La CONSOB stabilisce quali informazioni finanziarie devono essere fornite al pubblico - gz
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By: GZ on Giovedì 28 Agosto 2003 16:27
.... Art. 25-bis. - (Attività di predisposizione e diffusione di studi). - 1.....per oggetto strumenti finanziari da chiunque e sotto qualsiasi forma svolte....... sono consentite ai soli soggetti in possesso di specifiche e comprovate esperienze e professionalità. Con successivo regolamento la CONSOB... stabilisce i relativi requisiti ....
........La CONSOB stabilisce con regolamento in quali casi e con quali modalità devono essere fornite informazioni al pubblico sugli studi e sulle statistiche concernenti titoli ....
........ I criteri per l'accertamento dei requisiti ....sono individuati dalla CONSOB con regolamento.....
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Non si può consentire a chiunque di svolgere un attività,
sarebbe l'anarchia e il "Far West".
Occorre che le autorità, il governo, l'ente pubblico preposto autorizzino, controllino, "stabiliscano con regolamenti ... in quali casi e con quali modalità e ..quali soggetti siano abilitati... in che forme ...".
La consulenza finanziaria purtroppo, per una svista del legislatore, finora è sfuggita alla regolamentazione che ha invece protetto così bene finora i cittadini italiani nel risparmio gestito. (Anche perchè con il risparmio gestito, fondi, sicav e banche italiane che sole possono operarvi guadagnano sui DIECI-QUINDICI MILA MILIARDI di vecchie lire all'anno e con la consulenza pura si parla forse di 4 o 5 miliardi ).
Ma ora che la consulenza sembra diventare un poco più rilevante è tempo che il legislatore chiuda questo buco e regolamenti in modo rigoroso i soggetti autorizzati onde evitare un pericoloso "Far West".
I politici e la burocrazia statale (ma è meglio sempre pronunciare "lo stato" che suona più convincente) sono gli unici in grado di garantire il bene comune e decidere quindi come si debba svolgere una qualunque attività.
Alcune per la verità come l'elettronica o le auto o il software o i frigoriferi e molti oggetti industriali purtroppo non sono regolamentati in dettaglio dalle autorità competenti italiane e i cittadini sono esposti a un caos di prodotti sempre nuovi che provengono da tutte le parti del mondo forniti da soggetti diversi in modo poco controllato con il risultato di una sfrenata e pericolosa concorrenza.
Per fortuna nella finanza i diversi governi hanno capito che lo stato doveva regolamentare e limitare tutto a pochi soggetti affidabili e istituzionali evitando i pericoli della concorrenza selvaggia.
Rimaneva però questo buco nero della consulenza finanziaria indipendente dove chiunque poteva in modo presuntuoso e incosciente offrire liberamente pericolosi suggerimenti al pubblico. Senza patenti, permessi, licenze, regolamentil, bolli, registrazioni, albi professionali, sindacati di categoria, multe, ispezioni, eventuali sovvenzioni e finanziamenti dello stato (che può anche essere generoso), organi di controllo e vigilanza e enti preposti....
In una società democratica si può consentire di operare ai soli soggetti in possesso di permessi, abilitazioni, patenti, iscrizioni ad albi, registrazioni e solo nel quadro dei regolamenti emessi dall'autorità o ente competente al controllo ad esclusione di chiunque non rientri nella casistica e perseguendo in modo rigoroso attività e soggetti non autorizzati.
Ad esempio ci sono 25 milioni di italiani adulti in età lavorativa e 4 milioni di italiani detentori di partita iva, ma i soggetti autorizzati alla gestione del risparmio in Italia sono solamente circa TRENTA O QUARANTA.
Trenta o quaranta banche/sim e basta perchè nella sua saggezza lo stato ha deciso che solo loro hanno tutti i requisiti, le abilitazioni, i permessi, i nulla osta e sono in grado di soddisfare tutti i regolamenti e le leggi che stabiliscono chi è autorizzato e chi no alla delicata attività di gestione del risparmio.
Tutti gli altri italiani adulti non sono abilitati e autorizzati, ma questo non è un arbitrio medievale è lo STATO cioè i politici e la burocrazia statale, soggetti disinteressati e lungimiranti a differenza del cittadino comune che tende a essere avido e miope, che stabiliscono chi, quando, come, in che modo può fare e che cosa.
Se la CONSOB, cioè degli impiegati statali che sono lì perchè non erano capaci di lavorare in proprio o nel privato "...stabilisce con regolamento in quali casi e con quali modalità devono essere fornite informazioni al pubblico...e se l'attività di consulenza finanziaria è consentita ai soggetti abilitati o ai soggetti in rapporto di controllo con essi..."
il pubblico italiano finalmente avrà la garanzia di ricevere come consulenza lo stessa qualità di servizio che già ha dalle SIM e dalle Banche nella gestione del risparmio