Latte e lattasi - Giovanni-bg
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By: Giovanni-bg on Mercoledì 20 Marzo 2013 19:17
A proposito della ^paloedieta#http://it.wikipedia.org/wiki/Paleodieta^ l'idea di base sarebbe anche corretta se non che almeno noi europei nel frattempo ci siamo evoluti con geni che sono "meno" paleo.
In particolare abbiamo sviluppato la trasmissiblità genetica del'enzima che serve a digerire il latte circa 7500 anni fa attreverso un meccanismo di selezione naturale darwiniana.
Ovvero chi mangiava (e riusciva a digerire grazie all'enzima della lattasi)latte e latticini evidentemente cresceva più forte e in salute di chi non lo faceva e così trasmise i suoi geni più degli altri tanto che oggi noi europei abbiamo l'enzima della lattasi persistente come patrimonio genetico, cosa che ci differenzia da africani ed orientali.
Questo dovrebbe dimostrare che almeno a noi europei quindi il latte e i latticini fanno più bene che male. Riporto un estratto di un interessante articolo di cui posto il link sotto che parla di ciò in modo approfondito
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Infatti, fin dall’inizio, tra gli scopi della domesticazione c’era anche, e non secondario, il consumo del latte degli animali. Nella Roma antica, a proposito, ancora in periodo storico è documentata la vendita perfino del latte di cagna, per malati, convalescenti e anziani. Comune il latte di capra, pecora e asina. Più raro quello di vacca. Il bue nell’antica Roma era l’animale da lavoro per eccellenza, e pare che non si usasse se non di rado nell’allevamento da latte. Il bue piccolo, ovviamente. Quello grande o uro (Bos primigenius) era molto aggressivo e attaccava l'uomo. Tuttavia in epoca preistorica fu addomesticato in Europa, e anche nella penisola italica, per incrociarlo con altre razze più miti e per utilizzarne anche il latte (dai 16 mila ai 12 mila anni fa), ed anzi "l’addomesticamento dell'uro - conferma David Caramelli che ha coordinato uno studio sul genoma del bovino - ha sicuramente influito anche sull'evoluzione dell'Uomo. Per esempio, è dimostrato che la diffusione in molte popolazioni umane di mutazioni sul Dna che permettono la digestione del lattosio anche in età adulta è avvenuta con un tipico processo darwiniano di selezione naturale dovuto al cambiamento di dieta».
Così, l’enzima lattasi necessario al Uomo per digerire lo zucchero del latte, il lattosio, accompagnò l'evoluzione umana in questa sua conquista del nuovo alimento liquido. La Natura approvò, e venne in soccorso di quelle popolazioni che il latte usavano di più e di continuo, determinando varianti genetiche capaci di sintetizzare l'enzima per il latte.
Al contrario di alcuni popoli dell’Africa e dell’estremo Oriente, la maggior parte della gente in Europa e molti individui di altre popolazioni continuano a produrre l’enzima lattasi per tutta la vita. Questo fenomeno si chiama "persistenza della lattasi". In Europa, una mutazione genetica dell’uomo (denominata −13,910*T) è collegata strettamente alla persistenza della lattasi e sembra essere favorita dalla selezione naturale durante gli ultimi 10.000 anni. Ma poiché il consumo di latte fresco da adulti era possibile soltanto dopo la domesticazione degli animali, è ovvio che la persistenza della lattasi si è evoluta insieme con la pratica culturale casearia, cioè con l’uso di bere latte o yogurt, e di fare il formaggio, che era in origine l’unico modo di conservazione del latte nel lungo periodo.
Ora, su "PLoS Computational Biology", un originale studio genetico, archeologico e computazionale (sono state usate anche simulazioni matematiche al computer), integralmente riportato, ha scoperto che l’accoppiata evolutiva "persistenza della lattasi-uso di latte e formaggio" è cominciata intorno a 7.500 anni fa nell’area fra i Balcani centrali e l'Europa centrale. Dunque, non in Svezia, Norvegia, Gran Bretagna e Finlandia, aree in cui si è sempre bevuto molto latte. Al contrario di quanto si riteneva finora, si è trovato che nelle aree del Nord Europa la persistenza della lattasi, molto diffusa, non fu dovuta - ha commentato Mark Thomas, che ha diretto lo studio - soprattutto all’accresciuta richiesta nella dieta di vitamina D (latte e latticini ne sono ricchi), come compensazione della carenza in quei climi dell’irradiazione solare (che, com'è noto, sintetizza la vitamina D nella pelle).
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http://love-lacto-ovo-vegetarian.blogspot.it/2009/09/e-la-natura-10-mila-anni-fa-dette.html
L'articolo contiene molti riferimenti bibliografici a studi scientifici per chi volesse approfondire.