Le banche non devono creare moneta

 

  By: Moderatore on Venerdì 02 Gennaio 2015 14:57

Anche la Grecia, se uno prende come stava prima del 2002 quando è entrata nell'Euro e come sta adesso, COME MEDIA STATISTICA DEL PIL ha avuto un incremento di reddito o PIL medio (e se prendi il 1999-2000 quando di fatto la dracma è stata bloccata è anche più evidente) Strano ma vero, le statistiche mostrano che IN MEDIA c'è stato un aumento rispetto a 15 anni fa, nonostante il crollo degli ultimi cinque anni I greci ricchi hanno portato soldi all'estero nel 2011 (sui 30-40 mld), ma poi grazie appunto all'euro hanno potuto difendere la loro ricchezza finanziaria anche restando in Grecia. Va ricordato che i greci NON HANNO IN TASCA UN SINGOLO BOND GRECO e per loro il default del 2012 è stato un evento di cui leggevano sui giornali, ma che non li riguardava personalmente. C'è una fascia di società greca che ha approfittato degli anni del boom (quando tutti i taxi all'aereoporto di Atene erano Mercedes gialle!) e si è messa via i soldi all'estero o comunque anche in Grecia, usando appunto l'Euro che è una valuta forte I dati dicono che un 60 mld di euro sono usciti dalla Grecia, una cifra pari ad un terzo del PIL, di cui 20 di stranieri e 40 di greci e rimanere nell'Euro appunto ha consentito ai greci che avessero ricchezza di difenderla L'Euro va benissimo, ma per chi ha ricchezza finanziaria, non per chi deve lavorare

 

  By: cicala on Venerdì 02 Gennaio 2015 13:51

Egggià Ma forse per gli "esperti" è una cosa troppo semplice...

 

  By: Lelik on Venerdì 02 Gennaio 2015 12:49

Bravo Cicala, hai toccato il punto! Ma sembra troppo difficile ragionare e documentarsi. La Lituania ha bloccato la sua moneta Litas fin dal 2002 ancorandola all'Euro con un cambio fisso. E sono iniziati ad arrivare i fondi dai paesi europei che potevano investire a tassi di rendimento più elevati. Ora con il cambio definitivamente non più a rischio (finchè dura) arriveranno ancora più soldi degli investitori (visto che il sud Europa ora fa un po' più paura). E la Lituania continuerà a surriscaldare un pochino l'economia, ed ad indebitarsi. Ovviamente non è detto che i soldi ricevuti in prestito dall'estero siano solo cattivi, però bisogna remunerarli e infine anche restituirli. Non sempre è così semplice. Mi sembra un film già visto, chissà se stavolta riescono a scrivere un finale diverso...

 

  By: cicala on Venerdì 02 Gennaio 2015 09:43

Buongiorno e Buon Anno. La LItuania adotta l EURO, 19 esimo paese, se controllat i dati economici sono fantasmagorici !! il pil pro capita e' passato da 4000 $ del 1999 ai 22.00i0 del 2014 !!! sono entrati nell UE, nel 2004,chiedetelo a loro se l EURO e' un fallimento vediamo cosa rispondono ! ....................................................................................... Vuoi vedere che adesso hanno un sacco di debiti privati e tra poco non sapranno come pagarli non potendo,guarda caso,nemmeno svalutare.

 

  By: lutrom on Giovedì 01 Gennaio 2015 20:01

Ottimo, Gano!

 

  By: Ganzo il Magnifico on Giovedì 01 Gennaio 2015 19:54

Ehi, ma sono cresciuti PRIMA di entrare nell' euro! Sono passati da 4.000$ a 22.000$ con la sovranità monetria. Nell' euro ci entrano oggi. Aspetta qualche anno e vediamo cosa succede e se non ti dicono che è stato un fallimento.

Slava Cocaïnii!

 

  By: pana on Giovedì 01 Gennaio 2015 19:36

La LItuania adotta l EURO, 19 esimo paese, se controllat i dati economici sono fantasmagorici !! il pil pro capita e' passato da 4000 $ del 1999 ai 22.00i0 del 2014 !!! sono entrati nell UE, nel 2004,chiedetelo a loro se l EURO e' un fallimento vediamo cosa rispondono ! http://www.ecb.europa.eu/euro/changeover/lithuania/html/index.it.html

Russian Forces Storm U.S. Military Base In Niger; Pentagon Confirms Big Move Of Putin's Men - YouTube

 

  By: XTOL on Lunedì 29 Dicembre 2014 10:22

bel post di armstrong sul cambiamento del modello di business delle banche, sul ruolo dei derivati e sulla centralizzazione della gestione dell'economia ^Understanding BIG BANG 2015.75#http://armstrongeconomics.com/2014/12/28/understanding-big-bang-2015-75/^

 

  By: lutrom on Mercoledì 17 Dicembre 2014 18:39

Roberto, bello il tuo intervento, ma come mai in fondo ad esso HAI MESSO LA FOTO (devo dire una delle migliori, le altre sono tutte più brutte!) DEL NOSTRO SOMARELLO ANTITRADER, eh eh eh??...

 

  By: Roberto964 on Mercoledì 17 Dicembre 2014 18:27

Inflazione “effettiva” e inflazione “fittizia” Sul termine “inflazione” c’è parecchia confusione e si mescola quella monetaria con quella reale. In molti fanno l’errore di non discernere le due cose. Vi sono due forme di inflazione separate e distinte, che definisco una “effettiva” e l’altra “fittizia”. Quella che chiamo inflazione “effettiva” è causata dall’aumento dei prezzi a causa di alta richiesta di determinati prodotti o di scarsa offerta degli stessi: tanto più una merce diviene marginalmente rara, tanto più il suo prezzo aumenterà. Ciò può accadere per i più disparati motivi (è appena avvenuto con l’olio extravergine d’oliva che a causa di una fastidiosissima mosca ha dimezzato la produzione, facendone di conseguenza raddoppiare il prezzo). A volte accade che queste due componenti si vadano ad abbinare creando una miscela esplosiva. L’esempio più classico ed eclatante è stato l’aumento smisurato del prezzo del petrolio negli anni ‘70 (1973 crisi del Kippur e nel 1979 rivoluzione Komeinista): in entrambi i casi vi fu alta richiesta abbinata a scarsa offerta e trattandosi di merce indispensabile (per i Paesi industrializzati soprattutto) abbiamo assistito ad una dinamica inflattiva reale, in molti casi a doppia cifra, in quasi tutto il globo. In tempi di guerra, data la scarsità di moltissimi prodotti indispensabili, facilmente reperibili prima (tendono tutti a divenire molto più che marginalmente rari), si ha un cospicuo aumento dei prezzi, tanto che i governi in conflitto, per regolare al meglio la situazione e al fine di evitare speculazioni, passano al razionamento coatto (infatti in quei tragici tempi il “mercato nero” è fiorente e viene punito in modo esemplare, non ultima la fucilazione) e si tende a consumare solo ciò che si produce in Patria. Esempio: l’autarchia imposta da Mussolini fu instaurata per evitare un’inflazione eccessiva (l’iper-inflazione di Weimar era appena avvenuta) e si rese necessaria principalmente a causa dell’allineamento alla parità aurea della Sterlina voluta da Churchill nel 1925: il debito pubblico italiano era in buona parte denominato nella divisa inglese e costrinse la Banca d’Italia a rivalutare a sua volta la Lira (vedi quota 90) facendo deflazione interna. In pratica, allo scopo di non appesantire ancor di più il già cospicuo debito estero, tutto ciò che veniva regolarmente importato, tra cui molti beni di largo consumo (caffè, cioccolato, tabacco, zucchero ecc), divenne quasi introvabile e costosissimo. In genere, ammazzando la domanda interna si ottiene una riduzione della inflazione “effettiva” (sino a quando non diventa deflazione come in gran parte di U€). I modi per uccidere la domanda sono molti e in €Z li stiamo sperimentando tutti, ma comunque, come ben sappiamo, la via più comoda resta l’aumento smisurato della tassazione diretta e indiretta. Quella che definisco inflazione “fittizia” è di origine monetaria, ovvero quando si allarga la base monetaria vi è una “diluizione” della stessa, denominata, appunto, “inflazione monetaria”. Essa non porta necessariamente inflazione effettiva e i nostri grigi tempi sono pieni zeppi di esempi. L’ultimo allargamento della base monetaria USA (QE4 partito nel 2011) ha portato ad una diluizione del Dollaro pari a più di $1000 miliardi l’anno nei soli ultimi 3 anni, eppure all’orizzonte non si vede alcun pericolo di inflazione “effettiva”. Il Giappone, a partire dalla seconda metà del 2013, ha immesso circa $1500 miliardi nel sistema monetario proprio allo scopo di reflazionare una economia asfittica da 20 anni: il loro fine è riportare l’inflazione “effettiva” sopra al 2% ma sino a questo momento i segnali visti sono davvero esigui, tanto che il governo ha deciso di aumentare ancora il QE. Laddove dovesse davvero partire l’€uro-QE che dovrebbe far aumentare la base monetaria di almeno €500 miliardi e che porterà ad uno svalutazione della moneta comune contro tutte le maggiori valute, state pur certi che non produrrà alcun beneficio di inflazione “effettiva” rilevante. In pratica, qualsiasi allargamento della base monetaria (QE) fatto acquistando titoli di Stato in scadenza non porta MAI inflazione “effettiva” ma solo inflazione “fittizia”. Adesso qualche esempio di cattiva associazione tra svalutazione ed inflazione “fittizia” ed “effettiva”: la moneta comune ha perso un buon 20% dal suo picco massimo contro il dollaro e come stiamo ampiamente verificando di inflazione –sia fittizia che effettiva- neanche l’ombra, anzi si comincia a parlare apertamente di deflazione. Anche al dollaro accadde e in modo ancor più vistoso: la valuta statunitense, dal picco massimo contro l’€uro (0,87 dollari per un €uro) nei primi anni 2000 scese sino al suo minimo di qualche anno fa (1,57 $ per un €), con uno storno (o svalutazione) pari all’80% (metodo di calcolo incerto per certo): anche in quel caso non si è vista inflazione”effettiva” superiore al 3/3,5% annuo, neanche nel massimo boom USA (prima del crack dei sub-prime). Vi è un solo modo per far salire l’inflazione “effettiva”: abbassare le tasse e soprattutto METTERE DENARO NELLE TASCHE DELLE FAMIGLIE e per far si che ciò possa accadere è ASSOLUTAMENTE NECESSARIO che il Popolo abbia un LAVORO BEN RETRIBUITO, i cui proventi verranno spesi in beni e servizi, nazionali ed esteri, rendendo marginalmente più rari tutti i prodotti e di conseguenza facendone salire i prezzi. Del resto è un dato di fatto: quando l’economia è florida i prezzi salgono per la semplice verità che vi è maggiore richiesta, costringendo l’offerta a divenire marginalmente più rara. Non ci credete? Provate a vendere una casa al prezzo di 4/5 anni fa. L’erronea regola a cui il liberomercato risponde - la legge di “Say” - ha reso tutti ciechi: non si può pensare che sia l’offerta a regolare la richiesta e ogni giorno lo stiamo vedendo e in modo sempre più marcato: in tutti i settori i prezzi scendono costantemente da almeno 3 anni e le aziende licenziano e falliscono e lo Stato non percepisce più tasse e contributi, anzi ne spende altri per la CGI e per gli ammortizzatori sociali, portando ad una salita costante e incontrastabile del debito pubblico: il rincorrersi di queste dinamiche porta ad un’unica meta: il fallimento personale, aziendale e infine statale. Ora, evitando di bestemmiare se vi riesce, pensate ai 280 miliardi di debito pubblico in più che l’Italia ha accumulato in soli tre anni: se soltanto la metà di quel denaro fosse stato speso in consolidamento territoriale, investimenti strutturali e opere pubbliche, (considerando un moltiplicatore bassissimo di 3 e non di 15 come ci dicono dalla U€) avremmo avuto un aumento di PIL annuo almeno del +3% a botta e un’inflazione “effettiva” oltre il 4% che solo per la sua dinamica avrebbe portato il debito ad abbassarsi. E tutto ciò sarebbe accaduto anche in presenza di tangenti, mafia e malaffare (non che le tolleri ma, è stato,è, e sempre così sarà, almeno sino a quando ci saranno pezzi di Stato e di potere conniventi che non esercitano deliberatamente alcun controllo atto a limitare tutto ciò. La corruzione non potrà mai sparire definitivamente, altrimenti dovrebbe sparire l’uomo, ma può essere –e deve essere- fortemente limitata). Ma a qualcuno, evidentemente, tutto ciò non garba. Del resto è risaputo: una bassa inflazione (sia “effettiva” che “fittizia”) fa comodo solo a chi ha prestato denaro o/e a chi ha patrimoni immensi da difendere. Siamo costretti a fare “PENITENZIAGITE” per risanare i buchi privati di banche ingorde che avrebbero dovuto fallire da molto tempo. Gli Stati hanno lasciato che fossero questi noti istituti di beneficenza a regolare l’emissione della moneta, CREATA dal nulla tramite il prestito ad interesse ed ora noi ne paghiamo l’enorme scotto. Roberto Nardella.

 

  By: hobi50 on Mercoledì 10 Dicembre 2014 01:37

XTol,l'unica strada oggi praticabile è quello sottoriportata tra virgolette.. Ma con un'aggiunta. Le banche "too big to fail " dovrebbero essere spacchettate. Non è accettabile il rischio che l'ente regolatore sbagli le valutazioni ( o si distragga ) ed accada un disastro finanziario di dimensioni planetarie. "JPMorgan Chase has a $22bn capital hole under new rules proposed by the Federal Reserve on Tuesday, casting another shadow over the largest US bank by assets. The Fed is introducing new capital requirements for systemically important banks, which go beyond the minimum international levels in an effort to protect the US financial system from the collapse of a large institution, reports Tom Braithwaite, US banking editor. Officials had not intended to release the fact that JPMorgan had a giant capital hole under the new framework. They said only that there was an aggregate shortfall of $21bn from eight banks: Bank of America, Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Morgan Stanley, Wells Fargo, Bank of New York Mellon and State Street. But at a Fed meeting, during an exchange with Stanley Fischer, the vice-chairman of the Fed, and Fed staff, it emerged that JPMorgan accounted for the entire "aggregate" shortfall. "[It is] the firm that is actually going to have to come up with more capital," said Mr Fischer. He said "that seemed a pretty impressive shortfall". JPMorgan declined to comment." Hobi

 

  By: hobi50 on Mercoledì 10 Dicembre 2014 01:18

XTol,io non so nulla di bitcoin e mi guardo bene dal parlarne. Riaffermo però che oggi ,per la conoscenza della "moneta fiat" molto superiore a quella di 20 anni fa,non è nemmeno lontanamente ipotizzabile che lo Stato non controlli pesantemente il sistema bancario. Può essere ,come sempre accade,che il mondo vada verso nuove frontiere. Lo vedremo a tempo debito ,ma ora ,il pensare di liberalizzare il settore bancario è FOLLIA (first lesson). Non mi piace nemmeno che si perda tempo sull'ovvio. ....la competizione tra banche non ne mina la solidità ... Che scoperta !! La competizione avviene sul migliore 5% della clientela ed è a base di "ottavini". Gli "ottavini" hanno influenza sul conto economico non sulla solidità. Semmai leverage eccessivo e bonus stratosferici ai dirigenti possono minare la solidità del sistema bancario (second lesson). Da ultimo rimarrebbe la first lesson. Ma mi sembra d'aver più volte argomentato su quella tesi ad un tempo irrilevante,un po vera ,un po non vera ... Hobi

 

  By: XTOL on Martedì 09 Dicembre 2014 19:14

Hobi, quel paper è una ricerca storica che attesta una serie di fatti, non si può definirli #i#tesi preistoriche ,cattiva tecnica bancaria, ecc#/i#, come non si potrebbe definire che so, #i#divide et impera#/i#, una tesi preistorica. il fatto che siamo vissuti in un'epoca di monete fiat, non significa che siamo condannati a vivere per sempre così (male). la tecnologia ha consentito la dematerializzazione della moneta, ma non obbliga alla moneta fiat (^bitcoin docet#http://www.movimentolibertario.com/2014/12/interlibertarians-2014-lintervento-di-stefano-tonelli-i-bitcoin/^). restare ancorati alla regolamentazione top down da parte di stati e banche centrali ci condanna alla progressiva scomparsa del libero mercato. perchè rassegnarsi?

 

  By: hobi50 on Martedì 09 Dicembre 2014 01:08

XTOL,tesi preistoriche ,cattiva tecnica bancaria,e insufficiente conoscenza delle teorie neokeynesiane sulla moneta. First lesson: Unregulated banking does not cause inflation of the money supply or of prices. Non lo so se è vero ma non mi interessa. Anche se il sistema bancario fa troppi prestiti e l'inflazione sale ,NON è UN PROBLEMA. Si risolve . Purtroppo nessuno sa a priori qual è il delta di incremento di m2(m3) compatibile con la stabilità dei prezzi Anche perché questo problema può essere legato alla spesa pubblica finanziata tramite moneta . Dal punto di vista teorico i tentativi della BCE di monitorare M3 sono stati poco fruttiferi tanto è vero che la FED ,ad un certo punto, smise di pubblicare M2 in quanto la considerava irrilevante. Second lesson: Unregulated competition among banks does not destabilize the banking system. Verissimo. E' la smania di fare più profitti con PIU' LEVERAGE che destabilizza. Per questo il leverage massimo deve essere imposto dall'ente regolatore. Third lesson: Banking is not a natural monopoly. Non mi è chiaro il senso di questa affermazione e la trascuro per chiarire il perché il sistema bancario deve essere POTENTEMENTE REGOLATO DALLO STATO. La moneta è monopolio dello stato sovrano. Ma lo stato sovrano non può fare la banca e pertanto deve delegare gran parte di questa sovranità al sistema bancario. Le banche pubbliche non sono una soluzione :il conflitto di interesse dei loro consigli di amministrazione di nomina politica è INSANABILE. L'unico elemento che induce ad un comportamento professionale e prudente ,è costituito dal CAPITALE DI RISCHIO CHE DEVONO METTERE I PRIVATI. Purtroppo la moneta bancaria e quella statale sono indistinguibili. Lo stato deve quindi garantire la moneta bancaria come se fosse la sua. Ecco perché ,avendone la responsabilità, lo stato deve fare tutto quello che ritiene opportuno per garantire l' equilibrio economico/finanziario del sistema bancario. Hobi

 

  By: hobi50 on Martedì 09 Dicembre 2014 01:07

XTOL,tesi preistoriche ,cattiva tecnica bancaria,e insufficiente conoscenza delle teorie neokeynesiane sulla moneta. First lesson: Unregulated banking does not cause inflation of the money supply or of prices. Non lo so se è vero ma non mi interessa. Anche se il sistema bancario fa troppi prestiti e l'inflazione sale ,NON è UN PROBLEMA. Si risolve . Purtroppo nessuno sa a priori qual è il delta di incremento della massa monetaria compatibile con la stabilità dei prezzi Anche perché questo problema è spesso legato alla spesa (spesso improduttiva) pubblica finanziata tramite moneta . Dal punto di vista teorico i tentativi della BCE di monitorare M3 sono stati poco fruttiferi tanto è vero che la FED ,ad un certo punto, smise di pubblicare M2 in quanto la considerava irrilevante. Second lesson: Unregulated competition among banks does not destabilize the banking system. Verissimo. E' la smania di fare più profitti con PIU' LEVERAGE che destabilizza. Per questo il leverage minimo deve essere imposto dall'ente regolatore. Third lesson: Banking is not a natural monopoly. Non mi è chiaro il senso di questa affermazione e la trascuro per chiarire il perché il sistema bancario deve essere POTENTEMENTE REGOLATO DALLO STATO. La moneta è monopolio dello stato sovrano. Ma lo stato sovrano non può fare la banca e pertanto deve delegare gran parte di questa sovranità al sistema bancario. Il conflitto di interesse delle banche pubbliche è superabile solo con il CAPITALE DI RISCHIO CHE DEVONO METTERE I PRIVATI. Purtroppo la moneta bancaria e quella statale sono indistinguibili. Lo stato deve quindi garantire la moneta bancaria come se fosse la sua. Ecco perché ,avendone la responsabilità, lo stato deve fare tutto quello che ritiene opportuno per garantire l' equilibrio economico/finanziario del sistema bancario. Hobi