Chiudo la partita iva (qualsiasi spesa può essere evasione ora...)

I bolognesi fanno solo il 10% dei reati - gz  

  By: GZ on Venerdì 01 Agosto 2003 19:46

Oggi a Modena sulla torre più alta della Maserati un residente arabo si è messo a invocare Allah, tipo muezzin (forse anche a minacciare sfracelli ma la polizia ha capito solo la parola "allah") Un bell'articolo del Corriere oggi dimostra quello che in regioni generalmente pacifiche come l'Emilia è visibile a tutti, cioè che il 90% del crimine violento attualmente è attribuibile a persone non nate in italia e in particolare provenienti da paesi molto sfortunati (marocco, tunisia, nigeria, albania, romania...). Dicendo "il 90%.." non si usa un modo di dire: su dieci persone che entrano nel carcere di Bologna nove sono extra-comunitari e la conclusione dell'articolo è che entro 10 anni tutti i carcerati saranno non-italiani!. Per fortuna la bancarotta fraudolenta, le tangenti sugli ospedali o appalti pubblici vari, la vendita dei bond Cirio, i dissesti della Bibop sono in mani italiane per cui nella categoria reati finanziari il marchio italiano regge la concorrenza. A Bologna però gli extracomunitari provenienti dai paesi suddetti sono meno del 3% della popolazione per cui che il 3% della popolazione produca il 90% dei reati perseguiti con il carcere, diciamo quelli violenti, sembra un record mondiale. Tanto per fare un paragone molto brutto e scorretto politicamente, di quelli che sul Corriere o Repubblica non si troverà mai, negli Stati Uniti su circa 17-18mila omicidi all'anno più di 9mila sono commessi da afromericani e mettendo anche gli emigrati dal centroamerica gli uominini bianchi di origine europea che nei film sono sempre nel ruolo dei cattivi sono colpevoli del 25% scarso del crimine pur essendo il 73% della popolazione. A Bologna abbiamo che i "bianchi" sono il 97% della popolazione e commettono ora il 10% del crimine e probabilmente il 5% di quello violento. Anche la truffa fa male, ma resta il pensiero: "... senza questi signori qui sarebbe il posto più tranquillo del mondo..." Ovvio che ci sono problemi più vitali come sradicare il mais trasgenico, capire cosa pensa veramente Bossi, il semestre europeo con prodi e berlusconi, la Bocassini e il processo SME, ma la sensazione è che prima o poi anche noi avremo uno come Pim Fortuyin che dice basta ---------------------------www.corriere.it------------------------------- Bologna, detenuti di 35 etnie Tra due anni nessun italiano Tensioni e risse dividono i gruppi. Era nata 18 anni fa come una prigione modello Scarafaggi nelle celle, sporcizia nella zona dei colloqui ma anche corsi di yoga DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA - Anche oggi Vladica porta le sue nuove compagne a scuola di carcere. Lei è la «maestra», per tutti. Senza di lei, nella sezione femminile volerebbero schiaffoni tra detenute, ci sarebbero interventi «da codice 1» delle guardie, quelli più urgenti. Conoscere le lingue aiuta. Fuori, ma soprattutto dentro. E Vladica Pancic, 36 anni, alta, capelli corvini, ha imparato l’italiano nei corridoi della Dozza di Bologna, il suo domicilio fino al 2006, condanna per sfruttamento della prostituzione. L’inglese e il francese se li portava da casa, li aveva studiati all’università di Belgrado. «In questi giorni "curo" una ragazza ghanese che è appena arrivata. Ad essere sinceri, non capisco nulla di quello che dice. Però con i gesti e due "what", ce la facciamo. Le spiego come si vive qui, quali sono le regole non scritte». Succederà tra un paio d’anni, e la Dozza sarà una notizia, una curiosità da titoli del telegiornale. Il primo penitenziario italiano ad avere una popolazione completamente straniera. Alla conta di oggi, i numeri dicevano che dei 925 detenuti (la media annuale è di 960, la capienza tollerabile è di 474) che vivono in questo carcere alla periferia di Bologna, il 68 per cento è extracomunitario. Trentacinque nazionalità diverse: albanesi, marocchini e tunisini (i gruppi più numerosi), ma anche nigeriani, moldavi, cinesi, libanesi, palestinesi, pakistani, iracheni, lituani. Su 68 detenute del raggio femminile, solo nove sono nate in Italia. E il flusso quotidiano dei nuovi arrivi restituisce l’immagine - qui più che altrove - di un processo irreversibile, su dieci detenuti che entrano alla Dozza, nove sono stranieri. Chi lascia il carcere è italiano (7 ogni dieci «partenti»), chi lo sostituisce è nato e cresciuto in altri mondi. Le mazzate nell’«aria grande» (lo spazio per l’ora d’aria dei detenuti) dello scorso maggio sono usate da tutti come un esempio. Un albanese che insulta un giovane marocchino all’uscita della cella al mattino, una partita di pallone che diventa un regolamento di conti tra trenta persone (gli «slavi» contro gli «africani»), pugni, testate in faccia, ginocchiate, infermeria piena anche di guardie che si erano buttate in mezzo alla mischia per separare i contendenti. Mario D’Argento guardava lo spettacolo. In teoria, lui da qui non se ne va. Si sta facendo un «calendario infinito», che significa ergastolo. Era a tempo pieno uno della banda del Giambellino, quando - inizio anni Ottanta - nella Milano di Francis Turatello e Angelo Epaminonda ci si ammazzava parecchio. «Noi stiamo male, gli stranieri stanno peggio. Sono in un mondo duro, che non conoscono affatto. Non fanno colloqui perché le loro famiglie sono lontane, quindi nessun contatto con l’esterno. Non ricevono pacchi. Non possono lavorare fuori perché non se li prende nessuno». Ci si mena molto, alla Dozza. Le tensioni tra i gruppi etnici affiorano ogni giorno. Focolai di rissa, insulti. E tanta frustrazione per chi viene da lontano. D’Argento paga il conto per quel che ha fatto, ma tira avanti con il miraggio della semilibertà, e poi dell’affidamento, e un giorno chissà: «Loro davanti a sé non hanno niente. E questo in carcere è brutto, è micidiale per l’equilibrio interno di un uomo». E’ esplosivo, se capita in un medio penitenziario italiano, dove il modello «due per quattro», quattro detenuti in celle progettate per due, è diventato una consuetudine dettata dalla necessità. «Basta guardare le statistiche per capire che non si tornerà indietro», dice la direttrice della Dozza, Manuela Ceresani. I numeri dicono che nel 1990 i detenuti stranieri transitati in un carcere italiano erano 9.508, dieci anni dopo erano saliti a 29.362. La popolazione media dei nostri penitenziari - agosto 2003 - è di quasi 37.000 italiani e 20.000 extracomunitari. Ma sono cifre e cambiamenti che riguardano soprattutto il Nord, gli istituti di pena delle grandi città. Da San Vittore a Milano passando per le Vallette di Torino fino al decrepito Marassi di Genova, qui la geografia del carcere è già cambiata. Sotto Roma non è ancora così, gli italiani sono ancora maggioranza. «E’ stato un cambiamento epocale e velocissimo avvenuto in un mondo dove - per definizione - il tempo è sempre fermo», dice la dottoressa Ceresani. Il cibo, le abitudini religiose e culturali, la montagna dei diversi linguaggi da scalare, la «commistione» con gli italiani in spazi ristretti (troppo ristretti). Una specie di rivoluzione che alla Dozza affrontano con sei educatori per 950 persone, una carenza perpetua di poliziotti penitenziari. I soliti problemi, che si sommano a quelli nuovi. I detenuti stranieri raramente possono telefonare come gli italiani. Perché la legge prevede che le conversazioni vadano registrate, e non sempre quelli del servizio di mediazione culturale (finanziato dal Comune) riescono a spedire in carcere un esperto di idiomi nigeriani che faccia da interprete. I detenuti delle tre sezioni al pian terreno sono i più fortunati, perché a quelli di sopra l’acqua arriva poco e male. Sono finiti i soldi per le medicine, fino a settembre il dottore arriverà «solo in casi urgenti». La Dozza non si vede dall’esterno. E’ a 10 chilometri dal centro di Bologna, nascosta agli automobilisti da una barriera di pioppi. Ha solo 18 anni, e non è invecchiata bene. Nel dicembre 1985, quando fu inaugurata, strappò un raro sorriso anche all’arcigno Mino Martinazzoli, allora ministro della Giustizia del primo governo Craxi. «Un gioiello che deve segnare la rinascita del nostro sistema carcerario», si lasciò andare. Non aveva torto. I detenuti che traslocarono dalle vecchie mura di San Giovanni in Monte si guardavano intorno basiti. Architettura severa, ma corridoi larghi e illuminati dalle luci al neon, celle con soli due letti, addirittura i materassi a molle. E un programma di rieducazione dal quale si poteva scegliere se frequentare il corso di yoga o quello di giardinaggio. Sul tempo si è spalmata l’incuria, la carenza di risorse. Gli «ospiti» sono cresciuti in maniera esponenziale, i soldi sono diminuiti. La Dozza va avanti anche e soprattutto con aiuti esterni. «Siamo fortunati - spiega la direttrice - perché qui c’è una presenza fortissima delle associazioni di volontariato. Senza di loro...». E si fa il segno della croce. La stradina che porta al braccio femminile costeggia un bel giardino per i colloqui all’aperto. Ma è sporca, si scivola sull’unto. Fino a quando c’era il denaro per pagare il lavoro interno dei detenuti, ci pensavano loro. Adesso, una disinfestazione d’urgenza ha eliminato gli scarafaggi che dalle finestre entravano nelle celle. Non è un carcere terribile. «Diciamo che non ci sono materassi a terra, ognuno dorme nel suo letto», dice la direttrice. E’ un risultato, ma non era questo lo spirito con il quale fu costruito «il primo carcere moderno d’Italia» (Renzo Imbeni, sindaco di Bologna nel 1985). Tamburella con le dita sul tavolo, Manuel Asamoah. E’ un ghanese, ha 32 anni, uscirà nel 2006. Ha già assaggiato altre carceri, qui lavora al giornale dei detenuti (si chiama Extra ), gioca a pallone, fa attività fisica. «Un lusso rispetto agli altri posti dove sono stato». Ci pensa un po’, e alla fine dice: «A noi "stranieri" in carcere dovete soltanto dare un motivo per andare avanti. Insegnarci un mestiere, qualcosa che potremo fare quando ci rispedirete a casa nostra. Insomma, dovete darci una speranza. Come a tutti gli altri».

 

  By: gianlini on Lunedì 23 Giugno 2003 11:04

non esageriamo.... diciamo che se Berlusconi forse dovrebbe dotarsi di migliori consiglieri per la comunicazione (che io trovo, pur da discreto suo stimatore, pessima) e non dovrebbe troppo sottovalutare la delusione per il suo governo, Prodi dovrebbe togliersi quella maschera di eterno ottimista ad oltranza per cui l'annessione della MAcedonia alla CEE è un evento entusiasmante....(forse per i macedoni? mah!!),

 

  By: bearthatad on Lunedì 23 Giugno 2003 00:25

Prodi ha detto che.... Berlusconi ha detto che.... ---------------------------------------- E' ben diverso: Berlusconi ha detto che è sua convinzione che la sinistra non troverà NELLE URNE i numeri per governare in futuro. Contento lui, io mi auguro che QUESTA sinistra non li trovi, ma non ne sono certo, ad ogni modo è una sua idea. Prodi invece ha in mente di sancirla, l'irreversibilità del processo di allargamento, significa che è ammessa l'adesione di nuovi Paesi ma non la secessione. Significa che quando la Macedonia (dopo essere entrata, ovviamente) decidesse di uscire dall'unione, accadrà come per la Cecenia, dato che la legge non ammette passi indietro. Un conto è credere che la Juve vincerà 25 scudetti nei prossimi 50 anni, un conto è mirare a una legge stabilisca chi vincerà il campionato. La prima è una pia speranza, il secondo è un atto autoritario. Gavelliiii... leggi con attenzione, e inorridirai anche tu!

 

  By: gianlini on Domenica 22 Giugno 2003 18:40

Pescara, 20 giu 2003 - 14:19 Torna in carcere rapinatore che chiese solo tremila euro Torna in carcere per scontare una pena di 10 mesi e 21 giorni di reclusione per rapina, il 44enne pescarese Raffaele D'Incecco, agli arresti domiciliari per avere compiuto una rapina, nell'aprile 2002, nella filiale della Banca Popolare di Ancona di via Nazionale Adriatica Nord, facendosi consegnare dal cassiere solo tremila euro, affermando che gli erano sufficienti. D'Incecco è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato della Questura di Pescara. Durante la rapina aveva agito a viso scoperto e armato di una pistola giocattolo, fu individuato e arrestato nel quartiere pescarese di San Donato grazie ai filmati delle telecamere a circuito chiuso dell'istituto di credito. Al magistrato disse di avere agito spinto dalla disperazione per la sua condizione economica. Nel marzo 2001, invece, sofferente di crisi depressive, aveva sequestrato quattro persone negli uffici comunali di Pescara, puntando una pistola contro la segretaria dell'ex sindaco, Carlo Pace, pretendendo la restituzione della patente. (red sì è dimenticato di pentirsi, il poveretto!!!!

 

  By: pana on Domenica 22 Giugno 2003 17:37

fra l altro il governo dei sinistri fece uno scambio tra la baraldini e l impunita per i plitoti della strage del Cermis.. con buona pace per le famiglie delle vittime.. quella si che e stata la vera vergogna

U.S. Navy Ridiculed Over Picture Of Commander With Rifle; 'We're Going To Lose A War' | Viral - YouTube

 

  By: gianlini on Domenica 22 Giugno 2003 17:06

l'altra sera ero in giro a Brera con un amico inglese, il quale dopo aver passato in rassegna i 38 venditori ambulanti senegalesi, i 14 rivenditori di bigiotteria pakistani ed essere stato importunato da non meno di 5 cinesi con le loro mercanzie strampalate ed inutili, pur divertito da tanto folklore, ha esclamato I thought you had a xenophobe as prime minister !!! How can you stand all of this!? naturalmente ho evitato di aggiungere che un noto quotidiano di sinistra, apprezzato da molti del ceto cosiddetto intellettuale del Paese, ha intitolato proprio ieri un suo articolo che più o meno se le carrette del mare vanno a fondo, la colpa è dell'Italia e di Berlusconi, naturalmente

 

  By: gianlini on Domenica 22 Giugno 2003 16:48

indovinello: quale dei tre politici citati prende lo stipendio dalle nostre tasse, senza aver pagato le sue? tutti e tre (per la parte di stipendio tassata) e nessuno dei tre (per la parte di stipendio gentilmente non tassata)

 

  By: Paolo Gavelli on Domenica 22 Giugno 2003 13:09

Assioma n.1: Prodi era il braccio industriale di Craxi e De Mita, 1° repubblica Assioma n.2: Berlusconi era il braccio mediatico di Craxi e De Mita, 1° repubblica Assioma n.3: Irreversibili sono semplicemente quelle cose che richiedono una guerra per diventare reversibili Assioma n.4: Prodi ha detto che il processo di allargamento dell'UE ai Balcani è partito, e sarà irreversibile. Grazie, Prodi, per aver assicurato al futuro dei nostri figli una guerra. Assioma n.5: Berlusconi ha detto: la sinistra non andrà mai più al governo. Grazie Berlusca, per aver assicurato al futuro dei nostri figli una guerra. Assioma n.6: finchè ci si schiera, non se ne esce. 2ali

 

  By: bearthatad on Domenica 22 Giugno 2003 00:37

Io invece sono agghiacciato. Perchè un certo Prodi (per chi non ricordasse chi è: il braccio industriale di Craxi e De Mita, 1° repubblica) ha detto che il processo di allargamento dell'UE ai Balcani è partito, e sarà irreversibile. Nella storia dell'umanità niente può essere irreversibile. Irreversibili sono semplicemente quelle cose che richiedono una guerra per diventare reversibili. Grazie, Prodi, per aver assicurato al futuro dei nostri figli una guerra. Che forse ci sarebbe stata comunque, in ogni caso adesso ne siamo certi. Grazie, sei un amico. Dal canto mio combatto tutti i giorni con le normative europee. Che mi danno del filo da torcere ogni volta che penso di aver risolto i miei problemi e di poter godere di un periodo di tranquillità. Ieri sentivo un tecnico di una società che si occupa di impianti elettrici. Mi diceva che loro tutti gli anni buttano e ricomprano i loro metri di legno (!), altrimenti dovrebbero portarli a controllare a un ufficio pesi e misure che dovrebbe apporre un bollino. La tassa per il bollino corrisponde a circa 10 volte il costo di un metro (!!), per questo conviene ricomprarli. Un amico che lavora per Alpitel mi spiegava che se si percorre l'autostrada Torino Milano si passa a fianco del cantiere per l'Alta velocità ferroviaria. Si può notare che la terra degli scavi è stata spalmata su grandi estensioni di campi, perchè così grande consumo di terreni agricoli, ci si potrebbe chiedere? Perchè una recente legge impone che la terra scavata non possa essere ammucchiata per più di 2,5 metri di spessore, altrimenti muoiono i microorganismi (!!!!). Quindi si sono dovuti affittare km quadrati di terreni per distribuire il terreno scavato in strato sottile, tanto queste spese ce le ritroviamo sul modello Unico noi... Il mio dentista dal canto suo mi spiegava che una legge europea gli ha imposto di installare un filtro per le briciole di amalgama d'argento che derivano dalla trapanazione delle vecchie otturazioni: è una sostanza altamente tossica che non deve finire negli scarichi (!!!!!!). Però l'amalgama non è vietata e si possono in piena legalità fare ancora otturazioni con quel materiale, cioè nella fogna è un pericoloso veleno, in bocca mia no (!!!!!!!!!). Se ripenso alla legge che fissa la lunghezza delle banane, a quella (abortita) che voleva abolire gli antiigienici forni a legna per la pizza, a quella che ha messo fuori legge i formaggi d'alpeggio, a quella che permette al vecchio surrogato ora di chiamarsi cioccolato... L'Europa è un pernicioso pachiderma burocratico dove un esercito di pelandroni annoiati capeggiati da un vicerè in pensione della nostrana prima repubblica, studiano tutte le mattine come abbassare la qualità della vita degli europei, facendo credere loro che la stanno innalzando. Giuro solennemente, che alle prossime elezioni europee voterò per il partito più antieuropeista (o per quello meno europeista) dello schieramento, qualunque sia il suo colore. Se ci sarà (dubito, da noi) un partito che proponga lo scioglimento della UE, quella sarà la mia scelta.

 

  By: Paolo Gavelli on Venerdì 20 Giugno 2003 23:09

indovinello: quale dei tre politici citati prende lo stipendio dalle nostre tasse, senza aver pagato le sue? 2ali

 

  By: gianlini on Venerdì 20 Giugno 2003 23:05

io ho pagato circa 70 milioni di tasse , tra l'altro, mi sa che faccio contenta anche la ROSA BINDA

 

  By: gianlini on Venerdì 20 Giugno 2003 23:05

beh, anche Bertinotti, se è per questo...

 

  By: Paolo Gavelli on Venerdì 20 Giugno 2003 21:19

Pensierino della sera: oggi ho pagato le tasse; previti sarà contento di sapere che anche questo mese ha lo stipendio assicurato... 2ali

 

  By: gianlini on Venerdì 20 Giugno 2003 20:26

Intanto un'altra nave di clandestini è andata a picco.... sempre meglio che cannoneggiarla, almeno si risparmiano le munizioni...

Sarebbe sbagliato fare della facile ironia - gz  

  By: GZ on Venerdì 20 Giugno 2003 16:15

Sarebbe sbagliato fare della facile ironia del tipo "... invece di tenere in galera i terroristi li stipendiano..." Solo perchè la Silvia Baraldini che in America stava scontando una condanna per terrorismo una volta estradata in Italia è stata prima liberata (arresti domiciliari) e poi a beneficia di una collaborazione esterna di 9 mesi per un compenso di 12 mila euro dall assessore di rifondazione di roma. La Baraldini è stata incarcerata per anni senza aver commesso materialmente gli omicidi del suo gruppo, quando gente con 15 cadaveri sul gobbo come Salvatore Cancemi, (quello che accusa Berlusconi), non fanno un giorno di carcere perchè "stanno collaborando". Il fatto che la baraldini invece non abbia mai collaborato va suo onore perchè sarebbe uscita prima, in italia solo Renato Curcio ha fatto 20 anni perchè non si pentiva, brava Silvia che non sei un opportunista. Ma questi circa 5 milioni di vecchie lire al mese (lorde) che riceve per ".. svolgere ricerche sul lavoro femminile per il comune di roma.." ? Beh... è giusto, al comune di Roma vogliono sapere cosa si prova a lavorare. Dato che non ne hanno mai fatto l'esperienza diretta chiedono a un ideologa del terrorismo marxista di scriverne. Così leggono della condizione di sfruttamento del lavoro femminile dalla Baraldini, ne rabbrividiscono e cercano di starne alla larga (del lavoro), cosa che ho notato quando abitavo a roma e mi toccava andare negli uffici pubblici. Ma mettiamo che invece di organizzare rapine e omicidi nel paese straniero in cui sei emigrata come la baraldini tu per mancanza di mezzi economici ti adatti banalmente a lavorare a Vimercate o a Latina come segretaria o impiegata per 700 euro netti al mese. In realtà questi 700 euro netti, anche se nessuno te lo dice sarebbero circa 1.300, perchè questo è quanto l'azienda o aziendina o studio o negozio paga. Li paga, ma ne decurta subito la metà a favore dello stato. Allo stesso modo, quando con i tuoi bei 700 euro netti vai a fare il pieno di benzina la macchina te ne inghiotte 35, ma di questi 25 euro vannno allo stato (anche se nessuno te lo dice) Questi soldi garantiscono all'impiegata la pensione, la sanità e la scuola ? Mica vero, queste cose costerebbero circa la metà. Quello che conta è che ogni amministrazione e ente pubblico grande e piccino, statale, regionale o comunale possa finanziare, aiutare, sussidiare, incentivare, promuovere, sostenere... alcune migliaia di programmi, agenzie, contratti, enti, iniziative di cui nessuno mai riuscirà ad arrivare a capo. Ogni tanto, leggendo una cronaca come quella di oggi della Baraldini , ti viene ricordato delle migliaia di rivoli in cui finisce il resto dei 1.300 euro ---------------------------- corriere 20/6 ----------- - «È uno scandalo: il sindaco di Roma, Walter Veltroni, stipendia una terrorista. Mi chiedo se il nostro ministro della Giustizia, Castelli, sia a conoscenza della vicenda e se non ritenga che sia il caso di intervenire...». Il consigliere comunale di An, Marco Marsilio, ieri ha riacceso la polemica sulla vicenda di Silvia Baraldini, condannata nel 1983 a 43 anni di carcere negli Stati Uniti, per associazione sovversiva e rapine. La donna, estradata in Italia nell’agosto del ’99, dall’aprile del 2001 è agli arresti domiciliari nella sua casa romana di via del Babuino, per decisione del Tribunale di sorveglianza, a causa delle sue gravi condizioni di salute: ammalata di tumore ha già subito quattro interventi e un quinto è in programma la prossima settimana. Il consigliere Marsilio, navigando su Internet, si è accorto dunque qualche giorno fa che nel sito del Comune, tra i membri del comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio comunale sul lavoro, c’era anche quel nome: Silvia Baraldini. Fatte le necessarie verifiche, non ha avuto più dubbi: «È proprio lei. Dal Comune di Roma ha ottenuto un contratto di collaborazione esterna di 9 mesi per un compenso di 12 mila euro lordi - spiega Marsilio - La decisione risale al dicembre dello scorso anno e non è stata presa con una normale delibera ma con una determinazione dirigenziale, insomma una decisione a livello di uffici interni, per far passare la cosa sotto silenzio. Il suo compito, oggi, sarebbe quello di svolgere ricerche sul lavoro femminile. Ma quale esperienza abbia sul lavoro femminile, Silvia Baraldini, è un vero mistero. Mi chiedo se in questo modo vengano rispettati gli accordi Italia-Stati Uniti presi al tempo dell’estradizione». L’Osservatorio sull’occupazione fa capo all’assessorato alle Politiche del lavoro, diretto da Luigi Nieri, di Rifondazione Comunista. L’assessore, quando era sindaco Carraro, fu tra i firmatari dell’ordine del giorno che diede vita al movimento dei Comuni italiani a sostegno del rimpatrio della Baraldini. Oggi, Nieri s’indigna: «Polemica sgradevole - dice - Marsilio tira in ballo addirittura il professor Biagi. Sostiene che la destra s’ispira in tema di lavoro agli studi del professore ucciso dalle Brigate Rosse, mentre la sinistra chiede lumi alla Baraldini. Indegno. Il nostro ufficio per il lavoro in carcere aiuta da sempre tutti i detenuti e non ha mai chiesto a nessuno la tessera di partito. E poi non è vero che la Baraldini non ha competenze: ha lavorato per anni durante la prigionia sulla condizione femminile». La Baraldini, 55 anni, fine pena 29 luglio 2008, non commenta direttamente. Confida però al suo avvocato, Grazia Volo, tutta la sua amarezza. Il 27 giugno il tribunale di sorveglianza dovrà decidere sull’istanza da lei presentata per beneficiare di qualche ora in più rispetto alle sei complessive - tre mattutine e tre pomeridiane - che le sono consentite attualmente per lavorare e uscire di casa. «Non mi pare che il diritto al lavoro - conclude Nieri - sia un diritto dimezzato per chi provenga dal carcere».