UKRAINA e SANZIONI

 

  By: pana on Venerdì 14 Giugno 2013 08:54

oggi come ogni mattina compro in edicola il MANIFESTO e leggo con rabbia che la Natuzzi chiude in Puglia per aprire in Brasile, ma bene,se questi sono gli imprenditori che dovrebbero risollevare il paese stiamo prorpio freschi, l austerity non la imongono solo i governi e il bildeberg allora..

Russian Forces Storm U.S. Military Base In Niger; Pentagon Confirms Big Move Of Putin's Men - YouTube

 

  By: Moderatore on Giovedì 13 Giugno 2013 01:36

^"Otto misure per rilanciare l'Italia, Il governo annuncia il «decreto del fare"#http://www.corriere.it/economia/13_giugno_12/otto-misure-rilancio_f0bdf982-d327-11e2-b757-6b1a3e908365.shtml^ Sono tasse !

 

  By: pana on Giovedì 18 Aprile 2013 17:22

dai 145 milioni iniziali a 400 !! Rifiuti come fonte di arricchimento. Ancora una volta. L’inchiesta avviata nel 2011 dalla Procura di Napoli, e che ieri ha portato a 22 arresti, riguarda il Sistri, il sistema digitale sulla tracciabilità dei rifiuti progettato nel 2007 dal ministero dell’Ambiente durante una delle ricorrenti emergenze rifiuti in Campania che l’impianto satellitare avrebbe dovuto risolvere. Un finanziamento pubblico di 146 milioni di euro lievitati nel tempo a oltre 400 milioni, gestiti all’ombra del segreto di Stato. http://www.avvenire.it/Cronaca/Pagine/inchiesta-selex-21-arresti.aspx

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  By: gianlini on Mercoledì 17 Aprile 2013 17:09

Mi raccomando....non fate così! (non è che era Alberta?) --------------- I finanzieri notano un «rigonfiamento » nella giacca: fermato alla frontiera con 50mila euro L'uomo, un avvocato romano, stava rientrando dalla Svizzera: è stato multato Fermato al valico ferroviario di Chiasso (Como) un professionista di 60 anni che stava tentando di rientrare in Italia, dalla Svizzera, con 50 mila euro nascosti nella giacca. L'uomo, avvocato e originario di Roma, è stato notato dalla Guardia di finanza di Chiasso proprio per un «rigonfiamento» di una delle tasche del suo abito. Si trattava di mazzette di banconote raggruppate per taglio. Dei 40.320 euro trasportati illecitamente - eccedenti la soglia consentita di 10 mila euro - la Gdf ne ha sequestrato immediatamente il 50%, per un importo di 20.160 euro. La sanzione varia dal 30 al 50% della somma portata illegalmente.

 

  By: giorgiofra on Mercoledì 17 Aprile 2013 14:56

Come ho più volte sostenuto sarebbe auspicabile che ognuno avesse la bilancia commerciale in pareggio, e non mi riferisco solo alle nazioni, ma a macro aree. Se così fosse ognuno dovrebbe produrre quanto occorra alla propria comunità. E' naturale che ci sarebbero delle specializzazioni, per cui un paese produce automobili che poi vende ad un altro paese dal quale acquista prodotti tessili. Ma questo sempre in modo che l'interscambio sia in sostanziale pareggio. In questo modo tutti i paesi si svilupperebbero per la semplice ragione che nessuno potrebbe acquistare più di quanto vende, e non ci ritroveremmo con alcuni paesi indebitati verso altri. Se volessi vendere automobili in Iran, e l'Iran non avrebbe molto da rivendermi, sarei costretto ad aprire lo stabilimento in quel paese, portando sviluppo e non debito. Se invece lasciassimo fare al mercato, liberalizzando tutti i mercati, ne conseguirebbe che ognuno cercherebbe di produrre nel paese con i costi più bassi, costringendo gli altri competitori ad abbassare i salari; ed è ciò che sta accadendo. Il liberismo totale impedisce la nascita di industrie laddove manchino, perchè creare un tessuto industriale presuppone, all'inizio, una scarsa efficienza rispetto ai paesi con cultura industriale più consolidata. La gran parte dei paesi industrializzati, senza dazi in ingresso, non avrebbero avuto lo sviluppo che hanno avuto. La conseguenza di tutto questo è che non nascono industrie dove manchino, ma semplicemente che, per profitto, vengano trasferite industrie dai paesi più ricchi a quelli più poveri, sfruttando i bassi salari. E così, mentre i paesi poveri vedono un piccolo aumento delle condizioni di benessere, i paesi più ricchi vedono diminuire drasticamente il benessere dei propri lavoratori. E tutto questo ad esclusivo vantaggio di pochi plutocrati. Io non credo che il mercato, lasciato libero di esprimersi, porti necessariamente benessere per tutti. Io sostengo che il mercato venga guidato, o meglio lasciato libero di agire entro confini ben definiti. Vorrei ricordare che un tempo esistevano grandi latifondisti ed una massa enorme di salariati miserabili, ridotti ad uno stato di vera schiavitù. Se non ci fosse stato l'intervento pubblico oggi i pochi latifondisti sarebbero ancora ricchi, proprietari di tutte le terre, e le masse di contadini ancora miserabili, ed impossibilitati a risparmiare tanto da poter, un giorno, acquistare dei terreni propri. Studiando la storia si capisce che, per capacità o per fortuna, tutta l'economia tende naturalmente al monopolio, con le nefaste conseguenze che questo comporta. Per impedire che questo accada è naturale che i governi mettano in atto delle misure idonee a garantire una certa concorrenza, e la possibilità che nascano nuove imprese. I dazi furono una di queste misure, ed hanno consentito che nascessero industrie dove altrimenti sarebbe stato impossibile. E queste misure furono prese proprio da quei paesi che oggi si ergono a strenui difensori del libero mercato. Ad iniziare dagli Stati Uniti. Non ci sarebbero problemi se l'interscambio tra l'Italia e la Cina fosse in pareggio. Ma se lasciamo libero il mercato i bassi salari cinesi, la bassa fiscalità, le normative all'acqua di rose, distruggeranno una grossa fetta della produzione nazionale. E' non è neanche sostenibile la tesi secondo la quale noi ci salveremmo semplicemente dedicandoci alle produzioni a maggiore valore aggiunto. Si dimentica che anche la Cina, così come altri paesi, saranno in grado di produrre cose di qualità e ad alto valore aggiunto. Con la differenza che un ingegnere indiano, altrettanto bravo di uno europeo, costa un terzo. Questa è una guerra tra plutocrati che si combatte sulla pelle dei lavoratori, di qualsiasi livello. In nome del profitto, e con il pretesto di aiutare i paesi meno ricchi, ci sarà una sistematica distruzione delle società più ricche. E mentre i popoli cadranno lentamente in miseria, il grande capitale e la grande finanza, senza alcun radicamento territoriale, diverranno tanto potenti da sottomettere i governi e le nazioni ai loro esclusivi interessi. E' quello che sta già accadendo.

 

  By: manx on Mercoledì 17 Aprile 2013 14:44

tutta questa gente che finisce per andare all'estero indica che il problema è l'Italia , perchè fuori il lavoro lo trova . La globalizzazione esiste anche per gli altri ma evidentemente il problema è italiano e sarà un caso ma è anche degli altri paesi periferici dell'Euro . Un tempo in Italia si trovavano lavori di ogni genere ora di nessun genere , con lo stipendio si poteva vivere traslocare e fare famiglia , ora no anche se trovi lavoro . Abbiamo stipendi molto inferiori come potere d'acquisto reale a quelli di 30 anni fa 20 anni fa , non sono aumentate le case ma diminuiti gli stipendi . Normalmente con stipendi così compressi dovrebbe aumentare l'esportazione e l'offerta di lavoro , come la creazione di lavoro , ma non accade ; non si creano nuovi posti di lavoro , non si trovano lavori, non si esporta quanto si dovrebbe . Inutile girarci intorno , il problema è 1) l'Euro , per noi come per gli altri paesi periferici,2) la tassazione esorbitante , 3) l'eccesso di regole e burocrazia che uccide l'intraprendenza . NESSUN partito ha in programma di uscire dall'euro , di tagliare le tasse e di semplificare la regolamentocrazia , si va verso l'accettazione di tutte le austerity circolanti in Europa , verso la progettazione di nuove risorse da reperire , verso l'estensione del controllo totale su ogni aspetto della vita lavorativa e non . Quindi c'è poco da sperare , e non c'è neanche da studiarla da un punto di vista sociologico, semplicemente non vale la pena lavorare in Italia , siamo fuori di competitività per tasse euro e burocrazia

 

  By: VincenzoS on Mercoledì 17 Aprile 2013 13:43

x Giorgiofra Ciò che dovrebbe essere una eccezione, a tuo parere, dovrebbe essere la normalità. Io credo che sia una aspirazione legittima e naturale quella di voler vivere la propria vita nel luogo d'origine, ed il compito dello stato dovrebbe essere quello di soddisfare, per quanto possibile, tale aspirazione. ------------------------------------------------- Giorgio, vedi come caschi nella trappola da lavaggio del cervello di cui ti dicevo prima? E' assolutamente vero e legittimo che ognuno aspiri a vivere nel posto che preferisce e facendo il lavoro che più gli aggarda. Ma tutto ciò deve fare i conti con la realtà, ad esempio non posso pretendere di vivere in Groenlandia vendendo condizionatori d'aria, e con la capicità d ciascuno di sapersi costruire il proprio futuro. Affidare questa costruzione del futuro ad una entità astratta, lo stato, fatta di burocrati che nulla sanno delle aspirazioni, delle necessità, dei desideri delle singole persone, significa compiere il primo passo per la schiavitù. Chi crea un'impresa lo fa con lo scopo di trarne un profitto sfruttando le opportunità che gli si presentano e cercando di utilizzare al meglio le risorse a disposizione. Qunado il burocrate crea artificalmente una opportunità, per esempio dando un incentivo per mettere la fabbrica sul cucuzzolo di una montagna perché lì abitano persone che aspirano a lavorare in fabbrica e non vogliono spostarsi, ciò che si determina è un utilizzo non ottimale delle risorse, uno spreco appunto. E' solo quel processo di intelligenza collettiva che si chiama mercato che può effettivamente determinare la possibilità per quelle persone di soddisfare quel loro desiderio di rimanere nel luogo natio laddove essi sviluppino autonomamente la capacità di sfruttare risorse presenti sul luogo o facilmente reperibili per produrre un qualche cosa che sia gradito ai consumatori. Prbabilmente non sarà a quel punto una fabbrica ma forse una attività legata al turismo o all'agricoltura. Insomma dovranno fare i conti con la realtà che è che vivere sul cucuzzolo di una montagna è incompatibile con il lavorare in un'acciaieria.

 

  By: Gano* on Mercoledì 17 Aprile 2013 11:07

[Giorgiofra] Piuttosto che trasferire milioni di turchi in Germania o di Algerini in Francia, sarebbe stato meglio trasferire le fabbriche nei paesi di origine di questa massa di migranti. ------------------------------------------------------------------------------------------- La Fiat toglie da Pomigliano e Mirafiori e mette in Polonia, Serbia, Russia e Brasile. La Dainese in Tunisia. La Bialetti in Cina. Geox in Vietnam. La Adidas produce in Indonesia e la Apple in Cina. Wind e Telecom Italia hanno call center in Albania, Tunisia, Romania e Turchia. Quello che tu auspichi Giorgiofra non è altro che la cosiddetta "delocalizzazione" e sta andando avanti oramai da qualche decennio.

 

  By: giorgiofra on Mercoledì 17 Aprile 2013 10:53

Sì, ma tre quattro ragazzi di venticinque anni possono anche prendersi un appartamento più grande insieme e dividere le spese. Se è vero che per un monolocale paghi 600 euro, per un trilocale ne paghi 1000, che fa quindi 333,33 euro a testa se dividi in tre persone. E penso che a vent'anni si possa anche accettare di farlo. Poi un'altra cosa. Tu, Giorgio, hai una grande saggezza ma finisci per fare il gioco di chi ci ha lavato il cervello quando ti fissi sull'idea che ognuno debba stare a casa proprio. Eppure è proprio quella una delle idee che ci hanno messo in testa per schiavizzarci. La libertà di muoversi senza dover rendere conto a nessuno è una delle più grandi conquiste che l'uomo abbia ottenuto. I tedeschi dell'est hanno fatto cadere il regime votando con i piedi. Prima ci negavano la libertà di andarcene, rifiutando quindi in tal modo la cattiva politica, attraverso la costrizione; oggi ce la negano convincendoci che "è bello restare a casa propria". ------------------------------------------------------------------------------------------- Vincenzo, io sono convinto che tu sia in buona fede e, sopratutto, un ottimista. E lo sia a tal punto da ritenere che la responsabilità di questa situazione sia imputabile sopratutto ad un insieme di abitudini sbagliate della popolazione. Io vedo le cose piuttosto diversamente. E mi pare di scorgere delle tendenze sociali che non condivido, ad iniziare dalla perenne mobilità della forza lavoro. Ciò che dovrebbe essere una eccezione, a tuo parere, dovrebbe essere la normalità. Io credo che sia una aspirazione legittima e naturale quella di voler vivere la propria vita nel luogo d'origine, ed il compito dello stato dovrebbe essere quello di soddisfare, per quanto possibile, tale aspirazione. Piuttosto che trasferire milioni di turchi in Germania o di Algerini in Francia, sarebbe stato meglio trasferire le fabbriche nei paesi di origine di questa massa di migranti. Come ho sostenuto nell"Uomo Digitale", lo sradicamento delle persone e la formazione di società multiculturali produce enormi danni al tessuto sociale, le cui conseguenze le pagheremo nel tempo. Ma la cosa che noto con maggiore lucidità è il fatto che il problema del lavoro non si risolva con la mobilità. Per una serie di ragioni il lavoro sta perdendo dignità. L'aumento della disoccupazione genera automaticamente un abbassamento dei salari, con una corsa al ribasso che ci condurrà ad una società composta da una elitè di privilegiati ed una enorme massa di sottoproletariato. La gran parte della popolazione, andando avanti in questo modo, condurrà una vita di pura sussistenza, sballottata da un luogo all'altro secondo le mutevoli esigenze del "mercato". Le cose sono molto più complesse di quanto appaia in superficie. E sarebbe stato compito della politica, se ne avesse avuto la capacità, di intervenire in modo radicale per costruire una società diversa da quella che conosciamo, e non più adeguata ai nuovi scenari mondiali. Spostare i lavoratori da un luogo ad un'altro, pretendendo che accettino lavori precari e sottopagati, e spesso squalificati, non risolve il problema, ma lo acuisce. Scrollare le spalle, accettando il fatto che il lavoro perda di dignità, e pretendendo che le persone accettino qualunque condizione pur di lavorare, o tacciando come sfaticati coloro che legittimamente non vogliono subire il degrado morale ed economico al quale sono destinati, non mi pare la strategia migliore. E' come accettare di convivere con la Mafia, considerandolo inevitabile. Sono invece del parere che la mafia vada combattuta, anche pagandone un alto prezzo. Altrimenti il suo potere aumenterà sempre più, unitamente al degrado delle condizioni della popolazione. Il tempo in cui i lavoratori erano trattati come schiavi, ricattati dalla disoccupazione e dalla necessità di mangiare, lo abbiamo conosciuto. Anche allora i potenti sostenevano che quella fosse una condizione inevitabile, e non sarebbe stato possibile aumentare il loro benessere. Sappiamo che le cose sono cambiate, grazie alle lotte degli operai e dei contadini, e mai grazie alla bontà dei padroni o dello stato. Stiamo tornando a quel tempo, giustificando la cosa come inevitabile conseguenza del nuovo contesto internazionale. Io sostengo che sia completamente falso. E questa volta non è l'avidità dei padroni la causa di tutto, ma quella del fisco e della grande finanza. Ecco, io sostengo che una presa di coscienza (difficile) da parte di tutti, debba produrre quel movimento di massa di rivolta verso un sistema usuraio che è la vera causa del degrado del lavoro. Accettare supinamente la deriva sociale alla quale stiamo assistendo ci rende complici dei nostri aguzzini, e non potrà che peggiorare sempre più le condizioni di quella che un tempo era la classe media.

 

  By: giorgiofra on Mercoledì 17 Aprile 2013 10:05

a proposito di infermieri, pochi mesi fa parlavo con una ragazza figlia di un mio conoscente che ha appena terminato la scuola per infermieri. La situazione è che al di sotto di Roma non trovano lavoro, al Centro-Nord invece c'è una carenza drammatica di personale. -------------------------------------------------------------------------------------------Vincenzo, infatti il personale licenziato dal San Raffaele è disperato. Se fosse facile trovare lavoro, come vogliono farci credere, non starebbero a manifestare così come fanno.

 

  By: VincenzoS on Mercoledì 17 Aprile 2013 09:21

x Giorgiofra E parlo di artigiani di ogni tipo, cuochi, pizzaioli, infermieri. ---------------------------- a proposito di infermieri, pochi mesi fa parlavo con una ragazza figlia di un mio conoscente che ha appena terminato la scuola per ifermieri. La situazione è che al di sotto di Roma non trovano lavoro, al Centro-Nord invece c'è una carenza drammatica di personale. --------------------------------------- Le poche proposte che hanno ricevuto erano assolutamente indecenti, tipo contratto a tre mesi e stipendio di 1100 euro al mese. Considerando che avrebbero poi dovuto affittare un monolocale a 600 euro più le spese. E mi pare legittima la pretesa di morire di fame in casa propria piuttosto che in luoghi lontani. ----------------------------------- Sì, ma tre quattro ragazzi di venticinque anni possono anche prendersi un appartamento più grande insieme e dividere le spese. Se è vero che per un monolocale paghi 600 euro, per un trilocale ne paghi 1000, che fa quindi 333,33 euro a testa se dividi in tre persone. E penso che a vent'anni si possa anche accettare di farlo. Poi un'altra cosa. Tu, Giorgio, hai una grande saggezza ma finisci per fare il gioco di chi ci ha lavato il cervello quando ti fissi sull'idea che ognuno debba stare a casa proprio. Eppure è proprio quella una delle idee che ci hanno messo in testa per schiavizzarci. La libertà di muoversi senza dover rendere conto a nessuno è una delle più grandi conquiste che l'uomo abbia ottenuto. I tedeschi dell'est hanno fatto cadere il regime votando con i piedi. Prima ci negavano la libertà di andarcene, rifiutando quindi in tal modo la cattiva politica, attraverso la costrizione; oggi ce la negano convincendoci che "è bello restare a casa propria". Io penso che se i meridionali avessero continuato ad andarsene molta della malapolitica e della criminalità organizzata imperanti al Sud sarebbero per forza di cosa sparite. Invece hanno lavato il cervello alla gente, promettendogli mari e monti per legarli al loro paese e continuare a fare i loro comodi.

 

  By: VincenzoS on Mercoledì 17 Aprile 2013 09:02

x Ciciola Così come, mi permetto di aggiungere, la propaganda pro Università: ed oggi abbiamo tonnellate di fuori-corso... ---------------------------------- Vero, anche se comunque lo studio andrebbe visto come un percorso personale e non finalizzato necessariamente al lavoro. In ogni caso l'Italia è rimasta vittima della Guerra Fredda. Data l'importanza strategica che aveva, i due blocchi hanno messo in campo tutto il loro arsenale propagandistico al fine di fare proseliti. E gli italiani si sono divisi in schieramenti bevendosi le varie corbellerie che gli venivano propinate. E dopo il crollo del Muro hanno continuato a credere alle stesse corbellerie.

 

  By: ciciola on Mercoledì 17 Aprile 2013 07:46

Così come, mi permetto di aggiungere, la propaganda pro Università: ed oggi abbiamo tonnellate di fuori-corso... Un po' come la corsa all'acquisto della casa, negli ultimi trent'anni c'è stata la corsa all'iscrizione all'Università... Tutto sbagliato...

 

  By: VincenzoS on Mercoledì 17 Aprile 2013 07:30

x Giorgiofra e x Lutrom Vincenzo, ciò che è vero per delle eccezioni non lo è allo stesso modo per la media delle attività. -------------------------------------- Giorgio, Lutrom, ciò che è importante è il fatto che per troppi anni in Italia si è dato per scontato che uno avesse diritto al lavoro e allo stipendio indipendentemente dalle sue reali capacità, per troppi anni le scuole di ogni tipo, fondamentalmente pensate per pagare stipendi agli insegnanti e non per formare gli studenti, hanno sfornato persone senza arte nè parte, per troppi anni il mercato del lavoro è stato ingessato da una serie di normative che hanno impedito l'incontro tra domanda e offerta. Insomma, alla fine della storia, si sono buttate le base del declino. E alla fine il declino coinvolge pure quelli bravi, se non scappano. Però non trovi nessuno che voglia affrontare i problemi veri. Le soluzioni che trovi proposte sono uscire dall'euro e stampare moneta, come che queste cose trasformino i somari in Premi Nobel.

 

  By: Moderatore on Mercoledì 17 Aprile 2013 03:11

mail ricevuta di risposta ------------ Salve Giorgio . penso sia vero che non esistono i 6000 posti da pizzaiolo. Manca la collaborazione fra le agenzie di lavoro e il territorio, e un contratto specifico, che permetta anche a persone oltre i 45 anni di trovare lavoro. Un contratto semplice, che potremmo chiamare con una battuta scaletta. Un contratto con retribuzione minima di 300 euro poi 500, da aumentare a 700 dopo mesi di esperienza. Che costi pochissimo al datore di lavoro, che sia vantaggioso per il datore di lavoro assumere, anche dovendo, insegnare il mestiere. Per fare questo bastava un liceale non La Ministra Fornero. Le dico questo perchè, da metalmeccanico in cassa integrazione, farei anche il fornaio o altro. Quando si va nelle agenzie di lavoro, chiedono tutte 6 mesi di esperienza, per fornaio, macellaio, aiuto cuoco, cameriere. Anche per fare le pulizie. Quando parlo con la bella signorina dell'agenzia, e le chiedo informazioni per il lavoro da fornaio, non fa altro che dire : mi mandi il curriculum, ma se vollessi cambiare e fare il fornaio ? mi mandi la curricula, mi mandi il curriculum . Questa è la pantomima, e se gli dici che il curriculum è semplice: 34 anni di lavoro, in due aziende non ci sentono. Non si preoccupano di telefonare a chi cerca un fornaio, cameriere , macellaio, per vedere se sono disposti a pagarti anche con dei voucher. Quello che fanno è : mettere i curricula nel computer. Ci sono agricoltori che cercano personale , ma non ci sono annunci nelle agenzie. Per stimolare l'economia , non occorrono fenomeni laureati alla Bocconi con tutto il rispetto è chiaro. Basta fare cose semplici, esempio un piano di rottamazione europeo di tutte le auto, treni , impianti , macchine utensili , sistemi obsoleti. Dicono che è il mercato che deve regolare la domanda e l'offerta, ma se la gente non ha soldi, è costretta a tenersi le vecchie auto inquinanti e macchine utensili del 1900 per quanto riguarda le aziende.Distinti saluti Mauri e Elisabetta da Modena .