Scudi spaziali, dischi rotanti e Ayatollah

 

  By: defilstrok on Martedì 11 Settembre 2007 17:46

Be', leggetevi la nota 3) del lettore in calce a ^quest'articolo#http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2240¶metro=^

 

  By: Gano* on Sabato 08 Settembre 2007 18:39

Bin Laden che parla di mutui immobiliari e di "no more taxes" ha un aroma un po' troppo "americano" per essere vero. Mancava solo che aggiungesse "read my lips"... ;-) E poi vatti a fidare che le tasse non te le alzi pure lui... Non so chi lo abbia girato quel video ne se so se Bin Laden sia vivo o morto non avendo informazioni al riguardo, ma nemmeno io credo che questo video sia autentico, semplicemente perche' non ha senso e va contro ogni logica; mi pare addirittura risibile e non lo avrei pubblicato sulle prime pagine dei giornali. Poi magari un giorno scopri che lo hanno fatto ad Hollywood... WASHINGTON (CNN) -- Early analysis indicates the voice on a recently released videotape is that of Osama bin Laden, a U.S. official said Friday, as President Bush called the tape "a reminder of the dangerous world in which we live." PS Ma e' un video o solo un sonoro?

Bin Ladin parla dei mutui immobiliari - gz  

  By: GZ on Sabato 08 Settembre 2007 04:14

Nel video in cui oggi per la prima volta da tre anni sembra che appaia di nuovo ^Bin Ladin parla dei mutui immobiliari!#http://abcnews.go.com/images/Politics/transcript2.pdf^ in America dice che "...gli americani sono schiacciati dal peso degli interessi sui debiti, le tasse e i mutui immobiliari.." Poi dice che invita tutti a convertirsi all'Islam.. non ci sono tasse nell'Islam ! ("...'I invite you to embrace Islam... There are no taxes in Islam.....") Un poco dispiace vedere che sia finito così, era partito alla grande distruggendo mezza New York e ora si è ridotto a sperare come i ribassisti di borsa nella crisi dei mutui per mettere al tappeto l'America e a promettere meno tasse nell'Islam (non scherzo, ^leggere il testo#http://abcnews.go.com/images/Politics/transcript2.pdf^) (NB questo video è un collage di vecchi video e così la voce registrata, Bin Ladin in realtà è morto da tempo, questo testo sembra scritto da un americano convertito all'islam passato ad al qaeda che è ricercato da tempo)

 

  By: Andrea on Martedì 24 Aprile 2007 01:12

Tonaus, basta una veloce ricerca su Google per trovare un buon numero di documenti redatti dal generale in questione. Un esempio: ^Iran must get ready to repel a nuclear attack#http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=IVA20070124&articleId=4581^ Mi riesce difficile accettare gran parte delle tesi esposte nei vari articoli. Inoltre per essere un (modesto) generale ed ex spia del KGB mi sembra molto ciarliero. Mi ricorda più un ospite delle TV italiane che non un fine esperto di geopolitica. Mi sbagliero' ...

 

  By: defilstrok on Martedì 24 Aprile 2007 00:37

Be' tonaus, se vogliamo aggiungerci altro marcio.... 11/9: I francesi lo sapevano già di Guillaume Dasquié - 23/04/2007 Note, rapporti, sintesi, carte, grafici, organigrammi, foto da satellite. Il tutto esclusivamente dedicato ad Al Qaeda, i suoi capi, i vice, i nascondigli ed i campi di addestramento. E i suoi sostegni finanziari. Una vera e propria enciclopedia. Tra cui una nota di sintesi di cinque pagine, intitolata "Progetto di deragliamento d' aereo da islamismi radicali" e contraddistinto da una data… 5 gennaio 2001! Si tratta di una massa impressionante di documenti. Di primo acchito, si direbbe una tesi universitaria. Ad un esame più attento, niente a che vedere. Dei timbri rossi "confidenziale - difesa" e "uso strettamente nazionale" su ogni pagina: in alto a sinistra, un logo blu regale: quello della Dgse, la Direzione generale dei servizi esterni, i servizi segreti francesi. In tutto 328 pagine classificate. Note, rapporti, sintesi, carte, grafici, organigrammi, foto da satellite. Il tutto esclusivamente dedicato ad Al Qaeda, i suoi capi, i vice, i nascondigli ed i campi di addestramento.(Dedicato n.d.t.) anche ai suoi sostegni finanziari: Niente che l'essenziale dei rapporti della Dgse redatti tra luglio 2000 ed ottobre 2001. Una vera e propria enciclopedia. Al termine di vari mesi d'inchiesta su questa documentazione molto speciale, prendiamo contatto con il quartiere generale della Dgse: E il 3 aprile, l'attuale Capo di gabinetto, Emmanuel Renoult, ci riceve sul posto, tra i muri di cinta della caserma di Tourelles, a Parigi. Dopo aver sfogliato le 328 pagine che poggiamo sulla sua scrivania, non può fare a meno di deplorare una tale fuga (d'informazioni n.d.t.), lasciandoci intendere che questo pacchetto rappresenta la quasi integralità delle produzioni della Dgse sul soggetto per questo periodo cruciale. In compenso, nel dettaglio, impossibile sottrargli il minimo commento. Troppo "sensibile". È vero che queste cronache dei servizi segreti di Al Qaida, con le loro diverse rivelazioni, sollevano una quantità di questioni. E, per cominciare una sorpresa. il numero elevato di note unicamente dedicate alle minacce di Al Qaeda contro gli Stati Uniti, mesi prima degli attacchi suicidi di New York e di Washington. Nove rapporti interi sull'argomento tra settembre 2000 ed agosto 2001. Tra cui una nota di sintesi di cinque pagine, intitolata "Progetto di deragliamento d' aereo da islamismi radicali" e contraddistinto da una data… 5 gennaio 2001! Otto mesi prima l'11 settembre, la Dgse vi rapporta le discussioni tattiche condotte dall'inizio dell'anno 2000 tra Osama Bin Laden ed i suoi alleati talebani, riguardo un'operazione di deragliamento di aerei di linea americani. Pierre-Antoine Lorenzi, capo di gabinetto del responsabile della Dgse fino ad agosto 2001, oggi presidente di una società specializzata nelle strategie di crisi e d'influenza (Serenus Conseil), sfoglia davanti a noi queste 328 pagine e si sofferma, anche lui, su questa nota. Esita, prende il tempo per leggerla ed ammette:" Mi ricordo di questo." "Bisogna ricordarsi, precisa M. Lorenzi, che fino al 2001, il deragliamento di un aereo non ha lo stesso significato che dopo l'11 settembre. All'epoca questo implica di forzare un apparecchio ad atterrare in un aeroporto per condurre dei negoziati. Si è abituati a gestire questo. Approfondimento utile per comprendere perché questo allarme del 5 gennaio non ha provocato alcuna reazione presso i destinatari: i pilastri del potere esecutivo. Da gennaio 2001, la direzione d'Al-Qaeda si mostra tuttavia trasparente agli occhi - ed alle orecchie - delle spie francesi. I redattori riportano in dettaglio anche i disaccordi tra terroristi sulle modalità pratiche del deragliamento in questione. Non dubitano mai della loro intenzione. Provvisoriamente i fautori della Jihad prediligono la cattura di un aereo tra Francoforte e gli Stati Uniti. Stabiliscono una lista di sette compagnie possibili. Alla fine ne saranno scelte due dai pirati dell'11 settembre: American Airlines et United Airlines. Nella sua introduzione, l'autore annuncia :" Secondo i servizi uzbechi di spionaggio, il progetto di un deragliamento sembra essere stato discusso all'inizio dell'anno 2000, durante una riunione a Kabul tra rappresentanti dell'organizzazione di Osama Bin Laden ..." Le spie uzbeche informano dunque gli agenti francesi. All'epoca, l'opposizione dei fondamentalisti musulmani al regime pro-americano di Taskent si è riunita nel Movimento islamico dell'Uzbechistan, il Mio. Una fazione militare di questo partito, guidata da un certo Taher Youdachev, ha raggiunto i campi d'addestramento dell' Afghanistan e si è alleato con Osama Bin Laden, promettendogli di esportare la sua Jihad in Asia centrale. Dei rapporti militari e delle comunicazioni del Mio, trovati nei campi afghani di Al Qaida, ne attestano la veridicità. Alain Chouet si ricorda di questo episodio. Ha diretto fino ad ottobre 2002 il Servizio d'informazioni di sicurezza, la divisione della Dgse incaricata di seguire i movimenti terroristi. Secondo lui, la credibilità del canale uzbecho ha la sua origine nelle passate alleanze tra il generale Rachid Dostom, uno dei principali capi afghani della guerra, anche lui di etnia uzbecha, e che combatte allora i talebani. Per fare piacere ai suoi protettori dei servizi di sicurezza del vicino Uzbechistan, Dostom ha infiltrato alcuni dei suoi uomini in seno al Mio, fino alle strutture di comando dei campi di Al Qaida. E' così che informa i suoi amici di Tachkent, sapendo che le sue informazioni prenderanno, in seguito, la via di Washington, Londra o Parigi. La formulazione degli appunti francesi del gennaio 2001 indica chiaramente che altre fonti corroborano queste informazioni sui piani di Al- Qaeda. Secondo un meccanismo ben oliato in Afghanistan, la Dgse non si accontenta di scambi con dei servizi segreti amici. Per svelare i segreti dei campi, da una parte manipola e "restituisce" giovani candidati alla Jihad originari delle periferie delle grandi città d'Europa. Dall'altra parte, invia uomini del servizio d'azione presso l'Alleanza del Nord del comandante Massud. Senza contare le intecettazioni dei telefoni satelliti. Una persona vicina a Pierre Brochand, l'attuale capo della Dgse, ci ha assicurato che il servizio disponeva di una "cellula Osama Bin Laden", almeno dal 1995. L 'allarme del 5 gennaio si poggia dunque su un sistema rodato. Alain Chouet, dopo averci chiesto di precisare che non si esprimeva in nome delle istituzioni francesi, resta laconico ma chiaro:" E' raro che si trasmetta un documento senza verificare " Tanto più che il suddetto documento segue e precede i molteplici rapporti della Dgse sostenendo la credibilità degli incantesimi belligeranti di Osama Bin Laden. Nella sua nota, la Dgse reputa, infine, che la volontà di Al Qaeda di concretizzare il suo atto di pirateria contro un apparecchio americano non lasci alcun dubbio:" almeno da ottobre 2000, Osama Bin Laden ha assistito ad una riunione in Afghanistan nel corso della quale la decisione di principio di condurre questa operazione è stata mantenuta." Siamo al 5 gennaio 2001, i dadi sono stati lanciati, i Francesi lo sanno... e non sono i soli. Come tutte le informazioni che evocano dei rischi per gli interessi americani, la nota è stata trasmessa alla Cia attraverso il servizio di relazioni esterne della Dgse, responsabile delle cooperazioni tra alleati ( rinominato dopo servizio delle relazioni). Il suo primo destinatario è il capo del dipartimento della Cia a Parigi, Bill Murray, un francofono dal fisico alla John Wayne, rientrato in seguito negli Stati Uniti. Abbiamo potuto stabilire il contatto, ma il signor Murray non ha desiderato dare seguito alle nostre domande. Pierre-Antoine Lorenzi, le cui responsabilità nella Dgse ricoprivano allora le questioni relative alla cooperazione con le agenzie straniere, non concepisce che quelle informazioni non gli siano state fatte pervenire. " Questo, tipicamente, è il genere d'informazione che è trasmesso alla Cia. Sarebbe pure una colpa non averlo fatto." Dall'altro lato dell'Atlantico, due vecchi agenti della Cia specialisti di Al Qaeda, che abbiamo interpellato, non si ricordano di allarmi particolari inviati dalla Dgse. Né Gary Berntsen, annesso alla direzione delle operazioni dell'agenzia dal 1982 al 2005, né Michael Scheuer, vecchio responsabile dell'unità Bin Laden nella sede della Cia, ricordano informazioni specifiche provenienti dalla Dgse. A Washington, la commissione d'inchiesta del Congresso sull'11 settembre, nel suo rapporto finale pubblicato a luglio 2004, ha messo l'accento sull'incapacità dell'Fbi, della Cia o dei servizi d'immigrazione di aggregare i dati sparsi concernenti alcuni membri dei commando dell'11 settembre. In nessun momento la commissione ha evocato la possibilità che la Cia avrebbe trasmesso al potere politico, da gennaio 2001, le informazioni trasmesse dai servizi francesi sulla scelta tattica di Osama Bin Laden di organizzare il deragliamento di aerei americani. Al di là di questo, ciò che più confonde, alla lettura delle 328 pagine della Dgse, ha a che vedere, forse, con la giustapposizione tra gli appunti che allarmano sulle minacce - come quella di gennaio 2001 - e quelle che descrivono molto in anticipo, e con minuzia, il funzionamento dell'organizzazione. Dal 14 luglio 2000, con la redazione di un rapporto di tredici pagine intitolato " la rete di Osama Bin Laden", l'essenziale si rivela consegnato nero su giallo pallido, il colore degli originali della Dgse. Il contesto, i dettagli degli aneddoti, e tutti gli aspetti strategici relativi ad Al Qaeda vi figurano di già. Molto spesso, i documenti ulteriori si contentano di precisarli. Così, l'ipotesi della morte di Bin Laden - che ha conosciuto un certo successo nel settembre 2006 - prende, in questa nota del 24 luglio 2000, le intonazioni di un ritornello continuo, ma tuttavia fondato :" L'ex saudita, che vive da svariati anni in condizioni precarie, spostandosi di continuo, di campo in campo, soffre comunque di problemi renali e dorsali. (…) Voci ricorrenti danno per certa la sua morte a breve, ma non sembrerebbe, attualmente, aver cambiato le sue abitudini di vita." Su un aereo del 28 agosto 2000, gli agenti della Dgse localizzano un uomo chiave, molto vicino ad Osama Bin Laden. Il suo nome: Abou Khabab. Questo artificere di origine egiziana, conosciuto per aver insegnato scienza degli esplosivi artigianali a generazioni di fautori della Jihad , costituisce un bersaglio, in teoria, prioritario. In due note biografiche su questo personaggio, del 25 ottobre 2000 e del gennaio 2001, la Dgse enumera le informazioni scambiate con il Mossad israeliano, la Cia ed i servizi di sicurezza egiziani al suo riguardo. Non si ignora nulla del suo percorso e dei suoi spostamenti. È, ugualmente, il caso di Omar Chabani, l'emiro incaricato d'inquadrare tutti i militanti algerini venuti in Afghanistan, secondo la Dgse. Grazie a lui, nel corso dell'anno 2001, Al- Qaeda ha messo delle infrastrutture a disposizione del Gruppo salafista per la predicazione ed il combattimento (Gspc), il movimento algerino terrorista di cui il capo storico Hassan Hattab, ex alleato di Bin Laden, ha sottoscritto nel 2006, la politica di riconciliazione nazionale del presidente algerino Abdelaziz Bouteflika - provocando l'ira delle giovani generazioni del Gspc. Quelle hanno ripreso dal mese di ottobre la lotta armata abbandonata dai loro predecessori, reclamandosi un nuovo Gspc - rinominato Al- Qaeda per il Maghreb islamico - che sembrerebbe essere responsabile degli attentati dell'11 aprile ad Algeri. A margine degli aspetti operativi sul funzionamento di Al-Qaeda, questi documenti della Dgse propongono un altro sguardo sui tramiti politici del suo capo. Un esempio: in una nota del 15 febbraio 2001 dedicata in parte ai rischi di attentati contro la base militare francese di Gibuti, gli autori rilevano la presenza nel paese del rappresentante di Osama Bin Laden per il Corno d'Africa, Nidal Abdel Hay al Mahainy. L'uomo, arrivato sul posto il 26 maggio 2000, è precisato avere, né più né meno, "incontrato il presidente della repubblica di Gibuti." Ma è soprattutto l'Arabia saudita ad apparire come una preoccupazione costante, per via delle simpatie esternate all'Afghanistan di cui approfitta Osama Bin Laden. I rapporti della Dgse esplorano le relazioni con gli uomini d'affari e diverse organizzazioni di questo paese. Certe personalità saudite hanno proclamato la loro ostilità ad Al Qaeda, ma, manifestatamente, non hanno convinto tutti. Pierre-Antoine Lorenzi si ricorda bene dello stato mentale dei responsabili dello spionaggio francese:" La Dgse si è molto dispiaciuta nel considerare definitivamente interrotte le relazioni con la monarchia saudita, perché era in rottura di rapporti: Era difficile da ammettere." La nota del 24 luglio 2000 menziona un versamento di 4,5 milioni di dollari a profitto del capo di Al Qaeda dall'International Islamic Relief Organisation (Iiro), una struttura direttamente posta sotto la tutela della Muslim World League, essa stessa considerata come lo strumento politico degli ulema sauditi. Bisognerà attendere pertanto il 3 agosto 2006 perché gli uffici dell'Iiro figurano sulla lista ufficiale delle organizzazioni di finanziamento del terrorismo del dipartimento americano del tesoro. Nel corso del luglio 2000, due anni dopo gli attentati di Nairobi e Dar-es-Salam, gli autori di questo compendio mettono in dubbio la sincerità delle posizioni proclamate dalla famiglia Bin Laden stessa :" sembrerebbe sempre più probabile che Osama Bin Laden abbia mantenuto contatti con certi membri della sua famiglia, nonostante questa, che dirige uno dei più importanti gruppi di lavori pubblici nel mondo, l'abbia ufficialmente rinnegato. Uno dei suoi fratelli giocherebbe un ruolo d'intermdiario nei suoi contatti professionali o la cura dei suoi affari." Secondo il Signor Lorenzi è la ricorrenza di questi dubbi, e più specificatamente l'ambivalenza dell'Iiro, che indurranno la Dgse a mobilitarsi con il Quai d'Orsay, nel 1999, quando la diplomazia francese proporrà alle Nazioni Unite una convenzione internazionale contro il finanziamento al terrorismo. Un'altra nota dei servizi segreti francesi, datata del 13 settembre 2001, ed intitolata "Elementi sulle risorse finanziarie di Osama Bin Laden" ripropone i sospetti riguardo Saudi Ben Laden Group, l'impero di famiglia. Questa ( la nota, n.d.t.) presenta anche un potente banchiere, una volta vicino alla famiglia reale, come l'artefice storico di un dispositivo bancario che " sembra essere stato utilizzato per trasferire al terrorista i fondi provenienti dai paesi del Golfo." Un allegato di questa nota del 13 settembre repertorizza gli attivi a priori sotto il controllo diretto di Osama Bin Laden. Sorpresa, tra le strutture conosciute che lo "Sceicco" ha diretto in Sudan, in Yemen, in Malesia ed in Bosna figura ancora, nel 2001, un hotel situato alla Mecca, in Arabia saudita. Alain Chouet esprime un reale scetticismo sulla volontà delle autorità di Riyad di arrestare Osama Bin Laden prima dell'11 settembre:" che la sua nazionalità saudita sia decaduta è una farsa (…). A mia conoscenza, nessuno ha fatto niente per catturarlo tra il 1999 ed il 2001 ." Ne testimonia questa nota del 2 ottobre 2001 - " La partenza del principe Turki al-Fayçal, capo dei servizi di spionaggio sauditi: un'estromissione politica " - che rivela i lati nascosti di questo spettacolare siluramento giusto prima l' 11 settembre. Gli autori sottolineano " i limiti dell'influenza saudita in Afghanistan (...) durante alcuni recenti viaggi a Kandahar del principe Turki, questo non era riuscito a convincere i suoi interlocutori di estradare Osama Bin Laden." E sei anni dopo? In un ampio rapporto della Dgse che abbiamo potuto consultare, intitolato "Arabia saudita, un regno in pericolo?" e datato 6 giugno 2005, gli agenti francesi tirano un bilancio più positivo delle iniziative del regime saudita contro Al Qaeda. Certi paragrafi tradiscono tuttavia dei timori persistenti. I servizi segreti francesi dubitano sempre le inclinazioni per la guerra santa di qualche dottore della fede saudita. Fonte: Megachip – Democrazia nella comunicazione Fonte originaria: Le Monde Traduzione per Megachip di Cristina Falzone

 

  By: tonaus on Lunedì 23 Aprile 2007 22:35

Anche questo : Generale russo: il crac finanziario alimenta le spinte guerrafondaie 16 aprile 2007 – Riecheggiando le analisi (ma non le soluzioni) di Lyndon LaRouche, il generale russo in congedo Leonid Ivashov ha lanciato l'allarme: la spinta dell'amministrazione Bush per un attacco nucleare contro l'Iran è la risposta inevitabile “al crac del sistema finanziario globale”. Attualmente vice presidente dell'Accademia Russa per gli Affari Geopolitici, Ivashov ha in diverse occasioni denunciato i piani dell'amministrazione Bush, elaborati in combutta con Israele, per lanciare un'aggressione nucleare dell'Iran. In un articolo apparso su Global Research il 9 aprile, Ivashov afferma: “Per quale motivo reale gli USA vogliono scatenare questo conflitto militare? Iniziative che hanno conseguenze globali possono essere concepite solo per affrontare un problema globale. Questo problema non è affatto segreto, è la possibilità di un crac del sistema finanziario globale fondato sul dollaro USA. Attualmente la massa monetaria USA supera il valore totale degli assets statunitensi di un fattore superiore a dieci. Tutto ciò che c'è negli USA - industria, edifici, high-tech, ecc. - è stato ipotecato per più di dieci volte nel resto del mondo. Un debito di tali proporzioni non può più essere ripagato, può essere soltanto annullato. “Le cifre in dollari sui conti di individui, organizzazioni e casse statali sono una realtà virtuale. A questi numeri scritti non corrispondono prodotti, valori o qualsiasi altra cosa effettivamente esistente nella realtà. “La cancellazione di questo indebitamento degli USA nei confronti del resto del mondo trasformerebbe la maggioranza della popolazione in risparmiatori imbrogliati. Sarebbe la fine della ben collaudata regola del vitello d'oro. Il significato degli eventi a venire è davvero epico. È per questo che l'aggressore ignora le conseguenze catastrofiche globali della sua offensiva. La bancarotta dei 'banchieri globali' ha bisogno di eventi di forza maggiore di proporzioni globali per sottrarsi a questa situazione. “La soluzione è già pianificata. Gli USA non hanno nulla da offrire al resto del mondo per evitare il declino del dollaro oltre ad operazioni militari come quelle in Jugoslavia, in Afghanistan e in Iraq. Ma anche questi conflitti locali offrono soltanto effetti a breve termine. Occorre qualcosa di dimensioni ben più grandi e anche molto urgentemente. Si sta avvicinando il momento in cui la crisi finanziaria indurrà il mondo a rendersi conto che tutti gli assets statunitensi: tutte le sue industrie, la sua tecnologia, e altri potenziali non appartengono di diritto al paese. Allora bisognerà confiscarli per compensare le vittime, ed il diritto di proprietà di tutto ciò che è stato acquistato con i dollari in tutto il mondo - tutto ciò che è stato estratto dalla ricchezza di diverse nazioni - dovrà essere riconsiderato”.

 

  By: tonaus on Lunedì 23 Aprile 2007 22:09

Per chi crede nelle coincidenze: Maurizio Blondet 22/04/2007 Simulato attacco atomico Dal 23 al 27 aprile, in USA e in Europa, le forze armate di numerosi Paesi terranno un’esercitazione con lo scopo dichiarato di contrastare un attacco terroristico nucleare. L’esercitazione, nome in codice «Noble Resolve», comprende la simulata esplosione di una bomba da 10 kiloton, contrabbandata da una «potenza straniera» in un porto della Virginia. (1) Come si ricorderà, almeno cinque esercitazioni si tennero l’11 settembre in USA (alcune simulavano appunto attacchi ad edifici con aerei dirottati) ed una esercitazione, che simulava quattro esplosioni simultanee nella metropolitana di Londra, era in corso il 7 luglio 2005, mentre avveniva l’attentato reale. Il fatto inquietante è che una settimana fa Dick Cheney ha dichiarato di ritenere «molto reale» la minaccia di un attentato atomico su una città americana. Le entità militari che prenderanno parte a «Noble Resolve» sono il Joint Task Force Command (JFTCOM), il Nortern command (NORTHCOM), il Directorate for Joint Innovation and Experimentation, la protezione civile americana (FEMA) e il dipartimento dell’Homeland Security, tuttora capeggiato dall’israelo-americano Chertoff. (2) Contemporaneamente e anch’essi in Virginia, i Marines tengono un’esercitazione chiamata «Emerald Express 07», che è parte di una serie di giochi di guerra dal nome inquietante: «Urban Warrior 07», dediti evidentemente alla guerriglia urbana all’interno degli Stati Uniti. Infatti il comando di «Noble Resolve» è affidato a NORTHCOM, che è il gruppo politico-militare (collegato alla Homelamd Security) con base in Colorado che provvede, in caso di emergenza, all’applicazione della legge marziale sul suolo americano. Lo stesso comando sta integrando le forze armate di USA, Canada e Messico. Il Direttorato «For Joint Innovation» ha il compito di formulare vari scenari terroristici, specie attraverso modelli computerizzati, in cui cerca di prevedere «le reazioni umane» di «milioni di persone» sotto attacco. Più specificamente, l’esercitazione comincerà come «una minaccia che ha origine in Europa e viaggia verso gli Stati Uniti» e coinvolgerà tutti, dai «partner internazionali» fino ai «comuni» e alle polizie locali. Infatti il gioco prevede che la bomba, trasportata da un aereo, giunga a destinazione in Virginia ed esploda. Va ricordato che secondo l’ex agente della CIA Philip Giraldi, Dick Cheney aveva dato nel 2005 istruzioni a STRATCOM «di preparare un piano da impiegare in risposta a un altro attentato tipo 11 settembre negli USA, fra cui un attacco aereo su vasta scala da parte dell’Iran con bombe sia convenzionali sia nucleari tattiche… senza la condizione che l’Iran sia effettivamente coinvolto nell’atto di terrorismo». Nello stesso 2005 un generale a cinque stelle, Kevin Byrnes, fu dimissionato per aver reso di pubblico dominio un’esercitazione che simulava l’esplosione di una bomba da dieci kiloton in South Carolina. Coincidenza: il 21 aprile un documento segreto dei servizi inglesi, ma «soffiato» al Sunday Times, sostiene che «Al Qaeda in Iraq» prepara il primo attentato «su larga scala» in Gran Betagna ed «altri bersagli occidentali». L’attentato dovrà essere «alla pari di Hiroshima e Nagasaki». Ovviamente il rapporto assicura che la sunnita Al Qaeda «è attiva in Iran», sciita. Aggiunge che almeno 150 britannici d’origine musulmana sono andai in Iraq per battersi nelle fila di Al Qaeda, e alcuni sarebbero tornati in Inghilterra dopo essere stati addestrati a formare «cellule dormienti». Il rapporto è quello, quadrimestrale, stilato da un organo dell’MI5, il Joint Terrorism Analysis Centre (un altro centro «joint», ossia non solo interforze, ma politico-militare e multinazionale). La rivelazione «soffiata» coincide con i giorni in cui Tony Blair dovrebbe lasciare il governo. (3) Intanto le ambasciate di Australia e Stati Uniti (anch’esse «joint») hanno avvertito i loro cittadini di un «attentato altamente probabile» nelle Filippine, specificamente a Mindanao. A compiere il «probabile» attentato sarebbero… avete indovinato? «militanti islamici collegati ad Al Qaeda». Nelle Filippine operano due gruppi terroristi, la Jemaa Islamyia e il Moro National Liberation Front; al primo è stato attribuito il recente attentato, con la decapitazione di sette lavoratori cristiani. (4) Insomma la strategia della tensione è in pieno atto, con «Al Qaeda» in febbrila attività globale. Ciò non deve indurre al panico né a fare predizioni - è proprio ciò a cui mirano questi annunci, esercitazioni e soffiate - ma deve indurre piuttosto a diffondere queste informazioni a giornali, giornalisti e politici. Più è ampia la conoscenza di sospette esercitazioni e soffiate, meno diventa probabile che abbia luogo l’evento previsto. Maurizio Blondet

 

  By: GZ on Mercoledì 21 Marzo 2007 18:14

Per secoli nel mediterraneo c'erano i predoni barbareschi e turchi che rapivano cristiani per il riscatto se avevano qualcuno che pagava o se usarli come schiavi o ammazzarli se di famiglia povera La tradizione che si è interrotta a metà del secolo scorso (non sembra ma fino al 1840 si andava ad Algeri a riscattare la gente), ora ha ripreso alla grande con questi sequestri di europei per cui i loro governi pagano (secondo fonti locali nei casi precedenti come il caso sgrena o delle due-simone) dei dieci milioni di euro, tant'è che ormai appena sequestrati si mettono a negoziare(".. per il resto ^cercavo di condurre io stesso una sorta di trattativa", ha aggiunto Mastrogiacomo. ..")#http://www.borsaitaliana.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2007-03-21T140034Z_01_ROS148225_RTRIDST_0_OITTP-MASTROGIACOMO-CONFERENZA.XML^, mentre gli altri catturati invece poveri fanno una brutta fine come l'autista decapitato

 

  By: gianlini on Mercoledì 06 Ottobre 2004 19:39

Panarea, senza intento polemico, invece di citare opinioni un po' trite, mi riesci a scrivere di quale compagnia sono proprietari i Bush, quanto fattura, quanto è l'attivo ecc.ecc. , perchè io non sono riuscito a trovare niente, e su Fortune ho trovato Kerry ma nessun Bush Quanto poi a Sensi, ricordo che è proprietario della IP Petroli, che da sola mi sembra che conti già parecchio!

 

  By: gianlini on Mercoledì 06 Ottobre 2004 19:31

La cosa più divertente è che Bush prima di essere eletto era dipinto come il figlio un po' incapace e un po' ubriacone di Bush padre, che non sapendo bene cosa fare da adulto veniva mandato avanti a fare il presidente degli Stati Uniti. 24 mesi dopo la propaganda lo vuol far passare per un geniale ed astuto manovratore del Male, purtropo trovare informazioni su di lui non è facile, perchè saltano fuori tonnellate di siti dal nome theglobalnet, thetrueworld, whatreallyhappened, ecc.ecc.la cui credibilità appunto è per lo meno parziale

 

  By: panarea on Mercoledì 06 Ottobre 2004 19:22

via ragazzi 1- si parla di famiglie, chi se ne frega se bush attuale a due lire e della sua dichiarazione o della sua storia come imprenditore, la famiglia è potente e ricca, altro che sensi. 2- kerry, praticamente sposa vecchie ereditiere, ma i soldi non gli ha fatti lui 3- cheney, se era giovane alla casa bianca qualche amico in paradiso c'l'ha...anche monica levinsky era stata raccomandata... 4-clinton, bravo ma raccomandato anch'egli, scappato al vietnam sapientemente, un altro che non è il sogno americano 5-kennedy, concordo, il padre e il nonno erano terribili, ora sono progressisti ma sono diventati ricchi vendendo alcool nel proibizionismo e facendole di tutti i colori 6-lederman (scusate lo spelling, intendo quello che correva con il vice di clinton) ricco ebreo che non vuole le stock option 7-dean, fa il radicale ma anche lui è figlio di senatore Di lupi solitari ce ne sono ben pochi, forse Edwards (lupo famelico, ma solitario) forse lo era Regan. Anche Warrent Buffet fa sempre il sapiente ma è anch egli figlio di senatore, quindi nato ricco e con le amicizie giuste, figlio di senatore statisticamente poco probabile in un paese di 200 mln di abitanti.... a me piace + l'inghilterra, almeno sono + onesti e quando nasci ti dicono subito, esplicito, che certe cose non le puoi fare.

 

  By: GZ on Mercoledì 06 Ottobre 2004 18:56

E' un illusione ottica. C'è un sito molto bello indipendente ^www.factcheck.org#www.factcheck.org^ in cui un istituto super partes esamina ogni dichiarazione dei politici per verificare se sia falsa e lì si può controllare che tutto quello che dicono su Halliburton non è semplicemente vero. Le opinioni e i fatti sono cose diverse (Oggi il sito è intasato per tutta la gente che fa a controllare i fatti dopo il dibattito!) I politici americani sono quasi tutti ricchi oggi e nel caso attuale Kerry ha circa 8 o 10 volte i soldi della famiglia Bush grazie alla moglie che ha spostato l'erede (deceduto) di Heinz quello del ketchup e Edwards ha un patrimonio superiore almeno ai 50 milioni di dollari nonostante abbia credo 45 anni e molto di più del "petroliere" Cheney che non ha mai posseduto un pozzo di petrolio, ma sempre lavorato per il governo salvo 4 anni a Halliburton I politici diventati presidenti in assoluto più ricchi e che non hanno mai lavorato in nessun ambito un giorno sono stati Roosevelt e Kennedy e quello che ha rubato una volta in carica diventando miliardario era Johnson, ma nessuno menziona queste cose grazie ai miracoli della patina progressista mentre con quelli di destra ci si sente obbligati di spiegare tutto quello che fanno in base a dei supposti affari e business e se non esistono li si inventa. Roosevelt non ha mai lavorato un giorno, apparteneva a una famiglia praticamente aristocratica, i suoi erano tra i fondatori di New York nel 1700, era parente di Theodere Roosevelt il più importante presidente dell'inizio secolo, proprietario della tenuta e palazzo più prestigiosi dello stato ed è diventato governatore quasi subito. Kennedy pure non ha mail nemmeno provato a lavorare e non solo era straricco, ma suo padre ne ha fatte di tutti i colori: ha speso una fortuna per farlo eleggere arrivando al punto di far scrivere due libri da intellettuali famosi e poi li ha pubblicati firmati John Kennedy e ne ha fatto comprare le copie in tutte le librerie d'America per accreditarlo come una mente illuminata. E' dimostrato ormai da un mucchio di libri che suo padre abbia comprato voti direttamente dalla mafia che controllava i sindacati a chicago pagando con valigie di dollari cash. Se uno vuole leggere dei gialli emozionanti prende i libri sulla famiglia Kennedy e trova cose tipo Chinatown quello con jack nicholson, ma documentate, Johnson è il caso più eclatante. Uno che ormai nei libri di storia americana viene piano piano rivisto come una specie di criminale. E' entrato in politica senza una lira ed è morto miliardario: ricattava ad esempio con leggi ad hoc i proprietari di stazioni radio per rovinarli e farli poi vendere a prezzi stracciati al suo avvocato di fiducia... Se se uno vuole una teoria del complotto seria e documentata suggerisco di leggere del suo ruolo nell'omicidio di Kennedy perchè quando è morto stava per essere incriminato e arrestato e si è salvato in extremis. Ma non viene mai in mente a nessuno di ricordarlo per questi affari perchè era di idee molto avanzate

 

  By: gianlini on Mercoledì 06 Ottobre 2004 18:38

Risposta: io ho trovato questo..... praticamente credo che Sensi possieda 100 volte quanto possiede Bush Profession: In the West Texas energy business, George W. Bush started out researching who owned mineral rights. He later traded mineral and royalty interests and invested in drilling prospects. He had started his own oil and gas company by 1978, taking $17,000 from his education trust fund to set up Arbusto Energy (arbusto means Bush in Spanish). The company fell on hard times when oil prices fell. He made several attempts to revive the business, first by changing the company's name and later by merging with other companies. In 1983, Bush’s company was rescued from failure when Spectrum 7 Energy Corporation, a small oil firm owned by William DeWitt and Mercer Reynolds, bought it. Bush became chief executive officer. Harken Energy Corporation acquired Spectrum 7 in 1986, after Spectrum had lost $400,000. In the buyout deal, Bush and his partners were given more than $2 million worth of Harken stock for the 180-well operation. Bush became a director and was hired as a "consultant" to Harken. He received another $600,000 of Harken stock, and has been paid between $42,000 and $120,000 a year. By the spring of 1987, Harken was in need of cash. So Bush and his fellow Harken officials met with Jackson Stephens, head of Stephens, Inc., an investment bank in Little Rock, Arkansas (Stephens contributed $100,000 to the Reagan-Bush campaign in 1980 and gave another $100,000 to the Bush dinner committee in 1990.) Stephens arranged for Union Bank of Switzerland (UBS) to provide $25 million to Bush’s company in return for a stock interest in Harken. As part of the deal, Sheikh Abdullah Bakhsh, a Saudi real estate tycoon and financier, joined Harken's board as a major investor. Stephens, UBS, and Bakhsh each had ties to the infamous, scandal-ridden Bank of Credit and Commerce International (BCCI). In 1990, Bush sold his remaining stock options and left the oil business. Writer Jack Colhoun revealed some details of that stock sale, referring to Bush by his childhood nickname “Junior”: On June 22, 1990, George Jr. sold two-thirds of his Harken stock for $848,560-a cool 200 percent profit. The move was well timed. One week after Junior sold his stock, Harken announced a $23.2 million loss in quarterly earnings and Harken stock dropped sharply, losing 60 percent of its value over the next six months. On August 2, 1990, Iraqi troops moved into Kuwait and 541,000 U.S. forces were deployed to the Gulf. "There is substantial evidence to suggest that Bush knew Harken was in dire straits in the weeks before he sold the $848,560 of Harken stock," asserted U.S. News & World Report. The magazine noted Harken appointed Junior to a 'fairness committee' to study possible economic restructuring of the company. Junior worked closely with financial advisers from Smith Barney, Harris Upham & Company, who concluded "only drastic action could save Harken." A year earlier, in 1989, Bush prepared for his move from the oil business to the sports business when he helped assemble a group who purchased the Texas Rangers baseball team from Eddie Chiles. He and Rusty Rose served as managing general partners until Bush was elected Governor of Texas in 1994.

 

  By: panarea on Mercoledì 06 Ottobre 2004 18:07

Domanda: che mestiere fa la famiglia BUSH? Lo so magari ora di petrolio ne hanno poco ma i soldi l'hanno fatto con quello. E' un po come le famiglie Falck in italia, acciao ne fanno poco ma mezza milano era loro, qualcosa gli è rimasto.... premesso che il voto è libero e uno elegge chi vuole, la famiglia bush ha all'attivo un senatore (il nonno), un predisente usa (Bush senior) uno attuale (bush) un gevernatore (florida) il capo della fox news(l'altro fratello). o sono tutti einstein o forse con i soldi qualcosa si compra.... Edwards E' NATO POVERO, AVRA' RUBATO CON CAUSE MILIARDARIE, MA L'HA FATTO DA SOLO. QUESTO E' IL SOGNO USA!!! Certo anche Kerry fa un po' schifino, ogni volta che utilizza il proprio strumento riproduttivo si sceglie donne ricche, è tipo la neo moglie di Albano, quella bionda. Ripeto solo Edwards incarna il self made man, l'uomo che diventa ricco (il come non è importante) di Cheney conosco meno, però mi sembra un buon socio della famiglia Bush e di certo uno che nel libero e selvaggio mercato USA c'è stato poco è un bel burocrate / intrallazone DICK CHENEY: A Corporate Military Complex Capitalist – In 1969 he worked as Special Assistant to Donald Rumsfeld, curiously enough, in the Office of Economic Opportunity in the Nixon administration. In 1974, Rumsfeld led President Ford's transition team, and he brought his protégé, Dick Cheney, to the executive office. When Rumsfeld was named secretary of defense in 1975, Cheney was appointed Ford's chief of staff. - Cheney was appointed as President George Bush Sr.’s defense secretary and commanded the Pentagon during Desert Storm Part 1, where he nurtured numerous friendships in the Military Industrial Complex, and gathered hands on experience about the tremendous potential of economic opportunities and profit that could be obtained from a war time venture enterprise such as a Desert Storm Part II. – From 1995 until 2000, Cheney worked as CEO of Halliburton Co., a Texas construction and engineering corporation that services oil companies. – With an eye for ‘Economic Opportunities’, and personal profit, he left the corporation to head Bush’s vice presidential selection committee. The group vetted several possibilities, but he himself emerged as Bush's top choice. - How convenient. fonte http://www.congress.org/congressorg/bio/userletter/?id=298&letter_id=109303936

 

  By: Mr.Fog on Mercoledì 06 Ottobre 2004 16:08

Nota interessante: -------------------------------------- Interestingly, you may want to watch the Dow Industrials this month for some insight. Based on a study by Stock Trader’s Almanac, over the past 100 years if the Dow rose 3.3% or more in the final month before the election, the incumbent party has never lost. But if the Dow declined .5% or more in October, the incumbent party has never won. So if the Dow is down this month, history tells us Kerry will win, which would likely send stocks lower without a temporary boost since the market doesn’t care for Kerry. And based on what the Dow’s been doing, we may be in for a Kerry surprise. ---------------------------------------------