By: traderosca on Mercoledì 30 Novembre 2011 10:31
Finalmente altri qualificati personaggi denunciano l'Eba coi sui criteri contabili
del caz. fatti ad arte per mettere in crisi l'Italia,sempre i tedeschi all'opera!! quello che ho denunciato con interventi su questo forum,ma aimè inascoltato perchè ognuno legge
e commenta i propri interventi.
Crisi: Vegas; allarme banche, non c'e' piu' liquidita' (Rep)
ROMA (MF-DJ)--"In Italia c'e' un allarme banche. Non circola piu' denaro. Il rischio principale e' che si diffonda il credit crunch. Rispetto a questo scenario, il fallimento di qualche banca diventa addirittura un rischio secondario. Se l'illiquidita' del sistema porta al blocco dell'economia, allora non fallisce un singolo operatore, ma fallisce l'Italia". Lo afferma in un'intervista a La Repubblica, Giuseppe Vegas, presidente della Consob, che lancia un monito e chiama a raccolta governo, Bce e Banca d'Italia: "Bisogna agire, o sara' troppo tardi".
"Sulle banche italiane c'e' un problema, che non puo' non preoccuparci tutti. Il nostro sistema creditizio, tra i suoi asset, ha titoli di Stato italiani per 160 miliardi, e titoli di Stato degli altri 'Pigs' per 3 miliardi. A fronte di questo, le nostre banche hanno titoli "tossici" (essenzialmente mutui subprime) per una quota pari al 6,8% del patrimonio di vigilanza, contro una media europea del 65,3%. Ora, secondo le nuove norme di valutazione degli asset stabilite dall'Eba, siamo al paradosso: i titoli di Stato in portafoglio vengono considerati 'tossici' per le banche italiane, peggio di quanto non lo siano i "subprime"per le banche straniere". Secondo Vegas, "i criteri stabiliti dall'Eba sono oggettivamente discutibili. Ci stiamo confrontando con la Banca d'Italia, per sollecitare un intervento e per indurre un ripensamento, anche nell'Esma. Ma non e' facile. Il pericolo e' che vada definitivamente in tilt il circuito finanza-economia reale. In base ai criteri Eba, le banche devono rafforzare il patrimonio e ricapitalizzare. Per farlo hanno due strade: o vanno sul mercato a cercare soldi, o vendono asset. In entrambi i casi, il sentiero e' strettissimo: vendere asset vuol dire ridimensionare comunque l'operativita'. Ma trovare capitali sul mercato, adesso, e' ancora piu' difficile: vuol dire limitare il circolante, rinunciare alla leva, ridurre i prestiti, e dunque strozzare il credito. E qui c'e' il possibile corto-circuito: che effetto ha tutto questo su un Paese che ha bisogno come il pane della crescita?".
Alla domanda su come far cambiare all'Eba i suoi criteri e come evitare la recessione nel 2012, gia' prevista dall'Fmi, il presidente della Consob dice: "questi sono i nodi da sciogliere. Sui criteri Eba il Sistema-Paese deve battersi, a tutti i livelli: non si puo' avere un approccio khomeinista alla contabilita', che e' un mezzo e non un fine, essendo il vero fine il benessere dei cittadini. Quanto alla recessione, l'Italia deve far bene i "compiti a casa", come ha detto giustamente Monti. Questo vuol dire risanamento dei conti, tirando il freno a mano alla spesa pubblica. E poi sostegno allo sviluppo"
Ma di sicuro – qui veniamo alla seconda questione – il caso pone un problema alla lobby bancaria italiana. In sede Eba né il rappresentante di Bankitalia né i rappresentanti degli stakeholder italiani sono riusciti a imporre criteri più ragionevoli. E non basta la distrazione del Tesoro, alle prese con la lunga incubazione della crisi del governo Berlusconi, per spiegare la penalizzazione a cui sono andate soggette le nostre banche.
Si dice che gli stakeholder italiani di sponda anche con una parte dei francesi abbiano tentato una manovra difensiva per opporsi alla soluzione tedesca, ma invano.