By: giorgiofra on Venerdì 25 Ottobre 2013 10:39
Il fatto che gli italiani non abbiano voglia di lavorare è l'ennesima bufala utile a giustificare le malefatte della politica, al pari dell'evasione fiscale o dell'eccesso di dipendenti pubblici.
Come fa notare giustamente Gano il problema sta solo nelle retribuzioni e nelle condizioni di lavoro. Al mio paese le imprese di traslochi hanno solo dipendenti straniere. Pagati 800 euro al mese debbono essere a disposizione full time. Il lunedì alle otto iniziano a smontare e caricare mobili fino alla sera, quando partono per Milano, dormendo la notte nel camion. Il mattino successivo scaricano e montano i mobili, per ripartire la sera verso un altro cliente sempre nella zona, sempre dormendo nel camion. Il mercoledì smontano di nuovo e caricano per ripartire la notte, dormendo ancora nel camion. Finalmente il Giovedì ritornano al paese, dove scaricano e rimontano altri mobili. A questo punto possono finalmente dormire a casa loro e farsi una buona doccia. Naturalmente le 60 ore lavorate non sono sufficienti, così il venerdì mattina iniziano un nuovo trasloco, possibilmente in zona, in modo da concludere entro il sabato. Dimenticavo di dire che non esistono ferie retribuite ne tredicesima mensilità.
Ora io sarei curioso di sapere chi manderebbe il proprio figlio al massacro. Personalmente lo incoraggerei a praticare il crimine. Immagino lo sdegno di tutti voi, ma io ho molto più rispetto di un delinquente piuttosto che di uno che accetta certe condizioni di vera e propria schiavitù.
Avete mai visto gente raccogliere insalata sotto la pioggia battente con la schiena curvata per otto ore? E' uno spettacolo che angoscerebbe chiunque. Purtroppo il camion deve ripartire carico verso i mercati generali, e quindi, pioggia o sole, per la bella cifra di 33 euro al giorno occorre darsi da fare.
Come fa notare Gano coloro che lo fanno, magari dormendo nelle roulotte messe a disposizione dal datore di lavoro, riescono a mandare al loro paese delle somme che a noi sembrano misere, ma che a loro cambiano la vita.
Ho tanti conoscenti falegnami, fornai, pizzaioli, che sono disoccupati. Eppure di tanto in tanto si legge sui giornali che sono figure molto richieste e che non si trovano persone disposte a lavorare. Si tratta, chiaramente, di semplici bugia. Questi conoscenti disoccupati hanno mandato curriculum ovunque, comprese le associazioni di categoria delle zone dove si sostiene che manchi il personale. Ma nessuno ha avuto risposta. Forse si omette di dire che probabilmente, più che dipendenti, si cercano schiavi.
In tutti i bar della mia zona lavorano ragazze dell'EST. Come mai? Non esistono italiane che hanno voglia di lavorare? O forse la ragione è che la paga è di 400 euro al mese, e spesso senza contributi?
La verità, amici carissimi, è che il neoliberismo ha prodotto questa situazione, e lo ha fatto ovunque. L'applicazione di questa dottrina non può che produrre un depauperamento delle classi lavoratrici a favore delle multinazionali, della finanza, e della minoranza di ricchi. E lo si può notare ovunque nel mondo. O forse conoscete un paese la cui classe media, in una economia neoliberista, abbia migliorato le proprie condizioni?
L'immigrazione è funzionale al sistema economico attuale, per consentire alle multinazionali di pagare pochissimo quei prodotti che poi rivenderanno a caro prezzo. In tal modo sottraggono reddito ai lavoratori e lo trasferiscono ai loro azionisti. Sapete quanto pagano le arance che comprate al supermercato a un euro e cinquanta al chilo? Sette centesimi. Ed un chilo di pomodori? Un centesimo virgola due. Si, avete letto bene. Un quintale di pomodori per salsa viene pagato 12 euro.
Mi raccontava un mio cliente che ha una fabbrica di conserve di pomodori, che ebbe un colloquio con un addetto agli acquisti di un grande gruppo. Gli fu proposto un prezzo inferiore al costo di produzione, sostenendo che lui rappresentava tutte le maggiori catene italiane, e che quindi se non avesse comprato lui, in Italia non avrebbe comprato nessuno. Al mio paese questo si chiama cartello, che è un delle pratiche più usate per depredare i produttori.
Vorrei concludere andando al nocciolo del problema: fin quando accettiamo la dottrina neoliberista, dobbiamo accettare il capitalismo di rapina, quello totalizzante, quello che trova legittimo uccidere la controparte perchè nella natura deve vincere il più forte, quello che considera il mercato un campo di battaglia in cui tutto è consentito. Ed in questo contesto l'immigrazione di disperati è funzionale ad abbattere le assurde pretese di chi lavora. Il lavoratore deve accettare il prezzo di mercato, che crolla se aumenta l'offerta, senza pretendere una paga che consenta a lui e alla sua famiglia una vita libera e dignitosa.
E se poi questo produce un degrado della vita delle persone, o il collasso di uno stato, non ha alcuna importanza. Si tratta di assurdi retaggi del passato. Il grande capitale, che è per sua natura apolide, non si interessa al destino di una nazione. E come fa uno sciacallo, quando avrà divorato la sua preda, ne cercherà una nuova da divorare, fin quando la vecchia non avrà ripreso forza e sarà di nuovo in grado di soddisfare la sua brama distruttrice, la sua incontenibile avidità.