By: giorgiofra on Martedì 21 Maggio 2013 14:18
Senza contare il fatto che l'uso dello zucchero in bustina produce degli sprechi enormi, dal momento che non tutti usano l'intera dose.
Oramai la furia iconoclasta di voler regolamentare tutto, credendo così di migliorare il mondo, sta distruggendo la nostra civiltà. Purtroppo pochi se ne rendono conto.
Basti pensare al fatto che se non esponi il cartello "vietato fumare" con le sue ben determinate caratteristiche, sei passibile di multa, come se tutti non sapessero che non si possa fumare nei locali pubblici. Oppure che nei locali, anche se di soli 20 metri quadrati, occorre applicare alla porta il cartello "uscita", come se la gente non sia capace di capire che, trattandosi dell'unica porta, sia l'unica via di uscita.
Prima che entrasse in vigore la legge sul divieto di fumo, al mio paese, era scontato che non si fumasse nei negozi o nei bar. Si trattava di una questione di educazione, e tutti, anche noi terroni che siamo per natura anarchici, rispettavamo questa regola. Questo avveniva per la semplice ragione che ognuno capiva che il proprio comportamento poteva disturbare o danneggiare gli altri.
C'erano, comunque, alcuni bar di periferia dove si fumava. Erano frequentati da clienti abituali che si trattenevano a giocare a carte. E' chiaro che coloro che non volevano essere disturbati dal fumo altrui si astenevano dal frequentarli, e si rivolgevano a tutti gli altri locali in cui il fumo era vietato.
Ora io non capisco per quale motivo i cittadini non debbano essere liberi di scegliere se frequentare un locale per fumatori o meno. E non vale la giustificazione che il fumo faccia male, perchè lo stato, contrariamente a quanto vuol far credere, guadagna moltissimo dai danni che il fumo provoca. Basti pensare che coloro che fumano, secondo la letteratura, vivrebbero dieci anni in meno degli altri, con la conseguenza che lo stato risparmierebbe ben dieci anni di pensione. Ed i soldi necessari a curare un malato di cancro sono gli stessi che lo stato spenderà per curare le malattie di tutti gli altri, che pur non fumando, vivendo più a lungo, si ammaleranno ugualmente di una delle tantissime altre malattie. Se poi consideriamo che un fumatore accanito paga allo stato oltre 60 mila euro di tasse, e che si ammala di cancro un fumatore su tre, vuol dire che per ogni ammalato di cancro dovuto al fumo lo stato ha incassato bel 180 mila euro. Con la conseguenza che i costi sanitari sono stati abbondantemente pagati.
Qualche giorno fa abbiamo soccorso il nostro vicino di pianerottolo, ammalato di cancro e di diabete. Questo vicino, che non ha mai fumato ed è sempre stato magro, ha raggiunto la venerabile età di 86 anni. Intanto lo stato gli ha pagato, fino ad ora, ben 26 anni di pensione, e comunque alla fine si è ammalato ugualmente, gravando sulla spesa sanitaria come coloro che fumano. La differenza è che non ha pagato decine di migliaia di euro di tasse sulle sigarette che non ha fumato, e che ha percepito almeno dieci anni di pensione più di un fumatore.
Spiace constatare di quanto la gente sia credulona, ad accetti e prenda per buone tutte le fregnacce che lo stato racconta. Pochi, purtroppo, hanno l'abitudine di usare il cervello come si dovrebbe.
Esemplare è la storie dell'evasione fiscale, che ammonterebbe a cifre iperboliche. Nessuno sa da dove derivi questo dato, e se effettivamente si tratta di una evasione davvero recuperabile. Un popolo di rincoglioniti si limita a ripetere come tanti pappagalli degli slogan, inventati dal governo per giustificare il disastro nel quale ci troviamo. E così senti dire da tutti: l'evasione è di 180 miliardi l'anno, in America gli evasori vanno in galera, negli altri paesi tutti sono onesti e pagano le tasse, gli artigiani ed i commercianti sono tutti ricchi, all'estero non esiste il sommerso.
E di tutto questo, la cosa che maggiormente mi rammarica, è che queste stupidaggini vengono ripetute da gente che ha studiato, e che avrebbe dovuto imparare ad usare il cervello, e non limitarsi a ripetere cose di cui, in realtà, non sa assolutamente nulla.