By: giorgiofra on Sabato 27 Aprile 2013 00:37
Gano, per eradicare la criminalità organizzata non occorre molto tempo. Occorre, invece, che lo stato faccia il suo dovere, ovvero garantire la sicurezza dei cittadini. Uno stato che non adempie a questo dovere perde ogni legittimità, dal momento che la ragione fondante di ogni stato è proprio quella di garantire la sicurezza delle persone e della loro proprietà.
Se qualcuno crede che con il sistema attuale lo stato assolva al suo compito, è un illuso. Non basta un anno, non dieci, non cento.
La criminalità organizzata è come un cancro che produce metastasi. Intervenire eliminando una parte di esse è completamente inutile. Le metastasi restanti si moltiplicheranno.
Qualunque intervento non può che essere radicale, estirpando una volta per tutte il male.
Ecco la ragione per la quale sono un fermo sostenitore del metodo "mullah Omar". In pratica il metodo consiste nell'arrestare in un solo giorno tutti i maggiori esponenti di queste organizzazioni ed impiccarli sulla pubblica piazza. Non ha importanza che siano 1000 o 10 mila o 100 mila. Non esiste il rischio di punire degli innocenti, per la semplice ragione che le forze dell'ordine li conoscono bene, e sanno tutto di loro, anche se poi è quasi impossibile produrre prove giuridicamente valide.
Il messaggio deve essere chiaro: il popolo non può tollerare l'esistenza di individui ed organizzazioni che commettono il più grave dei reati: quello di impadronirsi della vita di intere comunità. E che lo facciano con strafottenza, con crudeltà, senza alcun rispetto di nulla e di nessuno, consapevoli della loro impunità dovuta anche al clima di terrore che usano instaurare.
Se non ci fosse lo stato che pretende l'esclusiva dell'uso della forza, la gente si organizzerebbe e saprebbe difendersi benissimo. Invece lo stato è diventato di fatto il miglior alleato delle organizzazioni criminali, perchè mentre si rivela incapace di risolvere il problema, punirebbe gravemente tutti coloro che si organizzassero per esercitare il sacrosanto diritto alla legittima difesa.
E così, di fatto, i cittadini si trovano tra l'incudine ed il martello.
Capisco quelli che difendono i principi dello stato di diritto, ed io sono tra loro. Ma occorre chiedersi se queste bestie hanno diritto a queste garanzie, trattandosi di persone che, in modo cosciente ed arrogante, se ne sbattono delle leggi, della dignità delle persone, dei dolori e dei drammi che procurano al prossimo. E non lo fanno per bisogno o per sbandate occasionali, ma come vera e propria scelta di vita.
E' come se due persone dovessero sfidarsi al gioco degli scacchi: mentre una è obbligata ad attenersi alle regole, l'altra muove come gli pare. Credo che anche il più grande campione perderebbe la partita.
E così, la partita contro la criminalità, non sarà mai vinta, fin quando una parte si perderà nei cavilli giuridici e l'altra sarà libera di muoversi liberamente.
Vorrei fare un ultimo appunto: lo sviluppo della criminalità organizzata è coinciso con la scomparsa dei regimi monarchici. Certamente anche al tempo delle monarchie esisteva il crimine, ma un re non avrebbe mai consentito che nel proprio regno si creassero organizzazioni tali da sovrapporsi al proprio potere. E, per eliminarle, non sarebbe andato troppo per il sottile.
E poi, dovremmo porci una domanda: la sovranità appartiene al popolo? Se fosse vero dovremmo chiedere al popolo se fosse o meno d'accordo nell'adozione del metodo "mullah Omar". Io sono fermamente convinto che il 99% della popolazione approverebbe con determinazione ed entusiasmo, sopratutto le popolazioni meridionali.