By: GZ on Lunedì 13 Ottobre 2003 20:26
Ritaglio questo pezzo sintetico di oggi del Corriere Economia.
i) Un terzo dell'energia europea viene dal nucleare, in Europa occidentale ci sono 142 centrali atomiche funzionanti, soprattutto in Francia e nel Regno Unito (59 e 27) e più di 200 in europa dell'est
ii) Ci sono 33 centrali atomiche in costruzione nel mondo oggi
Le restrizioni imposte dall'accordo di Kyoto all'uso dei combustibili fossili, del resto, lasciano poche altre vie d'uscita
iii) L'Italia è l'unico grande Paese d'Europa che non si è limitato alla moratoria, ma ha chiuso le quattro centrali e non ne ha più nessuna quando la Finlandia con 4 milioni di abitanti ne ha cinque. L'italia quindi importa un 20% della sua energia elettrica e quella che produce la genera a costi maggiori degli altri paesi europei
Poi dicono perchè nel "lungo periodo" la borsa italiano sottoperforma il resto delle altre. E il bello è che nessuno chiede il conto di questo disastro ai politici e agli esperti di ispirazione ambientalista-verde.
--------------------- Elena Comelli www.corriere.it -------
Stop al nucleare? No, ci sono 33 centrali in costruzione
Il nucleare, dicono alcuni, è troppo costoso e non regge alla liberalizzazione: per questo anche i Paesi che oggi lo usano hanno smesso di costruire nuovi reattori. Falso. In giro per il mondo ci sono oggi 33 centrali atomiche in costruzione, la maggior parte in Asia (Russia asiatica, Cina, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, India), ma anche in Europa orientale (Ucraina, Romania, Slovacchia) e in America Latina (Argentina). Almeno altre 27 sono a uno stadio avanzato di pianificazione (Usa, Sudafrica, Brasile, Finlandia, Pakistan).
All'inizio di agosto, il Senato americano ha approvato uno stanziamento di 29,7 milioni di dollari per la ricerca sui reattori di quarta generazione. E, col passaggio alla Camera dell'Energy Bill, entro la fine di quest'anno dovrebbe essere finanziata la costruzione di un impianto con i nuovi reattori ad alta temperatura raffreddati a gas, un progetto da un miliardo di dollari, oltre ad altre sei centrali atomiche da aggiungersi alle attuali 104, che producono il 20% dell'energia consumata dagli americani. Ma gli Stati Uniti non sono un caso isolato. In India sono appena stati stanziati 760 milioni di dollari per la costruzione di un nuovo reattore autofertilizzante.
In Finlandia si sta costruendo la quinta centrale nucleare. In Europa occidentale ci sono 142 centrali atomiche funzionanti, soprattutto in Francia e nel Regno Unito (59 e 27), ma anche negli altri Paesi dell'Unione, compresi quelli che hanno optato per una moratoria (19 in Germania, 11 in Svezia, 9 in Spagna, 7 in Belgio, 5 in Svizzera, 4 in Finlandia e 1 in Olanda).
Un terzo dell'energia europea viene dal nucleare e la vice presidente della Commissione europea Loyola De Palacio ha recentemente dichiarato che «non si può escludere un ulteriore sviluppo del nucleare» per soddisfare il fabbisogno di due-trecento Gigawatt in più, prevedibile in Europa nei prossimi vent'anni, insistendo sulla necessità di finanziare la ricerca in questo senso.
Le restrizioni imposte dall'accordo di Kyoto all'uso dei combustibili fossili, del resto, lasciano poche altre vie d'uscita: anche un ambientalista di rango come James Lovelock, padre della teoria di Gaia (in base alla quale la Terra è paragonabile a un organismo vivente), ha dato recentemente la sua benedizione all'apertura a Londra della World Nuclear University, destinata a diventare il centro coordinatore delle ricerche più avanzate in materia. Francia, Regno Unito, Svizzera, Brasile e Sudafrica partecipano attivamente alla ricerca americana sui reattori di quarta generazione.
L'Italia è l'unico grande Paese d'Europa che non si è limitato alla moratoria, ma ha chiuso le quattro centrali che aveva: Latina, Garigliano, Trino Vercellese e Caorso. Quella di Montalto di Castro, quasi finita, non è mai stata avviata.