>>>>>>>Non e' invidia, e' l'istinto che ti porta a rifiutare un proprio simile in una posizione di comando.
Questo succede in tutti i contesti, perfino quelli sindacali dove sarebbe naturale che fosse un
esponente del gruppo a fare rappresentanza, ma il gruppo rifiuta, vuole l'acculturato bertinotti
che li riempie di stronzate e se ne fotte di loro.<<<<<<<
Ma questo è naturale, tutti pensano: Ma questo stronzo è uguale a me, ( che sono una nullità. ), per quale motivo dovrei
concedergli una posizione di potere e guadagno superiore alla mia?
Mentre l’acculturato, come dici tu, l’imparato, il forestiero, che spara parole incomprensibili, paroloni, e non fa parte del proprio gruppo sociale,
ha sempre un certo fascino, e non suscita invidie.
Tempo fa, ideai una dimostrazione del Nemo propheta in patria, grazie a questa logica.
È praticamente impossibile avere un successo riconosciuto, nel proprio paese o clan, anche se dotati di caratteristiche eccezionali.