un po' di sano buonsenso (questo sconosciuto, ma direi meglio: questo colpevolmente e volutamente abbandonato buon senso):
Marco Cosentino, professore di farmacologia all'Università dell'Insubria di Varese
L'opzione vaccinale gode di un favore mediatico apparentemente infinito, incondizionato e soprattutto incomprensibile nei suoi fondamenti. I prodotti oggi disponibili sono tutti moderatamente efficaci nel ridurre per qualche tempo i rischi di covid, peraltro a prezzo di una certa probabilità di reazioni avverse che va messa in conto. La sfortunata circostanza che gli studi autorizzativi furono dopo soli due mesi trasformati da sperimentali in osservazionali ha solo ritardato di qualche mese questa conclusione.
Ora, in tutto questo non vi sarebbe nulla di male: tantissime terapie farmacologiche e non hanno efficacia solo parziale e come tali vengono impiegate, sfruttandone i benefici che sono in grado di dare e per il resto ricorrendo ad altro. C'è invece un che di patologico - direi quasi psichiatrico - nell'insistere con i soli vaccini, nel sostenere che se due dosi non bastano ce ne vuole una terza, e poi una quarta e poi ancora. Un richiamo all'anno poi ogni sei mesi ora ogni tre, Forse una nuova versione di vaccino. Che vanno vaccinati i minori, poi anche i bambini, ora si parla dei sei mesi di età, raccomandando nel frattempo il vaccino in gravidanza quasi fin dal concepimento.
Pare di vedere una persona che insista col martello a piantare un chiodo nel cemento armato: il chiodo da tempo si è curvato irrimediabilmente, ma la persona rabbiosamente continua a menare martellate che a malapena scalfiscono il cemento, finendo per rovinare il martello e anche per mettere a rischio la propria incolumità. Manca poco anzi che inizi a tentare di piantare il chiodo a testate...
Fuor di metafora, non un euro è stato speso per rafforzare i servizi sanitari, i fondi per l'incremento delle terapie intensive leggo che rimangono inutilizzati. I medici vengono remunerati per le vaccinazioni e i farmacisti istruiti a vaccinare, il che potrebbe anche essere comprensibile o comunque pazientemente tollerabile, se almeno al tempo stesso si remunerassero i medici anche e soprattutto per prendersi cura dei propri assistiti e si organizzassero corsi di aggiornamento per insegnare a tutti l'esperienza dei colleghi che stanno curando il covid, esperienza che ancora nessun libro di testo riporta.
Si finirebbe per eliminare dalle strutture di ricovero la pressione, vera o dovuta a discutibili pratiche riorganizzative, consentendo così di riprendere le attività di cura ordinarie, la cui mancanza sta costando in vite perse e salute compromessa tanto quanto e forse più del coivd stesso. E si tornerebbe forse anche rapidamente a quella normalità che fatichiamo a ricordare come realmente fosse ad ogni giorno che passa. E questo è oggi il vero pericolo.