Petrolio

 

  By: lutrom on Giovedì 16 Settembre 2004 19:39

Da: www.lescienze.it 15.09.2004 Idrocarburi in profondità Le trivellazioni di solito non scendono al di sotto degli 8 chilometri In un periodo in cui i prezzi del petrolio e del gas sono in crescita, la possibilità che esistano riserve non ancora sfruttate è attraente. I giacimenti vengono di solito trivellati a una profondità non superiore ai 5-8 chilometri nella crosta terrestre. Ora una serie di esperimenti condotti in collaborazione con la National Science Foundation e il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti esplorano la possibilità che a grandi profondità esistano fonti inorganiche di idrocarburi, ovvero idrocarburi provenienti da semplici reazioni fra l'acqua e la roccia e non soltanto dalla decomposizione di organismi viventi. Il metano, l'idrocarburo più abbondante nella crosta terrestre, è il componente principale del gas naturale. Spesso le riserve di gas sono accompagnate da petrolio liquido. Tuttavia, queste riserve, a 5-8 chilometri dalla superficie terrestre, esistono in condizioni di pressione relativamente bassa. Da tempo ci si chiede se gli idrocarburi esistano anche a maggiori profondità. Il team di scienziati, fra i quali Russel Hemley della Carnegie Institute di Washington (co-autore di un articolo pubblicato online sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences"), ha effettuato una serie di esperimenti e di calcoli per simulare le condizioni del mantello superiore terrestre, che si trova fra 20 e 60 chilometri al di sotto della terraferma. I risultati confermano la possibilità che in questi ambienti la Terra possa produrre idrocarburi non originati dal decadimento di organismi biologici.

 

  By: Mr.Fog on Giovedì 16 Settembre 2004 16:20

Oil profits increase, but output falls Sep 16, 2004 (Tulsa World - Knight Ridder/Tribune Business News via COMTEX) -- Producers say they're facing higher risks and more obstacles in developing oil fields. Most oil companies reported substantial gains in earnings for the second quarter, thanks to oil prices that have held steady at high levels for more than a year. But the improved financial results may be masking a dark trend in the industry: Although major oil companies are making more money from higher prices, they're producing less oil. ConocoPhillips earned $2.1 billion in the second quarter -- a 75 percent increase over last year -- but produced 5.6 percent less oil. ChevronTexaco's profits more than doubled -- rising to $4.1 billion -- while oil production fell 1 percent. And Royal Dutch/Shell, which reported a 5 percent decline in oil production, saw profits soar 5 percent to $4 billion. The drop in production stems from a lack of investment, not a lack of supply, said Dennis O'Brien, director of the Institute for Energy Economics and Policy at the University of Oklahoma. "There's a lot of crude oil out there that could be available if the investment were put in place," he said. Major oil companies are producing less oil because they face higher risks and more obstacles in developing the world's oil supplies, and they're wary of making huge investments, O'Brien said. In addition, available oil supplies are deeper, further offshore and in areas where civil unrest and political uncertainty threaten oil-field development. "It's much more difficult to find the kind of projects that were available 20 years ago," O'Brien said. Major oil companies have tightened their spending belts and "are not as anxious to go out and take the risks they took some years ago," he said. "They look much more carefully at the economics of every project." Meanwhile, OPEC decided Wednesday to increase production by 1 million barrels a day in hopes of bringing down high oil prices. But analysts downplayed the move because the Organization of Petroleum Exporting Countries is already producing as much oil as it can. OPEC agreed to raise output from 26 million barrels a day to 27 million barrels, but the 11-nation cartel has been exceeding its quota for months and is already producing 27.4 million barrels a day to meet the world's growing thirst for crude. OPEC's decision won't change the fundamental balance of supply and demand, said Dobie Langenkamp, director of the National Energy-Environment Law and Policy Institute at the University of Tulsa. "Most people don't believe OPEC has a lot of spare capacity," Langenkamp said. "But the fact that OPEC is attempting to moderate the price shows a desire to maintain a price that does not depress Western economies." The price of oil fell 81 cents Wednesday, closing at $43.58 a barrel on the New York Mercantile Exchange. World oil production has remained flat this year, but demand is skyrocketing because of strong economic growth in China and India. As a result, the industry is struggling to meet demand, and excess production is razor-thin. China's oil imports for the first six months of 2004 were up 35 percent from the same period last year, according to the International Energy Agency's latest Oil Market Report. Stephen Leeb, a New York money manager and author of "The Oil Factor," says rising demand will push oil prices to $100 a barrel by the end of this decade. "The world is fast approaching a massive clash between demand for oil and our ability to meet that demand," Leeb writes. "And there is no question that oil prices will rise dramatically over the next decade." But supplies are plentiful, Langenkamp said. It's the political, social and economic barriers that are preventing big oil companies from ramping up production. Iraq is a good example, he said. "If Iraq were stabilized, most people think it can produce 2 million or 3 million more barrels (a day) in four or five years," Langenkamp said. "Three million barrels would have a dramatic impact on the price." Also, oil companies are reluctant to make investments in exploration due to fears of a sharp decline in prices. "They've been burned before," Langenkamp said. "If oil companies had confidence in $40 oil, we would see a substantial increase in development and production."

Petrolio, Venezuela, Russia e spostamento delle truppe: lo scenario si delinea - gz  

  By: GZ on Lunedì 16 Agosto 2004 20:02

Ecco il commento intelligente "du jour", preso da ^TheStreetInsight.com#http://www.thestreet.com/i/dps/tt/traderstalk1.html^ qui in fondo alla pagina. Oggi l'amministrazione Bush annuncia che 70mila truppe e 100mila del personale di supporto verrano spostate dalla Germania e altri soldati ritirati dalla Corea dove non ce n'è più molto bisogno. Il petrolio ha perso mezzo dollaro e il Nasdaq fa +1.5%. Come mai proprio oggi ? perchè il ^petrolio#^ potrebbe ora raffreddarsi e perchè questo è collegato al rally delle borse di oggi ^(e allo scenario che ho delineato#www.cobraf.com/abbonati/articolo.asp?id=22175&Tart=^) ? La Russia per tre settimane ha artificialmente tenuto alto il petrolio con la ridicola storia di Yukos in cui ogni giorno minacciavano di chiuderla congelandogli i conti per delle tasse non pagate anni fa, (come se facendola fallire le tasse le recuperassero), il giorno dopo smentivano e poi di nuovo minacciavano e ricattavano il mercato petrolifero a cui Yukos contribuisce 2 milioni di barili al giorno. Era chiaramente una manovra sfacciata per spingere su il greggio. Venerdì è stato fatto trapelare da Washington quello che oggi è stato annunciato sul piano di spostamento delle truppe. Dove esattamente queste truppe andranno non è detto chiaramente, ma è probabile in alcun paesi confinanti con la Russia, forse paesi baltici, forse specialmente a sud, tipo kazakstan o armenia o turkmenistan dove ci sono grossi giacimenti di gas e greggio. E venerdì finalmente c'è stato segno che i russi la smettono perchè hanno annunciato di avere assunto delle banche d'affari per vendere un unità di Yukos e finire la storia così. Domenica in Venezuela c'è stato il referendum. Quindi Bush, Cheney e Rumsfeld & Co. hanno calibrato l'annuncio delle truppe a cavallo del referendum in Venezuela (che il mercato temeva) per mettere pressione ai russi e fargli capire che devono smettere di giocare con il petrolio perchè possono ritrovarsi altre truppe usa in azerbajan, estonia o kazakstan in aggiunta a quelle in afganistan e iraq. A mio avviso, e a quello di altri più esperti di me come questo, questi fatti sono collegati tra loro. E la borsa ne sta prendendo nota

 

  By: DOTT JOSE on Sabato 14 Agosto 2004 13:19

se vi puo' consolare c'e questa storia di bugie sulle riserve di petroliio sovrastimate, anche shell e altre avevano mentito al riguardo..aia..aia Energy investment banker Matthew Simmons, Chairman and CEO of Simmons and Co, a contributor to the Bush-Cheney energy plan, puts it this way. "We still do not have any reliable data on (Iraq's) two great fields. The most famous one is Kirkuk and we have no new data on that at all. It is a very old field and the idea that suddenly Iraq can produce five or six million barrels per day is just a joke. It's goofy."

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: Gano on Sabato 14 Agosto 2004 04:27

Gilberto, a 50$ ci va da solo. Con quello che ha descritto Lei si va a 65$. Se poi aggiunge il rovesciamento della monarchia saudita siamo a 140$, che e' il prezzo ideale per Bin Laden.

 

  By: Gilberto on Sabato 14 Agosto 2004 02:05

L'allungo ai 50$ potrebbe darlo un po' di guerra civile in Venezuela , con qualche mesetto di interruzione di output (14% dell' import US viene dal Venezuela e il Venezuela esporta agli US il 54% della sua produzione) . Sarebbe la ciliegina sulla torta , insieme alla bancarotta "guidata" della Yukos , naturalmente ....

 

  By: Gilberto on Sabato 14 Agosto 2004 01:55

Cisha , ha ancora voglia di scherzare col PETROLIO A 46.50$/barile ? Qui si allunga a 50$ .....

 

  By: cisha on Sabato 14 Agosto 2004 01:50

ATTENZIONE...ATTENZIONE NOTIZIA CHE SCONVOLGERA' GLI ASSETTI ECONOMICI EUROPEI E quindi MONDIALI: ALLE ORE 23,00 (le 24,00 in GRECIA) HANNO SCOPERTO IL PETROLIO AD ATENE...L'HO VISTO IN TELEVISIONE; LA SPACCIANO PER FIACCOLA OLIMPICA MA IN REALTA' E' TORRE EVAPORATIVA DEL PIU' GRANDE POZZO DI PETROLIO DEL MONDO E LO HANNO ACCESO PROPRIO IN QUESTO MOMENTO. Ma che succede: La notizia si già diffusa in tutto il mondo...GLI AMERICANI E GLI ALLEATI abbandonano l'Iraq e pare vogliano lasciare anche gli Arabi al loro destino (PS. Chissà che faccia fa BINLADEN quando glielo dicono?). 1) Gli tocca prendersi all'anima di gestire tutti quei fanatici che saranno anche incavolati perchè hanno fame e il petrolio non glielo compra più nessuno. 2) Manco co'c..zo gli mandano gli occidentali a ingegnerizzare le aree di estrazione, fare dei sondaggi accurati, trivellare e a costruire tutte le infrastrutture necessarie; 3) I pozzi gli tocca di spegnerli da soli (ed è la parte più pericolosa nella gestione del petrolio (credo che esistano pochissime società specializzate e tutte occidentali...da ricordare la prima guerra del golfo) 4) Con tutta quella sabbia che gli rimane possono ingannare il tempo a fare le piste per giocare a palline con i corridori. 5) Mi sa che fra qualche hanno questi arabi ce li ritroviamo tutti a pulire i vetri ai semafori. A parte gli scherzi se l'occidente fosse autonomo da un punto di vista energetico, si troverebbe senz'altro qualche altro grosso problema per complicarci la vita, ma ai FANATICI gli passerebbe "i'pizzicore".

 

  By: Gilberto on Mercoledì 11 Agosto 2004 20:05

Ma è chiaro che il petrolio sarà ancora la fonte energetica primaria per i prossimi 50 anni . Comunque hai voglia a produrre energia col fotovoltaico . Senza la fusione , che giustamente come dici ora è ancora poco conveninte , non vedo all'orizzonte niente che possa vere il predominio assoluto che ha avuto e sta avendo il petrolio .

 

  By: Gano on Mercoledì 11 Agosto 2004 20:00

Il problema e' come produrre idrogeno, perche' la sua produzione richiede energia, che e' *necessariamente* maggiore di quella poi prodotta. La fusione non si ha idea se funzionera' mai. Per ora non ha funzionato, nel senso che fin ora ha richiesto piu' energia di quella che ha prodotto (ca. due ordini di magnitudine di differenza, non poco...). Il fotovoltaico, benche' per ora sia un po' caruccio, funziona bene e ripaga l' investimento. Per inciso, il Giappone produce il 50% mondiale delle celle fotovoltaiche, e finche' la fusione nucleare non sara' a regime, a parte le tradizionali centrali nucleari, a fare concorrenza al petrolio ci sara' solo il fotovoltaico. Meditate gente, meditate... fate solo che costi un po' meno produrre le cellule...

 

  By: Gilberto on Mercoledì 11 Agosto 2004 17:03

Ottimo ! Hai individuato il vero problema . LA PRODUZIONE DI IDROGENO Serve una quantità immensa di energia ed escludendo il petrolio e le fonti rinnovabili (che non farebbero che un 10-15%) , l'unica vera alternativa al momento rimane la FUSIONE NUCLEARE , che NON PRODUCE SCORIE rispetto all'attuale fissione . Ci sono molti progetti già avanzati per la costruzione di centrali nucleari a fusione e il primo reattore mondiale a fusione dovrebbe nascere in Spagna , credo entro il 2010 .

 

  By: gianlini on Mercoledì 11 Agosto 2004 16:46

intendevo dire che l'equazione petrolio=benzina è un po' grossolana perchè col petrolio si fanno mille altre cose celle ad idrogeno in grado di produrre energia elettrica su scala mondiale?? e l'idrogeno come lo produci?

 

  By: Gilberto on Mercoledì 11 Agosto 2004 16:37

Non sono un chimico , ma è chiaro che H2 non ha dentro carbonio . Ed è proprio questo che non lo rende inquinante ! Sul lungo termine tutte le applicazioni energetiche fatte ora da benzina/gasolio/gas possono essere fatte dall'idrogeno . Mettere idrogeno nei motori a scoppio come se fosse benzina è la via della BMW , ma raccoglie molti più fondi la ricerca delle celle a idrogeno che producono energia elettrica . E con l'energia elettrica ci puoi fare tutto . Il problema è ottimizzare e rendere efficienti le celle e produrre idrogeno a bassi costi economici e ambientali .

 

  By: gianlini on Mercoledì 11 Agosto 2004 16:26

gilberto....non confondiamo cavoli con capre.... l'idrogeno e il petrolio non possono esere concorrenti fra loro all'idrogeno mancano un bel po' di C per esserlo diciamo che come fonte di energia per automobili l'idrogeno potrebbe andare a sostituire la benzina.

 

  By: Gilberto on Mercoledì 11 Agosto 2004 16:12

Non sono pessimista : ) Io credo che l'unico valido concorrente al petrolio (sul lungo termine) sia l'idrogeno . Poi ci sono tanti bei progetti (come il gasolio bianco GECAM che muove già molti bus a Modena ) e altre che sono meramente SOLE (con la o aperta) . Si potrebbe anche cercare di studiare una forma di fusione nucleare possibile , visto che la fissione crea scorie che ci terranno compagnia per qualche decina di migliaia di anni . Per il breve termine sarebbe necessario solo fare un po' di ordine in Iraq , trivellarlo come un Hemmental e pompare petrolio al limite delle capacità . Non so i dati precisi , ma sicuramente i giacimenti iracheni ammontano ad alcuni miliardi di barili e pensare che tutto questa energia è inutilizzata e in Iraq la benzina ci arriva raffinata dal Kuwait !!