W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

 

  By: lutrom on Lunedì 27 Agosto 2007 01:46

Zibordi ha perfettamente ragione. Io conosco una signora anziana con una pensione molto bassa. La signora, per questioni di minima decenza, aveva giustamente pensato di tinteggiare la zona (molto ampia) di ingresso a casa sua. Ora, la ditta che avevea interpellato per prima (cioè la ditta regolare che pagava le tasse), le aveva chiesto 800 euro per questo lavoro, una cifra proibitiva per la signora. Questa, allora, su consiglio di alcuni conoscenti, ha interpellato un uomo che faceva questo lavoro abusivamente e che le aveva chiesto 180 euro: cioè ben 620 euro in meno (anche se la ditta regolare è conosciuta perché fa lavori quasi perfetti, al contrario dell'abusivo che fa lavori che possono solo definirsi accettabili, però la differenza fa comunque pensare). Ora direi ai teorici del comunismo reale (rifondazione e via dicendo): che ne dite?? Alla fine le tasse alte sono una sciagura per i ricchi o soprattutto per i poveri???

 

  By: XTOL on Sabato 25 Agosto 2007 23:34

eh, gz sa essere travolgente, anche se a volte rimane travolto pure lui! non in questa occasione, cmq. qui purtroppo quasi nessuno ha ancora capito che le polemiche tra dipendenti e autonomi (o quella che cercano di montare, tra giovani e vecchi) sono usate per sviare l'attenzione degli allocchi dall'unico conflitto reale: quello casta/sudditi

8 mesi all'anno per il governo e 4 mesi per sè - gz  

  By: GZ on Sabato 25 Agosto 2007 15:53

..ma con la finanza che colpisce stavolta DURO chi evade anche un eurino .. ------------- ..quindi tutti quegli insegnanti che danno ripetizioni in nero, le pensionate a cui tocca fare la revisione e messa a norma della caldaia che le costa 1.000 euro + IVA e la pagano in nero per avere lo sconto altrimenti non mangiano, i lavoratori dipendenti a cui fanno male i denti e per ridurre il conto del dentista glieli danno in contanti... bisogna stangare e strappare gli ultimi euro ancora all'80% degli italiani fino a quando non sopravvivvano solo gli Enti Pubblici, le Banche, la Telecom, le Autostrade e le Municipalizzate Luce, Acqua e Gas e le Poste Se tu "paghi le tasse" perchè sei dipendente (o un autonomo che deve fatturare) su 2.000 euro ad esempio che hai prodotto di reddito (che sei costato alla ditta o ai clienti) il governo locale e nazionale ne preleva come Irpef e contributi vari intorno dal 45% al 50%. Ma questo è solo l'inizio. Il netto che ti rimane di 1.100 o 1.000 euro lo usi per pagare altre tasse tutto il giorno. A meno che non vivi d'aria devi mettere benzina nell'auto e qui ogni 100 euro ne paghi 73 di tasse, scaldarti l'appartamento e un altro 20-25% va in tasse, rinnovi patente o passaporto e partono 200 o 300 euro (in pratica il costo è tutte tasse), se hai casa paghi l'ICI, fai la spesa per mangiare vestirti o svagarti e paghi un 20% di IVA su tutto... parcheggi male e paghi 80 euro di multa... ristrutturi casa e se ti danno il permesso lo paghi caro (da me il comune ha voluto 20.000 euro ad esempio)... Se consumi (e con 1.100 di reddito al mese devi consumare tutto) alla fine dei 1.000 o 1.100 euro netti in busta paga ne hai dati almeno altri 300-500 di tasse, in aggiunta alle trattenute e irpef varie Una persona che lavori in pratica in Italia oggi su 2.000 di reddito mensile che ha prodotto è costretto a darne al governo almeno 1.300 euro, ma in molti casi anche 1.500 euro. In Italia oggi chi lavora e non possa evadere, considerando tutte le imposte nascoste in ogni attività e in ogni bene che compri, paga in totale dal 65% al 75% del suo reddito. Significa che lavora 8 mesi all'anno per il governo e 4 mesi per sè e la sua famiglia come nel medioevo i servi della gleba che davano 150 giornate di lavoro al feudatario Questo è scandaloso, immorale, demenziale e suicida, è la ragione della stagnazione econmomica e del crollo demografico che in due generazioni farà sparire l'Italia come entità culturale distinta e del pessimismo nero che manifesta la maggioranza degli italiani specie giovani (che non siano in politica o nel pubblico impiego privilegiato) Negli anni del boom economico, fino ai primi anni '70 il carico fiscale totale era circa la metà, ma nessun partito ha mai proposto di raddoppiarlo nel suo programma politico, hanno semplicemente aumentato la spesa pubblica del 10% l'anno ogni anno e poi dato che si creava un "buco nei conti" gridato : ".. emergenza.. bisogna risanare i conti dell'italia!..i sacrifici...l'austerità... dobbiamo entrare in europa..." per dare le stangata fiscali L'unica forma di autodifesa per chi lavora nel settore privato e anche molti nel pubblico è l'elusione ed evasione fiscale oppure la rivolta fiscale. Che non a caso è stata alla radice di tutte le rivoluzioni democratiche che hanno creato la civiltà moderna occidentale (la rivoluzione inglese, americana e francese hanno tutte avuto come origine le tasse) (Se il tuo reddito è elevato diciamo 8.000 euro al mese le aliquote sono più alte, però dato che non consumi tutto e ne investi una parte almeno su quello paghi aliquote minori: alla fine il risultato è simile, lavori 8 mesi per il governo)

 

  By: pescatore on Sabato 25 Agosto 2007 14:05

Io ho un nome di riserva....Beppe Grillo

 

  By: DOTT JOSE on Sabato 25 Agosto 2007 14:04

Prima di vendere l'oro o di aumentare le tasse perche non vendono tutte le ricchezze sequestrate alla mafia ? Sul Mondo l altra settimana leggevo che sono >40 MILIARDI DI EURO < !!i beni sequestrati alle varie ndranghete e cosche..e allora monetizziamo,vendiamole ai cinesi ai russi a chi volete basta che si tiri su qualcosa... In fretta perche quando al governo torneranno "gli amici degli amici" (Cuffaro per esempio) non ci vuole mica niente che restituiscano tutto ai mafiosi con tante scuse e pure gli interessi...e tantop paga pantalone... Qua il governo si gioca la poca credibilita rimasta...

10 febbraio 1947 MATERIALI DI RESISTENZA STORICA GIORNO DEL RICORDO FOIBE dieci febbraio | MILLENOVECENTOQUARANTASETTE

 

  By: julien3 on Sabato 25 Agosto 2007 12:45

...da un poco che non scrivevo... solo che Gandhi, faceva la sua battaglia contro le tasse che erano imposte dal governo inglese, di cui l'india era colonia. Nessuno si sognerebbe in nessun paese civile di inneggiare allo sciopero fiscale, anche perchè, essendo stato prima al governo, non ha fattoniente per diminuire la spesa pubblica, anzi. Pagare le tasse è questione di civiltà, così come scegliersi il giusto governo e governanti. SOno ansioso di vedere se facessero una riduzione delle tasse uniformate ai livelli europei ma con la finanza che colpisce stavolta DURO chi evade anche un eurino e contemporaneamente però uniformano anche le aliquote per i rendimenti finanziari...chissa in quanti di quelli che ora si lamentano per le troppe tasse piangerebbe invece lacrime amare. Julien3

 

  By: gianlini on Venerdì 24 Agosto 2007 13:41

l'impressione condivisa più o meno da tutti coloro che hanno girato un po' il mondo e cioè che in italia si lavori come in nessun altro paese al mondo, unita a queste notizie drammatiche, porta a concludere che se qualcuno si facesse avanti con un LBO sullo stato italiano, con relativa "razionalizzazione" di entrate ed uscite, farebbe un affare straordinario dopo tutto con un mille miliardi di euro (i debiti dello stato) puoi pensare di rilevare più o meno tutto (che non sono poi tanti se si mettono insieme GS, MRL e Blackstone) fantascienza ma possibile!

Il Pensiero di Gandhi - gz  

  By: GZ on Venerdì 24 Agosto 2007 13:35

L'Espresso di oggi mostra che lo stato italiano, che ha 5.3 milioni di dipendenti, in aggiunta paga anche consulenze ad altri 260 mila consulenti ed esperti esterni per un costo di 1.5 miliardi Ha anche un blog aggiornato tutti i giorni, ^spreconi.blog.espresso.repubblica.it#http://spreconi.blog.espresso.repubblica.it^, leggendo a caso: nel 2006 le agende che senatori e deputati si regalano a fine anno sono costate 750 mila euro. Calcolando che siano circa 1.000 gli eletti... 750 euro ad agenda ...è legale ? sicuro, se le leggi le fai tu è sempre legale ... Tutti venerano Gandhi, ma come dice tremonti il Mahatma organizzò uno sciopero fiscale, la Rivoluzione Francese ebbe come pretesto un aumento delle tasse, la Rivoluzione Americana ovviamente fu scatenata da un aumento di tasse e naturalmente anche quella inglese del 1260. La rivolta fiscale è alla base della libertà e democrazia moderne -------------------------- Dal pensiero di Gandhi: "La perfetta disubbidienza civile è una ribellione priva di violenza. Un perfetto oppositore civile ignora semplicemente l'autorità dello Stato. Diventa un fuorilegge che afferma di disprezzare qualsiasi legge di uno Stato immorale. Così, per esempio, ^può rifiutare di pagare le tasse#http://www.panarchy.org/gandhi/scritti.html^, può rifiutare di riconoscere l'autorità nella sua vita quotidiana." "Considero un aumento di potere dello Stato con il massimo timore perché, pur essendo in apparenza portatore di bene in quanto limita lo sfruttamento, reca il massimo danno all'umanità distruggendo l'individualità che sta alla radice di ogni progresso." --------------- Dalle opere di Gandhi ....nel 1924, Gandhi si ritirò dalla politica attiva, ma fu presto richiamato alla lotta e alla nuova proclamazione di una nuova ^campagna per la disobbedienza civile, chiedendo ai suoi di rifiutarsi di pagare le tasse#http://www.psicolinea.it/p_p/gandhi.htm^ sul sale, che colpivano le popolazioni più povere. Migliaia di indiani seguirono Gandhi per 24 giorni, 350 chilometri, da Ahmedabad al mar d’Arabia, facendo il sale attraverso l’evaporazione dell’acqua marina, come atto simbolico anti-governativo. Era il 12 Marzo del 1930..

 

  By: gianlini on Venerdì 24 Agosto 2007 12:54

La presentazione (veste grafica, tono, posizione) della notizia è di quelle che sottolineano le notizie positive tipo "Italia qualificata per la finale della Coppa del Mondo". delinquenti! Fisco, volano le entrate da Irpef, Ires e Irap Boom del gettito da autoliquidazione: le imposte versate con le dichiarazioni dei redditi. A fine anno 4 miliardi in più di tesoretto ROMA - Il gettito da autoliquidazione (cioè le imposte dovute per Irpef, Ires e Irap e versate con le dichiarazioni dei redditi) ad agosto è cresciuto «al di là delle previsioni, consolidando il buon andamento delle entrate tributarie registrato dall'inizio dell'anno». Lo affermano dal ministero dell'Economia spiegando che «nel periodo gennaio-inizio agosto, il gettito da autoliquidazione è aumentato di circa 7,8 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2006, con un tasso di crescita annuale di circa il 21%, contro l'aumento del 14% registrato nel 2006 rispetto al 2005.

 

  By: gianlini on Venerdì 24 Agosto 2007 12:15

chissà perchè per i 6 dello Utah hanno continuamente fornito aggiornamenti e notizie con tanto di foto, mentre per questa (181 persone!!!) non è stato dato alcun rilievo.... Cina, dati per morti 181 minatori intrappolati giovedì, 23 agosto 2007 11.58 Versione per stampa PECHINO (Reuters) - Non c'è speranza di trovare sopravvissuti nella miniera di carbone cinese dove 181 minatori sono rimasti intrappolati, ha detto oggi un alto funzionario, aggiungendo che i responsabili del disastro verranno consegnati alla legge. I minatori sono intrappolati da venerdì scorso, quando l'argine di un fiume ha ceduto per via delle piogge torrenziali invadendo i pozzi della miniera. La maggior parte dei minatori sono intrappolati in uno dei pozzi principali, altri nove in uno vicino di dimensioni minori. "La pioggia è andata oltre le nostre aspettative e ha superato i record storici", ha detto ai giornalisti a margine di una conferenza stampa il vicegovernatore della provincia di Shandong, Huang Sheng. "Per via della grande quantità d'acqua, crediamo che non ci sia speranza di trovare sopravvissuti", ha aggiunto. La crisi nella provincia orientale dello Shandong si è trasformata in un test per l'indebolita fiducia del pubblico nelle promesse del governo di migliorare la situazione nelle miniere. Oltre 2mila persone hanno perso la vita nelle miniere di carbone cinesi nei primi sette mesi di quest'anno.

 

  By: lutrom on Venerdì 24 Agosto 2007 10:25

Se avete tempo da perdere, leggete questo articolo comparso sull' Unità; secondo voi ha un filo logico?? Forse sono io l'ignorante, ma a parte qualche cosa vera, mi sembra di vedere ragionamenti contorti, contraddittori e fumosi ad un tale livello da fare quasi paura. Mi chiedo: possiamo stare nelle mani di tali persone?? Chi scrive tali cose crede in quello che dice o lo fa solo per accaparrarsi le simpatie di poveri cristi, o di sedicenti "intellettuali", o di operai e impiegati sfaticati ed il suo vero fine invece è ingrassare (e molto) nei partiti e nei sindacati alle spalle di coloro che lavorano veramente?? Anche perché non mi sembra questa la strada per difendere (anche a sinistra) coloro che lavorano veramente e vengono sfruttati, e ce ne sono, da superiori e da colleghi (ripeto: e da colleghi)... ---------------------------------------------------------- 24/08/07 l'Unità: Chi comanda nell’impero della meritocrazia Questo sono stralci dall’ultimo articolo scritto da Trentin per «l’Unità» il 13 luglio 2006. La meritocrazia come criterio di selezione degli individui al lavoro ritorna alla moda nel linguaggio della sinistra e del centrosinistra (...). In realtà, sin dall’illuminismo, la meritocrazia che presupponeva la legittimazione della decisione discrezionale di un “governante”, sia esso un caporeparto, un capo ufficio, un barone universitario o, naturalmente un politico inserito nella macchina di governo, era stata respinta. Era stata respinta come una sostituzione della formazione e dell’educazione, che solo possono essere assunte come criterio di riconoscimento dell’attitudine di qualsiasi lavoratore di svolgere la funzione alla quale era candidato. Già Rousseau e, con lui, Condorcet respingevano con rigore qualsiasi criterio diverso dalla conoscenza e dalla qualificazione specializzata, di valutazione del “valore” della persona e lo riconoscevano come una mera espressione di un potere autoritario e discriminatorio. Ma da allora, con il sopravvento nel mondo delle imprese di una cultura del potere e dell’autorità il ricorso al “merito” ha sempre avuto il ruolo di sancire, dalla prima rivoluzione industriale al fordismo, il potere indivisibile del padrone o del governante, e il significato di ridimensionare ogni valutazione fondata sulla conoscenza e il “sapere fare”, valorizzando invece, come fattori determinanti, criteri come quelli della fedeltà, della lealtà nei confronti del superiore, di obbedienza e, in quel contesto, negli anni del fordismo, dell’anzianità aziendale. Nella mia storia di sindacalista ho dovuto fare ogni giorno i conti con la meritocrazia, e cioè con il ricorso al concetto di “merito”, utilizzato (anche in termini salariali) come correttivo di riconoscimento della qualificazione e della competenza dei lavoratori. E, soprattutto negli anni 60 del secolo passato, quando mi sono confrontato con la struttura della retribuzione, alla Fiat e in altre grandi fabbriche e ho scoperto la funzione antisindacale degli “assegni” o “premi” di merito, quando questi, oltre a dividere i lavoratori della stessa qualifica o della stessa mansione, finirono per rappresentare un modo diverso di inquadramento, di promozione e di comando della persona sanzionato, per gli impiegati, da una divisione normativa che nulla aveva a che fare con l’efficienza e la funzionalità, ma che sigillava la garanzia del posto di lavoro e la fedeltà all’impresa. Molto presto questa utilizzazione dei premi di merito o dei premi tout court giunse alla penalizzazione degli scioperi e delle assenze individuali (anche per malattia), quando di fronte a poche ore di sciopero o alla conseguenza di un infortunio sul lavoro le imprese sopprimevano anche 6 mesi di premio. È questa concezione del merito, della meritocrazia, della promozione sulla base di una decisione inappellabile di un’autorità “superiore” che è stato cancellato con la lotta dei metalmeccanici nel ‘69 e con lo Statuto dei diritti del lavoro che nel 1970 dava corpo alla grande idea di Di Vittorio di dieci anni prima. Purtroppo una parte della sinistra, i parlamentari del Pci, si astennero al momento della sua approvazione, solo perché esclusa dalla partecipazione al Governo. Ma quello che è più interessante osservare è come, alla crisi successiva del Fordismo e alla trasformazione della filosofia dell’impresa, con la flessibilità ma anche con la responsabilità che incombe sul lavoratore sui risultati quantitativi e qualitativi delle sue opere, si sia accompagnato in Italia a una risorgenza delle forme più autoritarie del Taylorismo, particolarmente nei servizi, santificata non solo dal mito del manager che si fa strada con le gomitate e le stock options, ma dalla ideologia del liberismo autoritario. Con gli “yuppies” che privilegiano l’investimento finanziario a breve termine, ritorna così per gli strati più fragili (in termini di conoscenza) l’impero della meritocrazia. A questa nuova trasformazione (e qualche volta degrado) del sistema industriale italiano ha però contribuito l’egualitarismo salariale di una parte del movimento sindacale, a partire dall’accordo sul punto unico di scala mobile, che ha offerto, in un mercato del lavoro in cui prevale la diversità (anche di conoscenze) e nel quale diventa necessario ricostruire una solidarietà fra persone e fra diversi, una sostanziale legittimazione alle imprese che hanno saputo ricostruire un rapporto diverso (autoritario ma compassionevole) con la persona sulla base di una incomprensibile meritocrazia. Le stesse osservazioni si possono fare per i “bisogni”, contrapposti negli anni 60 del secolo scorso alle domande che prevalgono nel vissuto dei cittadini nella società dei consumi. Era questa anche la convinzione di un grande studioso marxista come Paul Sweezy. Sweezy opponeva i needs (i bisogni reali, le necessità) ai wants (le domande, i desideri), attribuendo implicitamente ad uno stato illuminato e autoritario la selezione «nell’interesse dei cittadini» fra gli uni e gli altri. Come se non fossero giunti i tempi in cui le domande e i desideri di fronte alle scelte e alle priorità imposte dalla condizione del lavoro e dalle lotte dei lavoratori si trasformano gradualmente in diritti universali, attraverso i quali, i cittadini, i lavoratori (non un padrone o uno stato illuminato), con il conflitto sociale, riuscirono a far progredire la stessa nozione di democrazia. Meriti e bisogni o capacità e diritti? Non è una questione di vocabolario: la meritocrazia nasconde il grande problema dell’affermazione dei diritti individuali di una società moderna. E sorprende che la cultura della meritocrazia (magari come antidoto alla burocrazia, quando la meritocrazia è il pilastro della burocrazia) sia riapparsa nel linguaggio corrente del centrosinistra e della stessa sinistra, e con il predominio culturale del liberismo neoconservatore e autoritario, come un valore da riscoprire. Mentre più noti giuristi, i più noti studiosi di economia e di sociologia, da Bertrand Swartz a Amartya Sen, a Alain Supiot si sono affannati ad individuare e a riscoprire dei criteri di selezione e di opportunità del lavoro qualificato, capaci di riconciliare - non per pochi ma per tutti- libertà e conoscenza, di immaginare una crescita dei saperi come un fattore essenziale, da incoraggiare e da prescrivere, introducendo così un elemento dinamico nella stessa crescita culturale della società contemporanea. La capability di Amartya Sen non comporta soltanto la garanzia di una incessante mobilità professionale e sociale che deve ispirare un governo della flessibilità che non si traduca in precarietà e regressione. Essa rappresenta anche l’unica opportunità (non è poco) di ricostruire sempre nella persona le condizioni di realizzare se stessa, “governando” il proprio lavoro (...)

 

  By: pescatore on Martedì 21 Agosto 2007 20:42

Per rubare in casa di Albanesi doveva essere alla canna del gas,io per simpatia e reciprocità lo metterei subito libero..

 

  By: gianlini on Martedì 21 Agosto 2007 18:10

Anche qui, è evidente la sottolineatura "cercata" delle "nazionalità" Genova: prima ruba in casa di albanesi poi fa incidente con i derubati GENOVA - Svegliati da alcuni rumori provenienti dalla finestra, due cittadini albanesi scoprono un ladro che cerca di entrare nella loro abitazione. L'uomo, un malvivente italiano, si da' alla fuga. I due si mettono allora in auto alla sua ricerca ma dopo una mezz'ora di indagini infruttuose decidono di tornare a casa. E durante il tragitto di ritorno si scontrano frontalmente con un'altra auto, alla guida della quale c'e' proprio il ladro. Il rocambolesco episodio e' accaduto a Genova: l'uomo e' stato preso in custodia dagli agenti di una volante, intervenuti per l'incidente, che lo hanno denunciato per furto aggravato. Per lui anche contusioni guaribili in una ventina di giorni

 

  By: gianlini on Martedì 21 Agosto 2007 18:07

ad occhio e croce nemmeno questo, pur ministro, è del tutto gallico di origine....e ha pure i suoi guai! PARIGI - Condannato ad un anno di carcere per spaccio di droga il fratello minore del ministro della Giustizia francese, Rachida Dati, tra i piu' influenti consiglieri di Nicolas Sarkozy. Per Jamal Dati, 34 anni, e' la seconda condanna per droga. Lo scorso aprile era stato condannato - in prima istanza - a sei mesi con la condizionale, ma la Procura fece appello perche' considerava la sentenza troppo lieve. Nel 2001, invece, Jamal aveva scontato 18 mesi di carcere, su una condanna complessiva a tre anni, per traffico di eroina. Un altro fratello del ministro, Omar, e' sotto inchiesta per spaccio di marijuana. (Agr)

 

  By: temistocle2 on Martedì 21 Agosto 2007 17:43

Cmq, se finiamo il capitale, c'è sempre questa possibilità per raggranellare un po' di ^contante... #http://www.humanforsale.com/^ Voi quanto valete?