Autonomia, Secessione e Indipendenza

 

  By: Gano* on Martedì 19 Febbraio 2013 10:50

Purtroppo per loro temo di no. Ma era per dare l' ordine di idee di quanto poco venda in Italia, paese dove pure ha la sede.

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 10:49

quindi Gano, vuol dire che in italia paga tasse su 9 milioni? e il resto dell'utile lo tassa con qualche aliquota estera? ;)

 

  By: Gano* on Martedì 19 Febbraio 2013 10:44

Perché il numero di auto che produce è molto basso. Basta poco per buttarli a gambe per aria. Se la Ferrari (o la Lamborghini o l' azienda che fa yacht di lusso o fucili da caccia di oro massiccio o Brunello di Montalcino a 40 euro la bottiglia...). Con questo non voglio dire che va male, anzi va molto bene. In Italia ha avuto un utile di 9 milioni di euro. C'è il caso che sia poco più del salario di Montezemolo e del suo vice messi insieme...

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 10:38

244 milioni di utile netto su 2,43 miliardi di fatturato esattamente il 10 % (io ad esempio sono sul 7,9-8,0 % .....)

 

  By: Gano* on Martedì 19 Febbraio 2013 10:31

Si, è molto per un auto. Però in quel segmento sono quelli gli utili che devi fare se vuoi restare sul mercato. In Italia ha avuto un utile di 9 milioni di euro. Non è molto per essere il paese produttore.

 

  By: gianlini on Martedì 19 Febbraio 2013 09:44

gano, lascia perdere il redditometro, (318 auto da 250 o 300 mila euro non sono cmq poche!) tu che sei uomo di azienda (o così finora ho creduto) non ti sconvolge una tale forza di pricing???

 

  By: Gano* on Lunedì 18 Febbraio 2013 22:10

L’Italia è il fanalino di coda con appena 318 unità, che vuole dire un calo del 46%. Colpa della situazione economica ----------------------------------------------------------------------------------------- E del redditometro.

 

  By: gianlini on Lunedì 18 Febbraio 2013 19:29

se non sbaglio, fa un utile di 33 mila euro ad automobile venduta!!! pazzesco! Mai così tante Ferrari in 66 anni di storia Per il Cavallino conti record Crescono le vendite, utile a 244 milioni di euro (+17,8%) La fabbrica di Maranello MILANO-Crisi? Ma quale crisi? La Ferrari avanza a tutto gas. Lo confermano i numeri del bilancio approvato dal consiglio d’amministrazione riunitosi a Maranello. La richiesta di supercar è sostenuta dalla ripresa americana, dalla Cina, ma anche da alcuni paesi europei. MARGINI ELEVATI-In 66 anni, dalla fondazione dell’azienda per mano di Enzo, non si erano mai vendute così tante «rosse»: 7.318 quelle consegnate nel 2012, il 4,5% in più dell’anno precedente. Ancora più positiva la crescita dell’utile netto: +17,8% , pari a 244 milioni di euro per un fatturato di 2,43 miliardi di euro. Con un margine sulle vendite del 14.4% la Ferrari è la vera macchina da soldi del gruppo Fiat. Merito dei nuovi modelli, soprattutto quelli V12 ad alta redditività. Gli investimenti negli ultimi dodici mesi ammontano 324 milioni di euro, in aumento rispetto a dodici mesi fa (erano 280 milioni). Positiva anche la posizione finanziaria netta a quota un miliardo di euro. Altre novità di prodotto poi in arrivo: al Salone di Ginevra al via il 7 marzo la Ferrari mostrerà l’erede della Enzo, una supercar ibrida riservata pochi eletti. L’ITALIA SPROFONDA, CINA E USA VOLANO-Performance raggiunte grazie al successo in America, dove per la prima volta sono state consegnate più di 2 mila vetture. Ma a crescere sono anche Germania, Regno Unito e Svizzera, In Cina, invece, l’espansione procede: con 718 vetture (contando anche Taiwan e Hong-Kong) è il secondo mercato più importante dopo quello americano. L’Italia è il fanalino di coda con appena 318 unità, che vuole dire un calo del 46%. Colpa della situazione economica -certo- ma anche delle troppo tasse che colpiscono il settore, come spiega il presidente Luca di Montezemolo ] P

 

  By: fultra on Lunedì 18 Febbraio 2013 18:15

Il punto 3) deficit di bilancio dello stato.... lo potresti leggere come : lo stato va in deficit perchè chiede meno tasse, ovvero lascia in mano a imprese e famiglie più soldi per riassestare l'economia delle stesse che a loro volta sono i produttori veri del benessere . Se mandi i produttori in fallimento, ovvio che lo stato essendo il beneficiario e anche distributore crolla, per cui almeno qualcuno che faccia da motore lo devi risparmiare, e non è la cassa statale che in fondo è l'unica che potrebbe fare debiti di lungo periodo - accettando di introitare meno tasse - . PS Non nel senso di fare il ponte sullo stretto, tanto per dover spendere , mi pare lapalissiano ma lo sottolineo per Vincenzo che giustamente vorrebbe meno interventi diretti dello stato.

 

  By: hobi50 on Lunedì 18 Febbraio 2013 16:53

Vincenzo, sul punto 3) è ovviamente vero quello che ha scritto. Ma bisogna introdurre pure un concetto che viene spesso dimenticato dal Dott. Zibordi & C. allorchè tirano in ballo la famosa identità. I tre settori (stato ,famiglia ed imprese ) devono avere una sostanziale autonomia economico e finanziaria. Quando ,ad esempio ,lo Stato ha problemi ,INEVITABILMENTE,ne vengono a soffrire anche gli altri due settori. Non stiamo ripetendo fino alla noia che le famiglie e le aziende soffrono per le troppe tasse necessarie per la sopravvivenza dello stato ? E se invece fosse il sistema imprese a trovarsi in difficoltà,non sarebbe questa difficoltà ribaltata su famiglie ( minori salari ) e stato ( minori tasse corporate ) ? Purtroppo l'identità contabile ha conseguenze devastanti quando uno dei tra settori perde la propria autonomia economica e finanziaria. E quindi è la solita boiata che lo stato puo fare tutto il deficit che vuole perchè se ne avvantaggiano gli altri due settori. Hobi

 

  By: VincenzoS on Lunedì 18 Febbraio 2013 16:35

x Moderatore Il concetto base è intuitivo: Da chi può ricevere moneta il SETTORE PRIVATO (famiglie ed imprese) ? Se ci pensi ci sono solo tre modi ci creare moneta nuova, ricchezza insomma: 1) un Surplus Estero commerciale (esportare più di quello che si importa ottenendo moneta dall'estero) 2) un Incremento del Credito (che aumenta il denaro in mano a famiglie ed imprese) 3) un Deficit di bilancio dello stato, che spende, ovviamente a favore del settore privato nazionale, più di quello che incassa in tasse dal medesimo ----------------- 1) Vabbè, l'euro ci ha fregato (ma per colpa nostra) e sarebbe il caso di uscirne 2) Il credito aumenta se aumenta l'attività economica quindi la cosa si può fare 3) NO, NO E POI NO. Il deficit dello stato drena denaro (almeno nel sistema euro) perché sottrae risorse agli investimenti privati. In ogni caso fare investire soldi allo stato significa fargli costruire cattedrali nel deserto.

 

  By: hobi50 on Lunedì 18 Febbraio 2013 15:35

Visto che dallo schema allegato dal Dott. Zibordi ,la bottom line è rappresentata dal PIL nominale ( lo metto in grande NOMINALE ),che detto Pil nominale è meno 3% ,che il deflattore del PIL per il 2012 sarà tra il 2 ed il 3 %, mi permetto di fare questa domanda: Qual'è il calo del PIL reale calcolato dal Dott. Zibordi e da confrontarsi con il - 2,1% consuntivo ? Non è difficile . Hobi

 

  By: Moderatore on Lunedì 18 Febbraio 2013 15:32

La previsione sull'economia italiana nel 2013 va ricalcolata ora, perchè erano dati di fine 2011 che ho usato (a gennaio 2012). Ora siamo a febbraio 2013 e bisogna inserire i numeri ultimi del 2012 per fare la previsione 2013. Aspettavo di vedere l'elezione perchè onestamente dipende molto da chi governa, e se c'è qualcuno che governa o si rifanno le elezioni. Se ad esempio qualcosa va storto per la "Troika" e la grande finanza che vuole Monti/Bersani il costo del debito italiano ovviamente torna a schizzare su. Da qui in poi le tasse non possono umanamente alzarle ancora (anche se non ci sono mai limiti all'idiozia), l'export-import è migliorato di 30 mld grazie al crollo dell'import e le due variabili sono il credito che frana del -5 o -6% l'anno per imprese e famiglie e il costo degli interessi. Se uno vuole trovare parecchi numeri in un posto solo, Brusco un economista di FARE, li ha riassunti sul loro sito, ma la sostanza è che IL PESO DEGLI INTERESSI E' QUELLO CHE PUO' VARIARE a seconda del governo. Il governo Monti prevede nel suo DPEF ultimo che la spesa per interessi salga in rapporto al PIL fino al 6% NONOSTANTE TUTTA L'AUSTERITA', che hanno fatto precisamente per far scendere la "spread" cioè il costo degli interessi. Ma un 6% del PIL sarebbero più di 100 miliardi di euro di interessi l'anno nel caso migliore. Se guardi prevedono che le spese in conto capitale dello stato italiano scenderanno sui 35-40 miliardi l'anno e le spese per gli interessi sui BTP saliranno oltre i 100 miliardi. Chiaro che almeno 35-40 miliardi sono in qualche modo un poi anche un reddito (rendita) di residenti italiani, ma gli metterei un impatto di spesa dello 0.2 come coefficiente, cioè sono soldi più che altro risparmiati e non spesi. A occhio e croce potremmo fare un altro -2% di PIL perchè penso che il costo degli interessi salga in ogni caso, anche come riflesso di un crac in Grecia e Spagna

 

  By: temistocle2 on Lunedì 18 Febbraio 2013 14:58

la colonna "2013" si intravede appena, ma sembra disastrosa... puoi ripostare l'immagine allargata? grazie

 

  By: Moderatore on Lunedì 18 Febbraio 2013 13:50

Volendo aggiornare la previsione su come andrà l'economia italiana nel 2013 bisogna notare che l'ultimo bollettino Bankitalia mostra un -6% del credito alle imprese... dato che il credito totale alle imprese sono circa 900 miliardi di euro un 6% sono circa -55 miliardi in meno. Notare che nel 2008 il calo del credito alle imprese era stato solo del -3%, cioè meno di 30 miliardi. E nel 2008 per le piccole imprese i dati Bankitalia erano che non c'era stato calo del credito, cioè una variazione nulla, 0%. E' adesso che arriva la mazzata e hanno un calo del -6%.