Fiat - Moderatore
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By: Moderatore on Mercoledì 26 Febbraio 2003 13:14
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--Umberto Agnelli, leading shareholder of Fiat SpA (FIA), on
Wednesday indicated a host of new appointments pending at Italy's largest
industrial conglomerate.
Agnelli, who will himself become chairman on Friday, said that Giuseppe
Morchio, who transformed Pirelli (I.PIR) SpA's sleepy cables division into an
international fiber optics star, will become chief executive.
He also named Luca Cordero di Montezemolo, the acclaimed chairman and CEO of
Ferrari, the profitable sports car unit that Fiat controls, to the board.
The shakeup, due at a board meeting on Friday and communicated by Ifi SpA and
Ifil SpA (I.IFL), the Agnelli family holding companies, comes as Fiat prepares
to announce around EUR3 billion in net losses for 2002.
Fiat's woes stem from a poorly-timed diversification drive led by Chairman
Paolo Fresco, who Agnelli will replace, and from the related undeperformance of
the company's 104-year-old core business of making cars.
Fiat Auto had around EUR1.5 billion in operating losses last year and will
probably add restructuring charges linked to slashing its work force by a fourth
to its 2002 results.
The new appointments consist of "people Agnelli trusts and symbolize his
intention to kickstart Fiat's core business," said Gerardo Murano, an analyst at
Analisi Dati Borsa in Turin, where Fiat is based.
"Morchio won spurs on the international scene by leading Pirelli's drive into
photonics, while di Montezemolo is what you might call a family jewel," Murano
said.
Alessandro Barberis, who was Fiat's chief operating officer until becoming CEO
last December, will become vice president, Agnelli said.
Barberis accompanied Fresco at recent meetings with Fiat's creditor banks and
with General Motors Corp. (GM), which owns 20% of Fiat Auto. Under the terms of
a 2000 share swap, Fiat can sell GM the rest of its ailing auto unit starting
next year.
Di Montezemolo has become one of Italy's most famous corporate faces thanks to
his turnaround - on the racing track as well as on the financial side - of
Ferrari.
Fiat owns a 56% stake in Ferrari and has an option to buy back a further 34%
it sold to Mediobanca SpA (I.MDB) last year.
Fiat's creditors have welcomed Agnelli's ascension to the helm of Fiat, hoping
that the family's direct involvement will lead to a clearer strategy for the
iconic Italian industrial conglomerate.
Agnelli has been critical of Fiat's choices since leaving the board in the
early 1990s in an ouster designed by Fiat's then-creditor Mediobanca SpA
(I.MDB). He focused on the family's diversified investment companies Ifi and
Ifil, which own stakes in retail and travel businesses, paper makers and a
famous Bordeaux winery.
Some analysts have noted that it is a paradox that he is now charged with
saving Fiat Auto, a unit Agnelli has in the past described as not necessarily
strategic to Fiat's future.
It remains to be seen whether Agnelli will approve a capital increase for
Fiat, which is determined to raise EUR5 billion to kickstart the ailing auto
unit.
He has committed his clan's private holding company to a EUR250 million
capital increase but may need to muster significantly more cash if the family is
to maintain the 30.4% stake in Fiat it controls through Ifi and Ifil.
Any change in that ratio could trigger clauses that annul Fiat's option to
sell the auto unit to GM.
Fiat is also expected on Friday to announce plans to sell Toro, its profitable
insurance unit, and Fiat Avio, its profitable avionics unit, in a bid to raise
as much as EUR4 billion.
"Fiat's owners have broad shoulders," said Gabriele Gambarova, a Fiat analyst
at Rasbank in Milan. "They will not let happen to Fiat what happened to Daewoo."
Morchio, di Montezemolo and Barberis will all join Fiat's board, replacing
Fresco, former General Electric Co. Chairman Jack Welch and former Lazard banker
Felix Rohatyn.
-------------da GDM 26/02--------------------
ROMA Il presidente della Fiat, Paolo Fresco si è dimesso. «Intende anticipare l'avvicendamento con Umberto Agnelli al vertice del gruppo. Per questo motivo Fresco proporrà la nomina di Agnelli alla presidenza nel prossimo Cda», si legge in una nota.
«In merito alle indiscrezioni comparse in questi giorni - si legge ancora nella nota che riporta una dichiarazione di Fresco - voglio precisare che effettivamente intendo proporre al consiglio di amministrazione, che si terrà il prossimo venerdì, oltre alla cooptazione in consiglio del dottor Umberto Agnelli, anche la sua nomina a presidente della Fiat Spa. «Naturalmente - prosegue il presidente della Fiat - di questa mia intenzione ho informato la settimana scorsa il dottor Agnelli, che ha dato la sua piena disponibilità».
«La mia volontà di garantire, come già avevo anticipato, una successione senza scosse - aggiunge il presidente della Fiat - mi ha fatto ritenere opportuno anticipare l'avvicendamento, rispetto alla prossima assemblea, affinché la Fiat possa avere immediatamente una guida per il futuro rappresentata dall'azionista di riferimento.
Sono certo che questa mia decisione rappresenti un forte messaggio di chiarezza verso l'esterno e verso l'interno del gruppo».
CON UMBERTO TORNA UN AGNELLI ALLA GUIDA DEL LINGOTTO -
Aveva lasciato la Fiat nel '93 in contrasto con Mediobanca che aveva messo a punto il piano di ricapitalizzazione e di riassetto azionario del Gruppo torinese.
Venerdì ne diventerà presidente, e avrà il compito di rilanciare il gruppo in uno dei momenti più difficili per il Lingotto. A Umberto, il più giovane degli Agnelli (è nato a Losanna il primo novembre del 1934), toccherà insomma affrontare quei problemi che già nel '91, da responsabile dell'Ifil e quindi come rappresentante dell'azionista di riferimento, aveva indicato, avanzando alcune preoccupazioni sul settore auto.
Il primo incarico di una certa responsabilità Umberto lo assunse a soli 22 anni, quando, come aveva già fatto Gianni, iniziò il suo cursus honorum con la presidenza della Juventus, mantenuta dal '56 al '62. Fu lui che portò in Italia Omar Sivori e John Charles e che costruì una delle Juventus più forti della storia. Si faceva intanto le ossa alla Sai, l'allora piccola compagnia di assicurazioni che seppe organizzare e trasformare in uno dei principali gruppi assicurativi del Paese.
Poi andò ad affrontare un'altra sfida manageriale, questa volta fuori dall'Italia, alla Fiat France, ed anche in quel caso la rafforzò tanto da farla diventare il più importante investitore straniero Oltralpe. Nel '68 assunse la responsabilità del Gruppo Affari internazionali della Fiat e nel '70 divenne amministratore delegato della Fiat Spa.
FRESCO: BENE L'INCONTRO CON LA GM
«L'incontro di New York con i vertici GM è andato bene». Lo ha detto Fresco spiegando però che «sono sempre tappe intermedie, comunque andate bene». Questi incontri, ha sottolineato, preludono a un rafforzamento dei rapporti tra i due partner.
«È un'evoluzione positiva direi - ha aggiunto - dobbiamo riconoscere che abbiamo un ottimo rapporto già adesso».
Fresco, spiegando che la collaborazione tra Fiat e GM va bene già adesso, ha detto a proposito degli incontri avvenuti a New York: «Questi incontri sono rivolti a vedere se si può fare qualche cosa di più e di meglio e direi che siamo su quella strada: la base è la collaborazione industriale».
Secondo il presidente di Fiat, anche per gli azionisti la cosa più importante è «che la collaborazione industriale vada avanti, perché se va avanti si rafforza e poi le altre cose sono conseguenze inevitabili».
Fresco ha commentato che la gente «non lavora tanto insieme se dopo vuole ridurre i rapporti finanziari». A proposito di questo aspetto Fresco ha detto «non mi inoltro in questo discorso perché il giorno che avessimo qualcosa da annunciare lo diremo. In questo momento non ce l'ho».
GM: NON CAMBIA I NOSTRI RAPPORTI -
La nota con cui Paolo Fresco ha annunciato la sua intenzione di lasciare la presidenza della Fiat ad Umberto Agnelli non muta la posizione verso il Lingotto intrapresa negli ultimi anni da General Motors, la casa automobilistica americana titolare del 20% di Fiat Auto. «In questo momento - spiega la portavoce di Toni Simonetti, commentando il comunicato rilasciato dal presidente del gruppo torinese - per noi non è cambiato niente. Abbiamo grande rispetto per Fresco e comprendiamo la sua decisione in merito a una successione nella leadership alla Fiat».
DOSSIER TORO AVANTI
Le cose «sono così avanti che venerdì daremo una relazione significativa agli azionisti, al mercato, in maniera che tutti lo sanno allo stesso tempo». Lo ha detto Fresco a Londra, a proposito della cessione della Toro Assicurazioni, la compagnia controllata dal Lingotto messa sul mercato.
Fresco ha quindi sottolineato che durante il Consiglio d'amministrazione di venerdì prossimo, «abbiamo un sacco di delibere. Dobbiamo parlare anche di Fidis, di Fiat Avio, dobbiamo parlare di Toro».
Il presidente della Fiat ha sottolineato che si tratterà di «delibere volte nella direzione di aggiungere risorse finanziarie fresche vendendo attività che non sono strategicamente essenziali per l'azienda».
BAZOLI: NONOSTANTE TUTTO FIDUCIOSI IN SUPERAMENTO CRISI
«Nonostante tutto abbiamo fiducia che la crisi della Fiat possa essere superata. L'esercizio del prestito convertendo è l'extrema ratio, l'ipotesi che renderebbe applicabile la conversione è quella che tutti noi desideriamo non si verifichi». Lo ha affermato il presidente di Banca Intesa, Giovanni Bazoli.
BORSA, COLPO DI RENI FINALE DEL TITOLO
Colpo di reni finale di Fiat che con un allungo dell'ultima mezz'ora riesce a riportarsi in terreno postivo (+0,39%) dopo aver oscillato tra un minimo di 6,84 e un massimo di 7,29 euro. Il titolo del Lingotto, sceso sotto i 7 euro nel pomeriggio, dapprima non reagisce, poi ci ripensa, all'annuncio del cambio di guardia anticipato tra Fresco e Agnelli alla presidenza.
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(ASCA) - Roma, 27 feb - Csfb rimane Neutral sul titolo Fiat e conferma target price di 12,50 euro, dopo l'annunciato cambio dei vertici che verra' ratificato nel Cda di domani. Rispetto alla figura professionale di Giuseppe Morchio, che assumera' l'incarico di Ad, gli analisti di Csfb
ritengono che ''gli investitori apprezzeranno il suo carisma e la sua visione strategica'', gia' dimostrata, ''alla guida della divisione cavi e sistemi della Pirelli, sebbene non
crediamo che possa essere considerato un vero tagliatore di costi'' concluude la nota di Csfb.
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----------------da WEBSIM 26/02--------------
Alessandro Profumo amministratore delegato di Unicredit commenta positivamente l'uscita anticipata di Paolo Fresco da Fiat a favore di Umberto Agnelli giudicandola, come un segnale dell'impegno della famiglia Agnelli per far uscire il Lingotto dalle difficili condizioni in cui versa. ''Sono convinto che ci sia una forte volontà da parte della famiglia Agnelli a contribuire alla positiva crescita della propria azienda'', ha detto Profumo a margine di un convegno a Milano. Unicredit, insieme a Intesa, San Paolo Imi, Capitalia ha erogato al gruppo torinese in maggio un prestito convertendo da 3 miliardi di euro a fronte di garanzie sulla riduzione dell'indebitamento del Lingotto. Per Profumo al momento non ci sono novità sui prossimi nodi che la Fiat dovrà sciogliere, limitandosi a dire che ''quando ci saranno novità sarà l'azienda a comunicarlo''. Per quanto riguarda inoltre l'aumento di capitale del gruppo torinese Profumo ha detto che ''la ricapitalizzazione è una decisione che dovrà essere presa nella giusta sede''.
Ieri il presidente di Fiat, Paolo Fresco, ha annunciato che lascerà la guida del Lingotto a Umberto Agnelli già al cda del 28 febbraio prossimo. Fresco ha anche detto che in cda la discussione sarà focalizzata sulle dismissioni. Per quanto rigurda la'umento di capitale, secondo una fonte finanziaria, potrebbe essere deliberato genrricamente senza fissarne tempi e modalità.
---------da FINANZA & MERCATI 26/02----------
A Piazza Affari piace la staffetta anticipata in casa Fiat. Passano pochi minuti dall’annuncio londinese di Paolo Fresco («ritengo opportuno anticipare l’avvicendamento rispetto alla prossima assemblea») e la Borsa festeggia Umberto presidente con un rimbalzo fino a quota 7,18 euro. Segno che la Borsa gradisce che l’azionista principale salga sulla tolda di comando, assumendosi tutte le responsabilità. Segno, come ha anticipato ieri Finanza & Mercati, che al Lingotto va prevalendo l’ipotesi di andare avanti solo con le dismissioni, senza procedere per ora ad alcun aumento di capitale.
Certo, è possibile che venerdì il consiglio faccia un richiamo ad una futura ricapitalizzazione (da rinviare a un periodo meno infelice della Borsa) per ridurre l’impatto della decisione sull’opinione pubblica. Ma la sostanza non cambia: capitali freschi per l’Auto arriveranno solo con le vendite dei gioielli di famiglia: Avio, Toro e Fidis prima di Iveco.
L’addio anticipato di Fresco, infatti, non chiude la stagione delle incertezze ma è anzi, al contrario, un sintomo delle profonde divisioni tra i protagonisti in vista del consiglio di venerdì 28. Non a caso, assieme a Paolo Fresco venerdì lascerà il vertice Alessandro Barberis, amministratore delegato dallo scorso dicembre, compagno di viaggio di Fresco nelle trasferte Usa.
Al suo posto (l’ad paga anche i profondi contrasti con Giancarlo Boschetti, numero uno dell’Auto) arriverà con ogni probabilità Enrico Bondi, il manager vicino a Mediobanca cui le banche creditrici avevano sbarrato il passo nello scorso dicembre. Basti questa considerazione a spiegare la confusione che regna al Lingotto dopo l’ultimo viaggio negli Usa di Fresco: Gm, se Fiat non rinuncia alla «put», non intende versare un solo dollaro a nessun titolo nelle casse Fiat; la famiglia Agnelli tentenna di fronte alla prospettiva di versare 600 milioni nelle casse del gruppo sotto forma di aumento; le banche, almeno qualcuna (il Sanpaolo Imi in testa) non intendono accrescere la propria esposizione verso l’azienda o gli azionisti; ma un aumento che non sia sottoscritto integralmente da Ifi e Ifil minaccia di modificare l’assetto azionario della Fiat spa, con il risultato di offrire a General Motors l’occasione tanto attesa per dichiarare decaduto il «put» e abbandonare il Lingotto nelle mani di azionisti e creditori.
Da Detroit, intanto, sono arrivati per ora solo segnali di conforto sul fronte industriale. «L’incontro di New York - ha detto Fresco - da questo punto di vista è andato bene. L’importante è che la collaborazione industriale vada avanti, perché se va avanti si rafforza e poi le altre cose sono conseguenze inevitabili». Ma, sul breve termine, l’ottimismo non vale. «Non mi inoltro in discorsi finanziari - ha ammesso Fresco - perché quando avremmo qualcosa da annunciare lo diremo. In questo momento non ce l’ho». Poche ore dopo questa dichiarazione Paolo Fresco ha reso pubblica la staffetta.
Nessuna reazione, per ora, dal quartier generale di Umberto Agnelli, in corso Matteotti salvo la precisazione che il dottore è stato informato della decisione di Fresco già nella scorsa settimana, prima della partenza della squadra Fiat per la missione americana.
In Fiat Umberto era entrato nel 1968, a 34 anni, dopo un’esperienza alla Fiat France. A lui è toccato il ruolo di ad negli anni Settanta, uno dei momenti più difficili nella storia del gruppo. Nel 1993, secondo le intenzioni dichiarate del fratello Gianni, Umberto Agnelli avrebbe dovuto assumere l’incarico di presidente. Ma alla fine, complice il veto di Enrico Cuccia, la spuntò Cesare Romiti.
Modificato da - moderatore on 2/27/2003 19:36:37
Modificato da - moderatore on 2/27/2003 19:56:56