Per la Francia cmq è stato un flop totale la presunta operazione libica. ENI continua ad essere leader lì.
IL CONFRONTO CON TOTAL IN LIBIA
Va ricordato che, in Libia, Eni “ha un ruolo decisamente centrale, ben più di quello della concorrente francese Total. Non solo perché il Cane a sei zampe è presente dal 1959. Ma perché la società italiana, in tandem con la società nazionale Noc, rappresenta il 70% della produzione nazionale libica – ha aggiunto il Messaggero -. Gli ultimi dati di produzione di Eni in Libia parlano di 270-280 mila barili al giorno, mentre nel 2017 si era toccato il record di 384 mila barili al giorno. Ed è il gasdotto Greenstream a raccogliere il gas naturale proveniente dai due giacimenti di Bahr Essalam e Wafa e farlo arrivare in Sicilia a Gela”.
LA PRODUZIONE ENI IN LIBIA
Non solo. La produzione libica dell’Eni “vale circa il 15% della produzione del gruppo italiano. Circa un terzo del gas naturale prodotto dal gruppo è libico. E non è comunque poco per un colosso che fattura 77 miliardi”.
I NUMERI DI ENI NEL PAESE: 6 I CONTRATTI IN CORSO
Più nel dettaglio, come spiega il gruppo guidato dall’ad, Claudio Descalzi, l’attività è condotta nell’offshore mediterraneo di fronte a Tripoli e nel deserto libico per una superficie complessiva sviluppata e non sviluppata di 24.673 chilometri quadrati (12.336 chilometri quadrati in quota Eni).
IL SETTORE ONSHORE PER ENI IN LIBIA
L’attività di esplorazione e sviluppo è raggruppata in 6 contratti. A livello onshore abbiamo l’Area A, comprendente l’ex Concessione 82 (Eni 50%); l’Area B, ex-Concessione 100 (Bu Attifel) e il Blocco NC 125 (Eni 50%); l’Area E, con il giacimento El Feel (Elephant) (Eni 33,3%); l’Area F, con il Blocco 118 (Eni 50%); e l’Area D, con il Blocco NC 169, nell’ambito del Western Libyan Gas Project (Eni 50%).