modello indica che le famiglie ed imprese italiane purtroppo sono avviate ad una Depressione, perchè hanno tutte e tre le fonti del loro reddito che si contraggono: il surplus commerciale, il defici pubblico e il credito. Cioè la moneta disponibiile per famiglie ed imprese italiane si sta riducendo da tutti i lati.... ^Il concetto base è intuitivo: Da chi può ricevere moneta il SETTORE PRIVATO (famiglie ed imprese) ?#http://cobraf.com/forum/coolpost.php?reply_id=123458297^ Se ci pensi ci sono solo tre modi ci creare moneta nuova, ricchezza insomma: 1) un Surplus Estero commerciale (esportare più di quello che si importa ottenendo moneta dall'estero) 2) un Incremento del Credito (che aumenta il denaro in mano a famiglie ed imprese) 3) un Deficit di bilancio dello stato, che spende, ovviamente a favore del settore privato nazionale, più di quello che incassa in tasse dal medesimo Il modello utilizza i numeri veri italiani del credito bancario, del deficit commerciale, del deficit pubblico, degli interessi sul debito, del debito pubblico e del debito privato e del PIL e li fa quadrare. E' ricavato dal modello molto più complicato di Steve Keen, ma in sostanza è semplice perchè si basa sul concetto che NON è IL DEFICIT DELLO STATO CHE CONTA, MA QUELLO DEL SETTORE PRIVATO. Così come era errato pensare che l'universo girasse intorno alla terra è sbagliato pensare che l'economia giri intorno al Deficit dello stato. Il deficit pubblico è solo una fonte di moneta per le famiglie ed imprese, assieme al surplus/deficit estero e all'incremento del credito. L'economia vera è quella delle famiglie ed imprese e devi ragionare in termini del loro deficit. Quello dello stato è un modo di creare moneta nell'economia. Ad esempio tutti parlano del fatto che le famiglie italiane sono le meno indebitate del mondo occidentale e poi del fatto che lo stato italiano è il più indebitato. Ma le due cose sono l'una l'altra faccia della medaglia dell'altra. Le famiglie italiane hanno meno debiti GRAZIE AL FATTO CHE LO STATO ITALIANO NE HA DI PIU' ! Purtroppo con la folle politica di austerità, sommata all'euro che ci manda in deficit verso l'estero e sommata alla riduzione del credito i numeri indicano che il settore privato sta subire un drenaggio di 200 miliardi di euro circa l'anno...

 

  By: hobi50 on Lunedì 18 Febbraio 2013 11:00

Bentornato Polipolio. Velenosetta la tua domanda al Dott. Zibordi se ha usato un modello econometrico per fare previsioni... Vedrai che ti risponde con una celebre frase di Den Xiao Ping . Hobi

 

  By: polipolio on Lunedì 18 Febbraio 2013 05:23

Gizo, a parte i complimenti per la previsione, ci ricordi tecnicamente come l'hai fatta ? (hai messo insieme 5 macronumeri com'è nel tuo stile, hai usato un modello econometrico, inputando opportuni dati o che altro ?) Grazie

 

  By: GZ on Lunedì 18 Febbraio 2013 02:40

hobi che due palle... lo sanno anche i sassi che le manovre di austerità di Monti e Tremonti sono state per 9/10 aumenti di tasse... ma cosa scrivi che c'erano riduzioni di spesa pubblica, cosa fumi o bevi ? è molto semplice, nel dicembre 2011 tutti, governo, BCE, Bankitalia, Monti hanno previsto per il 2012 che in Italia nel caso peggiore ci sarebbe stato al massimo forse un -0.5% di PIL e in media che il PIL sarebbe stato sullo 0%. E hanno detto che l'austerità (tutta fatta di tasse) non avrebbe fatto male all'economia. E' ora sotto gli occhi di tutti che hanno sbagliato totalmente (o hanno mentito spudoratamente sapendo di mentire) Usando uno schema più intelligente, io ho pubblicato qui la mia previsione, a gennaio 2012, e ho detto che sarebbe calato del -3%. L'ultimo aggiornamento di giovedì è che nel 2012 il PIL italiano è calato del -2.7% (e dato che hanno ancora tre mesi per aggiornare le stime e ogni revisione è al ribasso probabilmente si assesterano sul -3%) Leggi quello che scrivo (capendolo) e imparerai qualcosa di utile di economia, cioè fare le previsioni, che è l'unica cosa che giustifica l'esperto di economia

 

  By: hobi50 on Lunedì 18 Febbraio 2013 02:21

E' curioso ma i temi che trovate così esaltanti leggendoli sul Sole 24 Ore li avevo affrontati recentemente pervenendo ,ovviamente, alle stesse conclusioni. Ho la sensazione che voi leggiate non per imparare ( cosa di cui avreste tanto bisogno ) ma perchè avete bisogno di trovare qualche validazione. Circa il rapporto domanda/problemi strutturali delle aziende scrivevo : "Il problema euro mi pare sopravvalutato . L'Italia,o meglio le aziende italiane, non hanno la loro debolezza principale sul mercato estero ma sul mercato interno. Sul mercato estero ,nonostante l'handicap delle DIMENSIONI,mi sembra che i risultati da un po di tempo non siano male. Sul mercato italiano invece i risultati sono pessimi. Perchè ? La risposta non è difficile . Dove c'è domanda ,nonostante tutte le nostre ben note debolezze strutturali, le aziende italiane riescono a competere . Allora il problema è la scarsa competitività causa l' Euro o l'austerità a base di tasse per il servizio di un debito pubblico monstre ? " Ma anche sul rapporto austerità/diminuzione del Pil ,replicando al solito pasticcio concettuale del Dott. Zibordi,avevo spiegato che è un somaro colui che si stupisce che l'austerità porti ad una contarzione del Pil( il problema è il quantum) Nel dettaglio scrivevo : "Lo studio di Blanchard riguarda le manovre di austerity che sono un combinato di 1) riduzione di spese 2)aumento delle tasse . La conclusione raggiunta è che i moltiplicatori usati per calcolare il Pil dopo una manovra di austerity , ad esempio dell'1% ,non provoca una diminuzione del pil di solo lo 0,50% (vecchio moltiplicatore ) ma intorno all'1% con punte di diminuzione dell'1,8%. Ripeto ,Blanchard parla di austerity e quindi AUMENTO TASSE e riduzione spese. La proposta Cattaneo parla di DIMINUZIONE TASSE. Dire che lo studio di Blanchard ha validato le tesi di Cattaneo ( politica di side and supply di reaganiana memoria)è una falsità perchè si è occupato della politica economica ESATTAMENTE OPPOSTA. Un'ultima precisazione importantissima. Se qualcuno pensa che chi ha adottato le politiche di austerity con questi pessimi risultati sia un somaro ,sbaglia di grosso. Purtroppo quando i modelli non funzionano lo si sa sempre dopo.Ora lo sappiamo grazie allo studio di Blanchard ma 3 anni fa non lo sapeva nemmeno lui. Riporto uno stralcio tratto dalle Conclusioni dello studio predetto. "However, our results need to be interpreted with care. As suggested by both theoretical considerations and the evidence in this and other empirical papers, there is no single multiplier for all times and all countries. Multipliers can be higher or lower across time and across economies. In some cases, confidence effects may partly offset direct effects. As economies recover, and economies exit the liquidity trap, multipliers are likely to return to their precrisis levels. Nevertheless, it seems safe for the time being, when thinking about fiscal consolidation, to assume higher multipliers than before the crisis. Quindi dire che Blanchard ha sbugiardato la BCE,Monti e chi più ne ha ne metta,è una posizione un po becera ...da bar.Da bloggista." Hobi

 

  By: lutrom on Sabato 16 Febbraio 2013 20:51

<Condivido l'articolo che dice cose (NUMERI!!) che smentiscono, almeno in parte, quello che dicono alcuni "Penitenziagite" di questo forum!!> cosa hai detto?...ho letto bene? "PENITENZIAGITE!"? ciao caro Lutrom, buona domenica. -------------- SIIIIIII', hai letto bene, la magica parola, bellissima per alcuni (troppi), soprattutto se applicata agli altri!!! Ma noi rispondiamo a questi tristi individui con altri "argomenti"... (metto il link così il Moderatore non si incavola...): ^occhi stupendi, passione travolgente...#www.ozzienews.com/wp-content/uploads/2012/09/Shes-hot.png^ Buona domenica anche a te!!

 

  By: Roberto964 on Sabato 16 Febbraio 2013 20:36

<Condivido l'articolo che dice cose (NUMERI!!) che smentiscono, almeno in parte, quello che dicono alcuni "Penitenziagite" di questo forum!!> cosa hai detto?...ho letto bene? "PENITENZIAGITE!"? ciao caro Lutrom, buona domenica.

 

  By: lutrom on Sabato 16 Febbraio 2013 19:27

Ottimo articolo sul Sole24 di Giorgio La Malfa e PierGiorgio Gawronski "L'austerità che aggrava la crisi" 16 febbraio, ilsole24ore [...] Le vicende dell'industria sono paradigmatiche: nel 2012 il fatturato è sceso di 37 miliardi, con una crescita, però, sui mercati esteri (+13) e un crollo sul mercato interno (-60). [...] L'enorme scarto fra previsioni e realtà indica che il modello basato sul binomio "Austerità & Riforme Strutturali" non sta funzionando. La forza dell'industria italiana nei mercati esteri smentisce che all'origine della crisi vi siano problemi strutturali dell'apparato produttivo e del sistema-paese: laddove la domanda "tira" le imprese italiane vendono, e anche bene. All'origine della crisi c'è "solo" una depressione della domanda interna. Un modello che sbaglia le analisi e le previsioni sbaglia anche le prescrizioni. Di qui la necessità di riprogettare la politica economica. [...] ----------------- Condivido l'articolo che dice cose (NUMERI!!) che smentiscono, almeno in parte, quello che dicono alcuni "Penitenziagite" di questo forum!!

 

  By: Moderatore on Sabato 16 Febbraio 2013 17:57

ottimo articolo sul Sole24 di Giorgio La Malfa e PierGiorgio Gawronski ^"L'austerità che aggrava la crisi"#http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2013-02-16/lausterita-aggrava-crisi-094413.shtml?uuid=Abz8qzUH^ 16 febbraio, ilsole24ore Nel clamore della campagna elettorale sono passati sotto silenzio i dati pubblicati a gennaio nel Bollettino della Banca d'Italia. Essi confermano che la crisi italiana non è affatto avviata a soluzione ed anzi rischia di aggravarsi ulteriormente. Tutti i leader avanzano proposte di riduzione della pressione fiscale, ma nessuno spiega in quale quadro di politica economica si collocano queste proposte. Secondo la Banca d'Italia, nel 2012 il reddito nazionale è diminuito del 2,1% - secondo peggior risultato del dopoguerra -, e nel 2013 calerà ancora dell'1%; il reddito pro-capite sarà inferiore del 10% a quello del 2007: una caduta che non ha precedenti in tempo di pace. Le vicende dell'industria sono paradigmatiche: nel 2012 il fatturato è sceso di 37 miliardi, con una crescita, però, sui mercati esteri (+13) e un crollo sul mercato interno (-60). Molte imprese tagliano la capacità produttiva, l'innovazione o s'indebitano. Nel primo caso, riducono la domanda di lavoro. L'anno scorso l'occupazione è calata di circa 300.000 unità: ma ai quasi 3 milioni di disoccupati vanno aggiunti 500.000 lavoratori in Cig (+61%) e quelli esclusi dalla Cig in deroga. Le difficoltà aziendali rendono più fragili le banche, nonostante sia cessata la fuga dei depositi. Nel 2012 le sofferenze sono passate da 107 a 125 miliardi; gli accantonamenti coprono meno del 50%; gli impieghi sono calati dell'1%: per le banche è sempre più difficile finanziare la ripresa. Il bilancio pubblico riflette le tendenze dell'economia reale. La Banca d'Italia calcola che il fabbisogno nel 2012 si sia attestato sopra il 3% del Pil; il debito pubblico è passato dal 120 al 128% del Pil. Milton Friedman sosteneva che la qualità delle teorie e dei modelli economici si misura dall'accuratezza delle loro previsioni. Per valutare l'efficacia delle politiche vigenti basta confrontare i dati della Banca d'Italia con le previsioni del Governo del dicembre 2011 all'atto della presentazione del decreto Salva Italia. Il Governo prevedeva una modesta riduzione del reddito nazionale (-0,4%) nel 2012, e una ripresa nel 2013 (+1%). Valutava inoltre il deficit tendenziale lasciato dal Governo Berlusconi al 2,5% del Pil e dichiarava che le misure previste nel Salva Italia lo avrebbero ridotto all'1,6% nel 2012 e a 0,5% nel 2013. A consuntivo, non solo la caduta del reddito è cinque volte quella prevista, ma il deficit è maggiore di quello che sarebbe stato, secondo il Governo, il suo valore in assenza di provvedimenti correttivi! L'enorme scarto fra previsioni e realtà indica che il modello basato sul binomio "Austerità & Riforme Strutturali" non sta funzionando. La forza dell'industria italiana nei mercati esteri smentisce che all'origine della crisi vi siano problemi strutturali dell'apparato produttivo e del sistema-paese: laddove la domanda "tira" le imprese italiane vendono, e anche bene. All'origine della crisi c'è "solo" una depressione della domanda interna. Un modello che sbaglia le analisi e le previsioni sbaglia anche le prescrizioni. Di qui la necessità di riprogettare la politica economica. In un articolo del 15 novembre scorso su questo giornale avevamo avanzato il dubbio che il Governo italiano avesse sottovalutato la misura dell'impatto depressivo dell'austerità. La letteratura empirica recente sui cosiddetti "moltiplicatori fiscali", oltre a confermare questa tesi, ne evidenzia l'endogeneità. Due economisti del Fmi, Blanchard e Leigh, sostengono che i moltiplicatori si modificano nel corso del ciclo economico e sono cresciuti rispetto ai valori "storici". Ne segue che la stessa austerità accresce i moltiplicatori, ed ha effetti negativi non lineari e maggiori del previsto. La lettura delle recenti vicende italiane che ne emerge è che Berlusconi e Tremonti nel 2011 sbagliarono a non varare in tempo significative riduzioni "strutturali" (ad impatto differito) del deficit, alimentando così la sfiducia dei mercati verso l'Italia; ma la dose di austerità "a breve" adottata in autunno da quel Governo era adeguata. Il Governo Monti, con le manovre "strutturali" sui conti pubblici (pensioni), ha recuperato credibilità. Ma l'austerità addizionale (accise, Imu, ecc.), sommandosi a quella di Berlusconi, ha avuto effetti molto più negativi pur essendo quantitativamente minore: il risultato è stato un boomerang. Le stesse analisi della Banca d'Italia, pur sostenendo le tesi ufficiali europee sul basso valore del moltiplicatore, contengono un'ammissione importante. Il Bollettino da un lato insiste nel sostenere che il valore del moltiplicatore è dell'ordine di 0,5, dall'altro attribuisce per 0,6 la caduta della domanda e del reddito alla sfiducia dei consumatori e delle imprese, aggiungendo significativamente che «non è possibile escludere che una parte dell'effetto dell'incertezza possa riflettere le misure di riequilibrio di bilancio». Se ne deduce un moltiplicatore intorno a 1, in linea con la letteratura empirica. Quelle stime poi non considerano l'impatto incrociato delle politiche di austerità nei diversi paesi europei. se lo facessero, il moltiplicatore risulterebbe 1,6 al limite dell'effetto boomerang. L'austerità europea pesa sui nostri conti. Aspettiamo che di questi temi si parli nella campagna elettorale in corso. Perché il futuro Governo dovrà in primo luogo decidere se confermare la dichiarazioni di intenti di azzerare il deficit a fine 2013. Sceglierà la via di un'ulteriore stretta fiscale, con il rischio di deprimere ulteriormente l'economia? Oppure formulerà un programma ragionevole di rientro e - cogliendo le tardive, parziali aperture del Commissario Olli Rehn - chiederà alle autorità europee di tener conto dell'evidenza ex post sui valori dei moltiplicatori fiscali, e delle condizioni di crisi dell'economia italiana?

 

  By: Paolo_B on Mercoledì 02 Novembre 2011 19:48

Ho idea che gli scommettitori ippici siano gente abbastanza incallita. Se hanno soldi li scommettono. Se non li scommettono, vuol dire che i soldi non ci sono. Imho opinion l'andamento delle scommesse ippiche può essere un rivelatore dei futuri utili aziendali. Sul sito dell'UNIRE ho trovato purtroppo solo i dati a partire dal 2008. Durante la crisi del 2009 la caduta mensile massima è stata del 20% e quella annuale dell'11 %. Purtroppo a settembre abbiamo battuto il record negativo del 2009, sia mensile che annualizzato. Ippica: a settembre scommesse -30% 02 Novembre 2011 17:51 SPORT (ANSA) - ROMA - Scommesse ippiche giu' del 30% nel mese di settembre 2011: e' quanto si legge nel bollettino pubblicato dall'Assi, ex Unire, secondo cui fra totalizzatore e ippica nazionale, il comparto ha totalizzato circa 89,7 milioni di euro contro gli oltre 128 dello stesso periodo del 2010. Un calo di circa 38 milioni di euro. Nel periodo gennaio-settembre, il movimento delle scommesse (poco piu' di un miliardo) va giu' del 20,44% rispetto al 2010.

 

  By: alberta on Lunedì 31 Ottobre 2011 22:47

Tratto da Morningstar: Valuta Forte ? No, grazie, me ne vado all' estero..... Le aziende del Sol levante sono pronte a spostare gli impianti all'estero per non subire la forza della divisa. Il governo risponde con gli sgravi. Il Giappone ha paura dello yen. La forza della valuta nipponica, soprattutto contro il dollaro, sta mettendo in pericolo la salute delle esportazioni del paese asiatico che sta ancora lavorando per riprendersi dal terremoto dell’11 marzo. Il risultato è che l’indice Msci del Sol levante nell’ultimo mese (fino al 28 ottobre e calcolato in euro) ha perso lo 0,5%, portando a -14,2% la performance da inizio anno (in valuta locale il paniere ha guadagnato il 2,8% nelle ultime quattro settimane, ma è negativo per il 15,4% da gennaio). Il governo, intanto sta cercando di mettere una pezza alla situazione. Per la seconda volta in meno di tre mesi e per la terza volta in un anno la Bank of Japan è intervenuta sul mercato dei cambi vendendo yen. Il ministro delle finanze giapponese, Un Azumi, ha detto che continuerà a intervenire fino a che non avrà ottenuto risultati soddisfacenti. Operazioni che si rendono necessarie per venire incontro alle richieste di aiuto lanciate da colossi come Toyota, Panasonic e Nissan che stanno registrando un calo delle vendite all’estero proprio a causa dello stato di forma della valuta locale. Secondo uno studio commissionato dal Ministero giapponese del commercio il 15% delle società del paese sono convinte che i loro profitti caleranno del 20% se lo yen resta ad un livello di 76 contro il dollaro. Alcune hanno addirittura minacciato di portare i loro impianti fuori dal Giappone per non dover più sottostare alla dittatura del cambio. Sgravi e incentivi per chi resta Quella dello yen forte, peraltro, è una storia vecchia. Ogni volta che i mercati finanziari internazionali attraversando un periodo di incertezza gli operatori si buttano su beni rifugio. Tra questi e fra le monete, c’è quella giapponese (insieme al franco svizzero che, non a caso, sta creando gli stessi problemi alle aziende elvetiche). “Questa situazione è arrivata in un momento delicato per l’economia del Sol levante che sta ancora cercando di riprendersi dal terremoto”, spiega uno studio della società di consulenza Thomas White International. “Il governo, che sta cercando di affrontare anche il problema di una domanda interna stagnante, ha promesso di dare incentivi fiscali e sussidi alle aziende per convincerle a non abbandonare il paese. Il nuovo premier Yoshihiko Noda ha anche intenzione di varare una serie di misure per aiutare le piccole e medie imprese ad aprire nuovi impianti”. Il nuovo primo ministro, intanto, sembra avere una visione più possibilista per quanto riguarda la questione nucleare. Il suo predecessore Naoto Kan, aveva ordinato la chiusura degli impianti atomici dopo l’incidente alla centrale di Fukushima capitato a causa del disastro di marzo. Una decisione che era stata presa per assecondare l’opinione pubblica, ma che aveva preoccupato le aziende secondo cui, in questo modo, ci sarebbero stati problemi di produzione a causa della scarsità di energia elettrica.

 

  By: Paolo_B on Lunedì 31 Ottobre 2011 22:25

eccome se è buono!

 

  By: lutrom on Lunedì 31 Ottobre 2011 22:22

Comunque finalmente ho fatto il mutuo per ristrutturare ed ampliare la mia casa (e sottostanti negozi in discreta posizione, l'affitto dei quali dovrebbe consentirmi di pagare quasi completamente le rate del mutuo): mi avete consigliato il fisso (Antitrader, ad esempio) o il variabile (Zibordi, ad esempio), giustamente ognuno ha le sue vedute. Non sapendo cosa scegliere, ho optato per una via di mezzo (così eventualmente avrò una fregatura via di mezzo, eh eh eh), cioè ho fatto un variabile a 20 anni con tetto massimo (CAP): lo spread è 1,60%, il tetto massimo 5,50% (cioè non potrò mai pagare interessi più alti del 5,50%): coi tempi che corrono non mi sembra male (almeno vedendo le offerte che attualmente vengono fatte, basta dare un'occhiata a www.mutuionline.it ); che dite??

 

  By: hobi on Martedì 02 Agosto 2011 14:05

Tempo fa bazzicava nel forum un tale "Paolo" ,mi sembra, che aveva due caratteristiche. Scriveva molto bene e poi era un fautore del giubileo dei debiti. Io l'ho avversato duramente ( come è mio solito quando giudico o sbagliate o pericolose le idee dei miei interlocutori ). Il motivo della mia avversione al Giubileo ( nonostante l'acronimo del mio nick sia HOli BIble )è che nel mondo c'è troppa ricchezza per fare "tagli lineari alla Tremonti " come è previsto,appunto, nella Bibbia. Bisogna esercitare scelte. Certo che se le scelte le devono compiere le persone sbagliate ,....è un casino. Hobi

 

  By: hobi on Martedì 02 Agosto 2011 13:44

Non mi sembra una grande rivelazione quella di JP Morgan Tutti vanno in default se perdono l'accesso ai mercati. Quindi il punto è uno solo : come riguadagnare la fiducia ? Un bel HAIR CUT differenziato da stato a stato .... e si ricomincia. Certo che se ,Lorsignori,pensano di salvare i loro quattrini ,allora ci saranno piani e piani di salvataggio....senza concludere nulla. Peccato che i mercati non si fanno infinocchiare. Hobi