By: gianlini on Martedì 18 Gennaio 2005 13:22
hai ragione bardamu ....che cosa ci aspettiamo da un paese così!
PALERMO - Ha avuto il torto di «sbagliare» con il figlio di un mafioso. Un tipo cresciuto in un ambiente di rispetto, con un padre dalle amicizie importanti, legato a padrini del calibro di Benedetto Spera, ritenuto il braccio destro di Provenzano. Lui, Marco Sortino, 17 anni, si è permesso di «offendere» Filippo Di Pisa, quasi il doppio di anni e un precedente per rissa. Ricevendo per risposta una testata al viso che l’ha fatto stramazzare a terra svenuto prima della corsa in ospedale, reparto di rianimazione, dove ora è ricoverato in coma. Grave, ma non in fin di vita, spiega il responsabile della divisione del «Civico» Mario Re, anche se c’è il rischio di dover asportare la milza.
Lo scontro è avvenuto in un campetto di calcio di periferia, a Misilmeri, campionato di prima categoria: giocano la squadra di casa e il «Palermo srl» di Totò Schillaci, che domina la gara. Sortino è gasato dal vantaggio, si è sul 3-1, mancano 5 minuti alla fine. A un certo punto Di Pisa fa un’entrata spaccagambe su Sortino e viene espulso. Sortino non reagisce ma fa qualche commento pesante. Di Pisa, anziché uscire dal campo, lo aggredisce. Poi lo lascia a terra e se ne va. Il ragazzo viene soccorso dal padre, Franco, suo allenatore, e dal fratello maggiore Salvo, suo compagno di squadra. Arrivano gli altri ragazzi, gli avversari, qualcuno del pubblico. Arrivano anche i carabinieri. Che bloccano Di Salvo e lo portano in caserma contestandogli il reato di lesioni volontarie aggravate. In serata il fermo viene trasformato in arresto, sia pure con il beneficio dei domiciliari. Altri guai per il figlio del mafioso, che paradossalmente viene difeso dal padre della vittima. «Sono preoccupato per le sorti di mio figlio. Per fortuna migliora di ora in ora e la prognosi a quanto sembra è favorevole. Ma non criminalizziamo Di Salvo. È stato un momento di follia, può capitare».
Di Filippo Di Salvo, 32 anni, costruttore edile con l’hobby del pallone, parlano anche i compagni. «Non è mai stato violento, mai stato espulso o ammonito. È un tipo tranquillo, per noi è un esempio». Totò Schillaci esprime il suo sgomento: «Lo sport deve essere una palestra educativa. Ho fondato questa squadra per strappare alla strada tanti ragazzi a rischio, perché possano crescere nel rispetto dei valori. Poi succedono fatti come questi e resti senza parole».