Anca ogi g'han ciapà Binladen, l'ISIS...

 

  By: pix on Venerdì 08 Luglio 2005 18:22

Costoro( i palestinesi ) ritengono che l'AP sia impoverita, autocratica e anarchica -------------------------- Ma và !?

 

  By: XTOL on Venerdì 08 Luglio 2005 17:59

I palestinesi non sono così impegnati a livello ideologico al punto di disdegnare la bella vita che il soggiorno in Israele è in grado di offrire. ------------------------------ eheh, se c'era bisogno di una lettura biologica, eccola qua. "franza o spagna, purchè se magna" dicevano a roma, no?

Ma alla radice del problema c'è la Palestina - gz  

  By: GZ on Venerdì 08 Luglio 2005 17:41

A proposito di idee sballate. Dopo aver condannato doverosamente gli attentati, passata l'emozione si tornerà poi piano piano al ritornello: ".... ma alla radice di tutto c'è però sempre da risolvere il problema della terra in Palestina". Questo è quello che siamo condizionati a pensare dal lavaggio del cervello dei media degli ultimi 20 anni per cui ormai anche mio padre che quando ero studente parlava con ammirazione di Israele dice :" ehhh... mah.... comunque se poi risolvessero il problema della terra in Palestina..." Bene, da un anno alcuni pezzi di territorio sotto Israele stanno ora passando sotto il controllo dell'Autorità Palestinese e nessun giornale o TV racconta quello che succede. E cioè che nelle zone che gli israeliani stanno cedendo I PALESTINESI SI RIVOLTANO IN MASSA O CERCANO DI OTTENERE LA CITTADINANZA E EMIGRARE IN ISRAELE ! Fortunatamente con internet ora, se si vuole, è possibile sapere direttamente cosa succede veramente nel mondo. ---------------- (^Dal sito di Daniel Pipes#http://it.danielpipes.org/article/2739^ uno dei maggiori esperti del Medio Oriente) ----------------------- Palestinesi che si aggrappano a Israele di Daniel Pipes New York Sun 6 luglio 2005 Il Ministro dell'Interno israeliano ha di recente dichiarato che quattro palestinesi accusati di aver partecipato a un attentato suicida nel 2002, che fece 35 vittime, saranno espulsi da Israele una volta usciti di galera. L'Associated Press riporta che i quattro "perderebbero i diritti di residenza, come pure quelli alla previdenza sociale e all'assicurazione sanitaria". La decisione del Ministro fa sorgere una domanda: Per quale motivo i palestinesi impegnati a distruggere lo Stato di Israele si sentono puniti se perdono il diritto di vivere in Israele? Si supporrebbe che i terroristi contrari a Israele preferiscano vivere nell'Autorità palestinese. Beh, sarebbe errato pensarlo. I palestinesi – perfino i terroristi – preferiscono in genere vivere in quella che definiscono come "entità sionista". Questo tipo di comportamento divenne espressamente chiaro quando una bella porzione di territorio – la parte orientale di Gerusalemme nel 2000 e parte del "Triangolo" di Galilea nel 2004 – aveva buone possibilità di passare sotto il controllo dell'AP. In entrambi i casi, i palestinesi in questione si aggrapparono a Israele. Gerusalemme. Quando a metà del 2000 la diplomazia del premier israeliano Ehud Barak rilanciò la possibilità che alcune zone di Gerusalemme a maggioranza araba fossero trasferite sotto il controllo dell'AP, un assistente sociale stimò che "una schiacciante maggioranza" dei 200.000 arabi di Gerusalemme preferiva rimanere sotto il controllo israeliano". Fadal Tahabub, membro del Consiglio nazionale palestinese, specificò che uno stimato 70% di 200.000 arabi residenti a Gerusalemme preferiva rimanere sotto la sovranità israeliana. Un altro politico, Husam Watad, disse che la gente era "in preda al panico" alla prospettiva di trovarsi a vivere sotto il governo dell'AP. Il ministero dell'Interno israeliano denunciò un sostanziale aumento di richieste di cittadinanza e Roni Aloni, consigliere comunale di Gerusalemme, riportò alcune testimonianze rilasciate dai residenti arabi: "Non siamo fatti per vivere a Gaza o in Cisgiordania. Siamo in possesso di carte di identità israeliane. Siamo abituati a standard di vita più elevati. E anche se il governo israeliano non è il massimo, è sempre meglio dell'Autorità palestinese". Un medico che aveva chiesto di ottenere documenti d'identità israeliani spiegò: "Desideriamo rimanere in Israele. Almeno lì posso esprimere liberamente le mie idee senza essere sbattuto in prigione, come pure avere la possibilità di percepire un'onesta paga giornaliera". Per fermare la corsa palestinese all'acquisizione della cittadinanza israeliana, i funzionari islamici di grado elevato di stanza a Gerusalemme emisero un editto che ne vietava l'acquisizione e Faisal al-Husseini, agente dell'OLP a Gerusalemme, si spinse oltre definendo ciò come "un tradimento". Essendo la sua minaccia risultata vana, Faisal al-Husseini annunciò che gli arabi di Gerusalemme che prendevano la cittadinanza israeliana avrebbero subito la confisca delle loro abitazioni. Il Triangolo della Galilea, un'area a maggioranza palestinese situata nella parte settentrionale del paese. Un sondaggio del maggio 2001, rilevò che solo il 30% della popolazione araba di Israele era d'accordo con l'annessione del Triangolo della Galilea al futuro Stato palestinese, il che significa che una larga maggioranza preferiva rimanere in Israele. Dal febbraio 2004, quando il governo Sharon rilasciò una dichiarazione allo scopo di sondare la reazione pubblica in merito al fatto se trasferire il Triangolo della Galilea sotto il controllo dell'AP, secondo l'Arab Center for Applied Social Research di Haifa, la percentuale di coloro che preferivano rimanere in Israele balzò al 90%. E il 73% degli arabi del Triangolo sosteneva che sarebbe ricorso alla violenza per evitare modifiche al confine. I politici locali riprovarono con veemenza la possibilità che Israele cedesse parte della Galilea; Ahmed Tibi, un parlamentare arabo-israeliano, un tempo consulente di Arafat, definì l'idea come "una proposta pericolosa e antidemocratica". L'opposizione araba alla cessione del Triangolo della Galilea al controllo da parte dell'Autorità palestinese era così forte che Sharon abbandonò velocemente l'idea del trasferimento. Sempre nel 2004, mentre Israele era intento a costruire il suo recinto di sicurezza, alcuni palestinesi dovettero scegliere da quale parte vivere. La maggior parte di loro, insieme ad Ahmed Jabrin di Umm al-Fahm, non ebbe dubbi: "Noi ci siamo battuti [con le autorità israeliane] per stare dentro il recinto e loro lo hanno spostato in maniera tale che noi stessimo ancora in suolo israeliano". Che sono in molti i palestinesi che preferiscono vivere sotto il controllo israeliano sembra risultare più da considerazioni di ordine pratico che da un proposito di sommergere a livello demografico lo Stato ebraico. Costoro ritengono che l'AP sia impoverita, autocratica e anarchica. Come spiega un palestinese, si tratta di "uno Stato sconosciuto che non ha un Parlamento né una democrazia e nemmeno delle università decenti." I palestinesi non sono così impegnati a livello ideologico al punto di disdegnare la bella vita che il soggiorno in Israele è in grado di offrire. Ne derivano due conclusioni a lungo termine. Innanzitutto, se i palestinesi pretenderanno di esercitare un "diritto al ritorno"in Israele di cui non si sono mai avvalsi, si sposteranno nello Stato ebraico in gran numero. In secondo luogo, sarà molto difficile da raggiungere un accordo in merito allo status quo finale sulla nuova definizione dei confini.

 

  By: XTOL on Venerdì 08 Luglio 2005 17:40

rispondo a entrambi, perchè è naturale che, se parto dal presupposto che la specie non si è evoluta negli ultimi centomila anni (il che è un'ovvietà, biologicamente parlando), devo leggere gli avvenimenti sempre attraverso quella lente. Il salto di qualità lo potremo fare solo quando questa lettura entrerà stabilmente nei nostri paradigmi culturali. a quel punto (forse non lontanissimo, volendo essere ottimisti: ogni tanto rimango sorpreso nel trovare questa consapevolezza in ambienti inattesi), potremo pianificare meglio la nostra vita (di specie e di individui). per tornare al petrolio, gian, se si fosse puntato anni fa (ai tempi del primo shock) su un modello di sviluppo energetico diverso, scommetterei che adesso non ci sarebbe nessun bin laden a far esplodere innocenti.

 

  By: pix on Venerdì 08 Luglio 2005 17:24

A dire che la contesa è solo sul petrolio, pur con qualche ragione ,mi sembra di semplificare un po' troppo. Fra Palestina ed Israele l'attrito per la terra e per l'acqua, pur sacrosanto , mi sembrava molto strumentalizzato ed ideologicizzato. Adesso che l'Iraq si divide non più fra aggressori e resistenti, ma fra maggioranza ed opposizione, sunniti e sciiti, non mi sembra che le tensioni siano calate; gli islamici moderati e gli egiziani già sono messi al bando dai profeti religiosi. Si ammazza l'ambasciatore egiziano, si colpisce la GB , altro esponente del "cancro occidentale", ed in Iran si affaccia accreditato di bombe atomiche un ex terrorista come nuovo capo di stato. Non c'è da stare allegri..

 

  By: Moderator on Venerdì 08 Luglio 2005 17:10

non mi azzardo a smontare il tuo castello , forse non ne ho i mezzi. però alla fine dai sempre solo quella spiegazione , come se io ti dicessi che sei un armadillo perchè la tua composizione chimica è uguale a quella dell'armadillo

 

  By: gianlini on Venerdì 08 Luglio 2005 17:08

è "facile" gian, devi eliminare la tua fame di petrolio .... no scusa, ma in nome di che? voglio dire: ai terroristi interessa forse il petrolio che io o tu consumiamo?? per farci che cosa? chi sarebbero poi i nuovi "consumatori" del petrolio cui rinuncio io?

 

  By: XTOL on Venerdì 08 Luglio 2005 16:59

sorry norton: a tutti secondo il loro bisogno ecc. è quanto di più antibiologico io riesca a immaginare ps: il marxismo non ha funzionato proprio perchè è biologicamente ridicolo

 

  By: XTOL on Venerdì 08 Luglio 2005 16:58

è "facile" gian, devi eliminare la tua fame di petrolio

 

  By: gianlini on Venerdì 08 Luglio 2005 16:42

Xtol, appurato che le tue dichiarazioni generali sono senz'altro giuste, mi sai dire di chi io domani devo avere paura e possibilmente chi devo eliminare per sentirmi sicuro?

 

  By: Moderator on Venerdì 08 Luglio 2005 16:36

Xtol , il tuo modo di valutare le cose è quello di Marx ,anche se mascherato da biologo. Come qualche tempo fa che avevo provato a leggere una piccola storia delle teorie economiche e dopo che ho capito che c'era solo ,capitale , interessi,tassi ecc ecc e mai un accenno all'uomo e alla sua variabilità , imprevedibilità individuale e di gruppo (perchè quella non la sanno calcolare e valutare , un pò come il QI) ho lasciato perdere.

 

  By: XTOL on Venerdì 08 Luglio 2005 16:27

qualcuno ha il coraggio di dire, se lo sa, chi è il nemico? ------------------------------ non mi pare ci voglia un gran coraggio. il nemico è colui che ti contende una risorsa. quando la contesa è politica lo chiamiamo concorrente, quando diventa violenta lo chiamiamo nemico, ma è sempre lui. ogni volta che qcn vuole una quantità di un bene finito maggiore di quella che vuole lasciare agli altri (il che in natura accade continuamente), ecco che si costruisce un nemico. se poi quel bene è scarso, importante e in calo di disponibilità, la politica si fa con le armi (in questo l'umanità non ha mai mostrato la benchè minima fantasia). questa guerra è particolarmente ovvia: biologicamente parlando si combatte per il petrolio (la risorsa) e per le donne (il chador non è un vezzo religioso). ecc... arrivano i dati

 

  By: Moderator on Venerdì 08 Luglio 2005 16:19

quel nucleo di gruppi culture e religioni come -i Wahabiti che vogliono il ritorno alla purezza originaria dell'islam -i Salafiti ,che fanno differenza solo fra "credenti " e "non credenti" -La religione islamica che è enormemente "normativa" e quindi irriformabile (secondo me). -Tutti sono contrari all'occidente. -Influenza del nazismo e creazione negli anni 30 del Panarabismo e poi antisionismo. -la Jihad , più o meno interpretata come guerra o difesa o sforzo contro l'Occidente. -Gli interessi petroliferi dei vari sceicchi e dittatori -la povertà creata da questi e il risentimento dirottato sempre da questi contro l'occidente invece che contro di loro -il tutto crea gruppi e gruppuscoli con elementi rivoluzionario-religiosi frammischiati ,con consenso da rivalsa di masse con cultura e mezzi inadeguati, in un mondo arcaico di satrapi , dittatori , sceicchi ,poteri religiosi ,che strizzano l'occhio a destra e a sinistra per stare a galla. dopo questo ultra-sunto penso che il problema si risolverà quando scoppierà il conflitto nell'ambito loro. Per ora non si muove paglia. Lo dico perchè la gente si aspetta che i musulmani moderati dei paesi arabi prima o poi insorgano contro i fondamentalisti , ma in realtà la gente farebbe meglio a chiedersi : Com'è che i musulmani moderati nei paesi occidentali , liberi , non insorgono mai contro i paesi arabi fondamentalisti? (a parte qualche piccolissima eccezione da considerare tale )

 

  By: gianlini on Venerdì 08 Luglio 2005 15:21

qualcuno può rispondere a questa banale domanda: ma chi è il "nemico"?? perchè una volta c'erano le BR e sapevi cosa volevano poi c'era l'IRA e sapevi cosa voleva l'ETA è forte forse un po' meno di prima, ma sai cosa vuole, guardi più in là e trovi OLP, Hamas e la Jihad islamica e sai benissimo cosa vogliono i ceceni sai molto bene cosa vogliono ma questi, chi sono, cosa vogliono, chi rappresentano??? perchè se per esempio pensiamo che sia un'emanazione di una parte o di tutta l'Intellighenzia islamica araba, la gente non può contemporaneamente condannare il terrorismo ed ospitare ad esempio egiziani, siriani, palestinesi o iraqeni se pensiamo che sia un gruppo di fanatici senza altro in mente che terrore e morte (ipotesi piuttosto improbabile), allora sappiamo che sarà questione di tempo e tutto si sopirà, per mancanza di vera ispirazione qualcuno ha il coraggio di dire, se lo sa, chi è il nemico?

 

  By: Moderator on Venerdì 08 Luglio 2005 11:22

Finalmente non lo si può criticare. ----------------------------------- ===BERTINOTTI: GUAI A DIRE CHE BLAIR SE L'E' CERCATA INTERVISTA A REPUBBLICA 8 Luglio 2005 8:44 ROMA (ANSA) (ANSA) - ROMA, 8 lug - "Guai a dire che Blair se l'é cercata. Qualunque sia la responsabilità di uno Stato, qualunque sia la scelta di un governo, niente giustifica il partito del terrorismo che distrugge vite umane, che è inumano, come la guerra", dice il leader di rifondazione Comunista, Fausto Bertinotti, intervistato da REPUBBLICA. E' il terrorismo che alimenta la guerra o viceversa? chiede il quotidiano diretto da Ezio Mauro. "Io non vedo questo collegamento - risponde Bertinotti -. Per la guerra e per il terrorismo ci vogliono due volontà politiche indipendenti. (...) Il terrorismo non nasce dalla povertà del mondo, ma da una scelta che si fa partito, con una sua strategia, i suoi mezzi, la sua economia. Le condizioni economiche - sottolinea - sono una concausa della crescita terroristica". (ANSA).