HANSANET

 

  By: Noir on Giovedì 05 Febbraio 2004 11:09

Ormai c'è la sindrome da Bond.. In questi giorni c'è Fiat che sta mettendo paura.. gli spread si sono aperti a livello di Default.. quando si parla troppo.. Se fa default lo fa nel 2005 non quest'anno .. quindi Buy sul credito Fiat .. a breve è libor + 800 .. la curva ha stippato .Piuttosto vanno monitorate tutte le scadende del 2004 delle società piccole .. Tutta roba messa in giro da ABBAX .. Il grande Fabio Arpe.. C'è un bell'articolo sull'espresso.

 

  By: polipolio on Giovedì 05 Febbraio 2004 10:06

x GZ. Non ho i dettagli, ma da come la so io i bond telecom e il suo debito in generale è a tasso fisso. Probabilmente emettono altri 3 miliardi per sistemare la duration. Se i tassi salgono, a queste condizioni, gli unici buggerati sono gli obbligazionisti, non la società. Paradossalmente se non avessero fabbisogno di cassa per i prossimi 10 anni, in questo scenario (di debito a tasso fisso), ogni incremento di tassi farebbe AUMENTARE il valore del titolo

Telecom ha 45 miliardi di debiti - gz  

  By: GZ on Giovedì 05 Febbraio 2004 04:05

Leggo che Telecom ha 45 miliardi di debiti, sono 90mila miliardi di lire e emette ora 3 miliardi di bond per pagare gli interessi per cui arrivera' a 48 miliardi. I tassi di interesse medi che paga Telecom mi sembra siano ora sul 4.5%, piu' o meno come i BTP e quindi paga meno di 3 miliardi annui. Questo mese la Banca d'Inghilterra alzera' i tassi di interesse a 3 mesi sopra il 4%, prima banca centrale in europa a farlo. La FED mantiene i tassi sotto l'1% (quelli a 3 mesi), ma ha appena detto che non lo fara' in eterno. I tassi di interesse a 10 anni che sono quelli che paga Telecom possono reagire anche prima Ogni punto in piu' sui tassi di interesse costa a Telecom circa 500 milioni di euro in piu' ------------------------------ .... che Bankitalia indichi in 44,9 miliardi di euro (pari a circa 87.130.000.000.000 di vecchie lire) le emissioni effettuate dalla Società del Gruppo Pirelli-Telecom. ... che Telecom si accinga ad emettere 3 miliardi di euro per pagare (non avendo i quattrini), bond in scadenza.

 

  By: Kurtinaitis on Mercoledì 03 Settembre 2003 19:00

Si il numero di azioni in circolazione è cambiato senza dubbio, tanto è vero che per ogni vecchia telecom te ne davano se non sbaglio 3 e mezzo di nuove. Ma il dato rilevante che resta curioso da spiegare è questo che sembrerebbe un "dimagrimento" clamoroso della capitalizzazione. Che l'operazione di fusione lanciata da Tronchetti abbia distrutto valore?

 

  By: gianlini on Mercoledì 03 Settembre 2003 18:31

probablimente il numero di azioni è cambiato sostanzailmente dopo la fusione

 

  By: Kurtinaitis on Mercoledì 03 Settembre 2003 18:12

La capitalizzazione di Telecom Italia non è un mistero: sommando quella delle azioni ordinarie (22,5) e quella delle risparmio (8,5) si ottiene un totale attuale di 31 miliardi di euro. Questo in base ai dati forniti per esempio da mf sat, in base ai quali esistono in circolazione 10,28 miliardi di azioni Telecom ord e 5,8 miliardi di azioni Telecom risp. Mentre, tanto per fare un esempio prendendo i dati di un vecchio giornale che mi ritrovo sottomano, il 29 maggio 2003 (con le vecchie telecom intorno a 7,8 euro) TI capitalizzava 50,9 miliardi (41,2 + 9,7), poi c'era Olivetti che da sè ne capitalizzava 9,4. Insomma che dire, forse sono i miracoli alla rovescia dell'economia spicciola...

 

  By: pomponazzi on Martedì 02 Settembre 2003 21:13

Se è vero come sostiene il Sole 1440 minuti che grazie alla fusione telecom è passata da 50 a 30 miliardi di capitalizzazione e dal sessantesimo al centoquindicesimo posto nella classifica mondiale, non sarebbe bene che il Tronchetti si dedicasse di più alla filatelia? e se non è vero possibile che da un mese non se ne accorge nessuno?

 

  By: Moderatore on Sabato 23 Agosto 2003 18:29

-------------- 22-08-2003 L’intervista che segue è stata realizzata dal giornalista Alan Friedman e trasmessa da Cfn-Cnbc, la televisione finanziaria controllata dal gruppo Class (che pubblica MF) e dall’americana Cnbc -------------------------- Il manager ripercorre la sua storia dall’ingresso nel gruppo tlc al recente taglio della catena. Tronchetti, Telecom è la mia sfida Dopo la fusione con Olivetti si è decisamente ridotto il potere degli azionisti, compreso me che ho il controllo con il 10-13%. Se noi azionisti staremo in piedi sarà per il valore che creeremo, non per i titoli che possediamo . Marco Tronchetti Provera è la figura più potente del capitalismo italiano. Da presidente di Telecom Italia ha introdotto competizione, innovazione e tecnologia in un gruppo telecom che in precedenza era monopolio dello stato e adesso è il secondo gruppo telecom europeo con 50 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Domanda. Lei ha dimostrato il suo impegno personale nel voler cambiare il capitalismo italiano e lo ha dimostrato già in Pirelli negli anni 90. Fondata quasi un secolo fa, Pirelli aveva molte difficoltà: era una società di cavi e gomme poco produttiva che poi è diventata un dinamico business high-tech, coinvolto in numerosi settori dalla fibra ottica al settore immobiliare. Risposta. Pirelli agli inizi degli anni 90 viveva una crisi profonda, un senso di perdita della capacità di competere. Dovevo ristrutturare la società e nello stesso tempo creare fiducia nel futuro. Ho operato una semplificazione. Ho eliminato cinque società holding e adesso la struttura del gruppo è abbastanza semplice con Pirelli&C e Pirelli spa. Il nostro focus è decisamente sulla tecnologia. Se prima eravamo capaci di introdurre sul mercato un nuovo pneumatico ogni 24 mesi, adesso riusciamo a farlo ogni sei mesi. Le persone lavorano sodo, ma noi stiamo ristrutturando per costruire il futuro. D. Pirelli ha sviluppato molto bene il business delle fibre ottiche e ha utilizzato molti soldi nella tecnologia. Perché allora ha venduto queste attività alla Cisco? R. Il fatto che abbiamo venduto a Cisco e a Corning parte della nostra tecnologia è dovuto al fatto che ci avrebbe permesso di tenere, all’interno di Pirelli, la tecnologia core. Cisco e Corning volevano solo i prodotti che noi potevamo fornire all’industria delle telecomunicazioni e noi infatti abbiamo venduto il sistema a Cisco e i componenti a Corning. Era un modo per creare cash comunque, dato che il livello di debito di Pirelli era già abbastanza buono al tempo. D. Come mai nel luglio 2001 avete deciso di conquistare Olivetti come società veicolo di Telecom Italia. R. Vedevamo una grande opportunità. Essendo stati per tanto tempo fornitori dei più grandi gruppi telecom a livello mondiale, abbiamo davvero visto una grande opportunità, un mondo che cambiava velocemente. Telecom Italia era ben posizionata e noi eravamo in una posizione molto forte con un buon bilancio in Pirelli. Abbiamo anche venduto alcune attività, ottenendo una discreta liquidità. Il gruppo aveva una cash di 3 miliardi di euro e per alcune società non è positivo avere così tanta liquidità. C’era una percezione nel mercato che Olivetti, che controllava Telecom Italia, sarebbe stata divisa in due parti. La maggioranza degli azionisti voleva vendere, alcuni invece volevano restare. C’erano anche problemi finanziari. Ci sono stati quindi da parte di Telecom Italia contatti con possibili compratori, anche noi ci facemmo avanti e in una notte abbiamo chiuso l’accordo. Dopo quella notte volevamo subito iniziare a lavorare al progetto che avevamo in mente ma c’era un punto che non avevamo preso in considerazione: l’esplosione della crisi del sistema delle telecomunicazioni: la cosiddetta bolla internet, che ha coinvolto anche le società telecom, con drastiche riduzioni di valore in borsa. D. All’inizio di quest’anno avete proposto la fusione tra Olivetti e Telecom per semplificare la complessa catena di controllo delle holding che controllavano Telecom Italia. La fusione è stata approvata nel giugno del 2003. R. Decidemmo di fondere Telecom e Olivetti quando vedemmo che il valore di Telecom Italia era influenzato negativamente dalla presenza della catena, delle varie holding e del debito di Olivetti. E il valore del mercato non rifletteva il valore reale della società . Quindi abbiamo semplicemente accelerato un processo che era già nei nostri obiettivi. Noi da subito, da quando abbiamo preso il controllo della società dicemmo che uno dei nostri obiettivi era l’accorciamento della catena di controllo. La mia missione personale era quella di creare valore. Qui non c’è nessun gioco di potere, solo creazione di valore e le holding al di sopra della società riducevano il valore di Telecom Italia. È per questo che accorciare la catena di controllo divenne una priorità. D. Ci sono state critiche dagli azionisti di minoranza sulla fusione. Il suo punto di vista? R. Ci sono stati pochi azionisti di minoranza contrari per precise ragioni legate al loro portafoglio. Ma la risposta del mercato è stata molto positiva dal secondo giorno. Il primo giorno le persone dovevano capire, dal secondo la società è cresciuta Anche in Italia il capitalismo può essere trasparente e il maggiore sforzo deve essere fatto dalle grandi società. Telecom Italia ha la più grande capitalizzazione di mercato in Italia. Dopo la fusione si è decisamente ridotto il potere degli azionisti, compreso me, che controllo Telecom con Olimpia, al 10-13%. Se quindi noi azionisti staremo in piedi è per il valore che creiamo per gli azionisti, non per le azioni che possediamo. D. Avete venduto le directories, di Seat Pagine Gialle per 5,6 miliardi di euro. R. Non sono strategiche, non sono core business e non sono collegate alle altre attività di Telecom Italia. E noi siamo stati capaci di avere un buon prezzo, anche se i compratori hanno fatto un buon affare con una buona società. D. I telefonini di terza generazione. Ci sono ancora problemi con questa tecnologia? R. È una nuova tecnologia e ci vuole tempo. Abbiamo fatto test in Italia ,Turchia e Grecia. Entro fine anno sarà completata. Stiamo entrando, stiamo crescendo poco a poco. Non ci attendiamo un’esplosione di questo mercato, ma una crescita sequenziale. Questo è il motivo per cui stiamo investendo tanto su questa tecnologia. E dobbiamo seguire da vicino la crescita di questo mercato perché qui la tecnologia è molto potente

 

  By: PIROPIRO on Sabato 23 Agosto 2003 16:18

Dopo i recenti eventi, questa domanda appare abbastanza corretta e mi sembra difficile che Tronchetti Provera abbia una risposta esauriente. Dopo il mega-progetto di riorganizzazione del gruppo Pirelli-Olivetti-Telecom che aveva lasciato molti dubbi negli operatori, Tronchetti Provera ha proseguito con alcune operazioni che definire sconcertanti è poco: 1) svendita in malo modo degli elenchi del telefono di Seat Pagine Gialle, avvenuto ad un prezzo di saldo (circa il 40% in meno rispetto ai prezzi correnti, in una Borsa che è scesa) e con modalità abbastanza 'strane'. Non mi sembra che il gruppo Telecom stesse vendendo un monolocale od un garage ed il sistema dell'asta competitiva pura, senza rilanci, non mi sembrava il miglior sistema per spuntare il massimo, ma il modo per fare qualche regalo a qualcuno.... 2) tentativi di accelerare al massimo la vendita della quota di Telekom Austria, società profittevole, in un Paese sicuramente a rischio come Brasile o Turchia, dove il gruppo sta investendo massicciamente; 3) acquisto di Hansanet per 250 milioni di euro da E-biscom. Per quanta fretta il gruppo Telecom ha avuto a vendere Seat o nel tentare di vendere Telekom Austria, altrettanta fretta ha avuto a strapagare Hansanet, società che ha cablato Amburgo e che presenta delle sinergie veramente 'fantasiose' con Telecom Italia. Scommetto che fra 2 anni azzerano la partecipazione..... ORA MI CHIEDO: o il gruppo Telecom Italia ha preso Moratti, Facchetti e Oriali come consulenti per gli affari, oppure restano due ipotesi: 1) Tronchetti Provera sta accumulando una serie di favori che gli potrebbero tornare utile per difendersi da qualche scalata ostile 2) il fatto che il gruppo Pirelli possieda ora solo l'11,75% della nuova Telecom Italia, sembra che autorizzi Tronchetti Provera a mal gestire il gruppo, magari nel tentativo di risalire come quota, spendendo poco, ma se va male Telecom Italia, che fine farà Olimpia e le put in mano alle due banche (10% in mano a Unicredit e Intesa ai prezzi storici di acquisto di Olivetti).

 

  By: PIROPIRO on Martedì 29 Luglio 2003 14:29

Le reazioni del mercato sono state evidenti, con la Telecom Italia a -1,38% e con E.Biscom a +1,51% alle ore 12,30. Alcuni analisti stimavano Hansanet 138 milioni di euro, una valutazione di quasi il doppio, sembra un 'regalino' a qualche amico che magari lo aiuterà in Oli-Telecom.

 

  By: GZ on Martedì 29 Luglio 2003 14:00

in compenso ci sono rumor che Ebiscom possa fare un accordo per Wind

 

  By: PIROPIRO on Martedì 29 Luglio 2003 10:55

Stock: Pirelli and C, Telecom Italia

Nell'ambito dei consolidati rapporti fra Micheli (E.Biscom) e Tronchetti Provera (Pirelli-Telecom), ieri abbiamo assistito ad una nuova tappa con l'acquisto da parte della Telecom Italia di Hansanet, società tedesca che ha cablato Amburgo. Nulla da eccepire sulle possibili sinergie e prospettive future, ma mi pongo solo questi interrogativi: 1) il gruppo Telecom Italia ha praticamente dismetto gran parte delle proprie controllate estere e non mi sembra particolarmente attivo in Germania per integrare le attività di Hansanet con le proprie; 2) non mi sembra che ci fosse la fila dei pretendenti per acquistare questa società e non vorrei che il 'favore' di acquistare Hansanet, fosse ripagato da acquisti sulla nuova Oli-Telecom per cercare di recuperare una maggioranza credibile (con l'11,5% non si comanda generalmente); 3) ultima considerazione un pò polemica, ma dato che sono già 3 giorni che le linee internet dove abito non funzionano per un problema della Telecom Italia, credo che forse è meglio che sistemino le cose all'interno, più che andare a comperare all'estero.