Tasse e Bermuda

 

  By: Joseph on Giovedì 03 Luglio 2003 21:10

La follia di Berlusconi Secondo giorno di presidenza italiana dell'Unione: Silvio Berlusconi riesce solo a offendere tutti i deputati del parlamento europeo con un paragone grottesco tra kapò nazisti e un eurodeputato tedesco. Si è trattato solo di "una battuta ironica" sostiene Berlusconi che, sempre durante il discorso di ieri, ha citato Erasmo da Rotterdam, l'amato autore dell'"Elogio della follia". Financial Times, Gran Bretagna L'Ue rischia mesi di paralisi dopo gli insulti di Berlusconi La battuta di Berlusconi lanciata a un membro tedesco del parlamento europeo aprirà sicuramente una crisi tra l'Italia e la Germania, rischiando così di paralizzare i progressi sulle riforme istituzionali e sulla costituzione previsti durante questo semestre. The Times, Gran Bretagna La lingua affilata di Berlusconi minaccia l'immagine dell'Ue Colpito dalle critiche, il primo ministro italiano Silvio Berlusconi si è rivolto al parlamentare europeo tedesco Martin Schulz definendolo un perfetto kapò nazista. L'accusa, fatta il giorno dopo l'assunzione della presidenza europea da parte di Berlusconi, ha fatto infuriare Schulz, ha scatenato una rissa diplomatica e fa pensare che il gradasso leader italiano possa provocare più fratture che unioni in un'Europa che si appresta ad affrontare molte questioni cruciali. The New York Times Silvio Berlusconi fa scandalo al parlamento europeo Berlusconi è riuscito a superare anche le peggiori previsioni dei suoi avversari trasformando in un combattimento il suo discorso inaugurale al parlamento di Strasburgo. Le dichiarazioni e gli attacchi del premier italiano annunciano un semestre di presidenza dell'Unione europea nella migliore delle ipotesi avvelenato, nella peggiore caotico. Le ****ro, Francia

 

  By: Luigi Luccarini on Giovedì 03 Luglio 2003 20:56

Caro Bandy, uno fa il presidente del Consiglio - con tutti gli onori che ne conseguono - anche per subire attacchi personali, laddove siano motivati da calore politico o anche solo da volontà polemica sterile. Tu sei giovane, altri non lo sono: le tribune politiche una volta finivano quasi in incontri di lotta libera e nonostante tutto era politica "vera", allora (perchè permeata di passioni autentiche). Poi è venuto l'andreottismo, tipologia di comportamento che prevedeva la diminuzione delle qualità politiche (ed umane) dell'avversario di turno mediante sarcasmi e ironie, nel rispetto di un aplomb di fondo (più o meno secondo il noto atteggiamento per cui "Bruto è un uomo d'onore"). Ora il Berlusconismo, che prevede la nullificazione dell'avversario politico sulla base della considerazione che "è un comunista" ed il tentativo di guadagnare consensi con battute e barzellette. Queste ultime non sempre riescono perchè la logica è più o meno quella del Drive-in ed all'estero non può essere così apprezzata. Resterebbe poi il fatto, non secondario, che agli attacchi personali si risponde anche con flemma, dicendo: "è tutto falso, sono chiacchiere da bar" e simili; ma il nostro presidente del Consiglio non può certo rispondere così perchè ahilui, quello che dice Shultz o qualsiasi altro suo contestatore è terribilmente vero... Alla fine, sai come dicono dalle mie parti? Cacchi suoi... Luke

 

  By: Paolo Gavelli on Giovedì 03 Luglio 2003 20:08

Sorry, Gian, il gioco "vediamo chi è il peggiore", altrimenti detto "chi ha incominciato?", o anche "io sarò scadente, ma lui allora?!" non mi interessa. 2ali

 

  By: gianlini on Giovedì 03 Luglio 2003 20:02

scusa Gavelli, ma mi sai riportare un passaggio dell'intervento di SChultz che fosse politico o riguardasse il programma politico che veniva proposto e non un attacco personale alla figura PERSONALE di Berlusconi?

 

  By: Paolo Gavelli on Giovedì 03 Luglio 2003 19:30

Quello che vuoi Bandy, ma questo trovare sempre che sia colpa di qualcun altro, o che qualcun altro ha fatto di peggio mi fa rivoltare lo stomaco. 2ali

 

  By: bandy on Giovedì 03 Luglio 2003 19:24

Quello che vuoi Gavelli, d'accordissimo. Il problema e' che presentarsi il primo giorno al parlamento europeo, in un momento cosi' importante, e ricevere cartelli in faccia in varie lingue, piu' le insinuazioni di un tedesco e' l'equivalente di fischiare l'inno colombiano ai mondiali di calcio solo perche' in Colombia hai i Medellin che sequestrano 30 persone al giorno. Una cosa e' il dibattito politico e una cosa e' la ***** che ci si sente gettare sopratutto all'estero come italiani (io vivo all'estero) per colpa di uno stronzo di tedesco. Lo ripeto qui si e' toccata la bandiera, era il primo giorno non mi sembrava il caso di infangare l'Italia in quella maniera

 

  By: Paolo Gavelli on Giovedì 03 Luglio 2003 19:16

Il paese del “ma vuoi mettere!”. Vediamo se indovinate qual è. E’ il paese i cui abitanti, fermati dalla stradale mentre viaggiano a 190 e multati, si arrabbiano molto, perché la stradale dovrebbe invece fermare i … (completare a piacere con: ubriachi, drogati, extracomunitari). E’ il paese i cui abitanti, beccati con la mazzetta in tasca, si indignano, perché i magistrati dovrebbero invece perseguire i …(mafiosi, terroristi, clandestini). E’ il paese i cui abitanti, scoperti a frodare il fisco, si inalberano, perché la finanza dovrebbe invece cercare i … (ladri, comunisti, extracomunitari). Questo paese fa schifo e ha liberamente eletto il suo rappresentante. 2ali

 

  By: banshee on Giovedì 03 Luglio 2003 17:27

Altri contributi comunisti.......... (in effetti, bisogna riconoscere che il fattore B ha fatto molto per la stagnazione economica in Italia, soprattutto per il settore dei servizi, sub settore: servizi legali!) ____________________________________________________________ Sedie vuote al pranzo d'onore governo italiano sotto processo dal nostro inviato ANDREA BONANNI "SILVIO, what the **** have you done!". "Silvio, che c... hai combinato!". Eccolo lì, nelle parole certo poco protocollari del presidente del Parlamento europeo Pat Cox, tutto il senso di sgomento, di costernazione, di incredulità per il disastro europeo con cui ieri il presidente del Consiglio Berlusconi ha sacrificato il semestre italiano sull'altare del proprio ego. Mancano pochi minuti alle due. La conferenza stampa si è appena conclusa. Berlusconi ha appena rifiutato di scusarsi per aver dato "ironicamente" del kapò al leader della delegazione socialdemocratica tedesca e per aver definito, sempre "ironicamente", gli eurodeputati dei "turisti della democrazia". Nel salon d'honneur al settimo piano del palazzo Louise Weiss del parlamento europeo, il disastro si misura dal numero di posti vuoti alla tavola imbandita per festeggiare l'inizio della presidenza italiana. Mancano i socialisti, mancano i liberali, mancano i verdi, manca l'estrema sinistra. Manca perfino l'euroscettico, ultra conservatore Jan-Peter Bonde. Ma, soprattutto, manca Gianfranco Fini. Silvio, che c... hai combinato", sibila Cox. Fini, prima di dileguarsi, deve essersi espresso più o meno negli stessi termini durante la "breve spiegazione a quattr'occhi" con Berlusconi. Lo sgarbo protocollare non ha precedenti. Ma nemmeno il sacrilegio compiuto da Berlusconi, che in un colpo solo ha insultato il Parlamento e ha trasformato la Shoa in un argomento da barzelletta, ha precedenti nella storia europea del dopoguerra. Le espressioni dei pochi commensali rimasti sono di pietra. Arriva, con grande ritardo, il presidente del gruppo Ppe, Hans Poettering, tedesco. Altra faccia di pietra. Praticamente non si siede neppure a tavola. Prende da parte Berlusconi e anche lui sibila: "I miei sono furibondi, non ti sognare neppure di venire a ripetere alla riunione del gruppo popolare quello che hai appena detto in conferenza stampa". Poi lascia la sala. Il pranzo dura poco. Appena i camerieri portano il secondo, il presidente della Commissione Romano Prodi chiede scusa, invoca un impegno urgente e se ne va. Non ha scambiato con Berlusconi neppure una parola. Prima, in aula, quando ha dovuto andare al microfono "per riportare serenità", come gli ha chiesto di fare Cox subito dopo la bagarre scatenata dal presidente del Consiglio italiano, la sua voce tremava. Anche lui, come tutti, nella sala e fuori, era sotto shock. Forse lo è ancora. Prodi lascia il Parlamento senza fare dichiarazioni. Parlerà, forse, oggi con il presidente della Repubblica che lo attende per cena al Quirinale. Ma che cosa possono dirsi due uomini, uniti dall'impresa di aver portato l'Italia nel cuore dell'Europa, davanti allo spettacolo di ieri? Questa è la cronaca del dopo-bomba. Il semestre di presidenza italiano dell'Unione europea è durato esattamente tre ore e mezza. Dalle nove e un quarto di mattina, quando Berlusconi ha preso la parola in aula per leggere un discorso esemplare punteggiato dagli applausi dei deputati, all'una meno un quarto, quando, parlando a braccio in una escalation incontrollabile di megalomania ferita, il presidente del Consiglio ha dato al mondo la prova di essere unfit to lead Europe, inadatto a guidare l'Europa, come aveva preconizzato l'Economist. Se anche tutti si affretteranno, per convenienza e per pietà, a dichiarare chiuso l'incidente, i prossimi sei mesi, se tutto va bene, saranno spesi per cercare di ricucire uno strappo la cui portata supera di gran lunga "l'incidente istituzionale" invocato dai socialisti. In tanti decenni di vita, il Parlamento e l'Europa non avevano mai visto nulla di simile. Anni fa il presidente Chirac, subito dopo la ripresa dei test nucleari francesi, era stato accolto a fischi e insulti. In aula lo avevano contestato con striscioni e urla. Ma Chirac, pur furibondo, non aveva perso il senso della misura. Persino il famigerato Jean-Marie Le Pen, insultato e violentemente contestato durante una conferenza stampa l'anno scorso, non era sceso tanto in basso. Berlusconi ha superato tutti. Senza neppure rendersene conto, con poche battute ha offeso un'istituzione, il Parlamento, di cui era ospite in quanto massimo rappresentante di un'altra istituzione, il Consiglio. E ha ridotto a battutaccia da bar sport la tragedia del nazismo e dell'Olocausto, peccato originale del secolo sulla cui espiazione è stata costruita l'Europa. Con quali credenziali può adesso pretendere di ospitare a Roma la firma di una Costituzione europea, di una Carta dei valori che per primo ha dimostrato di non aver né letto né capito? Non c'era traccia di soddisfazione, ieri, tra gli avversari politici italiani di Berlusconi. C'era costernazione, autentica, sincera. C'era il senso di sgomento per un sacrilegio che ha umiliato l'Europa, ma che rischia di ferire in modo irreparabile l'immagine dell'Italia. Anche perché il presidente del Consiglio, nel corso della conferenza stampa, si è fatto scudo del Paese per giustificare il proprio operato. "Gli italiani sono un popolo colto, intelligente, preparato alle cose della politica almeno quanto la media europea e ci hanno dato una grande maggioranza. Così offendete il popolo italiano", ha spiegato ripetendo il mantra di chi crede che l'elezione lo ponga al di sopra del bene e del male. Subito dopo l'incidente, quando ha dovuto sostituire Pat Cox alla guida dell'assemblea, il vicepresidente del Parlamento Renzo Imbeni era talmente sconvolto che ha sbagliato il posto su cui sedersi. Anche lui parlava con fatica. "Vi prego, non identificate il nostro paese con questo terribile incidente" ha chiesto ai giornalisti stranieri la capodelegazione ds Pasqualina Napoletano durante una conferenza stampa in cui, seduta accanto al tedesco Schulz e allo spagnolo Baron Crespo, non è riuscita a dire molto altro. Costernazione, appunto. Un sentimento spontaneo e per una volta bipartisan ieri nelle sale del Parlamento. La stessa costernazione che ha spinto Gianfranco Fini ad alzarsi dalla poltrona su cui era seduto accanto al capo che straparlava, per andare a stringere la mano a Romano Prodi. "Che ti posso dire? Mi viene da piangere", gli ha confessato il presidente della Commissione.

 

  By: gianlini on Giovedì 03 Luglio 2003 17:11

basta l'espressione "...le sei televisioni del re..." per capire che il pezzo non vale la carta su cui è stampato....

Berlusconi non ha avuto l'autorizzazione a governare - gz  

  By: GZ on Giovedì 03 Luglio 2003 17:10

Dare del nazista o dell'SS o kapò a un tedesco che si comporta da @#^*%&$§ è normale, se un tedesco ti fa imbufalire cosa gli dici, terrone ? Sì certo un presidente non deve farlo, sicuro, è sbagliatissimo, una gaffe diplomatica grossa, ci mancherebbe che ognuno si sfogasse in sede pubblica ogni volta a dire quello che pensa in faccia a quelli che lo attaccano. Molto meglio lo spettacolo degli eurodeputati esenti da tasse spesati di tutto con pensione d'oro che si agitano e vivono l'orgasmo della legislatura oggi che c'è la valanga delle dichiarazioni, comunicati, conferenze stampa, mozioni a causa della dichiarazione o della parola scorretta pronunciata dal nemico pubblico dell'europa "corretta", il quale a forza di essere insultato ha perso la brocca. Se sei come Chirac che pronuncia sempre tutte le paroline giuste allora puoi avere tre o quattro inchieste e processi penali in corso per fatti di corruzione gravi accaduti negli ultimi dieci anni nell'esercizio delle funzioni pubbliche e i media che contano del Financial Times, Le Monde, Economist, Corriere della Sera, CNN, BBC, CNBC ti trattano con deferenza e rispetto, anzi ammirano come tieni testa all'america (a costo di sostenere il terrore di saddam e degli ayatollah iraniani con tutti i mezzi). Sono dieci anni ormai che le elites europee rompono con la storia che l'italia non può essere governata dal governo scelto dalla maggioranza come gli altri paesi perchè berlusconi è un miliardario di destra corrotto. A governare è autorizzato solo : i) chi non ha mai lavorato in vita sua perchè ha fatto solo politica dai 18 anni in poi ii) chi fa parte o della famiglia democristiana o quella socialista o quella gollista. Il resto non è ammesso, quando un estremista a seguito di una campagna d'odio di anni ammazza Pim Fortuyin, persona colta e di idee aperte, ma che vince le elezioni in Olanda battendo democristiani e socialisti per fermare l'immigrazione incontrollata, è "il leader xenofobo" che è morto quindi non è un dramma. iii) chi ha recitato sempre il credo progressista, cioè menzionato come negativi il fascismo, il razzismo e israele, ma non il comunismo e l'OLP, è andato leggero con terrorismo islamico e ha stretto la mano ad Arafat. Berlusconi è l'unico capo di stato europeo che ha avuto il coraggio di non stringere la mano a a Arafat, al terrorista che ha organizzato stragi come quella di Fiumicino o dell'Achille Lauro in italia e altre migliaia di stragi rivolte a donne e bambini innocenti. Tutti i politici europei, francesi specialmente, tutti politicamente corretti sono inorriditi, "ma come... solo perchè ha le mani che grondano di sangue non gliele stringi ?...". Se i politici sono a denominazione di origine controllata e rispettano le regole allora sono protetti dai media come Chirac o come Prodi (che come presidente dell'IRI fino al 1992 o 1993 ha presieduto a centinaia di miliardi di tangenti, di cui alcuni ho visti di persona, coi miei occhi, quando lavoravo per una società di consulenza dell'IRI) Se invece hai creato dal niente un impero economico e poi da solo sempre dal niente hai inventato un partito che ha vinto le elezioni ignorando l'establishment delle politica europea e aggregando i rozzi della lega e gli ex-fascisti (i comunisti ancora militanti non destano indignazioni), allora sei il bersaglio di tutte le elites e i media europei, a fianco di Bush e Sharon. Nemmeno Saddam Hussein e Usama Bin Ladin attirano tanto odio quante ne attira Berlusconi da parte delle elites intellettuali e politiche europee e questo sembra normale. E allora si scava su oscure vicende del 1985 come la cessione SME di Prodi A FAVORE di Debenedetti in cui 18 anni fa Berlusconi non ha avuto nessun vantaggio e Prodi andrebbe semmai inquisito e tutti i media lavorano per accreditare l'idea che pur non avendo comprato o ricevuto una lira in tutta la storia Berlusconi sia colpevole di qualcosa che non è avvenuto. Per capire cosa succede basta questo: accusano Berlusconi per tre anni di essere mandante dell'omicidio di Falcone (!) e della strage di Capaci con la sola testimonianza di un pentito come Salvatore Cancemi, un capomafia con venti omicidi alle spalle. Cancemi come premio per la sua "collaborazione" non ha fatto un solo giorno di carcere e se ne sta sempre libero e stipendiato. Alla fine ovviamente non si trova niente e si archivia l'inchiesta, e il minimo sarebbe incriminare Cancemi almeno per calunnia, ma niente, l'importante è aver messo in giro la storia, fatto i titoli sui giornali, aperto l'inchiesta e tenuto il nemico politico nei titoli dei giornali associato alla parola "mafia" così in Germania leggono i titoli : "Berlusconi- Mafia-inquisito...". Per cui quando va in europa sono tutti pronti coi cartelli e le mozioni in agguato Così passano dieci anni in cui tutti i media europei che contano e i politici progressisti europei rimangono in costante eccitazione per la crociata contro il loro nemico pubblico numero uno. La stagnazione economica dell'europa ? Il calo dei redditi reali dei lavoratori dipendenti ? L'emigrazione incontrollata e da paesi che alimentano il terrorismo anti-occidentale ? Nah... queste sono cose che annoiano un politico, interessano semmai ai cittadini che lavorano, ma non a chi fa parte dell'elite spesata di tutto esentasse con pensione d'oro ma "che costruisce l'Europa". L'orgasmo della politica e dei media è quando il bau bau, il miliardario di destra corrotto, il nemico pubblico dell'europa "corretta", a forza di essere insultato si scoccia e pronuncia la frase scorretta che puoi sbattere in prima e il circo delle dichiarazioni di sdegno può ripartire con le prime pagine dei giornali, i titoli dei notiziari, gli editoriali e il resto del can can di chi non deve lavorare ma può permettersi di vivere e fare carriera solo con le parole e le mozioni di sdegno. Fortunati loro. E sfortunati noi in Italia che in mancanza di meglio o per cambiare abbiamo eletto chi non era stato autorizzato dalle elites che comandano in europa per cui ora ogni mese ci rompono @§%&$£#*%

 

  By: banshee on Giovedì 03 Luglio 2003 15:59

Dedicato a Gianlini...........dal lettore medio di Repubblica. Il fattore B che ci allontana dal resto dell'Europa di EZIO MAURO NELLA sua deriva ogni giorno più tragica e inarrestabile, Silvio Berlusconi ieri è andato a sbattere contro lo scoglio dell'Europa, trascinato dalla sua mancanza di cultura istituzionale, da quel dilettantismo che tanto piace in Italia, con i muscoli che sostituiscono la competenza, dall'incapacità politica e più ancora morale di rispondere alle accuse che riguardano il clamoroso conflitto d'interessi di cui è insieme prigioniero e beneficiario. È come se tutto il castello posticcio costruito in questi anni attorno a una leadership fortissima sul piano elettorale, e fragilissima sul piano politico, fosse crollato di colpo, appena investito dal vento dell'opinione pubblica europea, fuori dalla campana di vetro domestica, dentro la quale il dominio proprietario sui media e su pezzi interi di società politica consente alla realtà virtuale del berlusconismo di galoppare all'apparenza indisturbata. Il risultato è drammatico per il presidente del Consiglio, squalificato dalle sue stesse parole nella solenne seduta del Parlamento europeo, che non aveva mai udito nulla di simile: tanto che si può considerare la data di ieri come l'inizio ufficiale del declino del Cavaliere. Ma insieme, il risultato è amarissimo per il nostro Paese, che paga un prezzo ingiusto e sproporzionato agli errori e alla natura di Berlusconi, precipitando nel girone infernale dei Paesi europei sotto osservazione, per colpa di una leadership che costituisce un'eccezione assoluta nell'intero continente. Il semestre di guida italiana della Ue rappresentava un'occasione irripetibile per l'Italia e per il suo premier. Riflettiamoci un momento. Paese fondatore dell'Unione, schierato per tutto il dopoguerra a fianco dell'America ma solo e sempre passando attraverso la costruzione continua dell'Europa, unendo De Gasperi e Spinelli, l'Italia aveva l'opportunità di tentare in prima persona una ricucitura tra europei e americani, dopo lo strappo della guerra. Poteva farlo per i buoni rapporti che Berlusconi ha costruito con Bush da un lato, e per il suo ruolo storico europeo dall'altro. - Pubblicità - Di questa grande operazione avrebbe potuto giovarsi - insieme con tutti i soggetti politici del nostro continente - in particolare il presidente del Consiglio, che aveva un bisogno disperato di legittimazione internazionale, dopo la condotta erratica della sua politica estera, le improvvisazioni ai vertici, il velleitarismo da piccola superpotenza mediatrice e arruffona, la mancanza di uno standard da statista riconosciuto. In più, una forte, convinta e trasparente legittimazione in Europa avrebbe aiutato Berlusconi anche in Italia, dove la sua politica e il suo programma dopo due anni arrancano visibilmente. Ecco perché il presidente Ciampi aveva sottolineato più volte l'importanza di questo appuntamento casuale (perché fissato dalla turnazione semestrale) ma cruciale. Conosceva il rischio, che da oggi potremmo a ragione chiamare "fattore B", ma vedeva anche l'opportunità: fissare finalmente una netta linea d'azione europeista per l'Italia, capace di confermare il successo ottenuto con l'aggancio dell'euro in condizioni difficilissime, e di cancellare quell'antico pregiudizio anti-italiano che riaffiora implacabile in ogni momento di debolezza della nostra immagine e della nostra politica. Il semestre italiano ha invece spazzato via in una sola giornata - la prima - tutte le straordinarie opportunità che l'Europa ci offriva, ed è naufragato all'istante in una vera e propria crisi internazionale, con almeno tre fronti aperti: il primo è la "grave offesa" da parte di Berlusconi all'Europarlamento, come ha dovuto denunciare ieri sera il presidente Cox. Il secondo è la frattura con la Germania per l'incredibile insulto (Kapò) lanciato dal premier italiano a un deputato socialdemocratico tedesco che gli aveva rivolto critiche politiche, con il governo di Berlino che in una nota ufficiale ha giudicato "inaccettabile" il comportamento del nostro presidente del Consiglio. Il terzo è la polemica con il gruppo europeo dei socialisti e più in generale con le sinistre che contestavano l'incredibile dichiarazione del Cavaliere secondo cui il conflitto d'interessi non esiste "perché le mie televisioni mi criticano". C'è poi un quarto fronte, quello degli alleati italiani di Berlusconi, e da ieri è il fronte della disperazione. Bastava vedere l'incredulità sui volti dei ministri Frattini e Buttiglione, seduti sulle spine alle spalle del Cavaliere, mentre lui spiegava che "sono solo tre" le leggi da lui stesso varate in suo favore. E soprattutto, bastava vedere la disperazione di Gianfranco Fini - che sa da dove viene, lui e il suo partito - mentre Berlusconi attaccava il tedesco Schultz offrendogli una parte da kapò in un documentario che le televisioni stanno preparando "sui campi di concentramento nazisti". Questa volta, Fini racconterà al suo partito in subbuglio ciò che gli è toccato ascoltare e vedere a Strasburgo. E da ieri, l'uscita di An (o almeno del suo uomo simbolo, il vicepresidente) dal governo, è qualcosa di più di una minaccia. Verrebbe da chiedersi: com'è potuto accadere tutto questo, dove nasce il cupio dissolvi del Cavaliere, perché nessuno si è preoccupato di gestire, occultare, educare gli spiriti animali che dominano il presidente del Consiglio in questa fase? Com'è possibile che in quegli staff e tra quei consiglieri nessuno abbia avvertito il premier della dogana politica e morale che corre tra l'Italia berlusconiana di oggi e l'Europa? Che nessuno abbia capito che la mistificazione e la dissimulazione propagandistica che sono la regola nell'Italia delle sei televisioni del re, non hanno corso in Europa, dove esiste una libera stampa, dove valgono regole precise e comuni, dove c'è un'opinione pubblica non ancora mitridatizzata da opinion leader compiacenti? L'Europa, oggi, è il Paese dei parametri di Maastricht, delle regole e dei comportamenti, più che di una politica e di una politica estera: come si può pensare di farla franca con il conflitto d'interessi che configura un improprio accumulo di "potere economico, mediatico e politico" (come ha detto ieri il socialista Baron Crespo) e sfocia addirittura nell'abuso delle leggi su misura confezionate dall'imputato-presidente per sfuggire al suo giudice? Eppure, anche se avevamo avvertito che l'Europa è il tallone d'Achille del Cavaliere, che la platea europea è diversa dal teatrino addomesticato italiano, che i giornali stranieri giudicano l'anomalia berlusconiana per quello che è, a differenza dei giornali italiani, non ci aspettavamo che lo scontro avvenisse così presto, con questo fragore, e con queste dimensioni. Berlusconi è andato incontro al più clamoroso incidente di politica estera della storia repubblicana come se dovesse compiere il suo destino, citando Erasmo da Rotterdam, attaccando ancora giudici e comunisti, come in un'ossessione devastante, quasi non sapesse più distinguere la sua stessa finzione dalla realtà. La scena era politicamente crudele: il Capo di un governo europeo, nel momento solenne in cui assumeva la sovranità delegata della guida dell'Unione, riusciva a mettersi contro il Parlamento di Strasburgo, e davanti alle critiche reagiva con toni da gazzarra come in una riunione notturna di partito dopo che si sono perse le elezioni, con modi, linguaggio, immagini del tutto improprie per la seduta e per l'occasione. L'impotenza dei suoi alleati al fianco è la controprova di una leadership assoluta, sciolta da ogni vincolo, anche quello del buon senso politico. Una leadership che è puro istinto e pura forza (gli "attributi" di cui ha parlato ieri la Lega plaudente) nella convinzione che il berlusconismo allo stato puro, se può dispiegarsi liberamente, sia sempre vincente. L'incidente non nasce dunque dal caso, ma è figlio di una cultura, che determina una politica. È la cultura, oggi vincente in casa Berlusconi, dei "toni forti", con l'intimidazione degli avversari, gli insulti, la spallata, un misto di dilettantismo e di forza, nell'illusione rivoluzionaria di vivere ogni momento come passaggio di una sfida epocale, fuori dalla mediocrità della politica, ma dentro l'epica populista di un'avventura mitologica, con il Cavaliere invincibile alfiere della libertà in un Paese dominato da comunisti e agenti del male che congiurano contro il bene supremo, coincidente col dominio berlusconiano. C'è, in questo paesaggio politico fittizio, la rinuncia al vero compito politico supremo del Cavaliere, la missione necessaria e tuttavia già fallita, dopo la vittoria elettorale: fondere le diverse anime errabonde delle diverse destre italiane (postfascisti, leghisti, forzisti, ex democristiani) in una moderna cultura conservatrice europea per un Paese che non l'ha mai avuta. No. Ormai è chiaro che il berlusconismo fa vincere elettoralmente la destra, ma poi la tiene prigioniera di una sub-cultura muscolare e gridata, anti-istituzionale, miracolistica, titanica e populista: una cultura che è fuori dall'Europa, e trascina tutta l'Italia in questa triste posizione pre-politica, marginale, autarchica e solitaria. Una posizione tragica per un Paese come l'Italia, trascinata dal Cavaliere nel suo stesso declino. Un declino che si annuncia terribile, se il senso dello Stato e delle istituzioni è quello mostrato ieri a Strasburgo. (3 luglio 2003) Alla prossima puntata del COMPLOTTO EUROPEO-GIUSTIZIAL-COMUNISTA....

 

  By: prozac on Giovedì 03 Luglio 2003 15:16

Di solito i Kapò erano internati politici tedeschi, per i nazisti infatti valeva il principio per cui un tedesco comunista è cmq gerarchicamente superiore ad un ebreo. Gli ebrei potevano sperare di diventare assistenti dei Kapò, almeno questo si deduce dai libri di Primo Levi

 

  By: gianlini on Giovedì 03 Luglio 2003 13:40

sicuramente qualchè kapò era anche polacco. per certo nessuno era zingaro, omosessuale e mi sento di dire ad intuito francese concordo con il parallelo ragazze-Berlusconi il problema è che lui sì è un vero parvenu della politica, e quindi paga il prezzo della inesperienza (anche se il talento forse c'è l'ha il ragazzo) vince un premio (una cena?) chi mi sa citare a memoria un atto degno di essere ricorda, che ne so, di un Mastella! eppure vincerebbe anche un premio chi riuscisse a ricordare una critica rivoltagli.... nulla di nulla: ecco il vero politico.... (a guardare la faccia di Schultz non si ha proprio l'impressione del salvatore dei destini degli europei, ma forse mi sbaglio, anche qui....)

 

  By: michelino di notredame on Giovedì 03 Luglio 2003 13:20

Io come tedesco mi sono sentito offeso. Dopodiché, la botta di culo e' che non sono tedesco. Ecco, questo mi sentivo di dirlo. Astuta l'osservazione di Gianlini. Ma potrebbe essere anche non-ebreo, un kapò? Una volta leggevo I Sommersi E I Salvati e queste cose le sapevo. Kapò...dev'esserci qualche francese di mezzo, mi sa... Il trucco e' lo stesso che si usa con certe ragazze: farle bere. Berlusconi, lo fai parlare. Volete uno che non metta una parola fuori posto? Fassino. E volete uno che gli escano le dichiarazioni dalla laringe già riassunte virgolettate stampate e complete di fototessera sorridente? Rutelli. Basta chiederlo.

 

  By: bandy on Giovedì 03 Luglio 2003 12:47

Premetto non sono berlusconiano, certo che tranello o no come e' stato accolto ieri in Europa il berlusca e' vomitevole. E la cosa ancora piu' vomitevole e' che qui non e' piu' questione di sinistra o destra e' una questione anche di patriottismo. Io la bandiera non me la faccio infangare da nessuno, tantomeno da uno stronzo di tedesco per cui la risposta di Silvio per me ci sta. Lasciamo perdere poi la sfilza di articoli sui giornali dell'opposizione che si gongola davanti all'accaduto e alla "figuraccia", cioe' qui veramente il nazionalismo e' finito ormai nella sola coppa del mondo di calcio...un po' poco direi no? Bah