W l'Italia...l'Italia che lavora (De Gregori)

 

  By: GZ on Martedì 11 Settembre 2007 03:58

"imprenditori" sono i capobastone descritti da Gatti dell'Espresso che fare fanno fare la raccolta del pomodoro in Puglia ai clandestini per 3 euro all'ora e gli spezzano le braccia quando protestano o quelli che gestiscono il business dei rifiuti a Napoli o le cliniche convenzionate che si fanno rimborsare trattamenti inesistenti dalle regioni e "imprenditori" sono gli ex-operai a modena che hanno creato le fabbriche che producono macchine movimento terra o a vicenza mega stampatrici dell'acciaio che vendono in quattro continenti e senza le quali l'italia non esporterebbe e dato che invece importa petrolio, gas, elettronica e anche cereali sarebbe ridotta come la romania

 

  By: Mr.Fog on Lunedì 10 Settembre 2007 20:32

e poi sarò io a valutare se mi conviene oppure no lavorare per te oppure per l'azienda dall'altro lato della strada. ----------------------------------------- Ma e' gia' cosi'! Anche nella nostra malandata Italia. Il lavoro viene "offerto", non c'e' nessuno con il mitra spianato che ti obbliga ad accettarlo. Se decidi di lavorare CON me e' una tua scelta ed evidentemente ti conviene. Puo' essere che un'altra azienda (al di la della strada) non ci sia, oppure non abbia bisogno, oppure offra meno, oppure (bada ben) non se la senta di rilanciare perche' sa, che se e' in errore, ormai ti ha praticamente sposato e non potra' (a meno di sostenere altri costi) ripensarci. Vedi, se vogliamo usare il sistema anglosassone lo dobbiamo fare in tutto e per tutto e sai bene cosa intendono per liberta' nel mondo del lavoro. -------------------------------------- mi fa proprio pensare che tu non pensi affatto che potrebbe essere invece lui ad andarsene se tu non lo saprai ricompensare a dovere, se non gli darai un vero motivo, o meglio le giuste motivazioni per restare. Se è davvero capace e motivato, non solo non ha motivo di temere di perdere il tuo lavoro, anzi non lo pensa proprio, pensa a come portarsi avanti, ed una prospettiva del tipo che è l'azienda che fa un favore a lui a farlo lavorare lo infastidisce alquanto. Se invece vuoi gente ingamba e vuoi pagarla "solo" col contratto sidacale (tanto per parlare di sindacati) perchè è così che è previsto, perchè è così che anche ti conviene, beh, allora non lamentarti se poi questo giovane decide di andare a lavorare fuori dall'italia. ---------------------------------------------- Tutto questo pezzo, mi spiace, ma non ha senso...almeno per me. Gli aumenti, i premi produzione, gli incentivi e chi piu' ne ha piu' ne metta, esistono dalla notte dei tempi... e cmq tutto ha un prezzo e l'affare si fa se conviene a tutti e due...(denaro/lettera).

 

  By: pix on Lunedì 10 Settembre 2007 19:32

caro Julien , Quando ti leggo vedo quasi una contrapposizione fra imprenditori e dipendenti, nella mia esperienza non è stato necessariamente così; mio padre per esempio è stato dipendente per una parte della sua vita lavorativa, e quando si è "sentito" di poterlo fare si è messo in proprio. Allo stesso modo , alcuni dei nostri dipendenti e collaboratori più validi ed ambiziosi , ci hanno abbandonato ( e credimi quello è un momento di forti liti e contrasti ) per mettersi in proprio e costituire proprie aziende. Non è detto che chi nasce dipendente rimanga dipendente a vita per volontà divina o arbitrio di qualcuno, se se la sente , e gli astri sono propizi, può cambiare casacca e diventare imprenditore, con tutte le opportunità ed i rischi che questa scelta comporta..

 

  By: julien3 on Lunedì 10 Settembre 2007 18:01

é ovvio che nel mercato globale del lavoro ognuno giochi le proprie carte. Ogni imprenditore pensa di sicuro a quello che pensate voi, almeno in Italia. Analogamente, anche il lavoratore vuole giocare le sue carte e giocarle al meglio, neanche il dipendente vuole fare il buon samaritano, è ovvio che vuole guadagnare il più possibile, valorizzando al massimo le proprie capacità. Tu dici:"Si, se lo vuoi, te lo dico; non e' un segreto di stato. Certo, non ci fai una bella figura", ed anche, "Bah se la vuoi per iscritto, posso anche farlo ma credo che non me lo chiederesti.", beh, vedi in altre nazioni, tanto osannate in genere dagli imprenditori italiani, come Bran bretagna o USA, il fatto è che, non sono io che te lo devo chiedere quanto mi darai, ma sei tu che lo dichiari apertamente al momento che decidi di fare assunzioni. Dichiari inoltre cosa è previsto che faccia per quello che mi dai, in proporzione ad ore di lavoro, reperibilità, staordinari, extra, prospettive di carriera, ecc... e poi sarò io a valutare se mi conviene oppure no lavorare per te oppure per l'azienda dall'altro lato della strada. Questo è il mercato del lavoro che si respira fuori dall'Italia! Questo fa inoltre si che anche le aziende si evolvono e solo in quelle migliori e che quindi offrono le migliori condizioni ci siano i migliori dipendenti...non sono forse le regole del mercato libero che tutti gli imprenditori cercano? In questo modo si incontrano la domanda e l'offerta alla pari. In Italia invece ( e specialmente al sud, siamo abituati ad avere già come target, il poter lavorare, quindi si accetta la qualsiasi, e mette gli imprenditori in una condizione di " benefattore" in ogni caso. Aggiungo, il fatto che dici "Se capace e motivato, difficilmente perdera' l'impiego; non conosco ragioni valide per cui si decida di farne a meno proprio quando si comincia a trarre "profitto" dal suo lavoro." mi fa proprio pensare che tu non pensi affatto che potrebbe essere invece lui ad andarsene se tu non lo saprai ricompensare a dovere, se non gli darai un vero motivo, o meglio le giuste motivazioni per restare. Se è davvero capace e motivato, non solo non ha motivo di temere di perdere il tuo lavoro, anzi non lo pensa proprio, pensa a come portarsi avanti, ed una prospettiva del tipo che è l'azienda che fa un favore a lui a farlo lavorare lo infastidisce alquanto. Se invece vuoi gente ingamba e vuoi pagarla "solo" col contratto sidacale (tanto per parlare di sindacati) perchè è così che è previsto, perchè è così che anche ti conviene, beh, allora non lamentarti se poi questo giovane decide di andare a lavorare fuori dall'italia. Julien

 

  By: pix on Lunedì 10 Settembre 2007 13:58

Sono completamente d'accordo con Fog. Una aggiunta che vorrei fare è che, se sono sacrosante in uno stato delle leggi che tutelino i lavoratori, non è altrettanto semplice imporre per legge come và guidata un'azienda. Io sono sicuro che se parlassi con un sindacalista, avremmo visioni molto diverse riguardo al numero dei dipendenti ed alla rigidità dei loro contratti. Il sindacalista ritiene di avere guadagnato la pagnotta quando "piazza" in una azienda quanta più persone possibile, con una retribuzione adeguata , ed un contartto inattaccabile; poi si disinteressa di tutto quello che succede all'azienda da quel momento in avanti, perchè , secondo lui quello che accade all'esterno dell'azienda ( dinamiche macroeconomiche, cambiamenti epocali, miglioramenti dei competitor, RISCHIO di impresa ) sono bazzeccole di cui si devono occupare gli imprenditori mantenendo immutate le garanzie verso un numero strabordante di lavoratori. Ora,come evidenzia fra gli altri il caso Alitalia ( dove la sindacalizzazione è fortissima), gli imprenditori hanno le loro abbondanti colpe, ma pensare che una cosa che si chiama RISCHIO di impresa sia pianificabile e facilmente prevedibile da un sindacalista che in vita sua ha rischiato solo la schedina, mi fa un poco sorridere.

 

  By: Mr.Fog on Lunedì 10 Settembre 2007 01:37

Ciao Julien, il dipendente, nelle aziende degli stati assaliti dalla globalizzazione (dove la mano d'opera deve necessariamente essere almeno specializzata), e' considerato un bene, un investimento che necessita' di tempo e risorse per maturare. Se capace e motivato, difficilmente perdera' l'impiego; non conosco ragioni valide per cui si decida di farne a meno proprio quando si comincia a trarre "profitto" dal suo lavoro. Da noi non esistono dipendenti, anche se tutti lo sono nel senso stretto della parola, ma collaboratori; si lavora insieme per permettere all'azienda di crescere, pagare gli stipendi, concedere aumenti, assumere nuovi aiuti, migliorare gli impianti...reinvestire. Oh certo, non siamo in una favola, io non sono il buon samaritano che vuol rendere tutti felici e contenti; guadagnero' di piu' ma non perche' sono il "padrone" e gli altri "servi", ma perche' la mia remunerazione prezza anche il rischio impresa che io e solo io ho deciso di sostenere. Ok, sto divagando, torniamo a noi:"se durante il colloquio io ti chiedo quanto sarà la mia paga, e intendo quella lorda, tu me lo dici oppure pensi che parlare di soldi ancora prima di iniziare non sia il caso?" Si, se lo vuoi, te lo dico; non e' un segreto di stato. Certo, non ci fai una bella figura, anche perche', se sarai capace di renderti indispensabile, quello e' solo l'inizio e conta poco. Mi domandi:"Se ti chiedo la mia job description, tu sei disposto a metterla per iscritto e conseguentemente a rispettare ciò che c'è scritto". Bah se la vuoi per iscritto, posso anche farlo ma credo che non me lo chiederesti. Guai se non riesco a far capire quale sara' il lavoro da svolgere; guai se mi ritrovo con una persona che: si immaginava, sperava, credeva ma....e (poiche' non e' cosi') si presenta svogliata, demotivata...inutile. Dubito che ti chiederei di fare un lavoro diverso da quello per cui ti ho assunto, non e' mai capitato. Certo, come ho gia' scritto: la collaborazione e' legge, ma il buon senso impedisce di chiedere ad un contabile di fare il commesso o al magazziniere di fare il disegnatore...o all'ingegnere di pulire il cortile.

 

  By: julien3 on Domenica 09 Settembre 2007 11:42

Ma no, Julien... Ma ti pare che un'azienda, dopo aver speso soldi e lacrime per formare, licenzia e ricomincia da capo? Non e' forse il contrario? Si sfrutta l'esperienza acquisita per trovare un posto migliore o per spuntare un miglior stipendio (magari l'aumento in nero)...? -------------------------------------------------------------- Interessante conoscere anche il punto di vista di un datore di lavoro...quindi seconto te è il dipendente che sfrutta l'azienda per acquisire esperienza. Facciamo un esempio concreto...io vengo da te per un colloquio di lavoro, se tu mi vuoi vedere a colloquio è perchè nel mio curriculum ho delle referenze che possono interessarti, questo è certo. Bene se durante il colloquio io ti chiedo quanto sarà la mia paga, e intendo quella lorda, tu me lo dici oppure pensi che parlare di soldi ancora prima di iniziare non sia il caso? Se ti chiedo la mia job description, tu sei disposto a metterla per iscritto e conseguentemente a rispettare ciò che c'è scritto, oppure parti dal principio che siccome infondo mi paghi, sono a tua disposizione anche se servo in un'altro lavoro che in teoria non mi compete? Rispondmi sinceramente, perchè nel sistema anglosassone e americano funziona così...questo è un rapporto di lavoro, diverso dal rapporto padrone/servo.

 

  By: Fortunato on Sabato 08 Settembre 2007 13:00

Julien3, ti porgo i miei più sinceri auguri. Ti do un ultimo suggerimento: leggi il libro "La Casta", lo troverai molto interessante. Fortunato

 

  By: julien3 on Sabato 08 Settembre 2007 12:22

riguardo al popolo di colonizzati...il mio era un modo di dire che mentre si sente forte ad esempio nei francesi l'orgoglio di esserlo, stesso per i britannici, i tedeschi, americani..ecc, da noi si parte sempre e comunque dalla considerazione che viviamo in un paese di mer...!!! Per questo forse viviamo maggiormente di altri la cosa dell'ognuno pensi per se e...si salvi chi può...sempre ammesso che non sia questa una scusa. Il mio era un discorso certamente ingenuo, o meglio, idealistico, ma quello che vorrei trasmettere è che in tutte le nazioni c'è un governo, un parlamento, politici insomma che decidono come e dove prendere i soldini dei contribuenti e sono altrettanto loro che decidono cosa farne...ribadisco quel concetto idealista in quanto se cala la nebbia in tutte le discussioni dicendo soltanto "governo ladro" guardiamo solo fino alla punta del nostro naso. Non sono uno sciocco e so che i soldi servono a tante ma tante cose di cui si potrebbe fare a meno, tanti sprechi e ingiustizie anche palpabili ogni giorno. La realtà però purtroppo è questa e bisogna fare i conti con questa. Quindi, o si passa la vita a lagnarsi che tanto non cambierà niente, perchè tanto in Italy Berlusca o Mortadella fa lo stesso, oppure si prova a cercare di capire cosa e come si potrebbe migliorare, magari premiando col voto chi porta avanti idee valide, anche se piccole. Comunque il governo di turno farà la finanziaria, e comunque quando vorrà prenderà dalle nostre tasche, forse in entrambi i casi vivremo un pochino da illusi, io preferico non perdere la speranza e stare attento alle idee che portano avanti e verificarle. Tanto di certo, se anche stessero li a guardarsi in faccia in parlamento ci andrebbero lo stesso, e lo stipendio glielo daremo lo stesso. Lo so che il discorso è molto più complicato di quello che sembra, ma una linea guida ci vorra pure, no?

 

  By: Fortunato on Sabato 08 Settembre 2007 01:23

mio julien3, perchè sei così ingenuo? Scusami dell'attributo ma pronunciato da me (lo sono stato anche io)non è un'offesa. Perchè vuoi continuare a farti male da solo? Noi popolo di colonizzati? Sono sicuro che per questa tua purezza d'animo tu ti riferisca alla storia recente. Posso darti un suggerimento? Vai indietro nei tempi e arriva sino a ROMA, capirai, sono sicuro, la differenza. Sempre con grande affetto e simpatia. Fortunato

 

  By: julien3 on Sabato 08 Settembre 2007 00:59

Oggi questo apparato e questo modo di chiedere e spendere i soldi della gente è sempre più insopportabile , perchè nessuno sa 1)in base a cosa ti chiedono soldi 2)in base a cosa decidono le spese 3) come li spendono . --------------------------------------------------------------------- In teoria sarebbe così...in base ai programmi elettorali, noi dovremmo scegliere se mandare al governo che dice che preleverà dalle nostre tasche per migliorare la scuola, oppure gli ospedali,...le spese si misurerebbero in funzione delgli interventi da intraprendere (es. servono 1000 macchine per le TAC con altrettanti tecnici che costano un tot.), si quantificano e poi si decide come e dove prenderli, se aumentare le sigarette oppure far pagare di più sulle buste paga, ecc...in buona sostanza si decide chi deve pagare. Poi questi soldi andrebbero davvero spesi tutti per questo e il servizio dovrebbe funzionare. Purtroppo in italia le campagne elettorali vengono vinte da chi la spara più grossa senza che che ci sia il minimo di attenzione al ma come sarà possibile? il paragone con paesi ed economie minori e in forte espansione, credo che non possa essere preso da esempio per migliorare, anche loro tra un poco faranno i conti con altri tipi di considerazioni. Io sarei più su modelli tipo i paesi scandinavi che pagano molto, ma ricevono anche molto...però dovrebbero cambiare le mentalità... http://www.soldionline.it/a.pic1?EL=42E88384DBC13891C12570A70045B664 --------------------------------------------------- Nei libri di storia del liceo quando i Goti, i Mongoli, i Turchi o gli Austriaci conquistavano l'Italia imponevano pesanti tributi e gabelle come segno del loro dominio, assoldando però come vassalli ed alleati alcune popolazioni a cui concedevano condizioni di favore ---------------------------------------------------------- Forse proprio per la nostra storia di popolo abituato ad essere colonizzato e tassato con tributi di diverso tipo dallo straniero di turno, abbiamo ormai maturato una mentalità, unua capacità e una voglia ancestrale di nascondere il nostro "raccolto" per paura che poi passi l'esattore a riscuotere la parte che vuole "il padrone". Oggi però il governo è fatto dagli italiani che votano come popolo libero e si sceglie i propri rappresentanti in totale democrazia e ha la possibilità di farlo senza farsi soggiogare da pifferai magici e incantatori di serpenti. Forse in altri paesi, questa paura ancestrale non ce l'hanno (vedi gran bretagna) e li sembra normale persino pagare per il pubblico e il politico che li rappresenta. scusate la lunghezza dell'intervento... Julien3

 

  By: GZ on Venerdì 07 Settembre 2007 12:08

A Hong Kong o Taiwan o Shangai o Bangcok lo stato spende molto meno in proporzione del reddito nazionale e crescono al 5% mentre l'italia cresce al 1%. Ma puoi anche mantenere tutte le tasse al limite se vuoi, basta che abolisci la spesa pubblica e ridai i soldi indietro in modo ugualitario. Charles Murray ha mostrato nel suo libro ^"In Hour Hands" ("nelle nostre mani",#http://www.nationalreview.com/interrogatory/qa200603270732.asp^ per dire ridateci i soldi) che in america se abolisci lo stato assistenziale ogni cittadino sopra i 18 anni può ricevere 10.000 dollari l'anno "gratis", cioè per tutta la vita e libero di farne quello che vuole In cambio non riceverà "aiuti" per scuola, disoccupazione, ragazze madri, sanità o altro, in media questo è quello che lo stato americano spende per ciascuno e allora tanto vale dargli i soldi direttamente nelle sue mani e lasciare che ognuno decida come "aiutarsi" da solo in Italia dove lo stato spende di più, se prendi quello che lo stato spende per assistenza, sanità, pensioni, "aiuti" e trasferimenti vari (IN AGGIUNTA ai servizi essenziali per la comunità come strade o polizia) sono 500 miliardi l'anno, se li dividi per 40 milioni di italiani adulti hai: 12.000 euro l'anno procapite, inclusi disoccupati, anziani, studenti e casalinghe, ovvero 20.000 euro per nucleo famigliare (50 miliardi di spesa sociale annuale, diviso 25 milioni di nuclei famigliari italiani = 20.000 euro ciascuno l'anno) ridai indietro questi soldi ogni anno ai cittadini (chiudendo centinaia di enti pubblici) e hai un bel reddito garantito di 20.000 euro per nucleo famigliare per tutta la vita ogni anno, che ricevono tutti in modo ugualitario senza discriminazioni e ognuno si arrangerà a farne quello che vuole e ad "aiutarsi" da solo

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 07 Settembre 2007 10:31

ma contemporaneamente questi 3 devono essere valorizzati, premiati, non trattati col rapporto padrone/servo. ----------------------------- Ah, tra parentesi, questa cosa e' colpa dei cari sindacati e del TRASFERIMENTO DI RICCHEZZA! Tutti uguali..tutti felici...ma va... che le grandi rivoluzioni sono successe quando c'erano troppi poveri, molto poveri e pochi ricchi troppo ricchi.. ------------------------------------------------ No, non e' stato il numero dei poveri ad accendere la miccia...ma il numero di quelli che pagavano e che erano stufi di farlo.

 

  By: Mr.Fog on Venerdì 07 Settembre 2007 10:27

come mai un'azienda preferisce fare contratti di formazione lavoro e poi quando questa persona è diventata una che sa lavorare non se la tiene e preferisce ricomnciare con un'altro da zero pur di accedere ad incentivi? --------------------------------- Ma no, Julien... Ma ti pare che un'azienda, dopo aver speso soldi e lacrime per formare, licenzia e ricomincia da capo? Non e' forse il contrario? Si sfrutta l'esperienza acquisita per trovare un posto migliore o per spuntare un miglior stipendio (magari l'aumento in nero)...? Ma lo sai che tutte le volte che devo assumere per ripiazzare qualcun altro, mi viene il magone? A parte la qualita' di cio' che e' rimasto sulla piazza, significa cmq avere un dipendente che, minimo un anno, non rende anzi costa e fa perder tempo.

 

  By: Moderator on Venerdì 07 Settembre 2007 09:53

in passato il welfare si è espanso in parallelo al timore per il mondo comunista . Il comunismo era là e faceva sia pressione reale come guerra fredda sia pressione ideologica , e per esorcizzarlo si è ecceduto . Soprattutto nei paesi sottoposti a forte pressione , come lItalia che aveva un grosso partito comunista , o la Francia , o la Germania che ce l'aveva in casa . Burocrazie , partiti , sindacati si sono infilati nel meccanismo rendendolo perverso , ma alla caduta del muro nulla è cambiato e per inerzia da noi hanno continuato a prosperare, anche se ormai mancava nella realtà il loro potere ricattatorio e culturale nei confronti del sistema. Oggi questo apparato e questo modo di chiedere e spendere i soldi della gente è sempre più insopportabile , perchè nessuno sa 1)in base a cosa ti chiedono soldi 2)in base a cosa decidono le spese 3) come li spendono . Però tutti sanno che chiedono troppo e spendono male ; e la dimostrazione sono gli stati che hanno adottato la Flat tax , che oltre ad essere proporzionale e non punitivamente progressiva , è pure invariabilmente più bassa .