Opportunisti e Furbi,Alfano, Monti, Renzi, Giannino

 

  By: Noir on Lunedì 12 Maggio 2003 19:43

Ci risiamo. All'avvocato Pacifico il Pm ha contestato un passaggio di un miliardo e 800 milioni che per l'accusa, provenivano da Pietro Barilla e, dopo essere transitati su un conto svizzero di Cesare Previti, finirono a Pacifico. Quindici giorni dopo 100 milioni andarono a Squillante.Ci sono poi le testimonianze di Stefania Ariosto, compagna del deputato di Forza Italia Vittorio Dotti, che avrebbe più volte visto Previti e Pacifico promettere prima e dare poi, mazzette a Renato Squillante. Gli indagati per “concorso di corruzione in atti giudiziari” sono Silvio Berlusconi, Cesare Previti ed Attilio Pacifico. E' su questo che deve rispondere e non sulle fregnacce da imbonitore da televendite quale è.. Bisio x favore

 

  By: michelino di notredame on Lunedì 12 Maggio 2003 19:27

"...tanto piu' i loro interessi sono lontani dal bene comune, tanto piu' dovranno autoconvincersi di essere infallibili, indispensabili, unici..." -------------------------------------------------------------------- un processo di autosuggestione. vero. ma sono convinto che il "Fattore Provvidenza" abbia un ruolo decisivo. così in alto, loro pensano, non puo' avermi portato che la Mano di Dio. e dunque le mie aspirazioni, i miei obiettivi, il mio successo, la mia incolumita', il mio bene, tutto questo finisce per coincidere con un interesse superiore, del quale io sono solo uno strumento. e' questo che pensano. ed e' lì - come tu hai intuito caro Paolo - che la realta' comincia impercettibilmente a scollarsi dai propri pensieri. un destino di smarrimento e solitudine (guarda caso, Berlusconi parla proprio di solitudine!) che unisce molti grandi uomini. non un felicissimo destino, a quanto pare.

 

  By: bisio on Lunedì 12 Maggio 2003 19:02

al sig. Gavelli vorrei indurlo ad una riflessione: il caso SME per il quale berlusconi è indagato dai "giudici" di Milano. I FATTI Vi è una società di Stato che fabbrica biscotti, panettoni, pelati e tanti altri prodotti alimentari e non (Alemagna, Motta, Cirio ecc.: la SME. Un certo sig. PRODI capo indiscusso di questa società di Stato ad un certo punto, sebbene sempre contrario, decide di privatizzarla quindi venderla. Fa fare una stima (circa 480 miliardi di lire)e NONOSTANTE il PARERE NEGATIVO del capo del Governo italiano, un certo B.Craxi, liberamente eletto da un parlamento a suo volta liberamente eletto dai cittadini, azionista per il 68% della società, fa un contratto e la vende ad un certo sig. de benedetti. Il sig. Craxi, con sommo disappunto, dice che se vi sono altre offerte, di altri imprenditori, bisogna esaminarle a maggior ragione che le altre offerte sono molto più convenienti economicamente per lo Stato. Nonostante tutto il dott. Prodi firma il contratto e vende al de benedetti. Alcuni altri imprenditori, fra essi un certo Berlusconi, i quali avevano offerto 600 miliardi per l'acquisto, (120 miliardi IN PIU') ricorrono ai giudici per far annullare la vendita: che di fatto avviene visto il modo maldestro con la quale era avvenuta (non voglio aggiungere altro). Circa 6/7 anni dopo la vicenda la stessa SME viene venduta(in maniera forse più trasparente)per circa 2000 Miliardi. Un certo Berlusconi viene indagato dai "giudici" di Milano, poco prima delle elezioni scorse, perchè sospettato di aver pagato le tangenti ai giudici di Roma che hanno annulato la vendita che il sig. prodi ha fatto al sig. de benedetti!!! Ma vi sembra una cosa seria questa? non era più ovvio indagare sull'ostinazione del sig. prodi che, nonostante il parere negativo del Governo craxi, nonostante vi fossero offerte più vantaggiose ha proceduto lo stesso alla vendita? Gradirei veramente un Vs. giudizio spassionato e scevro da condizionamenti preconcetti su quanto innanzi detto e concludo, credendo in tutta coscienza, che sino a quando non vi sarà un personaggio più credibile credetemi: meglio il cavaliere.

 

  By: Paolo Gavelli on Lunedì 12 Maggio 2003 18:18

ci si carica sulle proprie spalle il destino dell'umanita'. nella convinzione di essere gli unici a poter svolgere quel compito --------------------- E questo sarebbe il passaggio che separa un democratico al servizio della comunità da una disgrazia per tutti. Ma io leggo le cose in un modo più utile: tanto più i propri (inconsci) desideri/interessi sono lontani dal bene comune (ossia sono difficili da far accettare a chi si vuole convincere), tanto più il soggetto dovrà autoconvincersi di essere infallibile, indispensabile, unico; e dovrà spararle sempre più grosse (indicando così indirettamente, a chi usa questa lettura, la sua falsità). Il nano, in questo, è un caso così esplicito da fare pena. 2ali

 

  By: michelino di notredame on Lunedì 12 Maggio 2003 17:59

al NYT ha detto che fa una vita orribile. "Non mi diverto assolutamente. Ho una barca a vela, ma in 2 anni ci ho trascorso solo un giorno. Da 2 o 3 anni non vado nella mia casa delle Bermuda. Lo stesso vale per la mia casa a Portofino... La mia vita e' cambiata. La sua qualita' e' terribile. Che lavoro brutale... Sono solo, sempre solo." delle due l'una: o racconta balle a ripetizione (il potere gli piace da matti, anche con tutti i problemi che comporta), oppure sta lì perche' si sente investito di una responsabilita' enorme. una responsabilita' che coincide con il nostro Bene, con la Felicita' delle Genti, con la Liberta' nostra e dei nostri figli, con la lotta al comunismo, eccetera eccetera. non so, a me viene piu' facile credergli. come per WBush, l'elemento che spiega tutto e' di tipo messianico. ci si carica sulle proprie spalle il destino dell'umanita'. nella convinzione di essere gli unici a poter svolgere quel compito. e qui di riferimenti storici se ne possono fare una tonnellata. da Benito Mussolini ("l'Uomo della Provvidenza") a Giovanna D'Arco, e via di questo passo. (certo che io se non potessi mai andare alle Bermuda non so come reagirei.)

 

  By: Paolo Gavelli on Lunedì 12 Maggio 2003 15:08

giorno dopo giorno berlusconi sta però facendoci passare la voglia di vederlo ancora per molto la' dove è! --------- ehi Gian, vuoi commuovermi? :-) Quando? ---------- Quando il 51% degli italiani cambierà il voto a ogni tornata elettorale senza farsi infinocchiare dalle sclerosi anti-questo e anti-quello. Non un giorno prima, non un giorno dopo. Allego un simpatico articolo di Travaglio (devo ripeterlo?: non per dire che a destra sono peggio che a sinistra, ma per dire che l'uomo ragiona solo col proprio portafoglio e che non gli importa chi lo riempie, ma solo che sia pieno). 2ali Pera, presidente monopartisan di Marco Travaglio Allora e' deciso: Parola del presidente del Senato Marcello Pera, lungamente intervistato ieri da Repubblica. Dopo aver concesso il suo autorevole parere di epistemologo ignoto ai piu' sulla bobina del bar Mandara e sull'incompetenza del tribunale di Milano a giudicare Previti e Berlusconi, il presidente meno bipartisan e piu' partisan della storia dice che bisogna "sospendere l'azione penale a carico di Berlusconi per il bene dello Stato", ma poiche' Previti protesterebbe, aggiunge anche "immunita' e non impunita'" senza spiegare dove stia la differenza. Elogia la Cirami e le sue famose "garanzie per il bene di tutti". E accusa il governo di "eccesso di timidezza sulla giustizia": in effetti, timido com'e', Berlusconi non ha ancora fatto bombardare il tribunale di Milano. La battuta migliore, che avrebbe fatto scompisciare anche Popper, e' questa: "Se, dopo il voto, si scopre che un fatto commesso dal premier potrebbe costituire reato, a quel punto il bene-Stato deve prevalere sul bene-processo immediato". Il fatto e' che Berlusconi e' imputato davanti al tribunale di Milano dal 10 maggio 2000: cioe' da un anno prima che si candidasse alle elezioni e diventasse premier. Dov'era Pera allora, quando avrebbe potuto sconsigliare a un imputato di corruzione giudiziaria di candidarsi alla guida del governo nel 2001, mettendo a repentaglio il "bene-Stato" come lo chiama lui? Oggi Pera cade dal pero e scopre improvvisamente che il processo sta per giungere a conclusione. E comincia a strepitare, come se una sentenza, al termine di un processo durato tre anni, fosse un evento imprevedibile, una sorpresa. Ma, prima di trarre conclusioni affrettate, bisogna vagliare tutte le ipotesi. Compresa quella che il Pera intervistato da Repubblica sia soltanto un sosia, molto somigliante e molto beffardo, del presidente del Senato. Perche' il Pera vero, quando scriveva articoli sulla Stampa, sosteneva il contrario di quel che si evince dall'intervista. Era il 1992-'93, e se il Pera di allora avesse incontrato il Pera di oggi, l'avrebbe preso a ceffoni. "Situazione paradossale, la nostra", denunciava: "Siamo qui che preghiamo ogni mattina per salvare la democrazia inquinata dalla degenerazione dei partiti e quelli ti dicono che se disinquini i partiti si perde la democrazia. E' come con la psicoanalisi: la malattia che cura se stessa"(2-12-92). Oggi difende Berlusconi che aggredisce i giudici, allora malediceva Craxi che sparava molto piu' basso: "Chi, come Craxi, attacca i magistrati di Milano, mostra di non capire la sostanza grave, epocale, del fenomeno della corruzione"(19-7-92). Impunita'? Immunita'? Amnistie? Nemmeno a parlarne, con i processi in corso: "Un'amnistia dei politici ai politici non e' solo impensabile perche' provoca indignazione e disgusto nella gente. Essa e' anche impraticabile. Perche' il reato e' flagrante e macroscopico, il processo e' gia' cominciato e per buona parte dell'opinione pubblica gia' chiuso con una condanna. No, ci vuole ben altro: come alla caduta di altri regimi, occorre una nuova Resistenza, un nuovo riscatto e poi una vera, radicale, impietosa epurazione. Il male si taglia alla radice"(19-7-92). Qualcuno, come Craxi, chiedeva salvacondotti in nome della ragion di Stato, ma Pera inflessibile stroncava la "logica perversa" del "golpe giudiziario": "il tumore del malaffare partitocratico era ramificato ovunque, ma non e' che e' in atto un attacco alla democrazia. E se molti esponenti di partito, massimamente il suo e nel suo massimamente quelli della sua corte, sono inquisiti, cio' non puo' avere influenza sulla vita del governo. Perche' il governo e' una istituzione che attiene all'ordinamento dello Stato, mentre i partiti sono organizzazioni private. Pensare il fango nauseante che sommerge i partiti debba anche schizzare il governo, significa pensare che il governo e' "cosa nostra", dopo aver pensato, e dimostrato in pratica, che "cosa nostra" sono gli enti, le banche, gli appalti, le professioni. Questi partiti devono retrocedere e alzare le mani. Devono farlo subito. E devono farlo senza le furbizie che accompagnano i rantoli della loro agonia. Perche' questo si' sarebbe un golpe contro la democrazia: cercare di resistere contro la volonta' popolare" (1-2-93). Estasiato dal "baluardo della magistratura", Pera invitava "i giudici a fare fino in fondo, e senza riguardi per nessuno, il loro dovere" (5-3-93). Non gli passava per la mente che i premier non si processano anzi: "negli stessi Stati Uniti ci si gioca la presidenza non per aver passato una notte con in un motel con una bella bionda, ma per aver detto una bugia e spezzato un rapporto fiduciario." Dunque, "la rivoluzione ha regole ferree e tempi stretti" (20-9-93). Senza dimenticare che "Di Pietro e' soprattutto un angelo del bene" (7-4-95). E che "il garantismo, come ogni ideologia preconcetta, e' pernicioso" (29-3-93). Ridateci quel Pera.

 

  By: gianlini on Lunedì 12 Maggio 2003 01:29

condivido quanto da te scritto, ma credo che anche Berlusconi non sia l'unica persona del centrodestra a poter assurgere al ruolo di premier, e, se prendiamo ad esempio le esternazioni di oggi, mi viene proprio da dire: ma chissenefrega!! non per parlare del centrosinistra o dei comunisti l'abbiamo votato, ma perchè agisse a cambiare il Paese.... il premier che vogliamo è quello che ti spedirà a casa ogni cinque anni ed automaticamente il passaporto, addebitandoti le sole spese postali e di stampa e preparazione del documento stesso (10 euro? mi sembra ragionevole) quello che abolirà il canone televisivo, visto che c'è qualcuno che ha dimostrato che si possono fare utili anche senza di esso quello che riuscirà a far svolgere un processo civile in 12-18 mesi al massimo.. quello che abolirà tre quarti delle attuali scorte di protezione altrimenti, che si chiami Berlusconi, Fassino, Rutelli o Bertinotti, non credo che faccia una grande differenza, per lo meno per noi non la fa

 

  By: bearthatad on Domenica 11 Maggio 2003 22:22

Tutto sacrosanto Gianlini. Io ho però provato a pensare quale potrebbe essere il personaggio del centrosinistra in cui potrei riporre la mia fiducia. Escludo subito gli ex democristiani e gli ex socialisti. Due esempi per tutti: Prodi e Amato. Il primo a capo del più grande gruppo (allora) industriale italiano ai tempi di Craxi e De Mita, amico di Debenedetti e direi che basta. Ma come è possibile che in un periodo come quello una persona "sana" potesse occupare un posto come quello? Amato, per chi l'avesse dimenticato, era il vicesegratario (assieme a Martelli) dello stesso Craxi. Il suo braccio sinistro insomma. Il "nuovo che avanza" ce li ha proposti entrambi come premier pochi anni fa. Io mi sono fatto l’idea che proprio chi più aveva da nascondere si è riciclato a sinistra, dove poteva trovare una zona franca al riparo da guai giudiziari. Alla larga. Cossutta e Bertinotti: loro sono extraterrestri buoni per qualche particina nel prossimo film di Star Trek. Rivoluzione, dittatura del proletariato, e altre amenità. La loro prossima fiction non mi interessa. I verdi? Gente che è contro tutto quello che significa crescita. Non esiste alcun modo praticabile per produrre energia elettrica che li soddisfi, nessun sistema praticabile per smaltire rifiuti che li trovi d'accordo. Vorrei sapere se qualcuno di loro ha rinunciato al contatore dell'Enel a casa propria in nome di un ambiente più pulito. Lasciamo perdere. Dini e Rutelli hanno un aspetto pacato e rassicurante, peccato che il loro potere all’interno dello schieramento è vicino a zero. Sarebbero silurati e cannibalizzati dopo non più di un anno, e ci troveremmo con un premier diverso da quello votato. D’Alema ha il carisma del leader, sguardo tagliente, sorriso beffardo, battuta al vetriolo sempre pronta e di sicuro effetto. A me è rimasta sul gozzo la questione dell’appartamento in cui viveva praticamente a scrocco (proprietà INPS), lasciato dopo che era finito sul giornale di Feltri. Anzi, non se ne è andato neanche subito: prima ha aspettato qualche mese per vedere se si calmavano le acque. Poi Feltri l’ha rimesso in prima pagina e lui, col suo solito sorriso beffardo, se n’è andato. Un tipo sfortunato, evidentemente non ha potuto fregare di più. A qualcuno la prima repubblica ha regalato centinaia di miliardi. A lui solo qualche milionata, ma non si è tirato indietro. Cofferati il grandioso. Un uomo che direbbe (e farebbe) qualsiasi cosa per avere l’osanna delle piazze. In corsa per il premierato sarebbe capace di promettere un aumento del 20% a tutti i lavoratori dipendenti italiani. Poi potremmo competere col Bangladesh per l’ultimo posto fra le economie mondiali, ma per lui sarebbero solo dettagli. Questo è un soggetto veramente pericoloso al volante della sesta economia dell’Occidente e non sto facendo una battuta. Rimane Fassino. Fassino non ha lo sguardo tagliente, non parla per battute, non vive sulla luna, non è un cadavere politico rianimato e riciclato. Quando non ha davanti un antagonista o un giornalista aggressivo, come quando parla al microfono di Cruciani o Santalmassi su radio24, capisci che è una persona di buonsenso. Perfino quando è attaccato direttamente non si lascia scappare fesserie e questa è una dote rara. Ma quanto potrebbe durare un Fassino a capo di un governo di sinistra? Qualche mese? Ma quando capiranno tutti quei nani (quelli si che sono nani) che devono fare tutti un passo indietro e lasciare che l’unico uomo di buonsenso dell’alleanza prenda il volante in mano e GUIDI lui il paese? Quando capiranno che il concetto di politica fatta di fette di torta da tagliare (più grande la mia, più piccola la tua senno’ butto giù il governo domani mattina) è FINITO? Quanti sono i politici del Polo che hanno in mente di silurare Berlusconi domani e prendere il suo posto? Nessuno, si è fatto un patto e quello è. Quando la legge del coltello nella schiena cesserà di valere nel centrosinistra, cosicché potremo dichiarare chiusa la prima repubblica? Quando vedremo un uomo capace nel centrosinistra avere l’appoggio leale di tutti gli altri? Quando? In data stellare 45443.2?

 

  By: gianlini on Domenica 11 Maggio 2003 13:52

giorno dopo giorno berlusconi sta però facendoci passare la voglia di vederlo ancora per molto la' dove è! - e mi dispiace doverlo dire. Da cittadino e professionista dico: invece della legge sull'immunità parlamentare, del processmo Sme e dell'amico Previti, da domani si metta a lavorare sul serio e faccia finalmente la riforma delle tasse e delle aliquote fiscali! da domani mi faccia lavorare senza il pensiero che delle prossime 100 lire che quadagno 60 le devo dare ad uno stato che non so bene cosa mi dia in cambio da domani mi faccia venire al lavoro senza incrociare lo sguardo di romeni assassini per ubriachezza, albanesi assassini per droga e prostituzione, russi assassini per disperazione e per le cicatrici del comunismo da domani mi faccia venire al lavoro sapendo che non devo preoccuparmi ancora una volta del dove lasciare mia figlia, ma che sono finalmente in funzione e ben organizzate le strutture di tutela della maternità e della prima infanzia da domani mi faccia venire al lavoro in macchina che se lascio in doppia fila e mi becco la multa è perchè sono stato disattento e non perchè non c'è un cm di posto dove lasciarla da domani mi faccia venire al lavoro sapendo che lo Stato, una volta organizzatosi, si è ritirato di un altro po' nel suo eremo e non ha invaso un altro centimento del MIO SPAZIO da domani i parlamentari sono finalmente ridotti ad un terzo e guadagnano quanto un buon professionista (150 milioni l'anno lordi, diciamo) altrimenti mi toccherà passare furtivamente all'opposizione per poter poi sperare di riuscire ad eleggere qualcun altro, la prossima volta, che tutte queste cose le riesca a fare ( e come me penso inizino in molti a pensarlo)

 

  By: bearthatad on Domenica 11 Maggio 2003 02:35

Quando ho cercato di spiegare il concetto del male minore gavelli, banshee e altri mi hanno crocifisso. Ancora mi fanno male i chiodi (ahi) ma lo ribadisco anch'io, Bisio. Berlusca è molto lontano dal mio ideale di premier, eppure l'ho dovuto votare perchè in alternativa c'era una pletora di piccoli personaggi, ciarlieri, litigiosi e in malafede, non figli della prima repubblica ma conviventi more uxorio, lontani anni luce uno dall'altro ma accomunati dal desiderio (o dal bisogno) di non mollare posizioni di potere vecchie di mezzo secolo. Eppure così squallidi da darsi una insaponata alla faccia e farsi passare per roba nuova, di prima qualità. Non hanno acchiappato un solo voto in più rispetto a chi li votava prima del 92. Hanno continuato a convincere chi convincevano prima, nè uno più nè uno meno. Ci vorrà un cambio generazionale per fare pulizia di quella gente, solo l'anagrafe potrà cancellarli perchè da soli non se ne andranno. Fino ad allora ci terremo Berlusconi.

 

  By: bisio on Sabato 10 Maggio 2003 18:41

è mai possibile che non si riesca a capire che i cittadini comuni, pur di non essere governati da un sinistra bigotta, giustizialista, fedele e accondiscendente ad una lobby di potere economico-finanziaria-industriale, hanno deciso di votare per il meno peggio??!!! ma voi provate ad immaginare un'ITALIA governata da una sinistra i cui esponenti più autorevoli sono pecoraro/scanio, la cgil, bertinotti, mastella, la marghertita! Quale sarebbe il credito internazionale? Ben venga Silvio Berlusconi con le sue TV, con il conflitto di interessi, con il problema di Previti ecc. tutto ciò corrisponde al male minore.

 

  By: paolagir on Sabato 10 Maggio 2003 16:08

Semplicemente perchè in televisione tutti i giorni ci sono "politici" che usano quel linguaggio (è riconosciuto da tutti l'imbarbarimento di questa gente) o che in parlamento si sono presentati con cappi veri e propri fatti di corda vera... ecc. ecc. Sai c'è un proverbio napoletano che dice: "e dalle e dalle si spezza pure 'o metallo", cioè il martellamento continuo alla fine ti rende assuefatto e poi tutto diventa "normale"... A questo punto non mi meraviglio più di niente! Neanche se qualcuno, politico o semplice cittadino, facesse il florilegio di riina. Perciò se è vero che le parole hanno un significato e un peso penso sia meglio calibrarsi per non inciampare in gaffes o abbassarsi alla gentucola. Paola

 

  By: DOTT JOSE on Sabato 10 Maggio 2003 14:21

non si capische che era ironica?..:-(( se dico che toto rina e un sant uomo ridono tutti.. perche se dico che dalla chiesa e un malfattore qualcuno ci crede?

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: paolagir on Sabato 10 Maggio 2003 14:02

Non voglio innescare nessun tipo di polemica, cerco solo di essere obiettiva e per ciò ritengo di dirti che comunque la si pensi, sia il suo che quello tuo, sono pensieri e affermazioni un "tantinello" pesanti. Soprattutto le tue. Non per il merito politico ma per i termini usati... Ciao Paola

 

  By: DOTT JOSE on Sabato 10 Maggio 2003 13:27

un delinquente come Nando dalla Chiesa, figlio di altro malfattore, ha scritto questa lettera: 08.05.2003 Contro l'attacco al cuore dello Stato di Nando Dalla Chiesa Mi spiace smentire autorevoli organi della stampa internazionale. Ma la situazione per l'Italia non ? seria n? grave. ? semplicemente drammatica. Mai dall'interno delle istituzioni era giunto un attacco tanto violento e premeditato all'ordinamento dello Stato. Quel che terrorismo e mafia non sono riusciti a fare lo sta facendo un capo del governo eletto liberamente da una cospicua minoranza degli italiani. La famosa ?destabilizzazione? auspicata dai ribelli sanguinari degli anni settanta e da loro mai conseguita ? davanti ai nostri occhi. E, diversamente dagli anni novanta, non perch? vi sia stato uno smottamento o spappolamento del sistema dei partiti, bens? per una intenzione dichiarata che viene dall' interno stesso delle istituzioni. Ricordate? Colpire il cuore dello Stato. Bene, ci siamo molto vicini. Le istituzioni, i princ?pi costituzionali, gli organi di garanzia, i poteri, le libert?, la legalit?: tutto appare in discussione, sempre pi? in discussione, sottoposto a spinte e sconquassi senza fine. Un imputato che lotta disperatamente per salvarsi ha deciso di trascinare con s?, nel discredito e nella furia distruttiva, l'intero paese. Nulla si salva. N? la magistratura o il suo Consiglio superiore, n? la Corte costituzionale, n? il parlamento e i suoi diritti e regolamenti, n? i diritti di espressione e critica dei cittadini, n? l'autonomia dell' informazione, e nemmeno - come si ? ampiamente visto - il presidente della Repubblica. Questo imputato ha deciso, in solido con altri imputati, di avvalersi del potere politico per scardinare e ammutolire la politica. Di usare gli strumenti della democrazia per aggredirla. Di usare la Costituzione per farne strame. E in tal senso si comprende l'affinit? elettiva che l' ineffabile Toni Negri scopre di avere con un personaggio da lui tanto distante e cos? sideralmente lontano dalla cultura degli anni di piombo. Anche lui, Toni Negri dico, ai suoi tempi teorizzava infatti (diversamente dalle Brigate Rosse) che si dovessero usare le armi della democrazia borghese per sovvertire lo Stato, i cavilli del diritto borghese per rovesciare l'ordinamento democratico. Ma, appunto, qua di un presidente del Consiglio si tratta. E di una maggioranza costretta per un infernale meccanismo di convenienza-solidariet? ad andargli dietro, facendo molte volte violenza alle sue stesse convinzioni e culture originarie. ? qui che si colloca l'indecente dibattito sull'immunit? parlamentare. Indecente, ci si intenda, non perch? l'istituto non possa essere discusso e rivisto e riordinato. Ma perch? esso oggi viene brandito come un pugnale contro le istituzioni repubblicane minacciando ?o l'immunit? o la catastrofe?, in una riedizione laica del celebre ?muoia Sansone con tutti i filistei?. Sembra ragionevole il premier, quando, invocando l'antica immunit?, esorta con afflato da statista a tornare ?alla parola dei padri costituenti?. Peccato che egli sia la stessa identica persona che ogni giorno spara sulla Costituzione accusandola di essere ?sovietica?. Peccato che egli ostentatamente non frequenti la celebrazioni della Resistenza da cui nacque quella Costituzione. Peccato che i padri costituenti non immaginassero nemmeno lontanamente di porre quelle protezioni a vantaggio personale di corrotti e corruttori; ma le avessero previste per tutelare il parlamentare in quanto rappresentante del popolo, e dunque in quanto dirigente di una occupazione di terre, organizzatore di manifestazioni, tramite - con le sue parole - di critiche e di denunce per conto dei cittadini senza potere. Un pezzo abrogato di un articolo della Costituzione (ossia quella parte dell'articolo 68 che fino a dieci anni fa tutelava il parlamentare da ogni azione giudiziaria) diventa, per la volont? disperata di ripristinarlo, l' appiglio perverso per scatenare una lotta che, nel suo incedere, non si fa scrupolo di assaltare la Costituzione in vigore (certo, non tutta: ma le esigenze e le pretese crescono di settimana in settimana...). La Carta della democrazia contro se stessa. Nulla di strano. ? la doppiezza di messaggi a cui viene sottoposta da tempo l'opinione pubblica. Esistono ormai davvero un doppio diritto, una doppia idea di garanzie, una doppia Costituzione, una doppia idea di libert?. E in ogni doppiezza le due facce sono lontane, terribilmente lontane. Tolleranza zero e tolleranza cento, Costituzione sovietica e Costituzione sacra, parlamento sovrano e parlamento servo, garantismo antiprocessi e servizi segreti che possono commettere reati, ogni reato, a piacimento del governo, abrogazione dei reati d'opinione (? nel programma ufficiale, no, ministro Castelli?) e uso sistematico di querele e risarcimenti da parte degli stessi governanti contro attori, giornalisti e perfino semplici e anonimi cittadini che gridano ?rispetta la Costituzione?. Ormai va detto. Questo governo ? portatore di una pulsione tirannica. Una pulsione che viene definita per l'appunto dalla straordinaria distanza - sconosciuta alla nostra storia repubblicana - che esso pone tra i diritti dei potenti e i diritti degli ?altri?. Questa pulsione non nasce tanto dai rapporti di produzione minacciati (come fu nel caso degli agrari) ma dall' inedita condizione di imputati, inquisiti e avvocati in cui ? avviluppato il nucleo duro della nuova classe dirigente. Essa si confronta con una cornice, quella della democrazia, che si ? dimostrata pi? resistente di quanto gli interessati immaginassero. E ora punta a sfondare la cornice. Perci? destabilizza. Il punto di partenza di questo salto di strategia ? stata forse la trasmissione a reti unificate della famosa cassetta di Arcore con il capo del governo all'attacco del potere giudiziario. Se questo ? vero, ? necessario che la democrazia faccia, di nuovo e con pi? decisione ancora, sentire la sua forza. Con le sue procedure pacifiche, con i suoi strumenti, con i suoi protagonisti. I cittadini, chi li rappresenta in ogni sede e i pi? alti organi di democrazia. L'eversione, non dimentichiamolo, ? tale anche se chi la pratica ? stato eletto democraticamente. La regolarit? del voto certifica solo la legittimit? della posizione, non di tutto quello che - da quella posizione - viene compiuto. E questo troppi intellettuali e politici timidi o interessati o cortigiani per troppo tempo hanno omesso di spiegarlo. Il comitato ?La legge ? uguale per tutti?, composto da una quarantina di parlamentari dell'Ulivo, diede una scossa all'opposizione, anche con la ?complicit?? di Moretti, organizzando la famosa manifestazione di piazza Navona il 2 febbraio del 2002. Voleva gridare ai cittadini il senso di quanto, con l'approvazione delle prime leggi della vergogna, stava accadendo in parlamento. Voleva coinvolgere le energie democratiche del Paese in una lotta che altrimenti sarebbe stata perdente nella eterna conta dei favorevoli e dei contrari nelle aule parlamentari. Fu poi alla testa della denuncia della Cirami, ottenendo un'investitura di fiducia verso l' opposizione da parte dei cittadini che costituisce forse uno dei pi? significativi esempi di fusione morale tra elettori ed eletti. Ora invita di nuovo a mobilitarsi. Il 14 maggio sera, dalle 20, a piazza Navona. Nella seconda settimana di dibattito in commissione al Senato sulla pessima legge di attuazione dell'articolo 68, in attesa di essere ulteriormente peggiorata in sede di emendamenti. Un happening, ma anche una efficace (e per nulla noiosa) lezione popolare sulla storia e la geografia dell'immunit? parlamentare e su questa legge in arrivo e sulle altre prossime venture. Non pi? per combattere contro le leggi ad personam. E nemmeno pi? per denunciare la trasformazione del parlamento in appendice di ricchi studi professionali. Ma per contrastare l'attacco alla Costituzione, per impedire che il Paese e le sue istituzioni vengano trascinati tutti insieme nel disastro. Dir? la verit?: dopo la sentenza Imi-Sir, sapendo che cosa avevamo passato in parlamento perch? a quella sentenza non si arrivasse, avevo tirato un sospiro di sollievo. Avevo pensato: ora forse, finalmente, si incomincer? a lavorare per gli italiani. Mi sbagliavo. Ora l'attacco ? ancora pi? duro. La follia suicida ancora pi? cieca. Dobbiamo difenderci, difendere la democrazia.

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