Scenario di lungo periodo

 

  By: gianlini on Venerdì 22 Agosto 2003 19:47

mi auguro per lei che abbia perfettamente ragione nell'individuare nel 22 agosto la data di giro del ciclo rialzista (sono stracorto anch'io, ...) e accolto con piacere la notizia della presenza in TV di Bezos e Kournikova, che si può sicuramente interpretare come segno di euforia ma, secondo lei, come è possibile che spesso il mercato raggiunga punti di svolta estremi proprio in corrispondenza di eventi come questo? Bezos, ad esempio poteva perdere l'aereo o la Kournikova farsi male ad una caviglia ieri in allenamento e mancare l'appuntamento con il "segnale" come fa il mercato a sapere che tutto andrà liscio?

reggiseni su Amazon - gz  

  By: GZ on Venerdì 22 Agosto 2003 19:21

chi aveva la TV accesa ha avuto oggi su Amazon il perfetto segnale alle 15:40 All'apertura della borsa di NY c'era Anna Kournikova la russa che non vince, ma con il completo più corto della storia del tennis e Jeff Bezos , a.d. di ^Amazon#^ che annunciavano che Amazon venderà ora reggiseni e mutande su internet e sulla notizia Amazon apriva un dollaro e mezzo sopra ieri dando la possibilità di comprare le put di cui dicevo ieri qui sopra a 1.55$ al pezzo (ieri 1.70 non lo avevano fatto)

 

  By: GZ on Venerdì 22 Agosto 2003 14:51

------------------------------ .....E qui Usemlab e la logica tornano vincitori: se i tassi salgono, a parità di utili, le azioni devono scendere ---------------------------------------------- non capisco perchè chi è pessimista si ostini a parlare sempre della borsa americana come se non esistesse altro, perchè non vi rendete la vita più facile e parlate di quelle europee che effettivamente sia come % di lungo periodo che come perdita dai massimi del 2000 hanno reso difficile la vita dell'investitore Se parliamo di azioni americane (con un orizzonte di investimento, perchè in settembre in genere vanno giù ad esempio) avete appena avuto i 12 o 18 mesi di recupero più spettacolare degli ultimi 15 anni in cui senza troppa fatica centravi non una o due, ma una decina almeno di titoli che facevano il +100% (io nel mio piccolo l'ho dimostrato qui) e anche negli ultimi 10 giorni avevi nuovi strappi al rialzo di interi settori nuovi Ho appena mostrato oggi che il TITOLO MEDIO americano (non l'indice pesato, il titolo medio, il paniere che che compri a caso) è salito del 400% dal 1990 ed è tornato con la chiusura di ieri sul livello del marzo 2000 Per chi investe in un fondo comune questa statistica è inutile perchè i fondi devono comprati i titoli grossi e noti, ma per un investitore privato significa che puoi (anzi potevi e dovevi) cavartela, perlomeno sui titoli americani, perchè appunto il titolo medio è tornato sui massimi del 2000 e non sono titoli che scambiano 7 mila pezzi come Euphon o Ricchetti Non viene mai il dubbio che invece di preoccuparvi dodici mesi all'anno e sette giorni alla settimana di concetti economici difficili da capire vi converrebbe spendere il tempo a cercare dei titoli che salgono visto che sulla borsa americana, che sembra essere l'unica che tutti discutono, in realtà ce ne sono ?

 

  By: panarea on Venerdì 22 Agosto 2003 12:54

Hello Un discorsetto logico, il mio solito noioso, ma secondo me aiuta. Il prezzo di un’azione a parità di utili è funzione inversa del tasso di interesse (p/e=1/i per cui p = e/i). Nel marzo 2000 il t-bond era al 6% qualche settimana fa al 3.3%. Semplifichiamo e diciamo che si è dimezzato. Ammettiamo che una società abbia diminuito i propri utili di 1/3. Ergo, per logica, il prezzo dell’azione dovrebbe ora essere aumentato, perché la diminuzione degli interessi (il denominatore) è superiore a quella degli utili (il numeratore). Questo è la logica, non contano niente le onde di elliot e roba simili. Mi sono obbiettato: guada che quel i al denominatore non è il t Bond ma il famoso B*premio sul rischio + T bond, per cui se diminuisce il t-bond ma aumenta il beta oppure il premio sul rischio oppure entrambi siamo alle solite. Mi sono argomentato: il premio sul rischio si misura in intervalli giganteschi di 20/30 anni (sotto le statistiche sono solo chiacchiere) lasciamolo costante, il Beta misura la correlazione tra mercato e azione, se si parla di certi titoli il beta è piuttosto costante ultimamente (scende e sale tutto tutto insieme, vedi correlazione nasdaq e amazon, oppure nyse e la scoppiata Ford). Quindi il mio discorsetto è corretto. C’è un solo però, il t*-bond ora è al 4.5% il grafico della sua risalita nelle ultime settimane fa paura. E qui Usemlab e la logica tornano vincitori: se i tassi salgono, a parità di utili, le azioni devono scendere (sia inteso, i tassi sono tuttora + bassi del marzo 2000, xcui una società con utili costanti deve sempre costare di più di prima, il che spiega come mai un indice egual ponderato sia tuttora ai max del 2000). E invece non lo fanno. Zibordi mi obbietterà che l’aumento dei tassi a lungo è tipico scenario di una ripresa economica, ma io finchè non vedo previsioni di maggiori utili futuri, x lo stupido sistema di pricing p=e/i del CAPM riportato, dico che non ci credo. Quindi il nodo, ha ragione usemlab, sta tutto sui tassi. Per ora la Fed gli ha annichiliti (hanno studiato anche loro Fama French e il Capm, per cui hanno buttato giù il denominatore x sostenere i corsi azionari, l’unica vera attrattiva del sistema economica Usa, i mercati finanziari) e il mondo si è fidato. Da qualche settimana, il mondo, gli investitori, si fidano meno, e iniziano a chiedere + remunerazione ai loro prestiti. Questa è la vera mina vagante. Se la Fed perde la fiducia, i tassi salgono rapidamente, le azioni crollano e il sistema scricchiolare. E Amazon si leva dalle palle finalmente. Stendo velo pietoso sul mercato italiano, dove la classe media si sta facendo distruggere da pochi monopolisti (autostrade, telecom, enel, eni), da un’inflazione al 2.8% e una remunerazione del capitale esentasse sempre negativa. Mica stupidi i Benetton: altro che golfini, hanno capito come andava questo paese e dando un po’ di soldi al manifesto, all’unità quando erano in crisi ora hanno il monopolio di dove viaggio (treni, autostrade, aeroporti), dei panini venduti in questi posti (autogrill, spizzico) + un po’ del mio canone telefonico bimensile. Il mib30 è già un patetico brodo di società a guida pubblica e monopoliste (enel, eni & controllate) + qualche monopolista privato (gruppo telecom e autostrade) + bancari e assicurativi guidati dalla politica (nonché a loro volta cartello, non mi direte che vi entusiasma il risiko bancario delle popolari italiane…) + le utilities che si devono quotare entro un tot (e sono come lo yogurt, hanno la scadenza, cioè dopo la quotazione crollano). Il resto 0, di veramente industriale, di competitivo anche fuori dai patri confini, zero.

 

  By: gianlini on Venerdì 22 Agosto 2003 10:49

il grafico riportato segnale meglio di qualsiasi altra cosa che in America non c'è stata una vera crisi del mercato azionario ma una semplice pausa se AMZ è riuscita a risalire tanto, fino ad arrivare solo due anni dopo ad essere di nuovo "troppo cara" vuol dire che siamo assolutamente lontani da quella "nausea da azioni" che caratterizza le vere fasi orso dei mercati

AMAZON costa troppo ora - gz  

  By: GZ on Giovedì 21 Agosto 2003 23:55

va beh... se uno è negativo è bene che agisca allora nel mio piccolo io qui vedo ^AMAZON#^ "arrivata" a 46 dollari e al 38% del rimbalzo dai massimi per ora le put di Amazon scadenza settembre con strike a 45, quindi quasi in the money, costano 1.75 bid e 1.90 offer e io sto cercando di comprarle a 1.75 (nota bene: parlo di opzioni put trattate a NY, non a Milano ovviamente) puntando a un cedimento sotto 40 dollari di Amazon entro un mese

 

  By: usemlab on Giovedì 21 Agosto 2003 22:58

"There is no means of avoiding the final collapse of a boom brought about by credit expansion. The alternative is only whether the crisis should come sooner as a result of the voluntary abandonment of further credit expansion, or later as a final and total catastrophe of the currency system involved." Ludwig von Mises, Human Action, A Treatise of Economics, Yale University Press, 1949

 

  By: Paolo Gavelli on Giovedì 21 Agosto 2003 21:41

non so se c'è già un thread più adatto, cmq: vedo l'euro/$ al limite dell'inversione di medio, con relative conseguenze (proseguimento della salita indici usa) allegato il daily con media a 200gg, fibonacci in giallo, supporto statico, e (last but...) un parere elliottiano (di T.Giusto): sotto 1,0934 correzione profonda. 2ali PS: ciao mon cher, tutto bene lassù? come va l'effetto serra? :-)

 

  By: banshee on Giovedì 21 Agosto 2003 20:43

Quelli che vedevano un lento e graduale progresso del commercio, dell'industria e del benessere non li ricorda mai nessuno (anche se avevano ragione) _____________________________________________________ Ma no! Ci ricordiamo benissimo delle previsioni di Fischer (in nutrita compagnia, invero) intorno al 1929 anno Domini. C'e' qualcuno qui dentro che vede un gigantesco arrotondamento degli ultimi massimi relativi, oltre a me (ed ai soliti noti).

 

  By: amalore on Giovedì 21 Agosto 2003 17:17

Per l' aumento delle liquidità degli americani forse un'altra risposta può essere questa: le rinegoziazioni dei mutui ( che sono aumentati in % molto più della liquidità !!! ) Che hanno avuto 2 effetti : 1) aumento del debito ( di pari entità dell' incremento del valore dell' immobile ipotecato ) 2) maggiore disponibilità liquida sui conti. Se così fosse c'è da stare poco allegri perchè quando avranno tutti rinegoziato i mutui non ci saranno più entrate extra ma anzi, per qualcuno mutui con durate più lunghe

 

  By: GZ on Giovedì 21 Agosto 2003 02:52

--------------------------------------------------------------------------------- ...............Già venerdì primo agosto, sui precedenti minimi dei Treasury, era accaduto qualcosa di cui si è parlato molto poco. Il mercato dei credit spread e degli asset swap si era letteralmente prosciugato. Illiquidità totale prossima al credit crunch. Un tranquillo venerdì di paura come non si vedeva dai tempi della crisi dell’LTCM, tenuto a conoscenza di pochi addetti ai lavori e dimenticato velocemente già lunedì mattina 4 agosto. La preparazione dell’asta dei 60 B di dollari nel 3, 5 e 10 anni richiedeva un ottimo allestimento, miracolosamente riuscito forse anche grazie ad una piccola operazione effettuata sul mercato dell’oro venerdì 1 agosto. Il metallo giallo, lanciato da qualche giorno verso l’importante resistenza dei 365 dollari, era stato abbattuto sulla chiusura, in pochi minuti, di ben 8 dollari. ... ------------------------------------------ Queste sono le cose che rendono interessante la finanza mentre le previsioni bovine di graduale miglioramento annoiano Anche una volta parlando in generale i predicatori che avevano più successo e che tutti ancora ricordano tipo Savonarola o Marx avevano la visione dell'apocalisse vicina e svelavano qualche complotto che teneva incatenato il mondo Quelli che vedevano un lento e graduale progresso del commercio, dell'industria e del benessere non li ricorda mai nessuno (anche se avevano ragione)

 

  By: tkopf on Giovedì 21 Agosto 2003 01:45

Se si cercano argomenti pessimisti questo è il sito adatto: http://www.usemlab.com/html/home.asp Interessante l'approfondimento sul 1 Agosto. Questa è la loro ultima analisi: http://www.usemlab.com/html/commenti/archivio_commenti/mercati/MK_03_08_18.htm _______________________ Battaglie d’agosto (18/08/03) Mentre nelle ultime settimane il mercato azionario ha continuato a ciondolare in un saliscendi estivo alquanto noioso, su altri mercati si sono svolte battaglie violente e decisamente interessanti che sembrano avere trovato tregua solo alla vigilia di ferragosto. A causa della propria dimensione assoluta, della recente volatilità dimostrata, e della propria influenza su una economia americana sempre più sensibile ai tassi di interesse e dipendente dal credito, il mercato protagonista della prima battaglia è stato senza dubbio quello dei bond americani. Dopo una settimana di pausa, orchestrata quasi ad arte per poter collocare con serenità 60 B di dollari di titoli di stato (24 B di titoli a 3 anni piazzati martedì 5 agosto, 18 B a 5 anni e 18 B a 10 anni venduti rispettivamente mercoledì 6 e giovedì 7), la discesa dei bond aveva ripreso il proprio corso già venerdì 8 per accelerare dopo il meeting del FOMC tenutosi il 12 agosto. A nostro avviso, leggendo le dichiarazioni che hanno accompagnato la decisione di lasciare i tassi USA invariati, sono risultate chiare due cose : • la FED non ha la più pallida idea di dove stia andando e cosa stia succedendo all’economia americana; • soprattutto la FED non ha la più pallida idea di cos’altro fare per stimolare l’economia americana senza causare danni ulteriori a un mercato dei bond già seriamente danneggiato e sempre più sensibile alle politiche monetarie e fiscali. Sebbene la recente salita dei rendimenti di lungo termine continui ad essere venduta dai media americani come il segnale della ripresa in arrivo, in realtà essa sta spingendo l’attenzione degli osservatori più attenti verso un maggiore monitoraggio dei rischi di credito e di quelli di inflazione. La propaganda seguita finora di ignorare l’aumento del deficit pubblico e soprattutto del debito di sistema, che la breve recessione del 2001 avrebbe dovuto assorbire almeno in parte e che invece lo stimolo monetario ha continuato ad inasprire senza sosta, potrebbe quindi rivelarsi pericolosa non solo per chi aveva fatto il pieno di obbligazioni a lungo termine negli ultimi mesi ma anche per tutti coloro che continuano a credere alla fine del mercato bear del mercato azionario. Nonostante il rimbalzo dei bond americani avvenuto giovedì 14 agosto (giorno in cui sono girate anche voci di presunti interventi della FED sul mercato del trentennale) sembra avere risolto favorevolmente una situazione che stava assumendo toni piuttosto drammatici (la figura di doppio minimo potrebbe segnare per qualche settimana l’interruzione temporanea del nuovo trend rialzista dei rendimenti), la reazione del mercato dei tassi di interesse alle ultime dichiarazioni della FED ha messo in chiaro altre due cose: • lo spettro della deflazione che le dichiarazioni del FOMC hanno cercato di far riapparire (come era atteso a supporto della parte lunga della curva) non è più credibile; • sul mercato dei bond sono in corso dinamiche indubbiamente straordinarie, alimentate dalle strategie di hedging delle agenzie americane che operano nel mercato dei mutui immobiliari, in grado di mettere in difficoltà più d'uno tra i numerosi operatori che speculano sui movimenti della curva dei rendimenti. Già venerdì primo agosto, sui precedenti minimi dei Treasury, era accaduto qualcosa di cui si è parlato molto poco. Il mercato dei credit spread e degli asset swap si era letteralmente prosciugato. Illiquidità totale prossima al credit crunch. Un tranquillo venerdì di paura come non si vedeva dai tempi della crisi dell’LTCM, tenuto a conoscenza di pochi addetti ai lavori e dimenticato velocemente già lunedì mattina 4 agosto. La preparazione dell’asta dei 60 B di dollari nel 3, 5 e 10 anni richiedeva un ottimo allestimento, miracolosamente riuscito forse anche grazie ad una piccola operazione effettuata sul mercato dell’oro venerdì 1 agosto. Il metallo giallo, lanciato da qualche giorno verso l’importante resistenza dei 365 dollari, era stato abbattuto sulla chiusura, in pochi minuti, di ben 8 dollari. Ed in effetti, l’altra violenta battaglia in corso nelle prime due settimane di agosto ha avuto luogo proprio sul mercato della reliquia barbarica. Tornato sopra i 365 dollari l’oncia giovedì 14 agosto, il metallo giallo aveva raggiunto una importante resistenza tecnica rotta la quale avrebbe avuto via libera fino verso i 400 dollari. La risoluzione favorevole sul mercato dei bond ha contribuito indubbiamente a contenere le pressioni rialziste del metallo, che negli ultimi due giorni è stato nuovamente respinto verso i 360 dollari. L’azione recente dell’oro è comunque apprezzabile visto che si è accompagnata a una forza relativa del dollaro sul mercato valutario. In altre parole l’oro si è rafforzato non solo contro il dollaro, ma anche contro le altre principali valute, sganciandosi così dalla stretta relazione che negli ultimi mesi lo aveva legato esclusivamente alla debolezza del biglietto verde. Oro, prezzo in Euro (2002-2003) (vedi grafico sul loro sito) Oro, prezzo in Yen (2002-2003) (vedi grafico sul loro sito) Rotta la resistenza dei 320 euro, l’oro sembra pronto per superare anche quella dei 44 mila yen. Da un lato il segnale della definitiva entrata nella seconda fase del mercato bull cominciata a fine 2002, dall’altro il segnale inconfutabile che gli operatori continuano a perdere fiducia nelle valute cartacee, inflazionate oltremisura nella lotta senza quartiere alla recessione globale. Un avvenimento decisamente interessante proprio a cavallo del trentaduesimo anniversario del Dollar Standard Cartaceo: il 15 Agosto 1971 l’amministrazione Nixon sopprimeva la convertibilità tra dollaro e oro aprendo definitivamente la strada alla libera e illimitata inflazione degli aggregati monetari che negli ultimi anni sta trovando una delle proprie peggiori realizzazioni. ___________________________

 

  By: gianlini on Mercoledì 20 Agosto 2003 16:06

ok, quindi l'incremento sembra dettato dal aver portato a casa i profitti piuttosto che da altro. D'altronde è quello che sta facendo continuamente gente tipo Bill Gates, Paul Allen, Ellison, ecc.ecc. sembra che quindi, in America la propensione all'investimento sia in diminuzione anzichè il contrario, come avviene in Europa sbaglio?

 

  By: gianlini on Mercoledì 20 Agosto 2003 16:00

la domanda non è così peregrina come sembra: vorrei tanto sapere come si fa a non risparmiare e a vedere il proprio conto corrente crescere di valore ogni anno

 

  By: GZ on Mercoledì 20 Agosto 2003 15:55

ci sono più soldi perchè il reddito delle famiglie è aumentato in media del 3% all'anno e perchè con le obbligazioni e gli immobili nonchè con le azioni la gente ha relizzato capital gain e una parte li ha incassati insomma negli ultimi 10 o 20 anni la gente in media è diventata più ricca se vogliamo parlare terra terra