By: Ganzo il Magnifico on Domenica 14 Dicembre 2014 13:08
#i#Gianlini> "cosa c'entra lo shale gas?? "#/i#
L' ho scritto prima. Bastava avere la pazienza di leggere. Per lo shale oil si sono esposti per 550 miliardi o più di dollari a debito, di cui, secondo una stima di Bloomberg, 216 miliardi sono in bonds (spazzatura). Se estrarlo costa almeno 55-60$ il barile e il petrolio guarda caso ora costa proprio 55-60$ il barile, voglio vedere come fanno a ripagarli. Ho pure messo più sotto la figura, fa niente. Ma un provetto finanziere come Gianlini se ci ragiona sopra lo capisce di sicuro.
Il primo segno sono i rendimenti dei bonds energetici high yield (quelli che hanno finanziato lo shale gas americano) e di cui ho messo una figura qualche post più sotto. Il secondo segno potrebbe essere un improvviso calo (crollo?) del prezzo delle azioni delle banche che hanno in cassa prestiti ad aziende petrolifere implicate nello shale oil, seguite da una correzione sostanziale di tutti gli high yield bonds e quindi di tutti i finanziari.
#i#Gianlini> "hanno fatto uno sgambetto gigantesco alla Russia;"#/i#
Boh, la Russia, forse, ma non ne sono convinto... E non è che gli altri paesi produttori come l' Arabia Saudita dipendano meno dal petrolio. Quella dello sgambetto ala Russia mi sembra un po' la vulgata dei media italiani che nemmeno sanno cos'è lo shale. Poi ora Putin fa titolo. Gli high yields no, o almeno non finché i conti titoli impacchettati di spazzatura dei risparmiatori italiani non cominciano a scendere più del dovuto. Non era però quello il punto del mio post. La mia era innanzitutto un' osservazione al messaggio di Anti, che non sa cosa c'è oltre Busto Arsizio. Un possibile grosso scrollone prossimo venturo potrebbe effettivamente esserci ma non venire tanto da Draghi e il QE (perché?) quanto da una crisi finanziaria innescata proprio dallo shale oil. Per ragioni abbastanza ovvie, nessun paese produttore è contento se gli USA diventatno autosufficienti, o addirittura esportatori netti, a cominciare di paesi OPEC, e probabilmente anche Russia compresa (che non è OPEC). In questo modo stanno facendo tabula rasa (almeno per un po' di tempo) di qualsiasi velleità americana di autosufficienza energetica.
Sulla Russia, vorrei dire questo: si dice sempre che è cresciuta grazie al petrolio e non alle capacità di governo di Putin. Diamolo per vero. Ma la Russia è dal 2000 che cresce, quando i prezzi del petrolio erano a 20 - 25$ il barile. Ora sono a 60$. Dovrebbe ancora esserci quindi un discreto margine di sicurezza.... E ora dipende molto meno dal petrolio di quanto ne dipendesse nel 2000 (vedi il Russian industrial growth più sotto, che dal 2000 è aumentata del 5 - 7% ogni anno eccetto che per il 2009).
Cosa voglio dire: ovviamente tutti i paesi produttori ne soffrono, ma un conto è soffrirne (e direi relativamente, per moltissimi anni 60$ il barile è stato "un buon prezzo", i 100$ il barile sono "un anomalia" degli ultimi 4 anni) un conto è riuscire a spazzare via la possibilità di una superpotenza economica e militare di diventare autosufficiente energeticamente.
In sostanza, a me questa sembra una manovra mirata direttamente allo shale. Poi ovviamente ognuno ha i suoi propri punti di vista.
PS. Incidentalmente, l' EIA considera 60$ il barile il break-even point anche per gli Athabasca oil sands (le sabbie bituminose canadesi).
#b#Bene. Sono soddisfatto di questo post.#/b#