By: giveme5 on Venerdì 13 Aprile 2007 20:58
SULL'EPISODIO DEL RAGAZZO SUICIDA XCHE' PRESO IN GIRO DAI COMPAGNI: (IN STAMPATELLO MIEI COMMENTI, IN CORSIVO GLI ARTICOLI DI GIORNALE)
ANTEFATTO:
UN FONDO DI SANSONETTI SU LIBERAZIONE DEL 06/04 CHE PRENDEVA A PRETESTO (+ CHE SPUNTO) QUESTE “SCANDALOSE” FRASI DI CARLO CARDIA SU AVVENIRE:
“...... Il contratto sociale più antico della storia umana, al punto che non se ne ricordano nemmeno le origini, è quello sulla famiglia, anche perché questa viene prima dell'organizzazione sociale e dello Stato. Per questo motivo il costituente italiano ha formulato le belle parole che figurano nel nostro patto fondamentale per le quali «lo Stato riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. ..........Sta qui la posta in gioco più grande. Ai giovani la legge [SUI DICO] direbbe di essere indifferente alla forma che assumono le relazioni umane fondamentali, quelle da cui nascono i figli che devono essere aiutati, formati ed educati nella crescita. Ai giovani la legge direbbe che eterosessualità e omosessualità sono la stessa cosa, che la scelta tra l'una o l'altra è intercambiabile perché lo Stato le pone sullo stesso piano, direbbe insomma che la famiglia non interessa più la collettività e che ciascuno può comportarsi come crede. Nessun'altra indicazione, nessuna preferenza, come in una normale questione di mercato. Sta qui il carattere strategico della questione familiare.” Carlo Cardia
QUI SEGUE UN'ARTICOLO DI D. RONDONI IN RISPOSTA A SANSONETTI (DI CUI NON RIPORTO L'ARTICOLO X NON FARLA TROPPO LUNGA E XCHE' E' CITATO NELL'ARTICOLO DI RONDONI). SEMPLICEMENTE SOTTOSCRIVO TUTTO. SCUSATE LA LUNGHEZZA
Strano e cinico editoriale di "Liberazione":
Strumentalizzare un suicidio per attaccare la «parte» avversa
Davide Rondoni
«Adesso fermiamoci a riflettere, il più serenamente possibile, su questa morte». Così dice nel suo editoriale di ieri il direttore di "Liberazione", giornale comunista. Non so cosa intenda, Piero Sansonetti, per riflettere "serenamente" sul suicidio di un sedicenne. Io non ci riesco, a restare "sereno" davanti al ragazzo che si toglie la vita. E di certo il titolo che lui stesso, in quanto direttore, ha scelto per il suo pezzo non è che aiuti granchè: "Le campagne anti-gay dell'Avvenire". Allora, che serenità è quella che invoca? Se usa della morte di una ragazzo in modo strumentale e violento, addirittura paragonando il prof. Cardia ai teorici del Ku-Klux-Klan, di che serenità va blaterando? E solo perché nei giorni scorsi l'illustre studioso aveva invitato a non fare leggi che comunichino ai giovani che "eterosessualità e omosessualità sono uguali". Nella sua serenità riflessiva Sansonetti può forse dimostrare che sono "uguali"? Che strana rabbiosa serenità porta a dire che l'affermazione che due cose sono diverse coincida con una discriminazione? Dire che una susina è differente da una pera significa riconoscere la realtà. Ma la realtà, a certi giornalisti o politici, non interessa più. Sono presi dal delirio dei loro pregiudizi ideologici. Quando sono all'opposizione, e quando al governo. Hanno bisogno di avere un nemico e accusarlo di ogni nefandezza se solo la pensa diverso. Così loro possono non pensare. E sentirsi a posto, sereni. ............. Che genere di vergognoso scempio sta facendo della morte di quel ragazzo, che ipocrisia così vistosa pur di dar fuoco a una polemica? Il povero ragazzo figlio di una immigrata filippina si è tolto la vita, sembra, perché non sopportava le offese che gli portavano i suoi compagni. Lo accusavano di isolarsi, avere voti troppi alti, di non filare le ragazze... L'adolescenza può essere un'età terribile. Pensare che quell'atteggiamento tetro e forse involontariamente crudele dei suoi compagni sia collegato alla battaglia in corso sui Dico e alle posizioni espresse da questo giornale, è una stupidaggine che bisogna aprire le finestre, poiché nessuna stanza la contiene. Tale è l'abbaglio del direttore sereno, che non registra il fatto più significativo. Lo ha fatto qui ieri Lucia Bellaspiga. Il nomignolo usato per deridere quel ragazzo era desunto da una trasmissione televisiva, il Grande Fratello. Jonhatan, questo il nome di un ragazzo gay che si esibiva in quella cloaca televisiva. Che è uno dei prodotti tipici di questa era nichilista, dove si scambia di continuo realtà e invenzione, e dove tutto si usa per fini commerciali e per un'idea di uomo banale. Quel genere di trasmissioni non è scritta di certo dal Prof. Cardia, o da chi la pensa come noi. Ma è in quel televisivo indottrinamento che la sessualità e le relazioni che in un adolescente andrebbero trattate con realismo, con rispetto e con chiarezza, vengono invece presentate nel modo più stupido e, perciò, preparatorio alla violenza. Ma Sansonetti è talmente preso dalla sua serenità anti-cattolica che non si cura più dei micidiali prodotti della tivù capitalista. Si dimentica persino d'esser comunista. Forse perché molti di quei programmi sono scritti e venduti da chi la pensa più come lui che come noi? E prova a lanciare il segnale: è battaglia tra Chiesa e gay. Ma non troverà spago da queste parti. La Chiesa non sta facendo la guerra a nessuno. Sta invitando a capire, a non fermarsi ai luoghi comuni per conoscere la realtà. A usare la ragione per il bene e per il futuro del Paese. Fa una cosa laica. Dice pane al pane e vino al vino, rispettando tutti e senza abdicare al buon senso. E soprattutto senza sognarsi mai di avvicinare, con spirito sì razzista, chi la pensa diversamente ai peggiori criminali. O di usare da sciacalli il suicidio di un ragazzo e le sofferenze di una mad re.
PANE AL PANE, VINO AL VINO !