By: gianlini on Domenica 24 Aprile 2016 11:58
Al solito ne fate una questione ideologica, quando invece si tratta di una questione di praticità.
E' indubbio che il welfare statale abbia enormi vantaggi che però si accompagnano a conseguenze indesiderate o nocive.
Fra le conseguenze, c'è ad esempio il problema della denatalità. Non esiste società con welfare pubblico esteso (dalle socialdemocrazie occidentali ai regimi comunisti) in cui non si sia assistito ad un pesantissimo calo di nascite. Se non hai più bisogno dei figli come assicurazione per la vecchiaia, aiuto nella malattia e gestione degli imprevisti, non ne fai.
Altra conseguenza è che se qualcosa è scontato per tutti, allora perde di qualità. Nella scuola ad esempio questo avviene in certi casi.
Altra conseguenza è che molte persone smettono di voler lavorare, perché tanto sono comunque garantiti i servizi essenziali.
Ma è indubbio che avere una popolazione scolasticamente educata è meglio che avere una popolazione con forti sacche di ignoranza; sia in termini di mancanza di sviluppo, che di violenza, di povertà, ecc.ecc.
E' indubbio che avere un buon sistema pensionistico e assistenzialistico pubblico è un atout, perché quando iniziano a venir meno forse e lucidità mentale, è necessario che siano posti in atto automatismi e interventi accessibili a tutti.
Bisogna solo riuscire a trovare un equilibrio nella sua gestione, prevedere continui aggiustamenti e non ritenerlo la panacea di tutti i mali, come i suoi religiosi sostenitori fanno, ma nemmeno il peggiore dei mali come i suoi accaniti e religiosi antagonisti fanno.
Come però non si fanno le nozze solo coi fichi secchi, così non si può avere un welfare decente senza ricchezza e sviluppo economico, condizione necessaria di partenza e non solo riflesso dell'esistenza del primo.