By: VincenzoS on Giovedì 28 Marzo 2013 18:05
A tutti coloro che credono che la ricchezza si crei attraverso il consumo, oggi racconto la storia di una delle famiglie più ricche di Roma che, per discrezione, indicherò come i ZZZZ.
E' una famiglia che ha imprese di costruzione, società di ingegneria, palestre e mille altre attività e di cui, eppure, pochi sanno anche il nome. Anche cercando su Google si trovano solo un paio di riferimenti a loro. Hanno fatto della discrezione una delle loro caratteristiche.
Solo uno dei membri di questa famiglia si espose in pubblico a metà degli anni '50 del XX secolo ma credo che pochissimi, anche per questioni anagrafiche, se ne ricordino. Esistono qua e là alcune strutture intitolate ai membri di questa famiglia ma conversando con i miei concittadini mai mi è capitato di incontrare qualcuno che abbia minimamente idea di chi si tratti
Come ne conosco, seppur parzialmente la storia?
Uno dei membri di questa famiglia fu compagno di classe, negli anni '30 di mio zio, il fratello di mia madre e divennero amici.
Trentacinque anni dopo mio cugino, figlio della sorella di mia madre, si ritrovò in classe, nella stessa scuola, con uno della nuova generazione di questa famiglia, e ne divenne amico. Io l'ho incontrato un paio di volte, tramite mio cugino.
All'inizio del XX secolo il capostipite di questa famiglia, un pastore abruzzese, scese con il suo gregge dalle montagne dell'Abruzzo verso la pianura intorno a Roma. Per l'epoca ad avere un po' di pecore poteva essere considerato quasi un fortunato, visto che il cibo l'aveva assicurato, ma certamente non nuotava nell'oro. La tradizione secolare di povertà delle sue genti gli aveva però insegnato a mettere da parte ogni soldo che guadagnava vendendo i prodotti che il suo gregge gli forniva.
Con quei soldi da parte, una volta arrivato a Roma, decise di comprare un po' di terra in modo da assicurare il pascolo alle pecore. Non erano molti e potè comprarsi solo un po' di terreni semi-paludosi, spesso soggetti ad alluvioni.
A un certo punto arrivò la sua fortuna, che nello specifico aveva nome e cognome: Benito Mussolini. Mussolini non poteva certo tollerare che Roma Eterna fosse circondata da paludi e, con il suo noto piglio, avviò un programma di bonifiche. E i terreni del pastore furono tra quelli risanati. Non è un caso che tutti i membri della famiglia siano poi rimasti devoti alla di lui memoria e, negli anni del dopoguerra, siano stati ferventi elettori del MSI.
Vero che il suo colpo di fortuna arrivò grazie allo stato, ma altre persone lo hanno avuto per essersi inventati in un garage un sistema operativo per computer.
A questo punto i terreni un tempo usati come pascolo crebbero di valore e divennero edificabili sia per costruzioni civili che industriali.
Cosa avrebbe fatto uno che pensava che i consumi creano ricchezza? Avrebbe venduto, si sarebbe preso i soldi e avrebbe iniziato a godersi la vita.
Lui, il pastore, no; sapeva che per creare nuova ricchezza doveva risparmiare.
E quindi piuttosto che cedere per soldi subito i terreni, richiese agli acquirenti che gli garantissero una quota degli utili futuri che si sarebbero ricavati con il nuovo uso dei terreni.
Intanto, visto che lui era ignorante, iniziò a fare studiare i figli mandandoli laddove andavano anche i figli della borghesia romana (ecco dove uno di loro incontrò mio zio) in modo che potessero negli anni successivi intraprendere sempre nuove attività.
Ma l'idea di risparmio non ha mai abbandonato la famiglia.
Quando mio cugino, ovviamente della mia stessa generazione, ha iniziato a frequentare la loro casa, peraltro non sfavillante, mia zia si è spesso recata da loro a riprendere il figlio, fermandosi sempre a scambiare due chiacchiere visto la già precedente conoscenza familiare.
E mentre si prendevano il caffè la madre dell'amico di mio cugino riparava i buchi nei calzini del figlio e del marito. Avrebbero potuto permettersi di comprarne cento paia al giorno di calzini. Hanno preferito mettere su aziende su aziende che hanno dato propserità a centinaia e centinaia di persone e ricchezza vera, seppur ignota ai più, a loro.
La prosperità nasce dalla rinuncia al consumo e dall'investimento, le due cose vanno di pari passo. Non si può avere investimento finché non si tengono i consumi sotto controllo.