ARROGANZA - giorgiofra
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By: giorgiofra on Sabato 02 Marzo 2013 19:35
Tra le proposte dell'economista Gallegati vi è quella dell'abolizione del contante per alcuni anni. Tale "economista" sostiene che questa decisione farebbe emergere una buona parte dei redditi sommersi, con conseguente aumento delle entrate fiscali e quindi con la possibilità di abbassare la pressione fiscale generale.
L'affermazione di questo "professore" suffraga la mia convinzione che la gran parte degli accademici sia completamente avulsa dalla realtà, ed accecata da modelli teorici assunti come veri e propri dogmi, non riesca a rendersi conto dei disastri che tale atteggiamento sta provocando nell'economia mondiale. Il fatto che tali "esperti" non ci abbiano mai azzeccato, non turba minimamente la loro fede.
Il professor Callegati non sa, o finge di non sapere, che esiste, in ogni paese del mondo, una parte dell'economia che sfugge all'occhio bramoso del fisco. E questo avviene per la semplice ragione che si tratta di milioni di piccole attività marginali che garantiscono a coloro che le praticano redditi minimi, appena sufficienti ad integrare i redditi ufficiali, e che non avrebbero alcuna ragione di esistere allorquando tali micro attività dovessero essere regolarizzate.
Possiamo immaginare la casalinga che si prende cura dei bambini della vicina che lavora, dell'impiegato che arrotonda con qualche lavoretto, dell'insegnante che da qualche ripetizione, del pensionato che raccoglie le erbe selvatiche e le rivende, ricavandoci, magari, 10 euro.
Queste micro attività, nel loro insieme, sono comunque PIL, ovvero ricchezza che viene prodotta ed entra nel circuito dei consumi, e che, seppure indirettamente, subisce prelievo fiscale. Ma si tratta anche, per milioni di disoccupati, di una valvola di sfogo utile ad ottenere un reddito, per quanto minimo, occasionale ed incerto.
Credere di poter eliminare queste micro attività, senza che lo stato si preoccupi di garantire la sussistenza a tutti, è semplicemente stupido. Se qualche idiota sostiene che in altri paesi "più civili" i disoccupati non si dedichino a queste attività, lo fa per disonestà intellettuale, omettendo di mettere in evidenza che lo stato, fin quando non troveranno nuovo impiego, provvederà a garantirgli un minimo di sussistenza.
Tempo fa ebbi modo di parlare con un anziano compaesano, oramai in pensione, che vive in Germania. Mi raccontava che vive in una zona circondata da boschi, dove, nella stagione adatta, si reca a raccogliere funghi, che poi rivende ai ristoratori della zona. Nessuno, mi diceva, richiede la fattura. Così come, quando ancora lavorava come muratore, svolgeva regolarmente lavoretti in nero. La cosa, a suo dire, è diffusa ed accettata, senza per questo gridare allo scandalo.
E' da molto tempo, ormai, che i media martellano la popolazione con una disinformazione scientificamente pianificata, allo scopo di far credere alla gente che certe pratiche avvengano solo in Italia, mentre all'estero siano tutti bravi, onesti, felici di pagare le tasse, e rispettosi delle leggi. La verità è che gli uomini sono tutti uguali, e la diffusione di certe pratiche non dipende dalla maggiore o minore onestà delle persone, ma semplicemente dal contesto economico nel quale le persone vivono.
Tornando alla proposta del professor Gallegati, mi pare grave che egli non comprenda che l'abolizione del contante non produrrebbe l'emersione del nero, ma semplicemente la sua scomparsa. Ma la scomparsa del nero produce due effetti alquanto nefasti: da un lato si avrebbe una riduzione della ricchezza prodotta, dall'altro si aumenterebbe il numero dei disperati che si ritroverebbero impossibilitati ad ottenere un reddito, per quanto piccolo possa essere. Forse il professor Gallegati non sa che certi consumi avvengono semplicemente perchè hanno un prezzo accessibile a molti cittadini che, se dovessero pagare un prezzo normale, si asterrebbero semplicemente dal consumare. Con la conseguenza che l'impossibilità di operare in nero non produrrebbe un aumento del fatturato delle attività regolari. Più semplicemente certi consumi sparirebbero.
Ora, che in questo momento qualcuno ritenga opportuno contrarre ulteriormente i consumi e la produzione di ricchezza, mi pare semplicemente folle.
Esiste, altresì, la consapevolezza che la gran parte del nero o dell'elusione fiscale, riguarda attività che usano esclusivamente pagamenti tracciati, come le banche o le multinazionali, le quali continuerebbero ad operare senza che nulla cambi.
Per quanto riguarda, invece, la criminalità, consiglio la lettura di un interessantissimo articolo di Uriel Fanelli, persona particolarmente esperta di reti informatiche. Egli dimostra, in modo inconfutabile, come la criminalità potrebbe continuare impunemente ad operare anche in assenza di denaro contante.
Giusto per fare un esempio: debbo farmi pagare in nero da un cliente 1000 euro. Il cliente, dal suo conto, carica una carta prepagata di quell'importo e me la consegna unitamente al codice PIN. Io, con quella carta, faccio tranquillamente le mie spese. All'esaurimento dei fondi la riconsegno al cliente che potrà riusarla, o potrei usarla a mia volta per pagare altri in nero. Questo sempre che il tabaccaio o il barista non debbano identificare ogni volta l'utilizzatore della carta, cosa che mi pare sconveniente ed inapplicabile.
L'abolizione del denaro contante, a parte i più gravi problemi di ordine etico e morale, si rivelerebbe esclusivamente un immenso regalo per le banche. Non solo non aumenterebbe il gettito tributario, ma concorrerebbe a dare il colpo di grazia ad una economia agonizzante. E non mi pare una cosa auspicabile.
I signori economisti, forieri di immensi disastri, pare non capiscano che innanzitutto occorre creare ricchezza, e tale creazione non può avvenire se non lasciando che milioni di persone trovino conveniente lavorare, investire, innovare, intraprendere. Ma fin quando lo stato penserà di trattare coloro che lavorano come criminali da punire, schiacciandoli sotto il peso del fisco, della burocrazia, delle norme inutili, non si otterrà che il collasso dell'apparato produttivo. L'operato del governo Monti suffraga questa tesi. I risultati della sua politica sono sotto gli occhi di tutti, e ciò nonostante, esistono ancora politici ed economisti che ritengono opportuno continuare la sua politica, ed anzi inasprirla.
Ho già sostenuto che certe cose sono sostanzialmente inapplicabili, come lo spesometro. La stessa cosa vale per l'abolizione del contante. Si tratta di semplici elucubrazioni di coloro che si ostinano a non vedere la realtà. Il Paese è allo stremo, e stiamo per superare la soglia oltre la quale la popolazione imbraccerà i forconi. I governi possono fare tutte le leggi che vogliono, e mettere nelle strade tutti i militari che hanno a disposizione, ma quando la gente raggiunge l'esasperazione non c'è legge ne polizia che tenga.
La Grecia è un esempio lampante di cosa produce la cecità dei governi e l'arroganza degli economisti: un paese distrutto che prima o poi esploderà, e lo farà per davvero. Nonostante il fallimento totale di tutte le previsioni degli economisti, questi presuntuosi continuano a pontificare indifferenti al senso di vergogna che dovrebbe ricoprirli.
Che vadano tutti a cagare.....