By: Roberto964 on Domenica 09 Novembre 2014 20:36
“caro eurista ti scrivo…”
(ovvero, che me tocca fa’ 2)
Dedicato a quelli che “il PETROLIO ci COSTEREBBE SETTE VOLTE TANTO”
La bilancia commerciale e il funzionamento della camera di commercio con l’estero
Il saldo della bil. comm. è dato dalla differenza delle esportazioni meno le importazioni. I dati relativi all’anno solare da giugno 2012 a giugno 2013 ci dicono che abbiamo avuto un saldo POSITIVO per 29,3 miliardi di DOLLARI USA, escluso l’energia. Quinti in assoluto a livello mondiale.
<Quinti al mondo per l'export L’Italia ha registrato un surplus commerciale con l’estero (esclusi i prodotti energetici) pari a 29,3 miliardi di dollari, il quinto miglior risultato al mondo e tra i Paesi del G-20. l’Italia è anche il Paese del G-20 che ha migliorato più significativamente la sua bilancia commerciale esclusa l’energia tra il 2° trimestre 2012 e il 2° trimestre di quest’anno, aumentando il proprio surplus di 5,6 miliardi e non solo a seguito del calo delle importazioni dovuto all’austerità. Infatti, nello stesso periodo l’export italiano esclusi i prodotti energetici è cresciuto di 3 miliardi di dollari, cioè del 2,5% (meglio del +2,2% della Germania). Prima la Cina, con $133,2 miliardi (sia pure in calo di 10,9 miliardi rispetto al 2° trimestre 2012), seconda la Germania con 96,6 miliardi, terza la Corea del Sud con 44,7 miliardi e quarta il Giappone con 39,9 miliardi. Gli altri quattro Paesi più avanzati del G-20, cioè Francia, Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti, presentano tutti deficit commerciali con l’estero per le merci esclusa l’energia.> http://www.affaritaliani.it/economia/export-italia030114.html
Da questi DATI partiamo per smontare l’ennesimo luogocomunismo, il più sentito subito dopo il debitopubblico e l’inflazione.
E’ doveroso capire come una Nazione importa da un’altra e come la paga. La camera di commercio con l’estero è nata all’uopo.
Non tutti sanno che una Nazione per comperare merce dall’estero deve prima acquistare la moneta di quello Stato in cui quel tale prodotto viene realizzato.
Se vuoi comprare una Toyota nuova, ti rechi presso il concessionario, ti scegli il modello, il colore ecc, lo paghi (non importa come) e ti porti via l’auto. Pensi che sia finita qui? NOSSIGNORE, da qui comincia, e questo esempio vale per ogni singolo prodotto che importiamo/esportiamo.
Lo Stato italiano, tramite la camera di commercio estera compera gli Yen necessari per pagare l’auto da me acquistata e pagata, in euro oggi e in Lire sino a prima della moneta unica europea. Lo stesso fanno i giapponesi quando acquistano una Ferrari o un abito di Armani o un etto di parmigiano. Questo è ciò che accade miliardi di volte al giorno per le transazioni estere. Tanto più vendi prodotti all’estero o attrai turisti stranieri in Patria e tanto più sarà richiesta la tua moneta: il valore della tua valuta sale. Prima legge dell’economia: molta richiesta fa alzare il prezzo del prodotto. Che esso sia un’auto, un abito, un etto di parmigiano … o moneta.
Altro esempio: come sappiamo le merci più richieste al mondo, tra cui spicca il petrolio, vengono contrattate in dollari USA. Per una fornitura di petrolio dal Qatar, lo Stato italiano prima deve acquistare dollari USA e poi pagherà il giusto prezzo al Qatar. Il Qatar aumenterà le sue scorte di dollari USA per il controvalore incamerato dalla vendita di quel petrolio e userà quei dollari per comperare ad es. frumento dall’Ucraina o carbone dalla Cina; se i dollari non dovessero bastare sarà costretto anche il Qatar a comperare dollari. (questo è il vero potere degli USA)
E’ abbastanza chiaro il concetto?
Un SURPLUS di bilancia commerciale è SEMPRE in valuta pregiata.
Ovvero, oggi in euro, come domani in Lire, continueremmo a pagare le bollette energetiche con la valuta pregiata derivante dalla bilancia commerciale: della moneta forte NON ce ne può fregare di meno. Anzi, più svaluti la moneta nazionale e più aumenterà l’export (legge di Marshall-Lerner: ad ogni punto % di svalutazione monetaria corrisponde un incremento dell’export pari a +1,7%) e più attirerai turisti con valuta pregiata, invogliati a visitare l’unicità italiana e/o a comperare prodotti italiani con sconti come ci fossero i saldi tutto l’anno. Nello stesso tempo, ragionando all’inverso, minori saranno le tue importazioni di prodotti realizzati dove il tuo cambio è penalizzato.
Ho da sempre ipotizzato (mio personalissimo parere) che se l’Italia uscisse domattina dalla moneta unica-euro, la nuova Lira, valutata 1 a 1 il primo giorno, dopo SEI mesi di assoluta instabilità, andrebbe a recuperare l’inflazione accumulata dal 1999 ad oggi e si posizionerebbe a -30%. Voglio ricordare l’ennesima volta che una Lira TROPPO SVALUTATA sarebbe una enorme DISGRAZIA per Cina, Germania, Giappone e Korea del sud (i nostri maggiori competitor): per il loro export saremmo dei concorrenti temibilissimi. Le loro banche centrali interverrebbero PESANTEMENTE comprando Lire, facendo salire il valore della moneta-Lira.
Un turista canadese, norvegese o di dove vi pare, prima di arrivare in Italia, si informa se la sua valuta è ben accetta, altrimenti andrà in banca, nel suo paese, e cambierà la sua valuta direttamente in Lire (o porterà seco dollari USA da cambiare in loco). La richiesta di valuta nazionale, in qualunque modo venga fatta, farà di conseguenza ALZARE il valore della moneta-Lira.
Lo so, a questo punto partirà la litania trita e ritrita sulla “INFLAZIONE che ci divorerà” ecc ecc.
NO! L’inflazione non è direttamente proporzionale ad una svalutazione monetaria. Che sia CHIARO a TUTTI: se NON metti i soldi in tasca alle famiglie, l’inflazione te la scordi.
Solo se simultaneamente aumenteranno i consumi dalla GRAN PARTE delle famiglie si alzerà l’inflazione. Generalmente accade quando TUTTI hanno un buon lavoro: non a caso, aumentando la disoccupazione marginale diminuiscono i salari e, in questo caso, SI, simmetricamente. (Una volta la chiamavano “curva di Phillips”).
In Giappone darebbero l’anima per rivedere una inflazione sopra il 2% ed è per questo che hanno svalutato del 30% lo Yen negli ultimi 6 mesi. Lo scopo è quello di far ripartire i consumi interni e la molla è l’export. Loro sono come noi e la Corea: Nazioni che non hanno risorse (materie prime) e sono costrette ad importarle per poi trasformarle e rivenderle, lasciando all’interno del proprio territorio la MASSIMA parte del ricavato in salari, tasse, dividenti ecc.
Comunque, per ovviare in qualsiasi caso ad un aumento inflattivo (magari!!!) dato da una MASSICCIA ripresa dei consumi (ri-magari!!!!), basterà reintrodurre l’INDICIZZAZIONE dei SALARI (meglio conosciuta come “scala mobile”), NECESSARIA a garantire le fasce di popolazione più deboli.
Ora non avete più scuse. Questo è se vi pare, e, se non vi pare, sarà lo stesso. Fortunatamente la matematica non è un’opinione.
Di una cosa sono più che certo: di euro e di UE stiamo morendo lentamente (ma neanche troppo).
Roberto Nardella.