By: giorgiofra on Martedì 07 Maggio 2013 15:45
Un'amica di mia figlia, montenegrina, in Italia da quando aveva 4 anni, che ha studiato e si è laureata con il massimo dei voti, che parla e capisce almeno una decina di dialetti italiani e, sopratutto, che pensa italiano, a 27 anni non riesce ancora ad avere la cittadinanza perchè non ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Poichè lavora sempre con contratti a termine, deve subire costantemente l'umiliazione di rinnovare il permesso di soggiorno, facendo file di ore insieme alla peggiore feccia straniera.
Sia lei che le due sorelle, tutte laureate, persone assolutamente a modo, oltre che sventole da far girare la testa anche ai moribondi (la più bassa è alta 1,85), cresciute praticamente nel nostro paese, e che del nostro paese hanno acquisito il modo di pensare, sono considerate straniere, quando in realtà non lo sono.
E' italiano chi pensa italiano, semplicemente.
Al mio paese è pieno di immigrati rumeni. A parte gli zingari, con i quali non hanno nulla a che fare, si tratta di persone per bene, lavoratrici e rispettose. I loro figli sono più italiani degli stessi italiani, e non li distinguerebbe dagli indigeni neanche un antropologo. E' assurdo che non venga riconosciuta loro la cittadinanza.
Tempo fa, a Milano, rimasi stupito dal vedere un gruppo di ragazzi cinesi che parlavano e scherzavano tra loro in perfetto italiano, non senza qualche parola del dialetto meneghino. Ero convinto che i cinesi, tra loro, parlassero solo cinese. In realtà quelli nati in italia, educati e cresciuti nel nostro paese, sono sostanzialmente italiani, anche se portano con loro retaggi della cultura del paese dei loro genitori. Ma tali retaggi scompariranno completamente nei loro figli.